18º Gruppo caccia: differenze tra le versioni

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Nel 1939 esso transitò dal [[3º Stormo]] al [[56º Stormo]] C.T. e riconfigurò la propria linea di volo con 26 nuovi caccia, i [[Fiat C.R.42]], su cui furono applicate nuove insegne raffiguranti tre frecce bianche con la scritta "''ocio che te copo''...!", emblema che tuttora contraddistingue il 18º Gruppo.
Nel 1939 esso transitò dal [[3º Stormo]] al [[56º Stormo]] C.T. e riconfigurò la propria linea di volo con 26 nuovi caccia, i [[Fiat C.R.42]], su cui furono applicate nuove insegne raffiguranti tre frecce bianche con la scritta "''ocio che te copo''...!", emblema che tuttora contraddistingue il 18º Gruppo.


Con [[Seconda guerra mondiale#L.27Italia in guerra e la campagna delle Alpi Occidentali|la dichiarazione di guerra dell'Italia]] del 10 giugno [[1940]] il Gruppo era all'[[Aeroporto di Novi Ligure]]/[[Aeroporto di Albenga]] nel 3º Stormo Caccia Terrestre ed effettuò azioni sulla Francia fino all'armistizio del 24 giugno. Un mese dopo, parte del Gruppo fu incaricato di trasferire 30 C.R. 42 dall'[[Aeroporto di Torino-Mirafiori]] all'aeroporto di [[Castel Benito]] ([[Aeroporto di Tripoli]]) per riequipaggiare alcune unità operanti in [[Africa settentrionale italiana]].
Con [[Seconda guerra mondiale#L.27Italia in guerra e la campagna delle Alpi Occidentali|la dichiarazione di guerra dell'Italia]] del 10 giugno [[1940]] il Gruppo al comando del Magg. Ferruccio Vossilla era all'[[Aeroporto di Novi Ligure]]/[[Aeroporto di Albenga]] nel 3º Stormo Caccia Terrestre ed effettuò azioni sulla Francia fino all'armistizio del 24 giugno. Un mese dopo, parte del Gruppo fu incaricato di trasferire 30 C.R. 42 dall'[[Aeroporto di Torino-Mirafiori]] all'aeroporto di [[Castel Benito]] ([[Aeroporto di Tripoli]]) per riequipaggiare alcune unità operanti in [[Africa settentrionale italiana]].


Nel successivo ottobre il 18º Gruppo, che costituì insieme ad altre Unità il [[Corpo Aereo Italiano]] (CAI), fu rischierato a [[Maldegem]] con 50 CR 42 ([[83ª Squadriglia]], [[85ª Squadriglia]] e 95ª Squadriglia) per fornire un contributo italiano alla [[Battaglia d'Inghilterra]]. Il Gruppo nonostante le difficoltà riscontrate per la differenza di prestazioni e di armamento dei C.R.42 rispetto a [[Hawker Hurricane|Hurricane]] e [[Supermarine Spitfire|Spitfire]] e le severe condizioni climatiche di quel periodo, conseguì soddisfacenti risultati tenuto conto del riguardevole numero di scontri vincenti a fronte delle limitate perdite subite.<ref>
Nel successivo ottobre il 18º Gruppo, che costituì insieme ad altre Unità il [[Corpo Aereo Italiano]] (CAI), fu rischierato a [[Maldegem]] con 50 CR 42 ([[83ª Squadriglia]], [[85ª Squadriglia]] e 95ª Squadriglia) per fornire un contributo italiano alla [[Battaglia d'Inghilterra]]. Il Gruppo nonostante le difficoltà riscontrate per la differenza di prestazioni e di armamento dei C.R.42 rispetto a [[Hawker Hurricane|Hurricane]] e [[Supermarine Spitfire|Spitfire]] e le severe condizioni climatiche di quel periodo, conseguì soddisfacenti risultati tenuto conto del riguardevole numero di scontri vincenti a fronte delle limitate perdite subite.<ref>

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18º Gruppo caccia intercettori
Simbolo del 18º Gruppo caccia intercettori
Descrizione generale
Attiva1917-1919
1931-1943
1956 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Servizio Aeronautico Regio Esercito
Regia Aeronautica
Aeronautica Militare
TipoGruppo di volo
RuoloCaccia intercettori
EquipaggiamentoEurofighter Typhoon
Mottoocio che te copo
Parte di
Reparti dipendenti
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Il 18º Gruppo caccia intercettori è un gruppo di volo che fa parte del 37º Stormo dell'Aeronautica Militare, la cui missione operativa è partecipare, in concorso con le altre forze armate, alla difesa del territorio e delle acque territoriali, a salvaguardia da eventuali attacchi aerei, navali e terrestri, sotto il coordinamento del Comando forze da combattimento. È uno dei gruppi storici dell’Aeronautica militare, costituito da 100 anni.[1]

Il Gruppo ha sede sull'aeroporto di Trapani-Birgi (TP), ed è formato dalla 75ª Squadriglia caccia, 82ª Squadriglia e 83ª Squadriglia caccia.

Storia

Negli ultimi mesi del 1917 la Francia chiese all'Italia di avere un contingente di bombardieri Caproni. Il 24 dicembre 1917 il Comando supremo militare italiano costituisce il XVIII Gruppo aeroplani da bombardamento del Servizio Aeronautico all'Aeroporto di Taliedo comandato dal Capitano Renato De Riso che disponeva di 27 piloti, 12 osservatori e 17 mitraglieri, per operare sul fronte occidentale francese, formato dalla 3ª Squadriglia, 14ª Squadriglia e 15ª Squadriglia da bombardamento Caproni. Il 9 gennaio 1918 il reparto parte per Longvic ed il 19 febbraio arriva ad Ochey lasciando un deposito materiali a Longvic, con velivoli Ca.3 entrando nell'Escadre 11 con i Groupes de Bombardament 1, 2 e 7 francesi ed inquadrato nel Comando Aeronautico Gruppo Armate dell'Est.

Da febbraio al 3 aprile lancia 55.000 kg di bombe e nella notte tra il 22 ed il 23 febbraio sgancia 5.500 kg sulle officine di Ludwigshafen am Rhein in presenza di nebbia e forte vento. Il 2 aprile si sposta a Villeneue vicino a Châlons-en-Champagne ed il 10 giugno manda la 14^ in Italia per passare sui Caproni Ca.44. Il 7 agosto si sposta Chermisey ed il 14 ottobre manda la 15^ in Italia per passare sui Ca.600. Il 20 ottobre torna la 14^ con 8 Ca.600 ed alla fine delle ostilità ha svolto 110 bombardamenti aerei subendo 7 morti e 15 feriti.

Venne sciolto il 4 febbraio 1919.[2][3]

Servizio operativo nella Regia Aeronautica

Fu ricostituito come 18º Gruppo Caccia Terrestre dalla Regia Aeronautica, a Bresso nel giugno 1931 con i Fiat C.R.20 bis. Nel 1935 fu dotato dei caccia C.R.32. Nel 1939 esso transitò dal 3º Stormo al 56º Stormo C.T. e riconfigurò la propria linea di volo con 26 nuovi caccia, i Fiat C.R.42, su cui furono applicate nuove insegne raffiguranti tre frecce bianche con la scritta "ocio che te copo...!", emblema che tuttora contraddistingue il 18º Gruppo.

Con la dichiarazione di guerra dell'Italia del 10 giugno 1940 il Gruppo al comando del Magg. Ferruccio Vossilla era all'Aeroporto di Novi Ligure/Aeroporto di Albenga nel 3º Stormo Caccia Terrestre ed effettuò azioni sulla Francia fino all'armistizio del 24 giugno. Un mese dopo, parte del Gruppo fu incaricato di trasferire 30 C.R. 42 dall'Aeroporto di Torino-Mirafiori all'aeroporto di Castel Benito (Aeroporto di Tripoli) per riequipaggiare alcune unità operanti in Africa settentrionale italiana.

Nel successivo ottobre il 18º Gruppo, che costituì insieme ad altre Unità il Corpo Aereo Italiano (CAI), fu rischierato a Maldegem con 50 CR 42 (83ª Squadriglia, 85ª Squadriglia e 95ª Squadriglia) per fornire un contributo italiano alla Battaglia d'Inghilterra. Il Gruppo nonostante le difficoltà riscontrate per la differenza di prestazioni e di armamento dei C.R.42 rispetto a Hurricane e Spitfire e le severe condizioni climatiche di quel periodo, conseguì soddisfacenti risultati tenuto conto del riguardevole numero di scontri vincenti a fronte delle limitate perdite subite.[4]

Nel gennaio seguente fu disposto il rientro del CAI in Italia con destinazione Aeroporto di Pisa-San Giusto per il 18º Gruppo. Dopo un periodo di riposo per il personale e la revisione dei velivoli che furono predisposti per operare sul territorio africano, il Gruppo iniziò la campagna di Libia a fine gennaio 1941 svolgendo missioni di protezione, scorta e sorveglianza del traffico navale militare e mercantile. Agli inizi di agosto il 18º Gruppo rientrò a Torino Caselle per un ciclo di addestramento sul Macchi M.C.200, propedeutico all'impiego del velivolo nella campagna di Grecia che il Gruppo iniziò nella seconda decade di dicembre sull'aeroporto di Araxos vicino a Larissos, conducendo missioni di difesa aerea e scorta ai convogli marittimi.

La permanenza sul territorio greco terminò alla fine dell'aprile 1942 con il rientro del 18º a Caselle ove iniziò un nuovo addestramento al bombardamento in picchiata. Nel frattempo, il Gruppo tornò, assieme al 23º Gruppo caccia sotto il comando del 3º Stormo, e si posizionò verso la fine di luglio sull'aeroporto di Abu Haggag (376 km ad ovest-nord-ovest da Il Cairo), nel Nord Africa, da dove iniziò missioni di attacchi al suolo scortati in volo dai collegi del 23º Gruppo. Con l'avvicinarsi dell'autunno, la spinta offensiva dell'asse italo-tedesco cominciò ad esaurirsi; ad ottobre i piloti del 18º e quelli del 23º iniziarono la transizione sul Macchi M.C.202 venendo reimpiegati nel ruolo originario di caccia terrestre.

L'offensiva britannica cominciò ad esercitare una sempre maggiore pressione e la controffensiva italo-tedesca di fine ottobre venne presto ridimensionata dalla preponderante capacità offensiva degli avversari che determinarono il ripiegamento delle forze dell'Asse verso la Tunisia (ad El Hamma che rimane a 30 km ad ovest di Gabès). Nel corso della ritirata il 3º Stormo operò da più aeroporti in azioni di copertura. Le azioni si prolungarono fino al marzo 1943 tra grandi difficoltà dalle quali il 30 di quel mese, iniziò il rientro del 18º Gruppo in Italia.

Dopo un periodo di riposo il 3º Stormo fu dislocato a Ciampino Sud verso la fine di giugno per la difesa di Roma poi, dopo due settimane, fu decentrato sui due aeroporti di Cerveteri (Furbara e Palidoro). Gli attacchi delle forze alleate iniziarono il 19 luglio con soverchianti formazioni di bombardieri protetti da una consistente presenza di caccia, ma i piloti del 18º difesero con grande energia, valore e sacrificio i cieli laziali, campani e umbri. Pur se agli inizi di agosto entrarono in linea i prima Macchi M.C.205, un caccia dalle brillanti prestazioni particolarmente adatto a contrastare le forze nemiche, la disparità del numero degli aerei nei cieli delle battaglie non consentì di attenuare la schiacciante superiorità aerea avversaria.

Con l'arrivo dell'armistizio dell'8 settembre terminò il 13 settembre il ciclo operativo del 18º Gruppo.

Servizio operativo nell'Aeronautica Militare

Eurofighter 2000 a Trapani-Birgi nel 2015

Nel dopoguerra l'Aeronautica Militare il 1º gennaio 1956, all'Aeroporto di Verona-Villafranca, ricostituì il 18º Gruppo Ricognitori Tattici, nel 3º Stormo Ricognizione Tattica volo con gli RF-84F Thunderflash, versione fotografica potenziata e migliorata del precedente velivolo. Nel 1967 fu ridefinito Gruppo Caccia Ricognitori e operò sino al 29 agosto 1973 con velivoli RF 84 F. Infatti, con la graduale assegnazione all'Aerobrigata dei supersonici F-104G dotati dei pod fotografici Orpheus, il 18º effettuò dal 4 febbraio 1974, la transizione sul nuovo velivolo, continuando poi ad impiegarlo fino al 1º settembre 1977, data in cui il Gruppo passò in posizione quadro, a seguito di una ulteriore ristrutturazione delle Forze Armate. Del 1983 la costituzione del Nucleo Operativo Difesa Aerea (NODA).

EF Typhoon in livrea speciale per i "100anni della Caccia aerea"

La rinascita del 18º Gruppo si realizzò nuovamente il 1º ottobre 1984 come 18º Gruppo Caccia e questa volta sotto le insegne del 37º Stormo, schierato all'aeroporto di Trapani-Birgi e impiegò gli F-104 Starfighter. Nel 1996, il 18º Gruppo iniziò a ricevere gli F 104 ASA, in configurazione caccia intercettore, e nel 1998 gli F 104 ASA M, prendendo parte l'anno successivo alle missioni NATO Allied Force in Kosovo. Dal 2003, con il programma "peace caesar", il reparto ha avuto in dotazione i caccia General Dynamics F-16 Fighting Falcon (completata nel 2004) fino alla restituzione degli stessi agli Stati Uniti avvenuta a giugno 2012, prendendo parte nel 2011 all'operazione Odyssey Dawn ed all'Operazione Unified Protector. Dal 18 ottobre 2012 il gruppo ha ricevuto i primi Eurofighter 2000.[5]

Comandanti

Il comandante del gruppo dal 2014 è il ten. col. pilota Salvatore Florio.[6]

Note

  1. ^ aeronautica.difesa.it
  2. ^ http://www.aeronautica.difesa.it/vetrine/Pagine/XVIII.aspx
  3. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 48
  4. ^ Ricci C., Il Corpo Aereo Italiano (C.A.I.) Sul Fronte della Manica 1940-41, Stato Maggiore Aeronautica-Ufficio Storico, Roma, 1980.
  5. ^ http://www.aeronautica.difesa.it/mezzi/mlinea/Pagine/EFA.aspx
  6. ^ Isoradio

Bibliografia

  • Vincenzo Angeli, Il 37º Stormo, Aeronautica, Anno LIII, nº 9, ottobre 2008.
  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999

Voci correlate

Collegamenti esterni