Coordinate: 45°27′14″N 12°24′14″E

Sant'Erasmo (Venezia): differenze tra le versioni

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== Altri progetti ==
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Versione delle 17:02, 20 ago 2014

Sant'Erasmo
La chiesa
Geografia fisica
Localizzazionelaguna Veneta
Coordinate45°27′14″N 12°24′14″E
Superficie3,26 km²
Altitudine massimam s.l.m.
Geografia politica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
Provincia  Venezia
ComuneFile:Venezia-Stemma.png Venezia
MunicipalitàVenezia-Murano-Burano
Demografia
Abitanti723 (16-06-2011)
Densità221,8 ab./km²
Cartografia
Mappa di localizzazione: Laguna di Venezia
Sant'Erasmo
Sant'Erasmo
voci di isole d'Italia presenti su Wikipedia

Sant'Erasmo è un'isola della laguna Veneta settentrionale, la seconda per estensione dopo Venezia. Si trova al centro di un ideale triangolo formato da Murano, Burano e Punta Sabbioni.

Appartiene alla municipalità di Venezia-Murano-Burano del comune di Venezia[1] ed è inclusa nel territorio del Parco della Laguna[2].

La particolare posizione insulare e la natura fertile dei terreni ne hanno determinato il suo carattere agrario-lagunare.

Già alla fine del '500 Francesco Sansovino nella sua opera Venetia, città nobilissima et singolare, si riferiva a Sant’Erasmo come a un’isola ricca di orti e vigneti che riforniva "alla città copia di herbaggi, e di frutti, in molta abbondanza e perfetti".

L’isola conserva a tutt’oggi una vocazione agricola (tipiche primizie sono le castraure, carciofini colti precocemente) e per questo viene considerata l’Orto di Venezia.

È raggiungibile, con collegamenti orari, sia da Venezia (Fondamente Nuove) che da Cavallino-Treporti con la linea 13 dei vaporetti ACTV. È una delle poche isole in cui transitano autovetture.

Storia

Dal periodo più antico e fino ad un'epoca relativamente recente, l'isola si affacciava direttamente sul Mare Adriatico ma, con la costruzione della diga nord del Lido di Venezia e la conseguente formazione di Punta Sabbioni, risulta essere oggi completamente lambita dalle acque lagunari.

Popolata, come molte altre isole, dai fuggiaschi dell'entroterra, specialmente altinati, fu conosciuta in passato con diverse denominazioni: Lido Mercede, in riferimento ad una leggenda secondo la quale, durante le opere per la costruzione della chiesa, sarebbe stata miracolosamente rinvenuta una grande quantità d'oro; lido Albo per le spiagge bianche; lido Bromio, per il rumore delle onde; o ancora, più generalmente, lido di Murano o di Torcello; durante il dogado di Paoluccio Anafesto era detta Pineta Maggiore in riferimento alle selve citate ancora in un documento del 1455 che decretavano aspre sanzioni contro chi le avesse danneggiate.

Nel 792 vi fu fondata una chiesa (consacrata ai SS. Martiri Erme ed Erasmo) sul sito di un preesistente luogo di eremitaggio. Restaurata nel XII secolo, divenne parrocchia sotto la chiesa matrice dei SS. Maria e Donato di Murano e gli isolani ebbero la facoltà di eleggere direttamente il proprio pievano.

Un ulteriore e notevole passo nell’evoluzione dell'isola di Sant’Erasmo si concretizzò nell’evento geologico che si verificò in quella fase di trasgressione che ebbe il suo apice nella prima metà del XII secolo e nella conseguente regressione che continuò ad abbassare il livello marino fino alla fine del XIV secolo e che unì le varie tumbae (affioramenti di modesta estensione) che componevano questo primo litorale.

Verso la metà del XIII secolo la formazione dell’isola doveva essere oramai completata e si assiste alla scomparsa della proprietà fondiaria del monastero benedettino di San Giorgio Maggiore di Venezia, il quale fu soggetto ad un rilevabile rallentamento dell’espansione delle acquisizioni a causa dell’esaurimento delle donazioni che beneficiarono maggiormente gli ordini mendicanti, e alla comparsa, invece, di quello di San Zaccaria di Venezia. Fu quest'ultimo convento a favorire lo sviluppo agricolo dell'isola.
Durante la guerra di Chioggia fu occupata per breve tempo dai Genovesi e nello stesso periodo fu usata quale area cimiteriale per i morti della peste del 1348.

In seguito ebbe un periodo di fiorente sviluppo (gli archivi ricordano la presenza di alcuni mulini a vento), ma nel XVI secolo l'isola, in parte abbandonata in seguito ad un'epidemia, aveva oramai un connotato decisamente agricolo.

Nel 1820 venne intrapresa una politica di ripopolamento che portò Sant'Erasmo alle attuali condizioni. Sempre nell'Ottocento furono potenziate le già esistenti fortificazioni con la costruzione del Forte di Sant'Erasmo e dell'annessa Torre Massimiliana.

Monumenti e luoghi d'interesse

La Torre Massimiliana è una struttura a pianta circolare eretta fra il 1843 e il 1844 sulla estrema punta meridionale dell'isola di S. Erasmo, sopra le fondamenta di un precedente forte francese. Circondata da un fossato e da un argine poligonale irregolare venne posta a difesa della bocca di porto di Lido. Voluta dall'arciduca Massimiliano d'Austria è rimasta l'unico esempio, per tipologia, ancora esistente in Italia. Utilizzata durante il secondo conflitto mondiale come batteria contraerea, venne occupata dalle truppe tedesche nel 1943. Nell'aprile 1945 i tedeschi in ritirata la danneggiarono seriamente nel tentativo di farla saltare in aria. Usata nel dopoguerra come alloggio precario dagli sfollati è stata in seguito adibita a magazzino agricolo per cadere, alla fine degli anni '90, in uno stato di totale abbandono. Il suo recupero, avvenuto nel 2004 su progetto degli architetti Cappai e Segantini, deve essere inserito nel quadro più generale di interventi di valorizzazione dell'isola di Sant'Erasmo voluto dal Comune di Venezia. Attualmente ospita mostre d'arte e di fotografia ed eventi culturali.

La chiesa del Cristo Re fu consacrata nel 27 ottobre 1929, poco dopo l'istituzione della parrocchia di Sant'Erasmo (1926). Progettata da Brenno Del Giudice, è a tre navate. Degna di nota è la facciata che degrada dal centro ai lati secondo segmenti verticali segnati da lesene e movimentati nella parte superiore da elementi curvilinei. All'interno è conservata un Martirio di Sant'Erasmo, della scuola del Tintoretto[3].

Feste tradizionali e sagre paesane

Durante le feste paesane Sant'Erasmo dismette il suo abito tranquillo e appartato per trasformarsi in un vivace borgo lagunare capace di attrarre numerosi visitatori. La visita dell'isola prevede piacevoli passeggiate fra campi e vigne con meta finale alla Piazza della Chiesa dove le specialità orticole vengono offerte alla degustazione e alla vendita. Il programma delle feste è sempre molto ricco di manifestazioni culturali, sportive e musicali.

Festa del mosto, la prima o seconda domenica di ottobre, si volge una apprezzata manifestazione dedicata al mosto. Si tratta in realtà di "torbolino", vino tratto da uve bianche, non totalmente fermentato, torbido, leggermente frizzante e amabile. Festa di Cristo Re, santo patrono, la prima domenica di giugno, presso la piazza del paese.

Befana (6 gennaio), nella quale alle cinque della sera si brucia un "berolon" (falò) eretto a pochi passi dalla piazza; si offrono ai presenti frittelle, dolcetti e vin brulé.

Festa del carciofo violetto, con degustazione e vendita dei prodotti locali e dimostrazioni dei diversi modi di cucinare il carciofo; si svolge nella seconda domenica di maggio presso la Torre Massimiliana. Benché sia di recente istituzione l'evento sta trovando molti estimatori.

Note

  1. ^ Città di Venezia - Ecografico e Territorio - Suddivisioni amministrative
  2. ^ Istituzione Parco della Laguna
  3. ^ Marcello Brusegan, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle chiese di Venezia, Newton Compton, 2004, pp. 343-344, ISBN 978-88-541-0030-5.

Bibliografia

  • Francesco Sansovino, Venezia città nobilissima et singolare, Venezia, presso Domenico Farri, 1581, ISBN non esistente.
  • Giovanni Battista Albrizzi, Forastiero illuminato intorno le cose più rare e curiose antiche, e moderne della citta di Venezia e dell'isole circonvicine..., Venezia, presso Giacomo Storti, 1792, ISBN non esistente.
  • Luigi Lanfranchi e Gian Giacomo Zille, Il territorio del Ducato veneziano dal VIII al XII secolo, collana Storia di Venezia, vol. 1, Venezia, Centro Internazionale delle Arti e del Costume, 1958.
  • Antonio Carile e Giorgio Fedalto, Le origini di Venezia, Bologna, Patron, 1978.
  • Wladimiro Dorigo, Venezia. Origini, ipotesi e ricerche sulla formazione della città, Milano, Electa Mondadori, 1983.
  • Le Vignole e Sant'Erasmo in Venezia. Guida d'Italia, 3ª ed., Milano, TCI, 1985.
  • Sant'Erasmo in ArcheoVenezia, 2ª ed., 1991.
  • Giovanni Caniato, Eugenio Turri e Michele Zanetti, La laguna di Venezia, Verona, Cierre, 1995.
  • Manucuso, La laguna e le isole. La città e il territorio nell'ultimo Novecento, collana Storia di Venezia. L'Ottocento e il Novecento, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2002.
  • Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, Infrastrutture dello sguardo: il restauro della torre massimiliana nell'isola di Sant'Erasmo a Venezia, Venezia, Marsilio, 2004.
  • Carlo Giupponi [et al.], Sant’Erasmo, l’isola agricola della Laguna di Venezia: potenzialità della Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC) e prospettive di sviluppo, Venezia, FEEM Rapporti sullo sviluppo sostenibile, 2005.
  • Davide Busato, Metamorfosi di un litorale, Venezia, Marsilio, 2006.
  • Giorgio Crovato, Sant'Erasmo, Padova, Il poligrafo, 2009.

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