Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

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Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave
I titoli di testa del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1972
Durata96 min
Generegiallo, thriller, drammatico, erotico
RegiaSergio Martino
SoggettoLuciano Martino,
Sauro Scavolini (tratto dal racconto Il gatto Nero di Edgar Allan Poe)
SceneggiaturaErnesto Gastaldi,
Adriano Bolzoni,
Sauro Scavolini
ProduttoreLuciano Martino
Casa di produzioneLea Film
Distribuzione in italianoTitanus
FotografiaGiancarlo Ferrando
MontaggioAttilio Vincioni
MusicheBruno Nicolai
ScenografiaGiorgio Bertolini
CostumiOscar Capponi
TruccoGiulio Natalucci
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave è un film giallo del 1972, diretto da Sergio Martino.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Oliviero Rouvigny è uno scrittore fallito che vive in una villa in Veneto con la moglie Irene, che non ama e maltratta, e ha un gatto nero, Satana, appartenuto alla madre, morta assassinata. Viene commesso un nuovo omicidio, quello della giovane amante di Oliviero, e lo scrittore è il primo sospettato, ma viene inaspettatamente scagionato dalla testimonianza d'Irene. Poco tempo dopo viene uccisa anche la domestica: Oliviero, temendo d'essere incriminato, ne mura il cadavere in cantina con l'aiuto della moglie.

Giunge alla villa Floriana, bella e spregiudicata nipote d'Oliviero, che diventa contemporaneamente l'amante d'Irene, dello zio e di Dario, giovane fattorino appassionato di motociclismo. Floriana diventa testimone dell'odio che divide i coniugi fino ad assistere una sera all'omicidio dello zio, sgozzato da Irene; ne compra il silenzio e s'allontana con Dario dalla villa. Irene, colpevole dei delitti, compreso quello della suocera, compiuti insieme all'amante Walter, incarica questi d'uccidere Floriana e Dario, quindi si libera anche di lui, spingendolo giù da un precipizio. I suoi crimini, tuttavia, vengono egualmente scoperti dal commissario Farla, seppure casualmente, grazie ai miagolii del gatto, rimasto imprigionato accanto al cadavere murato di Oliviero.

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