If You Can't Stand the Heat

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If You Can't Stand the Heat...
album in studio
ArtistaStatus Quo
Pubblicazione27 ottobre 1978
Durata37:53
Dischi1
Tracce10
GenereBlues rock
Hard rock
Boogie rock
EtichettaVertigo
ProduttorePip Williams
RegistrazioneEstate del 1978 presso i Wisselord Studios, Hilversum, Paesi Bassi
NoteRistampato nel 2005 con 1 bonus track.

Pubblicata nel 2016 la deluxe edition, contenente due CD.

Certificazioni
Dischi di platinoUK: 1
Status Quo - cronologia
Album successivo
(1979)
Singoli
  1. Again and Again
    Pubblicato: 25 agosto 1978
  2. Accident Prone
    Pubblicato: 17 novembre 1978

If You Can't Stand The Heat è l'undicesimo album in studio del gruppo musicale rock britannico Status Quo, pubblicato per la prima volta il 27 ottobre 1978.

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

Gli Status Quo portano avanti la fase di sperimentazione sonora aperta col precedente album Rockin' All Over the World e contaminano ulteriormente il loro rock col ricorso a sintetizzatori, strumenti a fiato e influenze disco.[1][2][3]

Il prodotto ha il grande merito di consentire al gruppo di superare indenne la tempesta musicale scatenata dal neonato movimento punk ed ottiene anche un grande successo commerciale piazzandosi al terzo posto delle classifiche inglesi, ma scontenta la base storica dei seguaci della band, ancora legatissimi alle ruvide sonorità hard degli album precedenti.[4][5][6]

Dall'album vengono estratti e pubblicati come singoli la iniziale Again and Again (n. 13 UK), di fatto la sola traccia veramente hard dell'intero lavoro, e Accident Prone (n. 36 UK), brano connotato da evidenti contaminazioni disco.

Note:

  • Il curioso titolo dell'album trae origine da una nota frase attribuita a Harry Truman, presidente degli Stati Uniti dal 1945 al 1953, divenuta ormai proverbiale nel mondo anglosassone.
  • Il brano I'm Giving Up My Worryin' è stato interpretato in una versione molto più dura dal cantante heavy metal inglese Graham Bonnet ed inserito nel suo album solista No Bad Habits, uscito anch'esso nel 1978.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Lato A

  1. Again and Again – 3:40 (Parfitt/Lynton/Bown)
  2. I'm Giving Up My Worryin' – 3:03 (Rossi/Frost)
  3. Gonna Teach You to Love Me – 3:09 (Lancaster/Green)
  4. Someone Show Me Home – 3:51 (Rossi/Frost)
  5. Long Legged Linda – 3:29 (Bown)

Lato B

  1. Oh! What a Night – 3:45 (Parfitt/Bown)
  2. Accident Prone – 5:05 (Williams/Hutchins)
  3. Stones – 3:57 (Lancaster)
  4. Let Me Fly – 4:22 (Rossi/Frost)
  5. Like a Good Girl – 3:28 (Rossi/Young)

Tracce bonus dell'edizione CD 2005

  1. Accident Prone (Single Version) – 4:11 (Williams/Hutchins)

Deluxe Edition 2016[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 marzo 2016, viene pubblicata la deluxe edition dell'album contenente 2 CD.[7]

Nel primo disco viene riprodotto fedelmente l'album del 1978, con il sound completamente restaurato e rimasterizzato.

Il secondo CD contiene la single version del brano Accident Prone e numerosi demo.

Il libretto, oltre a varie foto del periodo di incisione dell'album, contiene delle ampie note illustrative redatte a cura di Dave Ling, critico delle riviste musicali britanniche Classic Rock e Metal Hammer.

Tracce Deluxe Edition[modifica | modifica wikitesto]

CD 1

Contiene l'album originale del 1978, in versione restaurata e rimasterizzata.

  1. Again and Again – 3:40 (Parfitt/Lynton/Bown)
  2. I'm Giving Up My Worryin' – 3:03 (Rossi/Frost)
  3. Gonna Teach You to Love Me – 3:09 (Lancaster/Green)
  4. Someone Show Me Home – 3:51 (Rossi/Frost)
  5. Long Legged Linda – 3:29 (Bown)
  6. Oh! What a Night – 3:45 (Parfitt/Bown)
  7. Accident Prone – 5:05 (Williams/Hutchins)
  8. Stones – 3:57 (Lancaster)
  9. Let Me Fly – 4:22 (Rossi/Frost)
  10. Like a Good Girl – 3:28 (Rossi/Young)

CD 2

Include la single version del brano Accident Prone e i demo di numerosi brani, molti dei quali non inseriti nell'album: One by One, inciso in versione definitiva solo nel 2007 per l'album In Search of the Fourth Chord; No Time Left to Cry, mai inciso in versione definitiva; Keep Me Guessing, registrato nel 1986 quale "lato B" del singolo Rollin' Home; Late Last Night, registrato nel 1986 quale "lato B" del singolo In the Amry Now; Invitation, inciso nel 1986 per l'album In the Amry Now.

  1. Accident Prone (Single version) – 4:12 (Williams/Hutchins)
  2. One by One (Early Demo) – 2:47 (Parfitt/Young)
  3. One by One (Demo strumentale) – 4:11 (Parfitt/Young)
  4. No Time Left to Cry (Early Demo) – 2:22 (Rossi/Young)
  5. No Time Left to Cry (Demo) – 2:19 (Rossi/Young)
  6. Keep Me Guessing (Early Demo) – 4:24 (Rossi/Parfitt/Young)
  7. Keep Me Guessing (Demo) – 2:27 (Rossi/Parfitt/Young)
  8. Late Last Night (Demo) – 2:59 (Rossi/Parftt/Young)
  9. Late Last Night (Early Demo) – 2:37 (Rossi/Parfitt/Young)
  10. Invitation (Demo) – 3:03 (Rossi/Young)
  11. Invitation (Early Demo) – 3:20 (Rossi/Young)
  12. Again and Again (Demo) – 2:03 (Parfitt/Bown/Lynton)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Altri musicisti[modifica | modifica wikitesto]

British album chart[modifica | modifica wikitesto]

"If You Can't Stand the Heat" nelle classifiche inglesi - ingresso: 11-11-1978
Settimana 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14
Posizione
3
4
11
19
22
35
34
34
25
22
43
39
47
71
uscito

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Recensione all’album If You Can't Stand the Heat, su allmusic.com. URL consultato il 23 agosto 2020.
  2. ^ Sito ufficiale BBC, su bbc.co.uk. URL consultato il 23 agosto 2020.
  3. ^ Status Quo - Album Review, su getreadytorock.me.uk. URL consultato il 23 agosto 2020.
  4. ^ Status Quo - Recensione all'album If You Can't Stand the Heat, su welleyenever.com. URL consultato il 23 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2020).
  5. ^ Status Quo - If You Can't Stand the Heat, su metalexpressradio.com. URL consultato il 23 agosto 2020.
  6. ^ Classifiche ufficiali inglesi, su everyhit.com. URL consultato il 23 agosto 2020.
  7. ^ Status Quo - Deluxe Editions, sito ufficiale degli Status Quo, su statusquo.co.uk. URL consultato il 23 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2017).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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