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Anacleto Margotti

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Raccolta dei covoni o Composizione Figure in movimento, 1955 ca. (Fondazione Cariplo)

Anacleto Margotti (San Potito di Lugo, 2 agosto 1895Imola, 3 maggio 1984) è stato un pittore e critico d'arte italiano.

Nacque a San Potito, nella campagna a nord di Lugo, in una famiglia di contadini, ultimogenito di Francesco Margotti, operario, e di Filomena Bertuzzi. A causa delle modeste condizioni economiche della famiglia iniziò a lavorare molto presto, come garzone e bracciante agricolo. Adolescente, fu apprendista nella bottega di un decoratore locale, dal quale apprese le tecniche della tempera e dell'affresco. Spinto da una chiara vocazione artistica e stimolato dal sacerdote Paolo Rambelli, si dedicò al disegno e allo studio delle opere nelle chiese del comprensorio lughese. A 13 anni, nel 1908, realizzò un Autoritratto che, inviato a un concorso, vinse il primo premio, permettendogli di continuare gli studi artistici[1].

Nell'estate del 1916, a soli vent'anni, fu incaricato di realizzare un dipinto raffigurante il Battesimo di Cristo, poiché un'opera con lo stesso soggetto era andata perduta nell'incendio della chiesa arcipretale di Alfonsine, devastata due anni prima da alcuni facinorosi durante la "Settimana rossa". A San Potito trascorreva l'estate la famiglia Baracca, la cui villa di campagna si trovava vicino alla casa dei Margotti. L'affermato aviatore Francesco Baracca, all'epoca ventiseienne, conosceva Margotti di persona e si prestò volentieri a posare nei panni del Cristo per il giovane pittore[2].

Nel 1917 Margotti riuscì ad ottenere l'abilitazione all'insegnamento di disegno presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna[3]. Nella prima fase della sua esperienza pittorica Margotti fu vicino ai novecentisti; frequentò il cenacolo lughese del musicista futurista Balilla Pratella; nel 1918 si stabilì ad Imola, dove abitò sino alla morte insieme con la compagna Elvira Martelli. Successivamente compì viaggi di studio a Vienna (1921) ed a Parigi (1926)[4] che lo posero ancor più in contatto con le ricerche d'avanguardia compiute da Pablo Picasso e da Henri Matisse; al termine di questo percorso decise di ritornare a una figuratività improntata alla narrazione dei temi rurali[5], più vicini alla sua dimensione reale (essendo figlio di braccianti).

Mantenne poi per tutta la vita una forte aderenza al figurativo e alla cultura classica italiana. Scelse di raccontare un mondo fatto di umili, poveri e diseredati, da lui visti con attenzione e rispetto, avvicinando il suo nome a quello di Trento Longaretti e Enrico Accatino. Nel 1946 diede vita ad Imola alla Mostra nazionale d'arte contemporanea di cui rimase l'animatore principale anche in tutte le edizioni successive[6] (dal 1965 cambiò nome in Mostra nazionale d'arte figurativa).

Nel dopoguerra tornò a presentare le sue opere nelle maggiori rassegne nazionali: fu presente a tutte le Quadriennali di Roma dal 1948 al 1959 e fu presente alla Biennale di Venezia nel 1948 e nel 1950[7]. Nel 1960 la città di Firenze gli dedicò una prima importante mostra antologica[8].

Sue opere sono conservate in numerosi Musei italiani e a Imola. Nel 1975 Margotti donò un nucleo consistente della sua produzione artistica (250 dipinti e 150 disegni) alla Cassa di Risparmio di Imola affinché non venisse disperso. L'istituto bancario, riconoscente, creò la «Raccolta d'Arte Margotti», tuttora conservata presso il rinascimentale Palazzo Sersanti [9].

Nel 1978 si tenne l'ultima edizione della Mostra nazionale d'arte figurativa (dal 1972 ebbe cadenza biennale); successivamente il pittore donò numerosi suoi dipinti al vescovo d'Imola. Attualmente sono conservati nel Museo diocesano Pio IX. Tra essi figura il bozzetto del Battesimo di Cristo, per il quale posò l'aviatore Francesco Baracca.

Sulla sua figura di artista fu girato il documentario Un uomo che dipinge (regia di E. G. Laura, Bologna 1967)[10]

È sepolto al cimitero del Piratello[11].

Premi e riconoscimenti

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  • Sfiducia (romanzo), Bologna 1919
  • Ombre di vita (romanzo), Bologna-Imola 1922
  • Vita d’arte (autobiografia), Bologna 1967.

La Mostra nazionale d'arte figurativa

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Quadro sinottico

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Mostra di pittura figurativa
N. Titolo Sede Apertura Giuria di accettazione Pittori invitati Retrospettive Catalogo Note
I Mostra d'arte contemporanea Palazzo Sersanti Fine agosto-inizio settembre 1946 Gruppo Amici dell'Arte vedi sotto
II Mostra d'arte contemporanea Palazzo Sersanti 24 agosto - 10 settembre 1947[12] Gruppo Amici dell'Arte vedi sotto
III Mostra d'arte contemporanea Palazzo Sersanti 22 agosto - 8 settembre 1948[12] Gruppo Amici dell'Arte vedi sotto
IV Mostra d'arte contemporanea Palazzo Sersanti Fine agosto-inizio settembre 1949[12] Gruppo Amici dell'Arte vedi sotto [13]
V Mostra nazionale d'arte contemporanea Palazzo Sersanti 6 - 27 settembre 1959 [14] vedi sotto [15]
VI Mostra nazionale d'arte contemporanea Palazzo Sersanti 18 settembre – 9 ottobre 1960 vedi sotto
VII Mostra nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 18 settembre – 19 ottobre 1965 vedi sotto [16]
VIII Mostra nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 24 settembre-24 ottobre 1966 vedi sotto [17]
IX Mostra nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 16 settembre – 16 ottobre 1967 vedi sotto
X Mostra nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 15 settembre – 14 ottobre 1968 Commissione vedi sotto [18]
XI Mostra nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 14 settembre – 14 ottobre 1969 [19] vedi sotto
XII Mostra nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 27 settembre – 27 ottobre 1970 [20] vedi sotto [21]
XIII Biennale nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 30 settembre – 30 ottobre 1972 [22] vedi sotto [23]
XIV Biennale nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 5 ottobre - 4 novembre 1974 [24] vedi sotto [25]
XV Biennale nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 9 ottobre - 14 novembre 1976 [26] vedi sotto [27]
XVI Biennale nazionale d'arte figurativa Auditorium Cassa di Risparmio 31 ottobre - 3 dicembre 1978 vedi sotto
Fonte: «Il Nuovo Diario», settimanale di Imola.

Partecipazioni significative

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Partecipazioni degli artisti più rappresentativi
Nome 1946 1947 1948 1949 1959 1960 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1972 1974 1976 1978
Pietro Annigoni P[28]
Luigi Bartolini
Aldo Borgonzoni
Giovanni Brancaccio
Massimo Campigli
Domenico Cantatore
Carena[29]
Felice Carena [30]
Carlo Carrà
Bruno Caruso
Felice Casorati
Bruno Cassinari P[31]
Giovanni Colacicchi
Carlo Corsi
Giorgio De Chirico [32] [33]
Armando De Stefano
Raffaele De Grada
Filippo De Pisis
Umberto Folli
Achille Funi
Franco Gentilini
Emilio Greco
Virgilio Guidi
Renato Guttuso
Carlo Levi
Antonio Ligabue [34]
Mino Maccari
Paolo Manaresi
Giuseppe Migneco
Giorgio Morandi
Enrico Paulucci
Fausto Pirandello
Guglielmo Pizzirani
Domenico Purificato
Giovanni Romagnoli
Rossi[35]
Attilio Rossi
Ilario Rossi
Bruno Saetti
Aligi Sassu
Pio Semeghini
Luigi Servolini [36]
Gino Severini [37]
Mario Sironi
Ardengo Soffici
Orfeo Tamburi
Cleto Tomba
Fiorenzo Tomea [38]
Arturo Tosi
Mario Tozzi
Ernesto Treccani
Remo Wolf
Nome 1946 1947 1948 1949 1959 1960 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1972 1974 1976 1978
Fonte: «Il Nuovo Diario», settimanale di Imola.
  1. ^ M. Bacci, p. 15.
  2. ^ Il battesimo di Cristo-Baracca, su alfonsinemonamour.racine.ra.it. URL consultato il 16 settembre 2021. La chiesa di S. Maria fu di nuovo ridotta in macerie durante la Seconda guerra mondiale. Nei primi anni 1970, un ex aviatore americano rintracciò Margotti e lo convinse a ridipingere l'opera a memoria. Aveva partecipato ai bombardamenti dell'aprile 1945, si era sentito in parte responsabile delle distruzioni causate e si offrì di caricarsi delle spese. Margotti accettò: era il 1974. L'opera è visibile nella nuova Chiesa di Santa Maria ad Alfonsine.
  3. ^ M. Bacci, p. 23.
  4. ^ M. Bacci, p. 29.
  5. ^ I luoghi dell'arte contemporanea in Emilia-Romagna (PDF), su online.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 25 marzo 2021.
  6. ^ Anacleto Margotti, su arteromagna.it. URL consultato il 13 marzo 2021.
  7. ^ M. Bacci, p. 63.
  8. ^ M. Bacci, p. 72.
  9. ^ Anacleto Margotti, pittore imolese, su bim.comune.imola.bo.it. URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2020).
  10. ^ M. Bacci, p. 74.
  11. ^ Massimo Mongardi, Inaugurati i lavori di restauro della tomba del pittore Anacleto Margotti, su Leggilanotizia, 15 giugno 2022. URL consultato il 26 agosto 2022.
  12. ^ a b c Il periodo coincide con la Fiera del Santerno, manifestazione che richiama ad Imola un consistente flusso di visitatori.
  13. ^ Un servizio sulla mostra andò in onda sulla Rete Azzurra il 30 agosto.
  14. ^ Viene formata una commissione per selezionare le opere d'arte da esporre. La mostra di quest'anno è dedicata agli artisti figurativi. Sono invitati i pittori che abbiano partecipato ad almeno tre Biennali di Venezia, tre Quadriennali di Roma e vinto premi in Mostre nazionali. Ogni artista può esporre due pitture e un disegno.
  15. ^ Armando Spadini, Lorenzo Viani, Arturo Tosi, Raffaele De Grada, Filippo De Pisis, Ottone Rosai.
  16. ^ La rassegna di quest'anno è dedicata al settimo centenario della nascita di Dante Alighieri.
  17. ^ L'evento ha ottenuto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica ed è sostenuto da un Comitato d'onore presieduto dal Presidente del Consiglio Aldo Moro.
  18. ^ La rassegna si apre con tre personali di grafica: Pio Manzù, Bruno Cassinari e Renzo Biasion.
  19. ^ La Commissione è composta dai pittori e critici: Renzo Biasion, Gastone Breddo, Corrado Corazza, Margotti e Luigi Servolini.
  20. ^ La Commissione è composta dai critici Mario Lepore, giornalista del Corriere d'Informazione, Raffaele De Grada e Attilio Rossi. In Giuria: Renzo Biasion, Gastone Breddo, Corrado Corazza, Luigi Servolini e lo stesso Margotti.
  21. ^ Cantatore, Brancaccio e Greco si recano a Imola per visitare personalmente la mostra. Recensioni appaiono sulla stampa nazionale (il «Corriere della Sera» tra i quotidiani, «Grazia» e «Gente» tra i rotocalchi). Margotti viene intervistato dalla Rai.
  22. ^ Stessi nomi del 1970.
  23. ^ Prefazione di Raffaele De Grada.
  24. ^ Componenti: Biasion, Breddo, Virginio Ciminaghi, Corazza, Domenico Purificato, Attilio Rossi, Servolini e Margotti.
  25. ^ Omaggi al pittore Achille Funi e allo scultore Domenico Rambelli, scomparsi nel 1972.
  26. ^ Componenti: Biasion, Breddo, De Grada, Purificato, Attilio Rossi, Servolini e Margotti.
  27. ^ Fausto Pirandello, Alfredo Romagnoli, Giovanni Brancaccio e Antonio Corazza.
  28. ^ Viene allestita una sua mostra personale.
  29. ^ Non è indicato il nome. Quindi non è possibile sapere se fosse Felice (1879) o Primo (1910).
  30. ^ Il pittore morì il 10 giugno dello stesso anno.
  31. ^ Apre la Mostra una sua personale di grafica.
  32. ^ Partecipa anche alla sezione di Arte sacra con un suo disegno.
  33. ^ Scompare il 20 novembre 1978, a mostra ancora aperta.
  34. ^ Il pregiatissimo pittore era scomparso da appena un anno.
  35. ^ Non è indicato il nome. Quindi non è possibile sapere se fosse Attilio o Ilario.
  36. ^ Compare un suo scritto nel Catalogo.
  37. ^ Severini era morto nel febbraio dello stesso anno.
  38. ^ Morì il 16 novembre 1960, un mese dopo la chiusura della Mostra.
  • Anacleto Margotti, Collezioni d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, a cura di Matteo Bacci, Imola, La Mandragora, 2013.
  • Raccolta d'arte Margotti. Cassa di Risparmio di Imola. Catalogo. Imola 1975
  • Catalogo online Artgate Archiviato il 16 maggio 2016 in Internet Archive. della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA.

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