Giacomo Suardo

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Giacomo Suardo

Presidente del Senato del Regno
Durata mandato15 marzo 1939 –
28 luglio 1943
PredecessoreLuigi Federzoni
SuccessorePaolo Thaon di Revel

Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri
Durata mandato3 luglio 1924 –
21 dicembre 1927
PredecessoreGiacomo Acerbo
SuccessoreFrancesco Giunta
Sito istituzionale

Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno
Durata mandato6 novembre 1926 –
13 marzo 1928
PredecessoreAttilio Teruzzi
SuccessoreMichele Bianchi

Sottosegretario di Stato al Ministero delle Corporazioni
Durata mandato2 luglio 1926 –
6 novembre 1926
SuccessoreGiuseppe Bottai

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXVII
CollegioCollegio Unico Nazionale (Lombardia)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
Professioneavvocato

Giacomo Suardo (Bergamo, 25 agosto 1883Bergamo, 20 maggio 1947) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giacomo Suardo nacque a Bergamo il 25 agosto 1883 dal conte Luigi Suardo e dalla nobildonna Giulia Scotti. Di famiglia aristocratica, frequentò negli anni della sua prima formazione, quale convittore, il Collegio San Francesco di Lodi, nota istituzione dove si formavano i rampolli dell'alta società lombarda. Si laureò in giurisprudenza ed esercitò la professione di avvocato. Nel 1912 fu iniziato in Massoneria nella Loggia "Pontida" di Bergamo[1]. In occasione della prima guerra mondiale aderì alle tesi dell'interventismo e combatté nel 1915 con la legione garibaldina sul fronte delle Argonne, e con l'entrata in guerra dell'Italia, fu tenente di artiglieria, e fu insignito di due medaglie di bronzo al valor militare.

Nel 1921 aderì al Partito Nazionale Fascista e fu eletto deputato con le elezioni politiche italiane del 1924, nel collegio unico nazionale della Lombardia, ricoprendo importanti incarichi durante la XXVII legislatura. Fu nel 1924 sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio fino al 21 dicembre 1927. In quella veste, sollecitò Mussolini a stabilire l'inizio dell'anno fascista al 28 ottobre, data della marcia su Roma, sull'esempio del calendario repubblicano francese che, dal 1792 al 1805, aveva fissato l'inizio dell'anno in Francia al 22 settembre.

Dal luglio al novembre 1926 fu anche sottosegretario alle Corporazioni, quando Mussolini assunse il ministero dell'interno e Suardo divenne anche Sottosegretario di Stato dell'interno, dal 6 novembre 1926 al 13 marzo 1928. Fu membro del Gran consiglio del fascismo dal luglio 1924 al marzo 1928.[2]

Con Decreto del capo del governo 29 settembre 1928 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 236 del 10 ottobre successivo) fu nominato commissario per l'autostrada Torino-Trieste. Il 21 gennaio 1929 tornò a far parte del Gran consiglio del fascismo, come membro di diritto a tempo illimitato, ma decadde poco dopo perché nello stesso 1929 venne nominato senatore del Regno.

Il 1º marzo 1929 fu promosso console generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Nel 1932 venne incaricato dal governo Mussolini di presiedere la "Cassa nazionale assicurazione infortuni sul lavoro", poi rinominata "Istituto nazionale fascista per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro" (INFAIL). Combattente volontario nella guerra d'Etiopia con il grado di maggiore d'artiglieria. Fu vicepresidente del Senato dal 1938 al 1939.

Ottenne la carica di presidente del Senato del Regno il 15 marzo 1939 fino alle sue dimissioni il 28 luglio 1943. Suardo è noto anche per esser stato l'unico astenuto nella votazione sull'ordine del giorno Grandi alla seduta del Gran consiglio del fascismo del 24 luglio 1943: a causa di questa mancata presa di posizione, non fu oggetto dell'attenzione né della RSI (fu solo interrogato al processo di Verona il 9 gennaio 1944 e rilasciato) né del governo Badoglio.

Deferito all'Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo nel 1944 per i gruppi di imputazione 1º e 2º, venne dichiarato decaduto nell'ottobre dello stesso anno.

Morì a Bergamo nel 1947.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce decorato con Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato con Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Balì di Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria
2 medaglie di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, pp. 262-263.
  2. ^ Dizionario biografico Treccani

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente del Senato del Regno Successore
Luigi Federzoni 15 marzo 1939 - 28 luglio 1943 Paolo Thaon di Revel
Controllo di autoritàVIAF (EN137677768 · ISNI (EN0000 0000 9370 9908 · LCCN (ENn2020009221 · BNF (FRcb156240755 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-137677768