Filmografia di H. G. Wells

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Voce principale: H. G. Wells.
Foto di H. G. Wells attorno al 1922

La filmografia sulle opere di H. G. Wells è vastissima, essendo l'autore di alcune delle opere fondamentali della fantascienza, è ricordato come uno degli iniziatori di tale genere narrativo[1][2][3][4][5][6][7][8], per questo qui se ne darà un campione rappresentativo e sufficientemente ampio.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni tra i principali film che sono stati tratti dalle opere di Wells:

I primi uomini sulla Luna[modifica | modifica wikitesto]

L'isola del dottor Moreau[modifica | modifica wikitesto]

L'uomo invisibile[modifica | modifica wikitesto]

Serie Universal Studios[modifica | modifica wikitesto]

  • L'uomo invisibile (The Invisible Man) film del 1933 diretto da James Whale, tratto dall'omonimo romanzo Wells. Prodotto dalla Universal Pictures, è considerato uno dei grandi film del ciclo dei "Mostri della Universal" degli anni trenta; diede origine a vari seguiti e molti altri film trassero spunto dal personaggio.
    Nonostante le buone recensioni da parte di istituzioni dell'epoca come The New York Times[19] Variety[20] e il Film Daily[21], e nonostante il film apparve nella lista del New York Times di fine anno relativa alle dieci migliori pellicole del 1933,[22] Wells commento a una cena in suo onore che sebbene il film gli fosse piaciuto, egli aveva trovato in esso un grosso difetto. Avevano preso il suo brillante scienziato e lo avevano reso un pazzo, una licenza che non poteva tollerare. Whale rispose che il film era indirizzato a un pubblico razionale di fruitori di cinema perché nelle menti di persone razionali solo un pazzo avrebbe voluto rendersi invisibile. (Nel romanzo originale, lo scienziato è un amorale fin dall'inizio e non esita a derubare persino suo padre [che di conseguenza si suicida] per ottenere il denaro per i suoi esperimenti.) Nonostante le sue riserve, Wells elogiò la performance di Una O'Connor nel ruolo di Mrs. Hall.[23]

Il film ha dato origine una serie di pellicole incentrate sul soggetto di Wells:

  • Il ritorno dell'uomo invisibile (The Invisible Man Returns) film di fantascienza del 1940 per la regia di Joe May, con Vincent Price (nel suo primo ruolo di film horror) e Cedric Hardwicke.
    Fu scritto come proseguimento ideale de L'uomo invisibile del 1933, un grande successo della Universal Pictures ispirato al romanzo omonimo del 1881 di Wells, lo studio aveva firmato un contratto multi-immagine con Wells, la speranza della produzione era riposta nel fatto il film avrebbe funzionato bene come il primo. La pellicola permise a John P. Fulton di ottenere la candidatura al Premio Oscar per gli effetti speciali fotografici[24] inoltre il film è stato inserito nel documentario 100 Years of Horror di Ted Newson (1996).[25][26]
  • La donna invisibile (The Invisible Woman), film del 1940, diretto da A. Edward Sutherland con John Barrymore, il film ha ricevuto recensioni critiche contrastanti, Theodore Strauss del New York Times ha definito il film sciocco, banale e ripetitivo, con una sceneggiatura scricchiolante, temendo cosa fosse diventato senza l'interpretazione di John Barrymore.[27] Variety lo definì un buon intrattenimento per il pubblico generale,[28] Il Film Daily lo definì comico e brillantemente dialogato[29] Harrison's Reports lo ha definito una commedia piuttosto buona per la massa, non offrendo tutto sommato di nuovo a coloro che hanno visto le precedenti pellicole,[30] John Mosher del The New Yorker ha commentato come la tematica sia ancora buona, nonostante nel film non sia molto usata, risultando l'esempio più debole della prodezza che la telecamera può facilmente rendere divertente.[31]
  • Joe l'inafferrabile o L'agente invisibile (Invisible Agent, 1942)
  • La rivincita dell'uomo invisibile (The Invisible Man's Revenge, 1944)

The Shape of Things to Come[modifica | modifica wikitesto]

  • La vita futura (Things to Come) film del 1936 di William Cameron Menzies, prodotto da Alexander Korda. È liberamente tratto dal romanzo di Wells,[32] il quale ebbe un grado di supervisione su ogni aspetto del film, esperienza senza precedenti per uno scrittore. Nelle locandine viene infatti indicato il titolo La vita che verrà - di H. G. Wells, con il nome del produttore indicato in piccolo.
    La pellicola narra una serie di eventi futuri che ripercorrono un intero secolo, dal 1936 - anno di distribuzione del film - fino al 2036. Ritenuta una dei più importanti pellicole di fantascienza, "profetizza le devastazioni dell'imminente seconda guerra mondiale ed anticipa una realtà dominata dalla tecnocrazia."[10] Malgrado lo scarso successo all'epoca, fu la più ambiziosa e costosa produzione fantascientifica degli anni trenta.[33]
    In Italia è stato distribuito una prima volta nel 1937 dalla Mander Film e una seconda volta nel 1953, con il titolo Nel 2000 guerra o pace? (vita futura), dalla Minerva Film.
    Lo scrittore H. G. Wells ebbe un quasi totale controllo sulle riprese della pellicola, un potere di cui nessuno sceneggiatore aveva mai potuto usufruire. Tuttavia la versione finale del film presenta molti tagli di scene volute dallo scrittore. Gli eventi rappresentati rispecchiano le preoccupazioni dei profeti della guerra aerea, che per l'epoca aveva scarsi precedenti nella prima guerra mondiale. Wells era uno di questi profeti, descrivendo la guerra aerea nei suoi romanzi Anticipations (1901) e La guerra nell'aria (The War in the Air, 1908) e l'uso della bomba atomica ne La liberazione del mondo (The World Set Free, 1914).
    La colonna sonora, composta da Arthur Bliss, è parte integrante del film. Wells inizialmente intendeva registrare prima le musiche e quindi girare il film intorno ad esse, ma questo era ritenuto troppo radicale, così l'adattamento fu fatto in modo più tradizionale. La musica del film è divenuta popolare e nel 2003 si potevano contare ancora una mezza dozzina di edizioni.

Il fantasma inesperto[modifica | modifica wikitesto]

  • Incubi notturni (Dead of Night) film horror a episodi del 1945, diretto da Alberto Cavalcanti, Charles Crichton, Basil Dearden e Robert Hamer.[34][35]
    La pellicola fu unica nel suo genere nel cinema horror di quel periodo, ed influenzò notevolmente la produzione successiva di film dello stesso genere prodotti dalla britannica Amicus Productions tra gli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta.
    Il film è costituito da cinque episodi, legati da un episodio-cornice, attraverso l'espediente narrativo del racconto da parte dei vari personaggi, il quarto episodio intitolato Una storia di golf[36] è ispirato dal racconto di Wells del 1902 Il fantasma inesperto (The Inexperienced Ghost aka The Story of the Inexperienced Ghost). Nei titoli di testa non sono accreditati i singoli contributi dei registi, ma Alberto Cavalcanti ha supervisionato l'intero progetto e diretto due episodi, Basil Dearden ha diretto a sua volta due episodi, Charles Crichton e Robert Hamer un episodio ciascuno.

Altri[modifica | modifica wikitesto]

Vari altri film prendono spunto per idee e personaggi dalle opere di Wells, come il film L'uomo venuto dall'impossibile (Time After Time, 1979) di Nicholas Meyer (in cui Wells, interpretato da Malcolm McDowell, è il protagonista) e numerosi film sull'uomo invisibile, sviluppando però trame originali. La serie TV del 2017 Time After Time ha come protagonista Wells, interpretato da britannico Freddie Stroma, che riesce a far funzionare la macchina del tempo raggiungendo il 2017.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Riccardo Valla, Le Origini Della Fantascienza (Prima parte), su carmillaonline.com. URL consultato il 13 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2012).
  2. ^ Bernard Bergonzi, The early H. G. Wells. A study of the scientiftc romances, Manchester, Manchester University Press, 1961.
  3. ^ (EN) John Clute, David Langford e Peter Nicholls (a cura di), Jules Verne, in The Encyclopedia of Science Fiction, IV edizione online, 2021. Ultimo accesso 25 maggio 2012
  4. ^ Mark R. Hillegas, The Future as Nightmare. H.G. Wells and the Anti-Utopians, New York, Oxford University Press, 1967.
  5. ^ (EN) James Gunn, Centre for the study of science fiction-The man who invented tomorrow, su sfcenter.ku.edu. URL consultato il 2 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2012).
  6. ^ (EN) James Gunn, The Science of Science Fiction Writing, Scarecrow Press, 31 ottobre 2000, pp. 256, ISBN 978-1-57886-011-1.
  7. ^ (EN) Robert M. Philmus, David Y. Hughes, H.G. Wells: Early Writings in Science and Science Fiction, Berkeley, Los Angeles, and London: University of California Press, 1975, ISBN 978-0-520-02679-7.
  8. ^ Wells, Herbert George, su sapere.it, DeAgostini, 2012. URL consultato il 9 febbraio 2015.
    «Profondo conoscitore di fisica e biologia e sinceramente preoccupato dei possibili esiti dell'evoluzione – o della regressione – dei destini umani, Wells imperniò su tali interessi la parte più originale della sua attività di narratore, elevando a piena dignità letteraria il genere del romanzo fantascientifico di E. Bellamy e J. Verne e preparando la strada alle utopie, e alle antiutopie, di E. Zamjatin, A. Huxley e G. Orwell.»
  9. ^ a b Roberto Chiavini e Gian Filippo Pizzo, Dizionario dei personaggi fantastici, Gremese Editore, 1996, p. 61, ISBN 978-88-7742-047-3.
  10. ^ a b Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), Filmografia di H. G. Wells, in Fantafilm. URL consultato il 6 marzo 2016.
  11. ^ Sandro Bernardi, L'avventura del cinematografo, Marsilio Editori, Venezia 2007. ISBN 978-88-317-9297-4, pag. 33.
  12. ^ (EN) Thierry Lefebvre, A Trip to the Moon: A Composite Film, in Fantastic Voyages of the Cinematic Imagination: Georges Méliès's Trip to the Moon, Matthew, 2011, pp. 50, 58, ISBN 978-1-4384-3581-7.
  13. ^ Costa, 2013, pp. 34-35.
  14. ^ In precedenti cortometraggi Méliès aveva già affrontato il tema della scienza fantastica ispirandosi alla letteratura coeva, come ne La lune à un mètre, del 1898.
  15. ^ a b The First Men in the Moon / BFI Most Wanted, su old.bfi.org.uk, British Film Institute. URL consultato il 14 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
  16. ^ Robert Godwin, H. G. Wells The First Men in the Moon: the Story of the 1919 Film, Apogee Space Books, 2014, ISBN 978-1-926837-31-4.
  17. ^ a b c Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), Island of Lost Souls, in Fantafilm. URL consultato il 14 maggio 2019.
  18. ^ filmografia di H. G. Wells, in MYmovies.it, Mo-Net Srl.
  19. ^ (EN) Mordaunt Hall, Movie Review - The Invisible Man, su The New York Times, The New York Times Company, 18 novembre 1933. URL consultato il 21 settembre 2015 (archiviato il 2 dicembre 2015).
    «La storia possiede tali superbe potenzialità cinematografiche da far chiedere come mai Hollywood non lo abbia realizzato prima. Ora che è stato fatto, è un risultato notevole»
  20. ^ (EN) Film Reviews, New York, Variety, 21 novembre 1933, p. 14.
    «Qualcosa di nuovo e rinfrescante nel mondo del cinema" che "soddisferà appieno il pubblico" ma suggerì anche che alcune situazioni comiche nel film che suscitavano l'ilarità del pubblico, non fossero intenzionali»
  21. ^ (EN) The Invisible Man, in Film Daily, New York, Wid's Films and Film Folkm Inc., 18 novembre 1933, p. 4.
    «Soddisferà tutti quelli che amano il bizzarro nell'intrattenimento filmico.»
  22. ^ Allmovie Awards Archiviato il 26 aprile 2006 in Internet Archive.
  23. ^ (EN) Mark Gatiss, James Whale: A Biography or the Would-Be Gentlemen, Cassell, 1995, ISBN 0-304-32861-8.
  24. ^ (EN) The 13th Academy Awards (1941) Nominees and Winners, su oscars.org. URL consultato il 16 maggio 2019.
  25. ^ (EN) Ted Newsom's 100 YEARS OF HORROR series, su tapatalk.com. URL consultato il 15 maggio 2019.
  26. ^ (EN) 100 Years of Horror, su primevideo.com. URL consultato il 15 maggio 2019.
  27. ^ (EN) Theodore Strauss, Archive At the Rialto - Movie Review - The Invisible Woman, su The New York Times, 9 gennaio 1941. URL consultato il 16 maggio 2019.
  28. ^ (EN) The Invisible Woman (1940 film) [collegamento interrotto], in Variety, New York, Variety, Inc., 1º gennaio 1941, p. 14. URL consultato il 16 maggio 2019.
  29. ^ (EN) Reviews of New Films, in Film Daily, New York, Wid's Films and Film Folk, Inc., 7 gennaio 1941, p. 7.
  30. ^ (EN) Harrison's Reports (1941) - 11 January 1941 - "The Invisible Woman" with John Barrymore, Virginia Bruce and John Howard, New York, Harrison's Reports, 11 gennaio 1941, p. 7. URL consultato il 16 maggio 2019.
  31. ^ (EN) John Mosher, The Current Cinema, in The New Yorker, New York, F-R Publishing Corp., 11 gennaio 1941, p. 61.
  32. ^ Matteo Merzagora, Note e Fonti, in Scienza da vedere: l'immaginario scientifico sul grande e sul piccolo schermo, Milano, Alpha test, 2006, p. 134, ISBN 978-88-518-0044-4. URL consultato l'8 marzo 2015.
  33. ^ (EN) John Clute, David Langford e Peter Nicholls (a cura di), Filmografia di H. G. Wells, in The Encyclopedia of Science Fiction, IV edizione online, 2021. URL consultato il 28 giugno 2012
  34. ^ (EN) Dead of Night, su britannica.com. URL consultato il 14 aprile 2019.
  35. ^ (EN) IMDb - Incubi Notturni (1945), su imdb.com. URL consultato il 14 maggio 2019.
  36. ^ Incubi Notturni, su cinematografo.it. URL consultato il 14 aprile 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Richard Abel, A Trip to the Moon as an American Phenomenon, in Matthew Solomon (a cura di), Fantastic Voyages of the Cinematic Imagination: Georges Méliès's Trip to the Moon, Albany, State University of New York Press, 2011, pp. 129–142, ISBN 978-1-4384-3581-7.
  • David A. Cook, A History of Narrative Film, New York, W. W. Norton & Company, 2004, ISBN 0-393-97868-0.
  • Ken Dancyger, The Technique of Film and Video Editing: History, Theory, and Practice, New York, Focal Press, 2007, ISBN 978-0-240-80765-2.
  • Essai de reconstitution du catalogue français de la Star-Film; suivi d'une analyse catalographique des films de Georges Méliès recensés en France, Bois d'Arcy, Service des archives du film du Centre national de la cinématographie, 1981, ISBN 2-903053-07-3.
  • Elizabeth Ezra, Georges Méliès, Manchester, Manchester University Press, 2000, ISBN 0-7190-5395-1.
  • John Frazer, Artificially Arranged Scenes: The Films of Georges Méliès, Boston, G. K. Hall & Co., 1979, ISBN 0-8161-8368-6.
  • Frank Kessler, A Trip to the Moon as Féerie, in Matthew Solomon (a cura di), Fantastic Voyages of the Cinematic Imagination: Georges Méliès's Trip to the Moon, Albany, State University of New York Press, 2011, pp. 115–128, ISBN 978-1-4384-3581-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]