Amleto (film 1990)

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Amleto
Amleto con il teschio di Yorick
Titolo originaleHamlet
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Francia, Regno Unito
Anno1990
Durata131 min
Generedrammatico
RegiaFranco Zeffirelli
SoggettoWilliam Shakespeare (tragedia)
SceneggiaturaChristopher De Vore, Franco Zeffirelli
ProduttoreDyson Lovell
Produttore esecutivoBruce Davey
Distribuzione in italianoPenta Film
FotografiaDavid Watkin
MontaggioRichard Marden
Effetti specialiIan Wingrove
MusicheEnnio Morricone
ScenografiaDante Ferretti, Michael Lamont, Francesca Lo Schiavo
CostumiMaurizio Millenotti
TruccoFranco Corridoni
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Amleto è un film del 1990 diretto da Franco Zeffirelli, tratto dalla tragedia omonima di William Shakespeare, interpretato, tra gli altri, da Mel Gibson, Glenn Close e Helena Bonham Carter.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Amleto, principe di Danimarca, sa che suo padre è stato ucciso a tradimento dal fratello che ne ha usurpato il trono e sposato la moglie. Ora Gertrude, la madre di Amleto, siede sul trono a fianco di Claudio, l'assassino di suo marito, e il giovane principe medita la vendetta; per compiere il suo piano non esita a sacrificare l'amore che la giovane Ofelia prova per lui. Il principe si fa credere pazzo e la giovane donna ne soffre fino a morirne. La tragedia intanto incombe sul trono degli usurpatori e viene scatenata nel momento in cui degli attori girovaghi arrivano a palazzo: Amleto fa loro mettere in scena un dramma che ricalca la sua vicenda familiare. La vendetta sarà inesorabile, come una tempesta, e porterà tutti (tranne l'amico Orazio) nella tomba, vendicatore compreso.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Prodotto dalle società Canal+, Carolco Pictures, Icon Entertainment International, Marquis, Nelson Entertainment, Sovereign Pictures e Warner Bros. Pictures.

Il film venne girato in varie località della Scozia (fra cui Aberdeenshire, Blackness Castle, Blackness e Falkirk), nel castello di Dover, altri luoghi dell'Inghilterra e Thionville, Francia. Le riprese durarono dal 23 aprile al 14 giugno 1990.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Data di uscita[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne distribuito in varie nazioni, fra cui:[2]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha incassato un totale di 20.710.451 dollari negli USA,[3]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Spiazza inizialmente con impeto[4] lo spettatore che lentamente si abitua alla narrazione atipica del dramma,[5] veloce come se si stesse viaggiando su un'«autostrada a tre corsie»[6] grazie anche alla buona recitazione dei vari interpreti che si cimentano in tutte le sfaccettature dei personaggi interpretati,[7] anche con i vari tagli inevitabili alla trama[8]

Doppiaggio italiano[modifica | modifica wikitesto]

La direzione del doppiaggio è stata eseguita da Pino Colizzi e i dialoghi sono stati adattati da Masolino D'Amico. Giancarlo Giannini (voluto da Zeffirelli mentre Colizzi avrebbe scelto la sua voce abituale Claudio Sorrentino) e Sonia Scotti (doppiatori di Mel Gibson e Glenn Close nel film) avevano gia doppiato gli stessi personaggi nell'ultima puntata della seconda stagione della serie tv BBC Television Shakespeare, dedicata proprio alla tragedia; ma Amleto a quell'epoca era interpretato da Derek Jacobi mentre Gertrude era interpretata da Claire Bloom. Un'altra coincidenza è che Giannini aveva già doppiato altri due film dello stesso Zeffirelli, Romeo e Giulietta e Fratello sole, sorella luna, rispettivamente gli attori Leonard Whiting (Romeo) e Graham Faulkner (San Francesco).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 12 aprile 2020.
  2. ^ Info sulle date di uscita
  3. ^ Amleto: Incassi Usa, su Box Office Mojo. URL consultato il 23 novembre 2010.
  4. ^ Gian Luigi Rondi, Il Tempo
  5. ^ Alfio Cantelli, Il Giornale
  6. ^ Morando Morandini, Il Morandini 2010, Laura Morandini, Mauro Tassi, Zanichelli, 2010, p. 68, ISBN 978-88-08-30176-5.
  7. ^ Giovanni Grazzini, Il Messaggero
  8. ^ Tullio Kezich, Il Corriere della Sera.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Morando Morandini, Il Morandini 2010, Laura Morandini, Mauro Tassi, Zanichelli, 2010, ISBN 978-88-08-30176-5.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN198561701 · LCCN (ENnr2003017725 · GND (DE4763735-3 · BNF (FRcb164612221 (data)
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