Status Quo (gruppo musicale): differenze tra le versioni

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*''[[The Party Ain't Over Yet]]'' ([[2005]]) UK #18
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*''[[In Search Of the Fourth Chord]]'' ([[2007]])
*''[[In Search Of the Fourth Chord]]'' ([[2007]]) UK # 15


===Live===
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Versione delle 19:51, 19 ott 2007

Template:Gruppo Gli Status Quo sono una hard rock band inglese molto popolare negli anni settanta, con una forte vena boogie. Il gruppo fu fondato dal bassista Alan Lancaster e dal chitarrista Francis Rossi nel 1962.

I primi anni

Tra i pochissimi gruppi degli anni sessanta in grado di mantenersi sulla cresta dell'onda fino ai giorni nostri, gli Status Quo hanno costruito la loro carriera su un grande livello di successo conseguito per decenni soprattutto nel Regno Unito, dove - a torto o a ragione - vengono considerati una sorta di istituzione nazionale. La band è una tra le più longeve ed attive del panorama musicale inglese e rimane ancora oggi molto amata e popolare in vaste parti del globo.

Gli Status Quo cominciarono come gruppo freakbeat rock and roll nel 1962. La fondazione del gruppo si deve a Francis Rossi (nato a Peckam il 29 maggio 1949) proveniente da una famiglia di chiare origini italiane, e Alan Lancaster (Peckam, 7 febbraio 1949), allora imberbi adolescenti che suonavano nella stessa orchestra jazz alla Sedgehill Comprehensive School. Ispirandosi agli artisti allora più in voga (come gli Shadows e Cliff Richard), Rossi e Lancaster decisero di dar vita ad una band in principio chiamata "Scorpions", in seguito ribattezzata "The Spectres" e tennero il loro primo concerto al Samuel Jones Sports Club a Dulwich, a sud di Londra.

Fu nel 1963, con l'avvento di John Coghlan (Dulwich, 19 settembre 1946) alla batteria e poi di Roy Lynes alle tastiere, che la formazione cominciò ad assumere quella fisionomia definitiva grazie alla quale, da lì a qualche anno, le si spalancheranno le porte del successo. Gli Spectres iniziarono a scrivere brani loro e a suonare in giro per i pub della capitale, riuscendo ad acquisire una certa notorietà come gruppo di avanguardia negli ambienti del beat londinese. Nel 1965, nel corso di un tour estivo in un campo vacanze a Butlin's Minehead, ebbero modo di conoscere il cantante-chitarrista Rick Parfitt (Woking, 12 ottobre 1948), che allora suonava con un misconosciuto gruppo chiamato "The Highlights", usando lo pseudonimo di Rick Harrison.

Prima della fine del 1965 Francis e Rick, ormai diventati intimi amici, si separarono per dedicarsi ai progetti con le rispettive band, ma si impegnarono a lavorare insieme nel futuro. Nel frattempo, il 18 luglio 1966 gli Spectres raccoglievano i primi frutti del loro intenso girovagare per i locali londinesi riuscendo a firmare un contratto di cinque anni con l'etichetta Piccadilly Records. Vennero pubblicati subito alcuni singoli - I (Who Have Nothing), Hurdy Gurdy Man e, agli inizi del 1967, We Ain't Got Nothing Yet - ma tutti con un deludente esito commerciale.

Storia della band

Il successo

Gli Status Quo dal vivo in Olanda nel 2006

Dati i modesti risultati ottenuti, nel 1967 il gruppo decise di cambiare per la prima volta indirizzo musicale rivolgendosi alle atmosfere incantate della psichedelia. Gli Spectres mutarono il loro nome in Traffic (successivamente modificato in Traffic Jam per non essere confusi con i Traffic di Steve Winwood), e pubblicarono il singolo Almost But Not Quite There ma, anche in questo caso, con risultati commerciali molto incerti. Tuttavia, il momento della svolta era ormai vicino: nella seconda metà del 1967, Rick Parfitt optò di abbandonare il suo gruppo a causa di screzi con gli altri componenti e decise di unirsi definitivamente ai Traffic Jam in qualità di secondo chitarrista.

Dopo l'arrivo del nuovo membro, nel mese di novembre la band cambiò il proprio nome in The Status Quo e registrò il singolo Pictures of Matchstick Men, un brano composto da Rossi, la leggenda vuole mentre si era chiuso nel bagno di casa dopo un litigio con la giovanissima moglie. Il pezzo ottenne un forte lancio pubblicitario grazie alla prima partecipazione del gruppo alla trasmissione televisiva "Top Of The Pops" e arrivò fino al settimo posto nella Top 10 britannica, divenendo il primo 45 giri di successo degli Status Quo. Grazie ai consensi ottenuti, la band partì per una intensa tournée e si recò per la prima volta in Argentina (dove il singolo andò al primo posto), Brasile e Messico; furono inoltre organizzate 16 date negli Stati Uniti dove il gruppo venne accolto come degno esponente della cosiddetta "british invasion", nel novero, cioè, delle sfarzose bands inglesi che, sfruttando il percorso aperto dai Beatles, bucavano fino ai vertici delle classifiche il mercato della musica mondiale dell'epoca.

L'exploit che seguì a livello internazionale fece della canzone uno dei brani più popolari della musica psichedelica, nonché tuttoggi il singolo del gruppo più venduto negli USA. Nel settembre del 1968 gli Status Quo pubblicarono il loro primo album Picturesque Matchstickable Messages from the Status Quo e continuarono a far parlare di loro grazie al brano Ice in the Sun, che giunse fino all'ottavo posto in classifica, confermandoli apprezzati esponenti della corrente psichedelica.

Tuttavia, l'anno successivo, né l'album Spare Parts, né i singoli da esso estratti riuscirono ad ottenere il successo preventivato: il pubblico mostrò di non gradire i nuovi arrangiamenti orchestrali e molti tra gli addetti ai lavori inclusero gli Status Quo tra le band da One Hit Wonders (cioè, il tipico gruppo da un successo e via).

Dimostrando grande caparbietà, la band scelse di reagire operando una vera e propria rivoluzione che riguardò non solo il nome (il gruppo decise di abbandonare l'articolo "The" per chiamarsi solamente "Status Quo"), ma soprattutto la direzione musicale, praticamente opposta a quella precedente, e da qui in avanti fermamente orientata verso un boogie-rock pieno di energia e carico di rabbia, e un look trasandato, fatto di lunghi capelli, camicie sdrucite e jeans strappati. Fu un rivolgimento totale, frutto di un intenso periodo di ricerca, ma, di fatto, operato nel volgere di pochi mesi, che condusse il gruppo a produrre una musica sicuramente meno complessa, ma, quel che è certo, anche di enorme richiamo commerciale.

Francis Rossi, fondatore e leader degli Status Quo

Ecco come Francis Rossi ricorda quella fase: "Ci mettemmo a lavorare davvero sodo: suonavamo sei, a volte sette notti su sette, e quasi sempre in locali differenti. Guadagnavamo poche sterline a spettacolo, ma il pubblico si mostrava ogni sera più appassionato e questo ci dava la carica per continuare...".

Sulla stessa linea Rick Parfitt: "Il nostro ritorno al successo avvenne in maniera graduale e senza l'appoggio della casa discografica che non credeva nel nostro cambiamento. Fu grazie al pubblico che comprendemmo di aver intrapreso la strada giusta!".

Assai importante nell'affermazione della band si rivelò la figura di Bob Young, un giovane scrittore e poeta il quale, oltre ad accompagnare il gruppo suonando l'armonica a bocca in numerose esibizioni dal vivo, cominciò anche a collaborare in qualità di paroliere alla stesura di molti nuovi e fortunati brani.

Resosi conto che la nuova strada imboccata dai compagni lasciava ormai pochissimo spazio al suo strumento, il tastierista Roy Lynes decise di abbandonare la band nel 1970. Il gruppo pertanto si definì stabilmente come quartetto (Rossi, Parfitt, Lancaster, Coghlan), abbandonò la Pye e cominciò a dedicarsi anima e corpo ad una intensissima serie di concerti in giro per l'Inghilterra. E, alla fine, la grande occasione arrivò: grazie al consenso di pubblico riscosso (in particolare al festival di Reading nel mese di agosto del 1972), la band riuscì a concludere un nuovo contratto con l'etichetta Vertigo Records.

A partire da questo momento, il gruppo iniziò ad autoprodurre i propri lavori conoscendo una scia interminabile di successi: tutti gli album (ben quattordici) pubblicati dagli Status Quo dal 1972 al 1982 entrarono nella Top 5 delle classifiche inglesi (quattro di essi raggiunsero direttamente il primo posto), mentre enorme successo riscuotevano singoli come Paper Plane (1972), Caroline (1973), Down Down (primo nella classifica di vendite nazionali nel gennaio 1975), Rockin' All Over the World (sette milioni di copie vendute nel 1977) e Whatever You Want (1979). Fu grazie a questa impressionante serie di successi che la band riuscì a costruire un solido (e, ancora oggi, pressoché incrollabile) rapporto con il pubblico specialmente inglese.

Nonostante fossero divenuti una delle migliori rock bands provenienti dal Regno Unito, gli Status Quo videro spesso la critica prendere le distanze dalla loro produzione discografica, giudicata in certi frangenti eccessivamente semplice e disimpegnata. In alcuni casi, tuttavia, anche gli addetti ai lavori si accodarono al pubblico nel riconoscere il giusto valore alle produzioni della band: album come Hello! (1973, N. 1 in UK), On the Level (1975, N. 1 in UK) e Whatever You Want (1979, N. 3 in UK), vennero quasi unanimemente riconosciuti come genuina espressione della genialità di una band capace di esprimersi non solo attraverso un rock piacevolmente semplice e lineare, ma, in certi casi, anche con lavori connotati da pregevoli contenuti qualitativi.

Ma dove tutti furono d'accordo fu nel riconoscere che gran parte della fortuna di Rossi & compagni era dovuta alla straordinaria verve esternata nelle esibizioni dal vivo: il loro 1977 Live!, il doppio album dal vivo registrato all'Apollo di Glasgow nell'ottobre del 1976, oltre ad avere riscosso, all'epoca della pubblicazione, notevole successo di vendite internazionali (N. 3 in UK e disco di platino in molti paesi), rimane uno dei live più intensi della storia del rock.

Nel 1976 gli Status Quo realizzarono una cover del brano musicale dei Beatles Getting Better per il documentario musicale All This and World War II. In quello stesso anno cominciò a collaborare con il gruppo anche il tastierista Andrew Bown, ex membro dei The Herd e dei Judas Jump, che tuttavia rimase con il contratto della EMI di artista solista, suonando quindi come accompagnatore esterno e restando non accreditato agli album degli Status Quo fino al 1982.

Gli anni '80 e '90

Il chitarrista Rick Parfitt, membro della band dal 1967

Nei primi anni ottanta, grazie a singoli come What You're Proposing e Something 'Bout You Baby I Like, la band riuscì a consolidare ulteriormente il suo successo mantenendosi saldamente ai vertici delle liste di gradimento del pubblico.

Tuttavia, dopo anni di successi e di vita in comune, cominciarono ad affacciarsi e a lasciare il segno le prime frizioni all'interno della band, ulteriormente aggravate da un consumo sempre più smodato di cocaina ed altre sostanze stupefacenti. Irrimediabilmente, ciò contribuì a rendere ancora più instabile il già precario equilibrio tra i quattro, conducendo alla ineluttabile chiusura del ciclo della band con la storica formazione originale.

Il primo duro colpo alla solidità del gruppo venne inferto da John Coghlan che al termine del 1981 lasciò i compagni per essere sostituito alle percussioni da Pete Kircher, proveniente dagli Honeybus. Con questa formazione dalla vita effimera gli Status Quo incisero ancora due album prima di approdare ad un vero e proprio scioglimento.

In verità, anche dopo l'abbandono di Coghlan, la band mostrava di essere ancora tra le più amate e seguite del panorama musicale internazionale; e difatti, con la pubblicazione dell'album intitolato 1+9+8+2 = XX, conosceva l'ennesima annata di successo impiantandosi di nuovo ai vertici delle classifiche inglesi. Perfino il principe Carlo e la sua consorte Lady Diana si scomodarono per assistere e presenziare ad un loro concerto al N.E.C. di Birmingham (cosa fino a quel momento mai accaduta ed inaudita per qualunque membro della famiglia reale inglese).

A dispetto di ciò, i disaccordi interni al gruppo erano ancora ben lontani dall'esaurirsi e, anzi, finirono ben presto per logorare in maniera praticamente irreparabile anche i rapporti tra i componenti superstiti.

I contrasti maggiori nacquero in occasione della registrazione dell'album del 1983 Back to Back, soprattutto in relazione ai due brani trainanti che verranno in seguito pubblicati come singoli. In particolare, Alan Lancaster aveva scritto il brano Ol' Rag Blues, ma rimase profondamente irritato dal fatto che la casa discografica avesse scelto di pubblicare la versione cantata da Francis Rossi anziché quella cantata da lui. Inoltre, sempre Alan oppose un duro ostracismo verso un brano composto da Francis, Marguerita Time, adducendo che si trattava di un pezzo completamente inadeguato per la band in quanto troppo leggero ed orientato verso il pop. Anche su questo fronte, però, la spuntò Francis ed il singolo, fatto saggiamente uscire in prossimità delle feste natalizie, giunse fino alla terza posizione in Inghilterra.

Nonostante il successo fosse ancora ben saldo, era evidente che i conflitti all'interno del gruppo erano ormai tali da non consentire più una serena convivenza: gli Status Quo annunziarono il loro addio suonando l'ultima volta nel luglio 1984 nel Milton Keynes Bowl e si riformarono in via eccezionale con Alan al basso per esibirsi come gruppo di apertura al Live Aid, lo storico concertone organizzato per motivi di beneficienza da Bob Geldof allo stadio londinese di Wembley il 13 luglio 1985.

Alla fine del 1984, nel periodo di inattività con il gruppo, Rossi e Parfitt vennero convocati da Bob Geldof per dar vita alla "Band Aid" e partecipare insieme ai più noti artisti del rock inglese alla incisione del singolo Do They Know It's Christmas?, a sostegno delle sfortunate popolazioni africane prostrate dalle carestie.

Nel 1985, mentre Lancaster si trasferì in via definitiva in Australia dando vita ad una nuova band chiamata Party Boys, Rossi registrò due singoli insieme al paroliere Bernie Frost, suo vecchio partner nella composizione di numerosi brani. Anche Parfitt cominciò a lavorare per un album solista che però non venne mai pubblicato, anche se molti brani verranno in seguito registrati insieme ai "nuovi" Status Quo e pubblicati soprattutto come lato B dei singoli. Il bassista John 'Rhino' Edwards e il batterista Jeff Rich, entrambi ex componenti delle Judie Tzuke Band e Climax Blues Band, assistettero Parfitt durante le registrazioni.

Nell'estate del 1985, dando seguito alle pressanti richieste della casa discografica e di centurie di fans appassionati, Rossi, Parfitt e Bown iniziarono a lavorare per un nuovo album e, assieme ad Edwards e Rich, diedero origine alla nuova formazione della band. Ma Lancaster, venutone a conoscenza, inviò subito dall'Australia una ingiunzione legale allo scopo di inibire al gruppo di utilizzare il nome "Status Quo" nei nuovi album senza la sua approvazione. L'ingiunzione costrinse la band a fermarsi per alcuni mesi, ma dopo un'annosa contesa giudiziaria, venne finalmente respinta in seguito ad un'udienza della corte civile britannica nel gennaio del 1986.

Alla fine, il fortunato album In the Army Now vide la luce nell'estate del 1986: è ricordato specialmente per la grande affermazione dell'omonimo brano, che si impiantò immediatamente ai vertici delle classifiche internazionali e che, per l’argomento trattato (e con un esplicito video musicale che mostrava la durezza della vita dei soldati) divenne un inno dell’obiezionismo militare tra i giovani della allora Unione Sovietica, i quali, cogliendo il fervente clima di cambiamento dovuto alla nascente perestrojka, si ponevano in aperta contestazione con la rigida politica bellica seguita fino a quel momento dal loro governo.

Quando, nell’estate del 1988, gli Status Quo si recarono in tournée proprio in Unione Sovietica, il pubblico moscovita dell’Olimpic Stadium ripagò la band tributando un autentico trionfo, mentre le sospettose autorità russe seguirono l’evento con estrema attenzione e prima della ripartenza del gruppo trattennero a lungo e sottoposero a certosina perquisizione ogni singolo pezzo del loro gigantesco equipaggiamento da concerto.

Musicalmente sempre più vicina al pop, negli anni successivi la band continuò a pubblicare nuovo materiale e a scalare con regolarità le classifiche di vendita; appartengono a questa fase i singoli Burning Bridges (N. 3 in UK nel 1988), Anniversary Waltz (N. 2 in UK nel 1990) e l'inno celebratorio della squadra di calcio del Manchester United Come on You Reds (N. 1 in UK nel 1994). Nel 1990 Rossi e Parfitt festeggiarono la loro venticinquennale amicizia con l'antologia Rocking All Over The Years, che divenne l'album più venduto nella lunga storia del gruppo. Enorme successo riscosse anche Don't Stop (N. 2 in UK), un album di cover pubblicato nel 1996.

La band continuò a lavorare senza sosta - anche con una intensa attività concertistica - fino al maggio del 1997, quando Rick Parfitt subì lo shock di un violento attacco di cuore. Sottoposto ad intervento chirurgico, tre mesi dopo riuscì a tornare sulla scena con una memorabile esibizione a Norwich.

Il nuovo millennio

Rossi e Parfitt presentano la loro autobiografia nel 2004

Il batterista Jeff Rich abbandonò il gruppo nel 2000 e venne sostituito dal più energico Matt Letley. Nel 2001 anche il tastierista Andrew Bown fu costretto ad abbandonare la band per un anno a causa di ragioni familiari e venne provvisoriamente sostituito durante le esibizioni live da Paul Hirsh, precedentemente membro della band dei Voyager.

Recentemente vengono pubblicati sia lavori nuovi, sia diverse compilations con brani rari anche inediti della band. Il disco più rappresentativo dell'ultimo decennio è senza dubbio Heavy Traffic, album del 2002 che ha sancito il ritorno allo stile degli anni settanta ed ha subito provocato una nuova forte impennata dell'affetto del pubblico con un mastodontico tour mondiale da tutto esaurito.

Gli Status Quo sono famosi per la produzione di canzoni molto semplici caratterizzate dallo stesso schema: ritmo in 4/4 e struttura di tre accordi. Va però detto che le registrazioni del loro primo decennio dimostrano uno stile musicale molto variegato e una complessità superiore rispetto alla maggior parte degli altri gruppi connazionali degli anni sessanta. Così come, del resto, diversi singoli e molte tracce dei loro album, sono connotati da liriche impegnate e sonorità delicate, come ad esempio il singolo del 1979 "Living on an Island", nonché la traccia del 1980 (divenuta successivamente un singolo) "Rock'n'Roll", ironicamente e ad onta del titolo, definibile come una delle canzoni meno rock and roll mai registrate dal gruppo.

La band vanta una grande schiera di fans nel Regno Unito, dove detiene numerosi record di successi, a cominciare da quello del maggior numero di singoli che abbiano mai scalato le classifiche britanniche, ad oggi ammontanti a più di sessanta, con ampio vantaggio sui Rolling Stones, i Queen e gli U2. Inoltre, pur non avendo più l'enorme seguito internazionale di un tempo, gli Status Quo continuano ad essere molto popolari in larghe parti d'Europa, specialmente in Scandinavia, Germania e Paesi Bassi.

Nel settembre del 2005 un concorrente del programma televisivo Mastermind, un popolare quiz della BBC, scelse la band come argomento delle domande che gli venivano poste. Lo stesso anno il gruppo prese parte alla soap opera Coronation Street in onda su Independent Television (ITV), in una trama che vide i componenti della band coinvolti in una causa legale intentata da uno dei protagonisti.

Nel dicembre del 2005, grande scoramento suscitò nei fans l'annuncio che Parfitt stava sostenendo alcuni esami per un sospetto cancro alla gola, con conseguente annullamento di tutte le date del tour del Regno Unito. Fortunatamente, fatti gli accertamenti, il 20 dicembre fu rivelato che il tumore era benigno e venne rimosso abbastanza agevolmente.

120 milioni di dischi venduti al mondo, più di trenta album nelle classifiche inglesi (in questo secondi solo agli Stones), record di oltre 100 apparizioni nella trasmissione televisiva "Top Of The Pops": sono solo alcuni numeri, ma esprimono la cifra di un consenso e di una popolarità che, specie nel Regno Unito, sembrano incrollabili, con vasti riconoscimenti ottenuti persino da organizzazioni che operano nel settore della musicoterapia, nonché - strano ma vero - ha visto la band anche oggetto specifico di studi, approfondimenti e tesi dottorali.

Il 1 Luglio 2007, la Band ha partecipato al "Concert for Diana" del Wembley Stadium di Londra per commemorare e celebrare la vita di Lady Diana. Concert for Diana “è stato innanzitutto un pomeriggio dedicato a lei.

In esclusiva – L’evento, trasmesso in oltre 140 Paesi, in Italia é andato in onda in diretta esclusiva su SKY Vivo (canale 109) e on line sul sito Internet SKY Life.it.

Numeri e record

Stile musicale

Ancora Francis Rossi con l'amata Telecaster verde

Gli Status Quo hanno attraversato varie ere musicali e sono sopravvissuti a ciascuna di esse, a volte prendendo anche in prestito un po’ delle nuove sonorità (e dei nuovi stili) che le tendenze del momento proponevano.

Sono così riusciti ad esplorare una forte gamma di generi e sottogeneri del rock: il beat, il rock e il pop psichedelico negli anni sessanta (uno dei loro momenti musicalmente più innovativi).

Poi, dai primi anni settanta, un intenso periodo di ricerca li ha portati a sviluppare una notevole tecnica ad incrocio tra le chitarre di Rossi & Parfitt, grazie alla quale hanno percorso con successo l’hard rock, il boogie-woogie, il rock and roll, il blues rock e l’AOR, spingendosi fino al rock da discoteca alla fine del decennio (chi non ha mai ballato Whatever You Want?).

Inoltre, hanno rivisitato ed elaborato in chiave hard generi come il country rock e il folk rock, componendo gighe musicali di impostazione popolare e, in qualche raro caso, anche motivi arabeschi ispirati al beat e alla musica celtica (Gerdundula del 1971).

Infine, il pop rock e le sintesi elettroniche negli anni ottanta. Nell’ultimo decennio sono tornati al classico genere hard che li rese celebri negli anni settanta.

A notevoli sbocchi innovativi hanno dato vita brani come Mystery Song (1976), da molti ritenuti precursori del metal.

Gli Status Quo hanno avuto il merito di essere ascoltati da generazioni di artisti rock, nei confronti dei quali hanno finito con l’esercitare un’influenza a volte determinante. Band come Big Country, Bon Jovi, Coldplay, Europe, Peter Green (Fleetwood Mac), Groove Armada, Metallica, Oasis, Quiet Riot, Spinal Tap, Stereofonics, The Rasmus e decine di altre, non hanno mai taciuto la loro ammirazione per loro.

Rapporto con la critica

Non certo idilliaco. Il periodo più apprezzato rimane quello degli anni sessanta, quando gli Status Quo si imposero come gruppo di avanguardia nell’ambito della corrente psichedelica, prestandosi al più ampio sperimentalismo.

I rapporti subirono una netta metamorfosi dopo il passaggio al genere hard boogie-rock: all’enorme appoggio del pubblico non fecero riscontro giudizi altrettanto unanimi degli addetti ai lavori (specialmente inglesi) e a chi li disprezzò per l’eccessiva immediatezza dei toni e il troppo disimpegno, si contrapposero altri che invece elogiarono la genuinità e la purezza della loro musica.

Destino della band sotto il profilo critico, è di essere tuttora rimasta una tra le più discusse del panorama musicale britannico.

Carattere delle esibizioni

Gli Status Quo eseguono Gerdundula con quattro chitarre

Gli Status Quo si presentano sul palco con jeans, scarpe da ginnastica, camicie sbracciate e le immancabili Fender Telecaster a tracollo dei due chitarristi Francis Rossi e Rick Parfitt.

Noto perfezionista, da anni Rossi si sottopone ad un ferreo esercizio fisico quotidiano: i concerti (che durano circa due ore) sono un concentrato di potente hard rock e boogie rock, scanditi da ritmo, energia e dinamismo, ma anche da ironia, provocazione e divertimento; molto viene lasciato alla capacità di improvvisazione strumentale e alla interazione con il pubblico.

L’intera carriera del gruppo non sarebbe stata tanto imponente senza l’apporto della dimensione live. In quarant’anni di attività sono stati più di 6.000 i concerti tenuti ed è stato soprattutto grazie ad essi che la band è riuscita a mantenere tuttoggi una porzione di pubblico così vasta e fedele.

I fans italiani, però, sono spesso obbligati a varcare le Alpi per vederli dal vivo. Molto poche, infatti, le presenze del gruppo nel nostro paese: alcune partecipazioni a trasmissioni televisive (in particolare, una come ospiti al festival di Sanremo nel 1980), una tournée vera e propria nel 1981 e, infine, una acclamata esibizione al Monsters Of Rock Festival di Como, nel luglio 2004.

Nel 2006 la band è stata premiata con il UK Festival Award per la migliore performance live dell’anno nei festival rock del Regno Unito.

Aneddoti e curiosità

  • Gli Status Quo sono uno dei gruppi preferiti da Lars Ulrich dei Metallica, che in una intervista alla rivista Classic Rock nell'ottobre 2003 ha dichiarato di averli visti spesso anche dal vivo.
  • Il loro show più celebre è, probabilmente, quello del Live Aid al Wembley Stadium il 13 luglio 1985. La bizzarria è che gli Status Quo aprirono il concerto con una buona performance a mezzogiorno (eseguendo la storica Rockin' All Over the World), ma si ripresentarono sul palco a fine serata con tutti gli altri artisti per il coro finale completamente fatti di alcol e di coca.
  • Alla premiazione dei Brits Award del 1991, gli Status Quo si presentarono per essere premiati per lo straordinario contributo dato all’industria musicale britannica, in linea con la solennità della serata ed in perfetto smoking. Sbigottirono tutti i presenti quando, ricevuto il premio e rimasti soli sul palco per eseguire un pezzo, si stracciarono lo smoking di dosso rimanendo con la “tenuta” di jeans che avevano nascosta sotto il vestito.
  • Una leggenda è legata alla composizione del primo successo della band, Pictures of Matchstick Men, che sarebbe stato scritto da Francis Rossi mentre si trovava in bagno: “E’ assolutamente vero, rammenta oggi Rossi, scrissi il pezzo mentre mi trovavo al gabinetto. Mi c’ero rinchiuso non per le usuali ragioni… ma per stare un po’ lontano da mia moglie. Rimasi lì seduto alcune ore e alla fine avevo scritto tre quarti della canzone. Il resto lo composi in salotto, sul divano…”.
  • Gli Status Quo sono stati la prima rock band ad intuire l’importanza di strategie di collegamento tra il mercato discografico e le grandi major commerciali. Nel 1976, per promuovere Blue for You, uno dei loro album di maggior successo, stipularono un miliardario contratto pubblicitario con l’industria della Levi’s Strauss comparendo vestiti in blue jeans in decine di migliaia di manifesti disseminati in tutto il Regno Unito. A partire da quel momento, rock e grandi marchi commerciali non si sarebbero mai più divisi.

Formazione

Attuale


Ex-componenti


Di fatto, quinto componente della band negli anni settanta fu Bob Young, coautore di molti brani ed accompagnatore della band con l’armonica a bocca nei concerti live. Dal 2001, Young è tornato a collaborare con la band.

Discografia

Album in studio

Live

Raccolte

Rarità

Singoli

DVD

Collegamenti esterni

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