Bioparco di Roma
Bioparco di Roma | |
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Tipo di area | Giardino zoologico, Parco divertimenti |
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Coordinate: 41°55′02.9″N 12°29′06.7″E / 41.917472°N 12.485194°E
Il Bioparco di Roma è il giardino zoologico più antico d'Italia.[1] [2] Attualmente ospita 1 144 animali di 223 specie diverse. Si trova all'interno di Villa Borghese.
Nel 2008 è stato visitato da 780 057 persone.[3]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il Bioparco fu concepito, come zoo, nel 1908 per opera di una Società Anonima per il Giardino Zoologico, presieduta prima dal barone Giorgio Sonnino e successivamente dal principe Francesco Chigi. La Società si assicura la collaborazione di Carl Hagenbeck, che nel 1907 con l'apertura del Tierpark di Stellingen aveva rivoluzionato l'architettura dei giardini zoologici moderni. Lo zoo aveva una superficie di circa 12 ettari e fu costruito nella parte settentrionale di Villa Borghese. I lavori iniziarono il 10 maggio 1909 per terminare nell'ottobre del 1910 con una spesa di 1 477 147,90lire. Il 2 novembre, arrivava a Roma il treno che portava da Amburgo il primo gruppo di animali destinato a popolare i vari ambienti preparati per loro. Lo zoo fu inaugurato tra grandi festeggiamenti il 5 gennaio del 1911. Primo direttore della struttura fu lo zoologo tedesco Knottnerus-Meyer.L'ingresso monumentale fu progettato da Armando Brasini.
I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Lo zoo fu interamente progettato da Carl Hagenbeck, all'epoca famoso addestratore, che aveva già aperto uno zoo ad Amburgo. Infatti il parco aveva lo stesso stile di quello tedesco: canali e fossati al posto delle sbarre, e ampi spazi verdi.
Inizialmente lo zoo ebbe grande successo, che però non durò a lungo anche a causa della guerra italo-turca e poi della prima guerra mondiale. Il 20 novembre 1917 il Comune assunse la gestione diretta del Giardino.

Il 6 agosto 1919 il Comune di Roma deliberava che il giardino divenisse un'Azienda municipalizzata, decisione approvata provvisoriamente dalla Commissione Reale per i crediti, ma subordinata all'approvazione degli elettori. Il Commissario del Comune Cremonesi decise di affidare l'amministrazione del Giardino a una Sovrintendenza esterna diretta dal barone Alberto Fassini, in questo modo venne evitato l'obbligo del Referendum previsto dalla legge.
Questo permise diversi interventi sullo stato del Giardino come restauri delle costruzioni, ampliamenti degli spazi ed un marcato aumento degli introiti che per l'Anno Santo del 1925 raggiunsero la cifra di 1 718 892,31lire. Nello stesso anno la Commissione riunita per il consuntivo approvava l'installazione di un impianto idrico, la messa a dimora di una grande quantità di flora anche esotica in consonanza con i vari reparti dello zoo, e l'estensione del giardino ad alcune aree incolte prospicienti, venne prospettata una grossa vasca per gli orsi, la casa delle giraffe in stile moresco, un ampio viale di fronte e l'ingresso per facilitare l'afflusso dei visitatori, un nuovo acquisto di animali per rendere il giardino più rappresentativo per la fauna mondiale.

Al 1º gennaio 1925 gli esemplari erano 1 520, così ripartiti: 422 mammiferi, 1048 uccelli, 49 rettili, 1 anfibio.[senza fonte]
Divisi per tipologia:
- ordini appartenenti alla classe Mammalia:
- 68 Primates
- 6 Prosimiae
- 62 Carnivora
- 153 Rodentia
- 125 Ungulatata
- 8 Marsupiala
- ordini appartenenti alla classe Aves:
- 4 Rheiformes
- 9 Struthioniformes
- 2 Casuariformes
- 103 Galliformes
- 53 Columbiformes
- 2 Lariformens
- 10 Rallifomes
- 9 Gruiformes
- 16 Ardeiformes
- 256 Anseriformes
- 3 Pelecaniformes
- 5 Phoenicopteriformes
- 3 Strigiformes
- 45 Falconiformes
- 132 Psittaciformes
- 1 Coraciiformes
- 393 Passeriformes.
Con una spesa che dal 1925 al 1930 fu portata a 974 056,95lire per gli acquisti di animali anche di una certa rarità. Oltre agli acquisti la fauna venne arricchita da svariate donazioni soprattutto pervenute dalle Colonie africane da parte dei vari Governatori. Poi ci furono le nascite in special modo tra i mammiferi.
Nel luglio del 1930 Alberto Fassini lascia la sua carica di Commissario sostituito dal conte Guido Suardi che gettò le basi per la trasformazione del Giardino in una istituzione culturale con la realizzazione del Museo Civico di Zoologia, assente in una città come Roma, seguito successivamente dal Museo Coloniale per la raccolta delle importanti documentazioni etnografiche disperse in vari luoghi della capitale.
Nel 1933, l'architetto Raffaele De Vico iniziò dei lavori in nuove zone, destinate a due attrazioni principali: una grande voliera e un rettilario che furono terminati nel 1935.
Dopo la seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

La situazione per lo zoo durante la grande guerra fu davvero precaria e il suo degrado divenne sempre più evidente, nonostante alcune aree fossero state rinnovate e altre completamente ricostruite. Comunque particolare importanza fu rivolta alle attività di ricerca scientifica sotto la direzione del Ermanno Bronzini (1956-1978).
Nel 1970 il rettilario fu chiuso a causa delle sue pessime condizioni. I lavori di ristrutturazione durarono ben nove anni e solamente nel 1983 poté essere riaperto. Il 13 febbraio 1983 è stato inaugurato con una struttura ampliata, rimasta invariata sino a oggi. Malgrado le tante difficoltà, il Giardino Zoologico ottenne diversi successi riproduttivi con specie rare o minacciate, come l'elefante asiatico (di cui si sperimentò per la prima volta l'allattamento artificiale), il tapiro malese, l'orango, il licaone, il gorilla e il rinoceronte nero solo per citarne alcuni.
Dallo zoo al bioparco[modifica | modifica wikitesto]
Per la prima volta nel 1994 fu presentata l'idea di trasformare lo zoo in un bioparco, cioè in una struttura che conserva una risorsa naturale, che sia un lembo di territorio o un gruppo di animali a rischio di estinzione, ed effettua ricerche scientifiche con maggiore rispetto dei diritti degli animali e spesso svolgendo anche delle attività di educazione ambientale.[4]
Nel 1997 fu presentato il progetto di come avrebbe dovuto presentarsi nel futuro il parco; questo seguiva i principi enunciati dalla Gilman Foundation e conteneva le linee guida per i futuri sviluppi. Nell'aprile del 1998 fu fondata la società Bioparco S.p.a. grazie ai finanziamenti del Comune di Roma (51%), della Costa Edutainment (39%) e del Gruppo Cecchi Gori (10%).[senza fonte]
A causa degli scarsi successi economici conseguiti, è stata creata una Fondazione che gestisce lo zoo dal 2004.[senza fonte]
Animali[modifica | modifica wikitesto]
Nel bioparco ci sono circa duecento specie di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi provenienti dai cinque continenti.[5]
Mammiferi
- Addax
- Armadillo villoso
- Banteng
- Binturong
- Bongo
- Cammello
- Canguro di Bennet
- Capibara
- Capra di Montecristo
- Cebo dai cornetti
- Cercocebo dal collare
- Coati rosso
- Crisocione
- Elefante asiatico
- Elefante africano
- Fennec
- Foca grigia
- Gazzella dama
- Giraffa reticolata
- Guanaco
- Ippopotamo comune
- Ippopotamo pigmeo
- Kulan
- Lemure catta
- Lemure macaco
- Leone asiatico
- Leopardo del Caucaso
- Licaone
- Lichi del Nilo
- Lince eurasiatica
- Lontra asiatica
- Lupo grigio
- Macaco del Giappone
- Mandrillo
- Muflone
- Okapi
- Orango del Borneo
- Orango di Sumatra
- Orso bruno
- Otaria della California
- Potamocero
- Rinoceronte bianco
- Scimpanzé comune
- Suricato
- Tamarino edipo
- Tamarino imperatore
- Tapiro sudamericano
- Thar dell'Himalaya
- Tigre di Sumatra
- Uistitì pigmeo
- Vari rosso
- Vigogna
- Zebra di Grevy
Uccelli
- Ara fronterossa
- Ara gialloblu
- Avvoltoio papa
- Bucorvo abissino
- Cacatua delle Molucche
- Caracara aligrandi
- Casuario
- Emù
- Fenicottero rosa
- Grifone di Rüppell
- Gufo delle nevi
- Gufo reale
- Ibis eremita
- Ibis scarlatto
- Marabù
- Nandù
- Pinguino del Capo
- Spatola rosa
- Struzzo
Anfibi
Rettili
- Agama comune
- Alligatore cinese
- Anaconda giallo
- Anaconda verde
- Boa arboricolo del Madagascar
- Boa costrittore
- Boa delle Isole Salomone
- Boa terricolo del Madagascar
- Caimano nano di Schneider
- Camaleonte pantera
- Coccodrillo del Nilo
- Coccodrillo nano africano
- Drago di Komodo
- Eloderma orrido
- Geco diurno di Standing
- Idrosauro delle Filippine
- Iguana di Utila
- Iguana Spinosa del Madagascar
- Iguana terrestre di Cuba
- Lucertola spinosa blu
- Pitone corto
- Pitone di Seba
- Pitone tappeto
- Testuggine a zampe rosse
- Testuggine alligatore
- Testuggine del muschio gigante
- Testuggine di Aldabra
- Testuggine egiziana
- Testuggine focaccia africana
- Testuggine foglia del Vietnam
- Testuggine raggiata
- Testuggine ragno
- Testuggine scatola malese
- Tiliqua dalla lingua azzurra
- Uromastice ornato
- Varano dalla coda spinosa
- Vipera dal corno
Progetti di riproduzione e reintroduzione[modifica | modifica wikitesto]
Presso il rettilario, in collaborazione con l'EEP, si sta attuando un progetto di riproduzione e reintroduzione della specie Testudo kleinmanni[6] in Libia. Il 21 maggio 2007 l'impegno dei curatori del progetto ha riportato un indiscutibile successo riuscendo a riprodurre in cattività dieci esemplari di questa testuggine dalla complessa ecoetologia.
Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]
È raggiungibile dalla fermata Bioparco | del tram 3 |
È raggiungibile dalla fermata Bioparco | del tram 19 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ https://www.parchionline.it/giardini-zoologici-zoo-safari-italia.php
- ^ https://siviaggia.it/viaggi/europa/bioparco-zoo-natura-animali/3458/
- ^ Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (PDF), su static.touring.it. URL consultato il 17 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2011).
- ^ Che cos’è un bioparco?, su Focus, 28 giugno 2002. URL consultato l'8 maggio 2016.
- ^ Scopri chi c'è, su bioparco.it, 24-0-2018.
- ^ Comunicato ufficiale nascita Testudo kleinmanni Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Spartaco Gippoliti. 1993. Rome Zoo. Its history, its decline and some proposals for its future, International Zoo News 40: 35-39.
- Spartaco Gippoliti, La giungla di Villa Borghese - I cento anni del Giardino Zoologico di Roma, Edizioni Belvedere, Latina, 2010.
- Il Giardino zoologico di Roma nel suo XXV Anniversario 1910/1935 Fratelli Palombi Roma 1935
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni sul bioparco di Roma
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul bioparco di Roma
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su bioparco.it.
- La storia del giardino zoologico in foto, su giardinozoologicodiroma.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 155652595 · LCCN (EN) no00018633 · WorldCat Identities (EN) lccn-no00018633 |
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