Modulo (calcio)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da 2-2-6)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Una formazione d'attacco (in maglia gialla) con modulo a "W" - Museo della Storia del Genoa, Genova.

Il modulo è, nel calcio, la disposizione in campo dei giocatori di una squadra e viene deciso dall'allenatore.[1]

Al calcio d'inizio, ogni formazione schiera 11 giocatori in campo: un portiere (la cui natura statica lo esclude dal conteggio del modulo) e 10 calciatori "di movimento".[2] La numerazione quantifica gli uomini presenti in ciascun reparto (quelli con 4 cifre differenziano i mediani dai trequartisti, oppure mettono in risalto la posizione del libero), partendo dalla difesa: per esempio con 3-5-2 si indica la presenza di 3 difensori, 5 centrocampisti e 2 attaccanti; il 4-2-3-1 designa 4 difensori, 2 centrocampisti difensivi, 3 centrocampisti offensivi e 1 attaccante; 1-3-3-3 sta a specificare il libero arretrato, dietro ai 3 difensori (i quali diventano così la seconda linea).[1] Sebbene il numero di combinazioni - soprattutto equilibrate[3] - sia limitato, l'evoluzione dello sport ha comportato la nascita di nuovi schemi e schieramenti da adottare nel corso della gara[4]: una squadra può infatti passare dall'accorto e difensivo 5-4-1, ad un più spregiudicato ed offensivo 4-3-3 durante l'incontro.[1][5]

L'impiego di un modulo in luogo di un altro può venire dettato, oltre che dalle circostanze, dalle caratteristiche dei calciatori a disposizione[6] e dalla filosofia di gioco dell'allenatore.[7]

Infine, è utile tenere presente che la disposizione tattica indicata con un modulo ha un mero fine rappresentativo ed esemplificativo: si utilizza per descrivere sinteticamente la generale posizione in campo dei calciatori, la quale tuttavia può discostarsi (anche di molto) dallo schema iniziale durante le fasi di una partita (possesso palla, copertura, transizioni[8] tra le fasi e palle inattive).[9][10]

Gli albori: il Kick and Rush anglosassone

[modifica | modifica wikitesto]

Nell'epoca del calcio pionieristico, dalla nascita e codifica dello sport (26 ottobre 1863[11]) fino agli anni 1880, non esistevano veri e propri moduli: si cercava di tenere la palla più lontana possibile dalla propria porta, con pochi difensori ad assolvere tale compito e una schiera di attaccanti che tentavano di segnare - da qui l'espressione Kick and Rush (inglese: "calcia e corri").[12] I moduli arcaici erano: 0-10 (portiere e poi gli altri calciatori su una stessa linea)[13] e 1-9 (un difensore che si staccava e indietreggiava rispetto al reparto d'attacco).[13] Tuttavia, complice la tecnica poco raffinata, i campi da gioco britannici spesso pesanti e i palloni irregolari[14][15], le partite si risolvevano con pochi gol: nei primi sei incontri - ufficiali e non - fra Scozia e Inghilterra si misero a referto solamente nove marcature.[16][17]

Un'illustrazione della partita Scozia-Inghilterra all'Hamilton Crescent di Patrick, sobborgo di Glasgow

La prima partita internazionale della storia fu disputata a Glasgow il 30 novembre 1872 tra l'Inghilterra e la Scozia: gli inglesi adottarono il modulo 1-1-8, ovvero un difensore (back o fullback, cioè "indietro" o "tutto indietro"), un centrocampista (halfback, cioè "mezzo indietro") e otto attaccanti (forwards, cioè "avanti"); lo schema scozzese fu un più prudente 2-2-6.[16] A dispetto della vocazione ultraoffensiva delle due formazioni, la gara terminò 0-0.[16][18][19]

Il Passing Game e la "piramide di Cambridge"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Piramide (calcio).

Nella seconda metà degli anni 1880, si passò dal Dribbling Game ("gioco del dribbling", nel quale ogni calciatore in possesso della palla portava avanti l'iniziativa individualmente cercando di scartare gli avversari) al Passing Game: lo sviluppo dell'azione diventava più manovrato e i passaggi per tessere le trame di gioco più precisi, anziché semplici rilanci lunghi.[12] Si rese allora necessaria un'organizzazione tattica migliore, al fine di portare la palla dalla difesa all'attacco. Inoltre serviva una certa collaborazione tra i diversi reparti e la specializzazione di un giocatore in un ruolo nel quale era più abile.[20] Nel 1887 a Cambridge, presso l'università, si pensò a disporre gli atleti a formare un triangolo sul terreno di gioco, formazione nota con il nome di "piramide di Cambridge": il vertice era il portiere e la base gli attaccanti.[20]

Manifesto di un incontro di calcio del 1887, nel quale si evidenzia la disposizione dei giocatori in campo

I reparti della "piramide" che si disegnavano idealmente sul campo da calcio erano tre: la prima linea (gli attaccanti), la linea di mezzo (i centrocampisti, detti appunto mediani) e la terza linea (i difensori, che in Italia furono chiamati anche "terzini").[20] Questo modulo, in cifre 2-3-5, era più accorto dei predecessori e la numerazione che designava i calciatori divenne quella di riferimento per gli schemi futuri: il numero 1 era il portiere, il 2 e il 3 i terzini destro e sinistro; dal 4 al 6 i mediani, il 7 e l'11 le ali destra e sinistra, mentre dall'8 al 10 gli attaccanti centrali.

La prima numerazione utilizzata nel calcio mondiale
Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema (calcio).

Si continuò a disporre i calciatori con la "piramide" per alcuni decenni, nonostante il gioco mutasse costantemente: nel 1912 fu impedito ai portieri di intervenire con le mani fuori dalla propria area di rigore[21]; nel 1920 l'organo internazionale che redigeva le regole del calcio, la IFAB, tolse il fuorigioco sulle rimesse laterali.[21] Ma il 25 giugno 1925[22] il fuorigioco cambiò radicalmente: per essere in posizione regolare non servivano più tre avversari (incluso il portiere) tra la palla e la linea di fondo, ma soltanto due (come ancora oggi).[21]

Lo schieramento del "Sistema" con le lettere WM in evidenza

Questa rivoluzione rese necessario infoltire il reparto difensivo, per evitare che i molti attaccanti potessero trovarsi in gioco contro un solo terzino.[20] Fu nell'estate del 1925 che l'allenatore dell'Arsenal Herbert Chapman, su suggerimento del suo centravanti Charlie Buchan[22], decise di arretrare un mediano portandolo sulla linea dei difensori ed allargando i terzini sulle fasce.[22][23] Inoltre, per non sguarnire il centrocampo, avvicinò alla zona centrale due attaccanti trasformandoli in mezzali (inside forwards, interni avanti), i quali potessero aiutare in copertura e rifinire per i finalizzatori.[22][23] Nacque il "Sistema" (Chapman System, numericamente un 3-2-2-3)[20], noto anche come "WM"[20] (dallo schieramento dei reparti d'attacco e di difesa) o Carpet Football[20], ovvero "calcio sul tappeto", poiché prediligeva il gioco rasoterra anziché gli ormai superati lanci lunghi.[23] Questa nuova disposizione metteva in risalto le qualità nei duelli uno contro uno dei calciatori e portò il gioco ad essere più spettacolare e ricco di gol.[22]

Il "Metodo" e la "scuola danubiana"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Metodo (calcio) e Wunderteam.

Mentre nel mondo anglosassone si utilizzava il "Sistema", in Italia, anche per le diverse caratteristiche tecniche e atletiche dei calciatori[20], Vittorio Pozzo ideò una variante tattica che diventerà popolare e si rivelerà vincente: il "Metodo".[20] Oltre ad arretrare due attaccanti sulla trequarti, dando vita alle mezzali come nelle intenzioni di Chapman, l'allenatore torinese decise di abbassare due mediani, disponendo la difesa con quattro giocatori.[24] Rimaneva un solo calciatore a centrocampo per dare equilibrio alla squadra ed impostare la manovra: il "centromediano metodista" (chiamato anche "centrosostegno").[20] Vero e proprio regista ante litteram[20], doveva essere dotato di corsa e un buon piede, per innescare le mezzali e gli attaccanti.[20] Numericamente si otteneva così un 2-3-2-3.

Formazione che utilizza il "Metodo"

Questo modulo, noto anche come "WW" (sul terreno di gioco la posizione dei calciatori disegnava queste lettere), portò l'Italia a cinque trionfi internazionali tra il 1927 e la Seconda guerra mondiale.[25]

In Europa centrale prese piede contemporaneamente una sintesi tra il "Sistema" d'oltremanica e il "WW" italiano[26]: la scuola danubiana[26], che nacque grazie alle innovazioni tattiche di Hugo Meisl, commissario tecnico dell'Austria per oltre venti anni.[24] Collaborando con Jimmy Hogan[27] (allenatore che lavorò in Austria, Ungheria e Svizzera tra il 1912 e il 1934), Meisl adottò il "Metodo", ma aggiustandolo agli interpreti del suo Wunderteam (la "squadra delle meraviglie" austriaca che impressionò il mondo[28] e fu fermata solo dall'anschluss della Germania nazista).[24][29] Il calcio danubiano era prudente sotto la metà campo, dinamico e imprevedibile in fase d'attacco.[28]

Lo stesso argomento in dettaglio: Karl Rappan.

Negli anni trenta, in un periodo di grande fermento per le tattiche calcistiche, si fece strada un modulo che sarebbe stato ripreso nel secondo dopoguerra: il Verrou, o "catenaccio svizzero".[30][31] Karl Rappan, allenatore prima del Servette e della Svizzera poi, dispose la squadra con un difensore arretrato dietro la linea dei terzini: il suo 1-3-3-3 si basava sui ruoli del libero (regista "basso", che copriva le falle della difesa) e dello stopper (marcatore puro che si occupava del centrattacco avversario).[31]

La tattica del Verrou

Sebes e il "centravanti arretrato"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Squadra d'oro.

Sulle sponde del Danubio, prendendo il la dalla nazionale austriaca delle meraviglie[27][32], verrà alla luce un nuovo concetto di calcio: Gusztáv Sebes, selezionatore dell'Ungheria che passerà alla storia come "Squadra d'oro", alla fine degli anni quaranta inventa il ruolo di "centravanti arretrato" (o "di manovra").[33][34][35] Lo schieramento rifletteva quello di Chapman, congeniale alla qualità assoluta dei solisti magiari, ma Sebes lo perfezionò avvicinando il centravanti ai mediani, così da creare spazio agli interni, i quali diventavano due attaccanti puri.[33] Si veniva a creare sul terreno di gioco una "doppia M" (anche nota come "MM" oppure in cifre: 3-2-3-2).[36]

Squadra disposta con il 3-2-3-2: il numero 9 è il "centravanti di manovra"

Le evoluzioni sudamericane

[modifica | modifica wikitesto]

Di pari passo con le innovazioni tattiche europee, i moduli cambiarono anche in Sudamerica: alla fine degli anni quaranta nacquero la Diagonal[37] e il 4-2-4.[30]

Lo stesso argomento in dettaglio: Diagonal.

La Diagonal è un 3-2-2-3 con il centrocampo obliquo: un mediano si "abbassa" verso i difensori, mentre una mezzala avanza verso gli attaccanti.[38] Si formano due diagonali: una fra un terzino e i mediani; l'altra fra le mezzali e un'ala.[38]

Una squadra schierata con la Diagonal
Lo stesso argomento in dettaglio: 4-2-4.

Il 4-2-4 fu utilizzato per la prima volta dall'allenatore ungherese Márton Bukovi[39], ma attecchì in Brasile: la Seleção, anche grazie a questo schema, vinse i campionati mondiali nel 1958[30][40], nel 1962[41] e nel 1970.[42][43] Due terzini larghi dànno la spinta in fase di possesso palla, le ali forniscono assist e cross per le punte centrali.[44]

La disposizione dei calciatori con il modulo 4-2-4

Il calcio brasiliano fatto di spensieratezza, divertimento ed estetica diventò famoso come jogo bonito (dal portoghese: "bel gioco").[45]

Il "Catenaccio"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Catenaccio (calcio).

Se da un lato nel calcio si sperimentavano moduli per rendere l'attacco più efficace, dall'altro c'era la ricerca di blindare la difesa[46], così da incassare meno gol possibile: fu così che ebbe origine il "Catenaccio", aggiornamento del Verrou svizzero (del quale ricalcava lo schieramento 1-3-3-3).[47] Maestri di questa modalità di disporsi in campo furono gli italiani[46]: la difesa, guidata dal libero[47], faceva largo uso della cosiddetta "tattica del fuorigioco" (movimenti precisi e repentini per lasciare gli attaccanti avversari in posizione irregolare)[46]; il centrocampo si fondava sul dinamismo, per trasformare l'azione da difensiva in offensiva tramite il "contropiede".[48][49]

Il "calcio totale"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Calcio totale.

Tra gli anni sessanta e gli anni settanta le partite si decidevano prevalentemente a centrocampo[50]: per tenere lontano l'attacco dalla propria porta, si preferiva lottare in una zona meno pericolosa, di congiunzione tra le due fasi.[50] Fu in questo periodo che Rinus Michels riprese un'idea di calcio già adottata da alcune squadre sporadicamente nelle decadi precedenti[51]: cioè scardinare il dogma dei reparti e impostare una tattica che portasse tutti gli interpreti ad attaccare e difendere come un solo uomo.[50][51] Il pressing sistematico e a tutto campo, il fallo tattico per spezzare la ripartenza avversaria, la linea difensiva alta e la fantasia dei calciatori in fase offensiva furono le armi di questo stile di gioco[51], il quale prese il nome di "calcio totale" (noto anche con la parola olandese totaalvoetbal, in quanto teorizzato nei Paesi Bassi).[51] Il modulo di partenza era il 4-3-3[52], nel quale il centravanti era l'uomo chiave[51]: diventava il regista "alto", il quale poteva impostare l'attacco, rifinire, finalizzare ed aveva completa libertà di movimento.[51]
Questo modo di interpretare il calcio fu reso possibile da un maggior lavoro atletico durante gli allenamenti, ritmi di gioco più alti, buona cifra tecnica dei singoli, occupazione intelligente degli spazi e interscambio dei ruoli.[50]

La "zona mista" e il 4-4-2

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Zona mista.

Per arginare la spregiudicatezza del "calcio totale" e del jogo bonito, ma senza adottare un troppo difensivista "Catenaccio", in Italia si sperimentò la "zona mista"[53]: questa tattica molto duttile[53] si basava su una sorta di 3-5-2[53], in cui i tre difensori centrali e il mediano marcavano a uomo i diretti avversari[54], mentre gli altri si occupavano della zona di campo di loro competenza.[53][54]

Squadra schierata con la "zona mista"

Noto anche come "calcio all'italiana"[53], poiché sviluppatosi nel bel paese, la "zona mista" introduceva due ruoli innovativi: il "terzino fluidificante"[54] (nell'immagine con il numero 3) - che doveva avere la corsa e la resistenza per percorrere tutta la fascia, così da supportare le sortite offensive[54] - e l'"ala tornante"[54] (anche detta "ala tattica"[53], nell'immagine con il 7) - l'esterno opposto che ripiegasse in copertura per dar manforte alla difesa.[54]

Mentre in Inghilterra nacque il Pass and Move[54] ("passa e muoviti") - concetto calcistico che prevedeva un costante e fluido movimento dei giocatori, per smarcarsi, velocizzare l'attacco e rendere meno prevedibile la manovra[54] - in Unione Sovietica Viktor Maslov inventò il 4-4-2.[55][56] Schieramento ordinato e simmetrico[54], pose le basi per un'innovazione italiana: il 4-4-2 "in linea" (o "classico"), nel quale cioè i due centrocampisti centrali si posizionano uno a fianco all'altro. Questo diventò il modulo di riferimento dalla fine degli anni ottanta a tutti gli anni novanta.[57]

Il 4-4-2 "in linea"
Lo stesso argomento in dettaglio: 4-4-2.

Arrigo Sacchi rivoluzionò il calcio[55][58] fondendo i princìpi basilari del "calcio totale", il possesso palla del Pass and Move e l'organizzazione difensiva italiana.[55] Il 4-4-2 fu espresso ai massimi livelli.[56] I movimenti da tradurre durante le gare ufficiali dovevano essere provati e ripetuti in allenamento così da essere automatici e perfetti[58], gli interpreti di ogni ruolo dovevano cambiare mentalità[59] ed aiutare il proprio e gli altri reparti, privilegiando il gruppo per far emergere le qualità del solista.[56][60] Presero forma il "raddoppio di marcatura"[58] (un giocatore aiuta un suo compagno a contenere un avversario in possesso della palla[61]) e la "diagonale difensiva"[58] (una linea si sposta compatta in diagonale per dare protezione alla porta ed evitare pericolosi passaggi centrali[58]). Il modulo adottato fu il 4-4-2 "classico", con terzini abili nel proporsi al cross, ali che si sacrificassero in fase di copertura e due attaccanti che pressassero e fossero i primi difensori.[55]

Ultimi aggiustamenti: trequartisti, Tiki-taka e il ruolo del portiere moderno

[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni novanta in poi, il calcio - di pari passo con gli altri sport - ha accentuato agonismo, velocità e tecnica individuale.[62] Si è passati da un eccesso di attaccanti (dalla metà del diciannovesimo secolo fino agli anni quaranta), ad uno di difensori (anni cinquanta-settanta), per poi assestarsi su un equilibrio dato dai molti centrocampisti ed infine ai giocatori adatti ad entrambe le fasi e funzionali all'applicazione di un calcio completo.[63] Questo ha portato ad avere meno margini per le invenzioni rivoluzionarie, senza però impedire un continuo aggiornamento degli schemi e delle tattiche.[64]

Lo stesso argomento in dettaglio: Trequartista.

Per mettere in difficoltà i reparti avversari in fase d'attacco si è resa utile la posizione del "trequartista"[65] (detto anche "rifinitore" o "mezzapunta"[66]): ponendosi a metà strada tra l'attacco e il centrocampo, opera in una zona di conflitto, per la quale è difficile trovare una contromisura efficace.[65] Innesca le punte, disturba il mediano o il regista avversario e può arrivare alla conclusione.[65] Tipicamente è il fantasista della squadra, l'uomo di maggior talento[65], che aggiunge imprevedibilità e può svariare su tutto il fronte offensivo.[65]

Il 4-3-1-2, anche 4-4-2 "a rombo" o "a diamante", prevede l'utilizzo di un trequartista, vertice "alto" del centrocampo

Questo ruolo fu messo da parte nell'epoca del 4-4-2 "classico"[65] e riscoperto proprio come grimaldello tattico che scardinasse anche difese ordinate e affiatate.[65]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tiki-taka.

Negli anni duemila e duemiladieci in Spagna prese forma il Tiki-taka (in spagnolo Tiqui-taca, parola onomatopeica), modello di calcio che si rifaceva al passato, messo in atto per la prima volta da Luis Aragonés[67]: si contrastava una fisicità ormai esasperata con una rete fitta di passaggi, eseguita da tutta la squadra.[68] Spesso i calciatori erano brevilinei, dotati di grande tecnica e cambio di passo.[69][70] Le qualità necessarie erano capacità di palleggio e inserimento, ma anche grande pressing[69][70] e coperture preventive (per evitare che la squadra avversaria recuperasse la sfera e si lanciasse in contropiede agevolmente).[71]
Maestro di questo modo di intendere il gioco è stato Josep Guardiola[70], il quale ha anche riscoperto il ruolo definito falso nueve ("finto nove", ovvero finto centravanti)[72]: senza una punta centrale vera e propria, agli avversari manca il punto di riferimento da marcare e si creano più spazi da attaccare.[72]

Lo stesso argomento in dettaglio: Portiere (calcio) § Storia.

Il ruolo più peculiare del calcio[73], quello del portiere, ha subìto grandi modifiche nei decenni: dal 1992 non può toccare il pallone con le mani dopo un retropassaggio[74][75] e dal 1997 neanche dopo la rimessa laterale di un compagno[76]; nel 2019 è stata inoltre introdotta una variazione regolamentare per la ripresa del gioco da rinvio dal fondo o da punizione all'interno dell'area di rigore.[77] Questo ha cambiato i compiti dell'estremo difensore[78], il quale è diventato un giocatore "di movimento" aggiunto in fase di possesso palla, entrando di fatto nel modulo di una squadra.[79] Fa partire la trama offensiva[73][80], riceve passaggi per alleggerire la pressione avversaria sulla difesa[80] ed è il centro nevralgico della costruzione dal basso.[78][80]

Squadra schierata con il 5-4-1

Di seguito vengono illustrati i moduli più utilizzati nel calcio (ordinati in base al numero di difensori). Oltre ad essi esistono schieramenti estemporanei[81][82], messi in pratica agli albori del calcio[83] oppure solo a partita in corso, o sporadicamente in caso di necessità, come ad esempio il 6-3-1[84][85], non inseriti in questa lista.

Per una descrizione dettagliata di ciascun modulo, si rimanda alle singole voci.

  1. ^ a b c Claudio Ferretti e Augusto Frasca, Enciclopedia dello Sport, Garzanti Libri, 2008, p. 1670, ISBN 9788811505228.
  2. ^ Sebastiano Vernazza e Franco Valdevies, È proprio vero, in 10 si gioca meglio, in La Gazzetta dello Sport, 29 gennaio 2008.
  3. ^ Filippo Cerri, Giampaolo: "Il modulo sposta poco, serve equilibrio. I nuovi non sono meglio dei vecchi", su tribuna.com. URL consultato il 24 aprile 2021.
  4. ^ Donato Bulfon, L'opinione: "I rossoneri possono cambiare modulo a gara in corso", su pianetamilan.it, 20 ottobre 2018. URL consultato il 25 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2019).
  5. ^ Fabio Barcellona, Dizionario tattico: i moduli fluidi, su ultimouomo.com, 14 novembre 2018.
  6. ^ Massimo Putzu, Marcolini, neo mister dei grigi: "Il modulo in base ai giocatori, non viceversa. Adesso bisogna badare al sodo", su lastampa.it, 22 novembre 2017.
  7. ^ Quando è il modulo che fa l'allenatore, su m.calciomercato.com. URL consultato il 24 aprile 2021.
  8. ^ Federico Aquè, Le transizioni, su ultimouomo.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  9. ^ Fabio Barcellona, I moduli fluidi, su ultimouomo.com. URL consultato il 24 aprile 2021.
  10. ^ Luciano La Camera, Schemi di Gioco nel Calcio, su topallenatori.it. URL consultato il 24 aprile 2021.
  11. ^ (EN) Ben Judge, 26 October 1863: the Football Association is founded, su moneyweek.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  12. ^ a b Gabriele Moretti, 5 da rivedere: l'evoluzione della tattica nel calcio moderno, su sportellate.it. URL consultato il 5 maggio 2021.
  13. ^ a b (ES) Análisis de la evolución de los sistemas de juego en el fútbol (I), su efdeportes.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  14. ^ I materiali del calcio, su football.it. URL consultato il 5 maggio 2021.
  15. ^ Gabriele Cantella, Storia del pallone da calcio, su starcasino.sport. URL consultato il 5 maggio 2021.
  16. ^ a b c Paul Mitchell, The first international football match, bbc.co.uk. URL consultato il 5 maggio 2021.
  17. ^ (EN) Bell's Life in London and Sporting Chronicle, Londra, 24 febbraio 1872, https://newspaperarchive.com/bells-life-in-london-and-sporting-chronicle-feb-17-1872-p-1/. URL consultato il 7 maggio 2021.
  18. ^ (EN) Andy Mitchell, First Elevens, the birth of international football, Andy Mitchell Media, 2012, ISBN 9781475206845.
  19. ^ (EN) Scotland v England 0:0, su scottishfa.co.uk. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2013).
  20. ^ a b c d e f g h i j k l Milo Zatti, Il "Sistema" ed il "Metodo": storia di due moduli leggendari, su 90min.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  21. ^ a b c (EN) Ten dates that changed the game (1925-present), su fifa.com, 25 febbraio 2004. URL consultato il 5 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2021).
  22. ^ a b c d e Alessandro Bassi, Chapman, l'uomo del futuro che reinventò il calcio: il sistema, i campi illuminati, i numeri sulle maglie e..., su m.calciomercato.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  23. ^ a b c Stefano Cavallaro, Allenatori nel pallone: Herbert Chapman e la tattica del sistema, su gazzettafannews.it. URL consultato il 5 maggio 2021.
  24. ^ a b c Simone Cola, GRANDI ALLENATORI #03: Pozzo, Meisl e l'avvento del "Metodo", su 1000cuorirossoblu.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  25. ^ Simone Valtorta, La Grande Italia calcistica degli anni Trenta, su storico.org. URL consultato il 6 maggio 2021.
  26. ^ a b A scuola dai maestri danubiani, su ilnobilecalcio.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  27. ^ a b Valerio Moggia, Padri e figli del Wunderteam, su pallonateinfaccia.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  28. ^ a b Francesco Albanesi, Il Wunderteam, la favolosa nazionale austriaca che dettò legge in Europa!, su footballstory.mondocalcionews.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  29. ^ (EN) Austria 1930s, su footballsgreatest.weebly.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  30. ^ a b c (ES) Análisis de la evolución de los sistemas de juego en el fútbol (II), su efdeportes.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  31. ^ a b Umberto De Marchi, IL CATENACCIO È NATO IN SVIZZERA, su rivistacorner.ch. URL consultato il 6 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2021).
  32. ^ (EN) Chris Bevan, Jimmy Hogan: The Englishman who inspired the Magical Magyars, su bbc.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  33. ^ a b (EN) Nándor Hidegkuti, su myfootballfacts.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  34. ^ (EN) The brains behind the Magical Magyars, su fifa.com. URL consultato il 6 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2011).
  35. ^ (EN) Andrew Young, Gusztáv Sebes’ Hungary 1953 Magical Magyars, su passion4fm.com. URL consultato il 6 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2021).
  36. ^ Dario Guglielmi, Filosofie del calcio: 3-2-3-2 o MM, su paneecalcio.com. URL consultato il 6 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2021).
  37. ^ 16 luglio 1950, il giorno del Maracanazo, su guerinsportivo.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  38. ^ a b Adalberto Bortolotti, Gianni Leali, Mario Valitutti, Angelo Pesciaroli, Fino Fini, Marco Brunelli, Salvatore Lo Presti, Leonardo Vecchiet, Luca Gatteschi, Maria Grazia Rubenni, Franco Ordine, Ruggiero Palombo, Gigi Garanzini, CALCIO - LA STORIA DEL CALCIO, su treccani.it, Treccani - Enciclopedia dello Sport (2002). URL consultato il 6 maggio 2021.
  39. ^ (EN) Jimmy Hogan, Marton Bukovi & The Evolution Of 4-2-4, su thehardtackle.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  40. ^ (EN) Tactics Through Time: The Brazilian 4-2-4, su stratmangaming.wordpress.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  41. ^ Giovanni Fasani, LE "SCARPE D'ORO" DEL 1962, su allafacciadelcalcio.blogspot.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  42. ^ Pelé il grande segreto del 4-2-4, su guerinsportivo.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  43. ^ Mauricio Cannone, Zagallo: «Il 4-2-4 lo giocavo già nel ' 58», su archiviostorico.gazzetta.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  44. ^ Elena Rossin e Maurizio Viscidi, Peculiarità del 4-2-4, su allenatoricalcio.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  45. ^ (EN) Enzo Karema, Joga Bonito – The Brazilian foundations of ‘The Beautiful game’, su elartedf.com. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2021).
  46. ^ a b c Francesco Scabar, L’evoluzione del calcio: primo non prenderle, il Catenaccio, su opinione-pubblica.com. URL consultato il 22 aprile 2021.
  47. ^ a b Mattia Fontana, LA STORIA DELLA TATTICA: DAL CATENACCIO AL CALCIO TOTALE, su eurosport.it. URL consultato il 6 maggio 2021.,
  48. ^ Federico Aquè, Breve storia del catenaccio, su ultimouomo.com. URL consultato il 6 maggio 2021.
  49. ^ Andrea Antonioli, C’ERA UNA VOLTA IL CATENACCIO, su rivistacontrasti.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  50. ^ a b c d (ES) Análisis de la evolución de los sistemas de juego en el fútbol (III), su efdeportes.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  51. ^ a b c d e f Antonio Gagliardi, Totaalvoetbal, su ultimouomo.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  52. ^ (EN) Sushen Mitra, The 4-3-3: A Revolution, Triangles and Arrogance, su footballparadise.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  53. ^ a b c d e f Diego Martinelli, Il 3-5-2: nascita e sviluppi di uno dei moduli più in voga del momento, su calciotactics.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  54. ^ a b c d e f g h i Nino Bianco, Parte 4: Il Calcio Totale, il Pass and Move, la Zona Mista e il 4-4-2 di Sacchi., su tatticasite.wordpress.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  55. ^ a b c d Mattia Fontana, LA STORIA DELLA TATTICA: DA SACCHI A GUARDIOLA, su eurosport.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  56. ^ a b c (EN) Jonathan Wilson, The end of forward thinking, su theguardian.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  57. ^ Fabio Barcellona, Perché non si usa più il 4-4-2?, su ultimouomo.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  58. ^ a b c d e Daniele V. Morrone, Come Sacchi ha cambiato il calcio, su ultimouomo.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  59. ^ (EN) Arrigo Sacchi: The Tactical Masters, su coachesvoice.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  60. ^ Licia Granello, SACCHI, CT MEGAFONO SACCHI, CT MEGAFONO, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  61. ^ IL RADDOPPIO DI MARCATURA, su fmprofessional.wordpress.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  62. ^ Giovanni Gaudiano, Rivellino: “Il calcio moderno è più veloce”, su magazinenapoli.it. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2021).
  63. ^ (ES) Análisis de la evolución de los sistemas de juego en el fútbol (IV), su efdeportes.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  64. ^ Alfonso Fasano, Si può inventare ancora qualcosa, nel calcio?, su rivistaundici.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  65. ^ a b c d e f g Fabio Barcellona, Il trequartista, su ultimouomo.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  66. ^ Federico Bisacchi, I ruoli del calcio - Centrocampista offensivo, su federicobisacchi.wordpress.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  67. ^ Giovanni Vasso, Calcio. Spagna in lutto. Addio ad Aragones l’inventore politicamente scorretto del tiki-taka, su barbadillo.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  68. ^ (EN) Sid Lowe, The definitive story of how Aragonés led Spain to Euro 2008 glory, su theguardian.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  69. ^ a b Marco Fava, Il Barcellona di Pep Guardiola: il trionfo del Tiki-Taka, su super6sport.it. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2021).
  70. ^ a b c Mario De Francesco, Analisi Tattica: il Barcellona di Pep Guardiola, su assoanalisti.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  71. ^ Renato Montagnolo, Chiusure preventive: cosa sono e come allenarle, su obiettivorganizzazione.it. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2021).
  72. ^ a b Alfredo Giacobbe, Il falso nove, su ultimouomo.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  73. ^ a b (EN) Sam Tighe, The Evolution of the Goalkeeper: What Makes the Perfect Modern-Day No. 1?, su syndication.bleacherreport.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  74. ^ Maurizio De Santis, Il retropassaggio è diventato una regola del calcio per colpa di una squadra, su fanpage.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  75. ^ La regola che cambiò il calcio, 25 anni fa: l’abolizione del retropassaggio al portiere, su ilnapolista.it, 26 giugno 2017. URL consultato il 7 maggio 2021.
  76. ^ Filippo Merchiori, Regola 15 – La rimessa laterale, su ilcalcioillustrato.it. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
  77. ^ Lorenzo Fontani, Rinvio dal fondo: la nuova regola che cambierà il calcio spiegata bene, su sport.sky.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  78. ^ a b Matteo Pilotto, Pensare con i piedi, su medium.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  79. ^ Fabrizio Capodici, Il portiere moderno: piedi buoni e gioco di squadra, su giocaacalcio.it. URL consultato il 7 maggio 2021.
  80. ^ a b c Claudio Savelli, L’importanza della costruzione dal basso, su rivistaundici.com. URL consultato il 7 maggio 2021.
  81. ^ Vanni Spinella, Calcio: dal 2-7-2 di Thiago Motta al 5-5-5 di Oronzo Canà, i moduli più pazzi della storia del calcio, su sport.sky.it. URL consultato il 10 maggio 2021.
  82. ^ Francesco Gregorace, Spalletti presenta il suo nuovo modulo: il 2-5-3… funziona eccome!, su calcioweb.eu. URL consultato il 10 maggio 2021.
  83. ^ (EN) Vikas Srivastava, The oldest formation: 1-1-8 and its other two variants, 1-2-7 and 2-2-6, su sportskeeda.com. URL consultato il 10 maggio 2021.
  84. ^ Mario Rossi, L'Atletico Madrid è stato sorpreso a utilizzare il modulo 6-3-1 contro il Chelsea già al 5 ° minuto della partita, su tribuna.com. URL consultato il 10 maggio 2021.
  85. ^ Jacopo Azzolini, Atletico Madrid bunker: il 6-3-1 di Simeone mata il Siviglia – ANALISI TATTICA, su calcionews24.com. URL consultato il 10 maggio 2021.
  86. ^ (EN) Donato Annessa, donnyannessa.wixsite.com, 10 gennaio 2019, https://donnyannessa.wixsite.com/website/post/secret-genius-2332.
  87. ^ Calcio: moduli di gioco (parte prima), su liberopensiero.eu, 14 ottobre 2014.
  88. ^ Simone Zanetti e Simone Cola, Moduli: Catenaccio, Forcone e Zona Mista, su 1000cuorirossoblu.it. URL consultato il 10 maggio 2021.
  89. ^ (EN) Jonathan Wilson, The Question: Is the 3-1-4-2 formation on the rise?, su theguardian.com, 13 dicembre 2011.
  90. ^ Manchester City-Chelsea, l'ultima invenzione di Guardiola: il 3-2-4-1, su gazzetta.it. URL consultato il 10 maggio 2021.
  91. ^ La Spagna di Vicente Del Bosque durante l'Europeo 2012 ha adottato in alcuni incontri questa tattica derivata dal Tiki-taka, priva di punte vere e proprie. (EN) Vince Siu, Euro 2012: 7 Strategies to Counter Spain's 4-6-0 Formation, su bleacherreport.com. URL consultato il 10 maggio 2021.
  • (EN) Andy Mitchell, First Elevens, the birth of international football, Andy Mitchell Media, 2012, ISBN 9781475206845.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Calcio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di calcio