Intrepido
L'Intrepido | |
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Stato | Italia |
Lingua | italiano |
Periodicità | Settimanale |
Fondazione | 23 febbraio 1935 |
Chiusura | gennaio 1998 |
Sede | Milano |
Editore | Domenico e Cino Del Duca |
L'Intrepido è stata una rivista di fumetti periodica pubblicata dagli anni trenta ai novanta dalla Casa Editrice Universo dei fratelli Alceo, Cino e Domenico Del Duca. Venne pubblicata per oltre sessanta anni arrivando a superare i tremila numeri.[1] Era solo omonima del settimanale per ragazzi edito dalla casa editrice Picco & Toselli e pubblicato per oltre 500 numeri dal 1919 al 1929, edizione italiana dell’omonima testata francese L’intrepide la quale presentava racconti e romanzi di avventure oltre a fumetti.[2][3]
Storia editoriale
La testata esordì il 23 febbraio 1935 e proseguì la pubblicazione fino al n° 42 del 19 dicembre 1943; dopo un'interruzione dovuta agli eventi bellici, riprese le pubblicazioni con un nuovo n° 1 il 23 agosto del 1945, continuando poi, ininterrottamente, fino al gennaio 1998 quando venne chiusa dopo 3028 numeri pubblicati.[1]
Il periodico esordisce nel formato a giornale il 23 febbraio 1935 e dal n° 15 compare sotto la testata la dicitura "Periodico settimanale d’avventure" poi cambiato in "Settimanale di avventure". Inizialmente la prima pagina è un quadro unico illustrante un avvenimento per poi, dal n. 15 del 1938 ospitare strisce a fumetti. Pubblica avventure di carattere popolare pubblicato dalla Casa Editrice Moderna dei fratelli Alceo, Domenico e Cino del Duca, interessati a valorizzare gli autori italiani e le serie a fumetti ricche di colpi di scena nella migliore tradizione ottocentesca dei feuilleton pubblicando personaggi come Dick L’Intrepido che dà il nome alla testata. Il successo della testata costringe l’editore a stampare il giornale presso diverse tipografie. Dal 1936, ai personaggi italiani si affiancano produzioni americane come Diana (Connie) di Frank Godwin che poi scompaiono nel 1939 a seguito delle disposizioni governative che vietarono la pubblicazione di materiale americano e pertanto la testata torna a presentare solo serie di produzione italiana. Nel 1936 Alceo e Domenico fondano l’Editoriale Universo e nel 1939, chiudono la testata Il monello facendone confluire le storie rimaste incompiute nell'Intrepido. Prima ancora, nel 1937, era avvenuta la fusione con in'altra testata, La Folgore. Nel dopoguerra Il Monello ritornerà a essere pubblicato come testata autonoma indirizzata a bambini e adolescenti.
Durante la guerra ne viene interrotta la pubblicazione dal dicembre 1943 e riprenderà nell'aprile 1945 ma distribuito solo nell'Italia meridionale e centrale per 35 numeri mentre una edizione per l'italia settentrionale esordisce ad agosto 1945 e pubblicata per 19 numeri presentando le stesse storie dell’edizione romana; la riunificazione delle due testate avviene nel dicembre 1946 che proseguirà nel formato giornale fino al n° 45 del novembre 1951 quando passa al formato tascabile nel quale verrà pubblicato fino all'ottobre 1963. Le scelte editoriali si rivelano vincenti facendo arrivare tiratura a 300.00 copie. Vengono pubblicate storie di personaggi destinati a lunga fama ideati da Luigi Grecchi come Bufalo Bill disegnato da Carlo Cossio, Roland Eagle disegnato da Ferdinando Corbella o Liberty Kid olltre a Arturo e Zoe (Nancy) di Ernie Bushmiller, Pedrito el Drito di Antonio Terenghi; negli anni sessanta aumenta il numero di pagine con l'aggiunta di nuove rubriche e di nuovi personaggi oltre a serie a fotoromanzo. Con il n° 44 dell'ottobre 1963 passa al formato rivista che permette di inserire più materiale nella pagina e che verrà mantenuto con minime variazioni fino al termine delle pubblicazioni.[1] Dal 1963 prendono sempre più spazio le pagine dedicate allo sport, in particolare al calcio ed è da questo periodo che iniziano ad essere pubblicate alcune esilaranti pubblicità, peraltro autentiche, la più nota delle quali è quella degli occhiali a raggi X, che avrebbero permesso la visione dei corpi nudi attraverso gli abiti.
Dal n° 51 del dicembre 1962 la testata diverrà Intrepido Varietà per tornare a essere solo Intrepido dal n° 52 del dicembre 1963.[1] Dagli anni settanta, L'Intrepido comincia sempre più a rivolgersi a un pubblico giovane, in età adolescenziale o superiore, lasciando la fascia di età preadolescenziale a Il Monello. Nascono personaggi destinati ad avere un breve ma intenso successo, come Billy Bis, creato da Antonino Mancuso e Loredano Ugolini nel 1966, Lone Wolf, creato da Luigi Grecchi e Fernando Fusco nel 1968, personaggi come Ghibli o come la serie di storie umoristiche disegnate da Claudio Medaglia o da Giorgio Dall'Aglio. [senza fonte] Sono anche gli anni in cui collaborano con la rivista notissimi giornalisti radiotelevisivi (Enzo Tortora, Sandro Ciotti, Alfredo Pigna, più tardi anche Gianni Vasino, Beppe Viola e Bruno Pizzul) e della carta stampata (Angelo Rovelli, Enrico Crespi), oltre a uomini di spettacolo come Gianni Boncompagni e Franco Nebbia).
Dal gennaio 1982 al marzo 1992 diventa Intrepido Sport, accentuando più la commistione tra sport e fumetti, arrivando a vendere in media 700 mila copie.[senza fonte] Torna a chiamarsi Intrepido dall'aprile 1992 quando la testata cambia formula editoriale pubblicando fumetti scritti da Michelangelo La Neve, Giuseppe De Nardo, Paolo Aleandri, Vincenzo Perrone e disegnate da autori come Davide Toffolo e Alessandro Baggi pubblicando serie a fumetti come Sprayliz di Luca Enoch o ESP di La Neve e Arduni dai temi forti[1] che in alcuni casi faranno subire ad alcuni autori un processo per oltraggio alla morale.[4] Dal 1994 al 1997 la testata diventa mensile e poi bimestrale presentando, accanto a nuovi autori, ristampe di classici, ma sono gli ultimi tentativi di rilanciare le vendite ormai molto basse. La testata chiuderà dopo sessantatré anni con il n° 12 del gennaio 1998 dopo aver pubblicato in totale 3.028 numeri.[1] Molti gli autori di fumetti che hanno collaborato alla rivista, come Luca Enoch ed altri, sono poi approdati alla Sergio Bonelli Editore; molti furono anche gli illustratori delle copertine, tra gli altri Walter Molino.[senza fonte]
Tra gli artisti principali che lavorarono per la testata: Antonio Salemme, Giuseppe Cappadonia, Ferdinando Vichi, Sergio Montipò, Carlo e Vittorio Cossio, mentre ad esordire sulle sue pagine furono Walter Molino e Aurelio Galleppini.
Albi dell'Intrepido
Collana che pubblica serie inedite edita dal 1937 al 1942 per 102 numeri anche se la numerazione arriva al numero 119 per dei salti nella numerazione.[5] Nello stesso periodo una seconda collana omonima viene pubblicata dal 1939 fino al 1942 per 150 numeri che pubblica albi monografici dedicati a varie serie inedite.[6] Una seconda serie esordisce bel 1946 e viene pubblicata per 1610 numeri fino al 1976.[7] Una terza serie, prosecuzione della precedente, esordisce nel 1977 e verrà pubblicata per 575 numeri fino al 1987; pubblica sei fumetti completi per numero più rubriche e interviste con personaggi della televisione.[8]
L'Intrepido d'Oro
L'Intrepido d'Oro è stato un premio annuale, istituito dal settimanale L'Intrepido, assegnato al miglior calciatore del Campionato italiano di calcio di Serie A, Serie B e Serie C1.
Albo d'oro Serie A
Anno | Posizione | Calciatore | Squadra | Punti |
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1978-1979 |
1° | |||
2° | ||||
3° | ||||
1979-1980 |
1° | |||
2° | ||||
3° | ||||
1980-1981 |
1° | Ruud Krol | Napoli | |
2° | ||||
3° | ||||
1981-1982 |
1° | Evaristo Beccalossi | Internazionale | 69150 |
2° | Gaetano Scirea | Juventus | 60675 | |
3° | Giuseppe Dossena | Torino | 31335 |
Albo d'oro Serie B
Anno | Posizione | Calciatore | Squadra | Punti |
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1979-1980 |
1° | |||
2° | ||||
3° | ||||
1980-1981 |
1° | |||
2° | ||||
3° | ||||
1981-1982 |
1° | Alberto Bergossi | S.P.A.L. | 67340 |
2° | Giovanni Sartori | Cavese | 51320 | |
3° | Costante Tivelli | S.P.A.L. | 32340 |
Albo d'oro Serie C1
Anno | Posizione | Calciatore | Squadra | Punti |
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1981-1982 |
1° | Renzo Rossi | Taranto | 73710 |
2° | Bortolo Mutti | Atalanta | 51320 | |
3° | Nicola Cavestro | Padova | 39545 |
Note
- ^ a b c d e f L'Intrepido, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 30 maggio 2017.
- ^ L’Intrepido 1919, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 maggio 2017.
- ^ FFF - Testate, INTREPIDO (1919), su www.lfb.it. URL consultato il 31 maggio 2017.
- ^ Violenza e censura, su amazingcomics.it. URL consultato il 26-11-2007.
- ^ ALBI DELL’INTREPIDO (1), su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 maggio 2017.
- ^ ALBI DELL’INTREPIDO 1939, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 maggio 2017.
- ^ Albi dell'Intrepido 2, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 maggio 2017.
- ^ Albi dell'Intrepido 3, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 maggio 2017.
Collegamenti esterni
- Cronologia della testata su Fondazione Fossati, su lfb.it.