Gran Premio di San Marino 1981

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Bandiera di San Marino Gran Premio di San Marino 1981
346º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 4 di 15 del Campionato 1981
Data 3 maggio 1981
Nome ufficiale I Gran Premio di San Marino
Luogo Imola
Percorso 5,040 km
Distanza 60 giri, 302,400 km
Clima Piovoso a tratti
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera del Canada Gilles Villeneuve
Ferrari in 1'34"523 Ferrari in 1'48"064
(nel giro 46)
Podio
1. Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Brabham-Ford Cosworth
2. Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese
Arrows-Ford Cosworth
3. Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann
Williams-Ford Cosworth

Il Gran Premio di San Marino 1981 è stata la quarta prova della stagione 1981 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 3 maggio 1981 all'Autodromo Dino Ferrari di Imola. La gara è stata vinta dal brasiliano Nelson Piquet su Brabham-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del quinto successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo l'italiano Riccardo Patrese su Arrows-Ford Cosworth e l'argentino Carlos Reutemann su Williams-Ford Cosworth.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

La variante delle Acque Minerali venne leggermente modificata, rendendola più veloce.[1]

A seguito delle polemiche sulla regolarità delle sospensioni della Brabham BT49C anche l'Alfa Romeo testò un tipo di soluzione tecnica simile.[2] La Ferrari presentò una vettura a telaio allungato, tramite il posizionamento di un distanziale di 15 centimetri posto tra cambio e motore; il nuovo telaio avrebbe dovuto garantire una migliore disposizione dei pesi.[3] La Williams utilizzò un motore Ford Cosworth DFV preparato per la prima volta dalla Judd.[4]

Il 17 aprile venne insediata la nuova Commissione per la F.1: oltre ai rappresentanti di Scuderia Ferrari, Renault e Alfa Romeo, vi furono inseriti anche Bernie Ecclestone, capo della FOCA, Max Mosley (legale della stessa associazione) e un membro della Lotus. Per gli organizzatori entrarono quelli dei gran premi di Long Beach e Montreal (vicini alla FOCA) e quelli del Belgio e di Monaco (vicini alla FISA). Per i piloti fu nominato il campione del mondo in carica Alan Jones, senza diritto di voto.[5] Nel corso della riunione Jean-Marie Balestre confermò la regolarità della Brabham BT49C, e condonò la multa di 100.000 dollari, comminata alla Lotus per le dichiarazioni di Colin Chapman in occasione del Gran Premio d'Argentina.[6] La posizione della FISA sulle Brabham venne però contestata da Jean Sage, direttore sportivo della Renault, che si augurò che i commissari di Imola la dichiarassero illegale.[7]

Miguel Ángel Guerra dell'Osella subì un incidente al primo giro; venne sostituito nel successivo Gran Premio del Belgio e così non ebbe più l'occasione di correre in Formula 1.

Il 23 aprile il Tribunale d'Appello della FISA giudicò illegale, in via definitiva, la Lotus 88. La vettura, a doppio telaio, presentata al Gran Premio di Long Beach, era stata subito esclusa dai commissari di gara, ma il Tribunale Sportivo di Atlanta aveva successivamente dato ragione alla scuderia britannica.[8] Il team, non avendo a disposizione delle vetture per la gara imolese, si trovò costretto a non partecipare al gran premio.[9] La Lotus era sempre stata presente dal Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1970.

La Toleman portò all'esordio il modello TG181. La vettura era equipaggiata con un motore turbo della Brian Hart Ltd., casa britannica fondata nel 1969, all'esordio in F1, ma con una certa esperienza in Formula 2. La vettura era gommata dalla Pirelli; la casa milanese mancava nella massima formula dal Gran Premio del Marocco 1958, in cui aveva rifornito la Maserati. La Pirelli aveva già vinto 40 gran premi iridati, tra il 1950 e il 1957.

Un altro gommista fece il suo ritorno in F1: la Avon, che forniva la Fittipaldi. La Avon aveva già disputato alcune gare negli anni cinquanta; l'ultima sua apparizione risaliva al Gran Premio d'Italia 1959, con l'Aston Martin.

Pur in assenza della Lotus 88 le controversie in merito alla regolarità delle vetture non mancarono. Al giovedì i commissari tecnici diramarono un comunicato in cui evidenziarono delle criticità che riguardano quasi tutti gli iscritti al gran premio, annunciando anche che tutte le vetture non considerate in regola non avrebbero preso parte alla gara. Oltre alla controversa Brabham, vennero considerate illegali, sempre per la presenza dei correttori d'assetto, le Fittipaldi e le ATS. Altre scuderie, tra cui Ferrari e Alfa Romeo, furono invitate a rimuovere le appendici in plastica montate sulle monoposto.[10] Di fatto anche Williams, Osella, Ensign, Tyrrell, McLaren, Theodore e Arrows non vennero considerate regolamentari.[11]

I team legati alla FOCA minacciarono l'abbandono del gran premio, qualora non fosse stata stabilita nuovamente la regolarità delle minigonne flessibili e dei correttori di altezza, tanto che non si presentarono alle prove libere del venerdì, alla quale parteciparono solo i team vicini alla FISA. La FOCA, che inviò a trattate Max Mosley, propose di non considerare più la gara come valida per il Mondiale, e di trasformarla in una gara del Gruppo 8 (la Formula Libre che non imponeva il rispetto di particolari requisiti tecnici, come fatto per il Gran Premio del Sudafrica). La FOCA, che rischiava una multa per la non effettuazione della gara, infine accettò in parte le richieste dei commissari, e ottenne un'ulteriore sessione di prove libere al venerdì pomeriggio, da effettuarsi prima di quelle ufficiali. I commissari, dal loro canto, permisero alla Brabham di mantenere i correttori di altezza.[11][12]

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Riccardo Patrese al volante di un'Arrows A3. Il padovano conquisterà il secondo posto e sarà il primo italiano, dal Gran Premio d'Italia 1966, a conquistare un podio in un gara corsa nel proprio Paese.

Fu il primo Gran Premio di San Marino di Formula 1. La pista di Imola aveva già ospitato l'edizione 1980 del Gran Premio d'Italia, al posto della tradizionale sede di Monza. L'Italia ospitava così, per la seconda volta, due gran premi validi per il campionato mondiale di F1 nello stesso anno: il precedente risaliva al 1957 quando, oltre al gran premio nazionale, venne inserito nel calendario iridato anche il GP di Pescara.

Il 10 aprile venne arrestato a Zurigo, per reati di natura finanziaria, David Thieme, titolare della Essex Overseas Petroleum, sponsor principale della Lotus, anche se la notizia venne diffusa solo il 14, due giorni dopo il Gran Premio d'Argentina.[13] La Lotus, già in crisi per la lite con la FISA in merito alla regolarità del modello 88, affermò di voler comunque proseguire la sua attività in Formula 1.[14]

Il gran premio vide l'esordio per il pilota milanese Michele Alboreto, iscritto dalla Tyrrell, al posto di Ricardo Zunino. Alboreto aveva vinto nel 1980 il Campionato europeo di F3. L'altra novità riguardò l'impiego, da parte dell'ATS di una seconda vettura, affidata allo svedese Slim Borgudd. Prima di diventare pilota automobilistico, Borgudd era stato un affermato batterista jazz-rock, che suonò in diversi gruppi locali e fu anche session-man per diversi lavori degli ABBA, il cui nome apparve sulla monoposto tedesca quale sponsor. Lo svedese aveva una certa esperienza nei campionati di Formula 3. La casa tedesca era stata sul punto anche di sostituire Jan Lammers con Jean-Pierre Jarier, ormai liberato dalla Ligier, ma successivamente confermò Lammers.[15]

La gara vide anche l'esordio per una nuova scuderia, la britannica Toleman. La casa aveva vinto la Formula 2 nel 1980, conquistando i primi due posti nella classifica piloti, con Brian Henton e Derek Warwick. I due vennero confermati anche per l'avventura nella massima serie.[15] L'assenza della Lotus evitò la necessità di effettuare le prequalifiche.[16]

Nelle prove libere di mercoledì 22 aprile il più rapido fu Alain Prost su Renault che chiuse in 1'35"8, circa due secondi più lento del tempo ottenuto l'anno precedente dal poleman René Arnoux.[1] Il giorno successivo la pioggia non consentì ai piloti di migliorare il crono di Prost; a causa di uno sciopero delle dogane non poterono partecipare alle prove le vetture delle scuderie britanniche.[2]

I prezzi per assistere alla gara andavano dalle 15.000 lire per l'ingresso semplice, alle 80.000 per la tribuna. Vi furono dei dubbi in merito alla trasmissione televisiva della gara vista l'alta richiesta della FOCA alla RAI, circa 40 milioni di lire.[17]

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Al venerdì la questione della regolarità delle monoposto comportò un ritardo nell'effettuazione delle prove ufficiali, di tre ore e mezzo.[12] Il più rapido fu René Arnoux della Renault, in 1'35"281, che precedette Gilles Villeneuve, su Ferrari, di tre decimi. Nelson Piquet, al volante della vettura più controversa, la Brabham BT49C chiuse ottavo, staccato di oltre due secondi.[18]

Al sabato Villeneuve portò il limite a 1'34"523, precedendo Carlos Reutemann e le due Renault. Per la casa di Maranello fu la prima pole position col modello turbo, e la prima da quello fatta propria da Jody Scheckter nel Gran Premio di Monaco 1979. Fu anche la seconda, e ultima, pole conquistata da Villeneuve nel mondiale. Il canadese ottenne il tempo migliore col muletto, che disponeva di un telaio tradizionale. Piquet chiuse in terza fila, davanti all'altro ferrarista Didier Pironi. Non si qualificarono le Toleman.[3] Al termine delle prove vennero sigillati i motori dei primi quattro classificati, al fine di consentire un successivo controllo.[19]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Nella sessione di qualifica[20] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 27 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari 1'34"523 1
2 2 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 1'35"239 2
3 16 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera della Francia Renault 1'35"281 3
4 15 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Renault 1'35"597 4
5 5 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 1'35"733 6
6 28 Bandiera della Francia Didier Pironi Bandiera dell'Italia Ferrari 1'35"868 7
7 7 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'36"241 8
8 1 Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 1'36"280 8
9 29 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'36"390 9
10 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Matra 1'36"477 10
11 23 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'36"776 11
12 22 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'36"919 12
13 6 Bandiera del Messico Héctor Rebaque Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 1'37"264 13
14 8 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'37"332 14
15 20 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 1'37"459 15
16 33 Bandiera della Francia Patrick Tambay Theodore-Ford Cosworth 1'37"545 16
17 4 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'37"771 17
18 25 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Francia Ligier-Matra 1'38"140 18
19 3 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'38"266 19
20 32 Bandiera dell'Italia Beppe Gabbiani Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 1'38"302 20
21 14 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Cosworth 1'38"340 21
22 31 Bandiera dell'Argentina Miguel Ángel Guerra Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 1'38"773 22
23 18 Bandiera del Cile Eliseo Salazar Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'38"827 23
24 10 Bandiera della Svezia Slim Borgudd Bandiera della Germania ATS-Ford Cosworth 1'39"079 24
NQ 30 Bandiera dell'Italia Siegfried Stohr Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'39"112 NQ
NQ 17 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'39"157 NQ
NQ 9 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers Bandiera della Germania ATS-Ford Cosworth 1'39"419 NQ
NQ 21 Bandiera del Brasile Chico Serra Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 1'41"114 NQ
NQ 35 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'43"187 NQ
NQ 36 Bandiera del Regno Unito Brian Henton Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'49"951 NQ

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Gilles Villeneuve e Didier Pironi comandarono la prima parte della gara.

Poco prima dell'inizio della gara la pioggia bagnò il tracciato che così si presentò umido al via. Gilles Villeneuve mantenne il comando, e riuscì a rintuzzare l'attacco di Carlos Reutemann al Tamburello. L'argentino venne però passato da Didier Pironi, autore di una fulminea partenza. Dietro ai primi tre vi erano Alan Jones, Riccardo Patrese, René Arnoux, John Watson, Jacques Laffite e Nelson Piquet. Sempre al Tamburello, il pilota dell'Osella Miguel Ángel Guerra uscì di pista, fratturandosi una gamba.

Al secondo giro Jones ruppe l'alettone anteriore, ma decise di proseguire per un giro, anche se perse diverse posizioni. Al quarto giro decise infine di fermarsi ai box. Al sesto giro Riccardo Patrese passò Reutemann, mentre Watson decise di montare gomme da asciutto: la lunghezza del cambio però lo fece cadere in classifica al ventesimo posto. Il giro seguente Jacques Laffite abbandonò la gara dopo un'uscita di pista, a seguito di un duello con Arnoux. Ora la classifica vedeva davanti sempre le due Ferrari, seguite da Riccardo Patrese, Carlos Reutemann, Nelson Piquet, René Arnoux (che aveva perso la posizione a favore del brasiliano) ed Héctor Rebaque. Rebaque, al giro 9, passò anche lui Arnoux.

Da sinistra: il vincitore Nelson Piquet e il secondo classificato Riccardo Patrese sul podio.

Al quindicesimo passaggio Villeneuve decise di passare alle slick; rientrò in pista decimo. Davanti intanto Piquet aveva passato Reutemann, ponendosi terzo, dietro a Pironi e Patrese. La scelta del canadese si rivelò azzardata tanto che già al 18º giro dovette rimontare gomme da bagnato. Attorno al giro 20 la pioggia fece la sua ricomparsa sul tracciato.

Al giro 22 Nelson Piquet s'installò al secondo posto, dopo aver passato Riccardo Patrese. Nelle retrovie, al giro 29, vi fu un incidente tra Bruno Giacomelli ed Eddie Cheever: i due furono costretti al ritiro quando erano ottavo e nono. La pioggia terminò attorno al giro 30: nello stesso passaggio Andrea De Cesaris occupò il sesto posto, prendendolo ad Arnoux.

Al giro 31, Michele Alboreto tenta di resistere agli attacchi di un più veloce Beppe Gabbiani e i due entrano così in collisione alla Tosa essendo quindi costretti al ritiro: un vero peccato poiché entrambi erano avviati a concludere la gara in zona punti.

La Ferrari di Didier Pironi scontava un problema tecnico: la bandella destra della monoposto si stava staccando e non garantiva più l'effetto suolo. Ciò consentì a Piquet e a Patrese di avvicinarsi al francese. Piquet tentò per più giri di passare il ferrarista finché, al giro 47, lo affiancò alla Variante Alta e si portò al comando. Due giri dopo Pironi dovette cedere anche a Patrese. Più dietro stava rinvenendo Villeneuve, che entrò in zona punti passando prima Arnoux (al giro 45) poi De Cesaris.

Pironi si fece passare anche da Carlos Reutemann, al giro 52, e da Héctor Rebaque, sette giri dopo. Nello stesso giro Villeneuve, anche lui con problemi tecnici, cedette la sesta piazza a De Cesaris.

Nelson Piquet vinse la gara, la sua quinta vittoria nel mondiale, precedendo Riccardo Patrese (primo podio per un pilota italiano in un gran premio iridato corso in Italia dalla vittoria di Ludovico Scarfiotti nel Gran Premio d'Italia 1966) e Carlos Reutemann. Andrea De Cesaris colse il suo primo punto iridato.[21][22]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[23] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 5 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 60 1h51'23"97 5 9
2 29 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 60 + 4"58 9 6
3 2 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 60 + 6"34 2 4
4 6 Bandiera del Messico Héctor Rebaque Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 60 + 22"89 13 3
5 28 Bandiera della Francia Didier Pironi Bandiera dell'Italia Ferrari 60 + 25"87 6 2
6 8 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 60 + 1'06"61 14 1
7 27 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari 60 + 1'41"97 1  
8 16 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera della Francia Renault 59 + 1 giro 3  
9 14 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Cosworth 59 + 1 giro 21  
10 7 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 58 + 2 giri 7  
11 33 Bandiera della Francia Patrick Tambay Theodore-Ford Cosworth 58 + 2 giri 16  
12 1 Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 58 + 2 giri 8  
13 10 Bandiera della Svezia Slim Borgudd Bandiera della Germania ATS-Ford Cosworth 57 + 3 giri 24  
NC 25 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Francia Ligier-Matra 45 Non classificato 18  
Rit 17 Bandiera del Cile Eliseo Salazar Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 38 Testacoda 23  
Rit 4 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 31 Collisione con B.Gabbiani 17  
Rit 32 Bandiera dell'Italia Beppe Gabbiani Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 31 Collisione con M.Alboreto 20  
Rit 23 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 28 Collisione con E.Cheever 11  
Rit 3 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 28 Collisione con B.Giacomelli 19  
Rit 22 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 26 Cambio 12  
Rit 20 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 14 Motore 15  
Rit 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Matra 7 Sospensione 10  
Rit 15 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito Renault 3 Cambio 4  
Rit 31 Bandiera dell'Argentina Miguel Ángel Guerra Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 0 Incidente 22  
NQ 30 Bandiera dell'Italia Siegfried Stohr Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth    
NQ 18 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth    
NQ 9 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers Bandiera della Germania ATS-Ford Cosworth    
NQ 21 Bandiera del Brasile Chico Serra Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth    
NQ 36 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart    
NQ 35 Bandiera del Regno Unito Brian Henton Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart    
WD 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth   Vettura
non disponibile
 
WD 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth   Vettura
non disponibile
   

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Pironi confermato e Villeneuve forse, in La Stampa, 23 aprile 1981, p. 23.
  2. ^ a b Cristiano Chiavegato, L'Alfa segue la strada della Brabham, in La Stampa, 24 aprile 1981, p. 23.
  3. ^ a b Cristiano Chiavegato, Villeneuve in pole position con la Ferrari, in La Stampa, 3 maggio 1981, p. 28.
  4. ^ Ercole Colombo, Giacomelli e Cheever litigano dopo essersi urtati in pista, in Stampa Sera, 4 maggio 1981, p. 18.
  5. ^ Commissione F.1 prevale la Foca, in La Stampa, 18 aprile 1981, p. 21.
  6. ^ La F.1 prende tutti in giro, in La Stampa, 19 aprile 1981, p. 21.
  7. ^ Cristiano Chiavegato, Pronti controlli ferrei a Imola per la Brabham di Nelson Piquet, in La Stampa, 23 aprile 1981, p. 23.
  8. ^ Bocciata la Lotus 88, in La Stampa, 25 aprile 1981, p. 21.
  9. ^ La Lotus non gareggierà a Imola, in La Stampa, 29 aprile 1981, p. 21.
  10. ^ Cristiano Chiavegato, F.1, molti i rimandati, in La Stampa, 1º maggio 1981, p. 21.
  11. ^ a b Cristiano Chiavegato, La Formula 1 ha sfiorato una nuova guerra a Imola, in La Stampa, 3 maggio 1981, p. 28.
  12. ^ a b (ES) El escándalo, a punto de explotar, in El Mundo Deportivo, 2 maggio 1981, p. 28. URL consultato l'11 giugno 2013.
  13. ^ Luigi Fascetti, Arrestato lo sponsor della Lotus, in La Stampa, 15 aprile 1981, p. 23.
  14. ^ La Lotus non si ritira-Lite Balestre-Chapman, in La Stampa, 16 aprile 1981, p. 25.
  15. ^ a b (ES) "Baile" de pilotos en Imola, in El Mundo Deportivo, 30 aprile 1981, p. 35. URL consultato il 1º giugno 2013.
  16. ^ Poveretto, è senza soldi, in La Stampa, 29 aprile 1981, p. 21.
  17. ^ I commissari contro la Brabham, in La Stampa, 30 aprile 1981, p. 25.
  18. ^ (ES) San Marino (F-1): Arnoux (Renault), el mas rapido, in El Mundo Deportivo, 2 maggio 1981, p. 28. URL consultato l'11 giugno 2013.
  19. ^ Ercole Colombo, "Lo vedete? Siamo tornati al vertice", in La Stampa, 3 maggio 1981, p. 28.
  20. ^ Risultati delle qualifiche, su chicanef1.com.
  21. ^ (FR) 4. Saint-Marin 1981, su statsf1.com. URL consultato il 12 giugno 2013.
  22. ^ Cristiano Chiavegato, La Ferrari entusiasma e sfiora la grande vittoria, in Stampa Sera, 4 maggio 1981, p. 18.
  23. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1981
 

Gran Premio di San Marino Edizione successiva:
1982
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