Vita Christi

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Vita di Cristo
Titolo originaleVita Christi
Altri titoliSpeculum vitae Christi
Vita di Cristo, Ludolfo di Sassonia, vol. I
AutoreLudolfo di Sassonia
1ª ed. originale1374
Generetrattato
Sottogenerereligioso
Lingua originalelatino

La Vita di Cristo (Vita Christi), nota anche come Speculum vitae Christi ("Specchio della vita di Cristo") è l'opera principale di Ludolfo di Sassonia, completata nel 1374.[1]

Il libro non è solo una biografia di Gesù, ma anche una storia, un commentario tratto dai padri della Chiesa, una serie di dissertazioni dogmatiche e morali, istruzioni spirituali, meditazioni e preghiere. Il libro negli anni divenne così popolare da guadagnarsi il titolo di summa evangelica.[1]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Suor Maria Immacolata Bodenstedt menzionava il debito particolare di Ludolfo alle Meditazioni sulla vita di Cristo.[2] La Bodenstedt suggerisce anche come Ludolfo abbia seguito Bonaventura nel metodo visuale delle sue meditazioni.[3]

Influenza[modifica | modifica wikitesto]

Vita Christi di Ludolfo di Sassonia. Xilografia. 1487.

La grande popolarità della Vita Christi è dimostrata dalle numerose copie manoscritte conservate in biblioteche in tutto il mondo e le innumerevoli edizioni a stampa pubblicate, di cui le prime due edizioni vennero stampate a Strasburgo ed a Colonia nel 1474. L'opera è stata tradotta in catalano (Valencia, 1495), castigliano (Alcala), portoghese (1495), italiano (1570), francese col titolo di "La gran vita di Cristo" (Lione, 1487).[4]

La Vita Christi ha avuto un'influenza significativa nello sviluppo delle tecniche di meditazione cristiana. Per quanto Aelredo di Rievaulx (m. 1167) avesse già introdotto il concetto di immersione e proiezione della propria persona nella scena biblica nel suo De institutione inclusarum e San Bonaventura (m. 1274) avesse tratto notevole ispirazione dalla sua opera per il suo Lignum Vitae,[5] la massiccia opera di Ludolfo (che cita più volte Aelredo) fu il tramite principale tra la Devotio moderna e Sant'Ignazio di Loyola.[6] La Vita di Cristo venne tradotta in spagnolo nel 1502 da Ambrosio Montesino e venne stampata ad Alcala.[7] I metodi di meditazione presenti nella Vita Christi entrarono a far parte profondamente della cultura religiosa spagnola[8] al punto che sia Santa Teresa d'Avila che san Francesco di Sales citeranno più volte l'opera nei loro scritti.

Influenza su sant'Ignazio di Loyola[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Ignazio di Loyola utilizzò le medesime tecniche di meditazioni presenti nella Vita di Cristo per il suo Esercizi spirituali, riprendendo anche l'autoproiezione nella scena biblica partendo da una conversazione con Cristo al Calvario.[6] La Vita Christi di Ludolfo è menzionata in quasi ogni biografia di Sant'Ignazio il quale, si dice, ebbe modo di leggere l'opera durante il periodo di convalescenza dopo essere stato colpito da una palla di cannone ad una gamba durante l'assedio di Pamplona.[9] Ludolfo proponeva nella sua opera un metodo di preghiera che chiedeva al lettore di visualizzare gli eventi della vita di Cristo (grazie alla semplice contemplazione). Nel suo commentario al vangelo per la festa di santa Maria Maddalena, la storia dove Maria la sorella di Lazzaro si porta alla casa del fariseo dove Gesù sta pranzando, e lava i suoi piedi con le proprie lacrime e li asciuga poi coi suoi capelli, Ludolfo chiede al lettore di vedere (quindi di visualizzare) la scena nella propria mente e quindi di proseguire nella lettura del suo commentario.

Questo è il semplice metodo adottato da Ludolfo nel suo Vita Christi ed in molti dei suoi commentari alle storie del vangelo, fatto che influenzò poi notevolmente gli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola.[10] Si dice addirittura che Sant'Ignazio desiderassi farsi certosino dopo il suo pellegrinaggio a Gerusalemme, ma sarebbe stato dissuaso da un priore certosino, segno che ancora oggi permane tra i due ordini come legame particolarmente forte.

Secondo lo storico Michael Foss, invece, le influenze di Landolfo sugli Esercizi di Sant'Ignazio sarebbero solo poco rilevanti. Scrivendo di sant'Ignazio, egli riporta come egli, mentre si riprendeva dalla sua ferita, fosse "annoiato, come un uomo d'azione costretto a letto, portato alla disperazione dei volumi poco stimolanti che il castello di Loyola poteva offrire. Trovò così per caso una traduzione castigliana della popolarissima "Vita di Cristo" di un certo Ludolfo di Sassonia, scrittore del XIV secolo."[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Catholic encyclopedia
  2. ^ Sr Mary Immaculate Bodenstedt (1944), The Vita Christi of Ludolphus the Carthusian: A dissertation, Washington: Catholic University of America Press. British Library ref. no Ac.2692y/29.(16) a pag. 31. "Ludolph makes textual borrowings from more than sixty chapters out of a total of one hundred from the Mediationes of Ps.-Bonaventure especially in his sections in the Vita Christi on the Infancy of Jesus and his Passion.
  3. ^ Sr Mary Immaculate Bodenstedt (1944), The Vita Christi of Ludolphus the Carthusian: A dissertation, Washington: Catholic University of America Press. British Library ref. no Ac.2692y/29.(16), a pag. 31. "He [Ludolph] frequently exhorts the reader to centre his mind upon some situation in the life of Christ by some such words as CONSPICE, CONSIDERA or VIDE—similar exhortations are in the Meditationes by Thomas a Kempis.
  4. ^ Charles Abbott Conway, The Vita Christi of Ludolph of Saxony and late medieval devotion centred on the incarnation: a descriptive analysis, (Salzburg, 1976), p2
  5. ^ Marsha L.. Dutton, "The Cistercian Source: Aelred, Bonaventure, and Ignatius," in Goad and Nail: Studies in Medieval Cistercian History, X, ed. E. Rozanne Elder, Cistercian Studies series 84 (Kalamazoo: Cistercian Publications, 1985), 157–78.
  6. ^ a b Christian spirituality: an introduction by Alister E. McGrath 1999 ISBN 978-0-631-21281-2 pages 84–87
  7. ^ The third spiritual alphabet by Francisco de Osuna 1981 ISBN 978-0-8091-2145-8 pagg. 3–4
  8. ^ Teresa of Avila's autobiography by Elena Carrera 2004 ISBN 1-900755-96-3 page 28
  9. ^ Michael Foss (1969), The founding of the Jesuits, 1540, London: Hamilton, p. 68.
  10. ^ Sr Mary Immaculate Bodenstedt (1944), The Vita Christi of Ludolphus the Carthusian: A dissertation, Washington: Catholic University of America Press. British Library ref. no Ac.2692y/29.(16).
  11. ^ Michael Foss (1969), The founding of the Jesuits, 1540, London: Hamilton, p. 92.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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