Pala Sforzesca: differenze tra le versioni
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In una sfarzosa architettura ricca di elementi decorativi dorati si svolge una [[sacra conversazione]], con la Madonna col Bambino in trono al centro, circondata dai [[Dottori della Chiesa]]: [[sant'Ambrogio]], [[Papa Gregorio I|san Gregorio Magno]], [[Agostino di Ippona|sant'Agostino]] e [[san Girolamo]]. Due angeli volano in alto per porgere la corona ducale sulla testa di Maria, la quale ha un aspetto [[leonardesco]]. |
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Nel dipinto domina l'opulenza, a ricordare l'altissimo rango di Ludovico, con un'insistenza sui numerosi elementi decorativi che dovette piacere molto alla committenza. Lo stesso Ambrogio, patrono di Milano, mette una mano su Ludovico come per presentarlo al gruppo divino al centro, e il Bambino lo appoggia indirizzandogli la sua benedizione. |
Nel dipinto domina l'opulenza, a ricordare l'altissimo rango di Ludovico, con un'insistenza sui numerosi elementi decorativi che dovette piacere molto alla committenza. Lo stesso Ambrogio, patrono di Milano, mette una mano su Ludovico come per presentarlo al gruppo divino al centro, e il Bambino lo appoggia indirizzandogli la sua benedizione. |
Versione delle 14:41, 3 mag 2019
Pala Sforzesca | |
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Autore | Maestro della Pala Sforzesca |
Data | 1494-1495 |
Tecnica | tempera e olio su tavola |
Dimensioni | 230×165 cm |
Ubicazione | Pinacoteca di Brera, Milano |
La Pala Sforzesca è un dipinto a tempera e olio su tavola (230x165 cm) del Maestro della Pala Sforzesca, databile al 1494-1495 e conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano.
Storia
L'opera, di un maestro anonimo generalmente detto "della Pala Sforzesca" (attivo in Lombardia dal 1490 al 1520) è un po' l'emblema dell'epoca di Ludovico il Moro, che vi è ritratto con tutta la famiglia. Si tratta di un'opera dai chiari intenti politici, tesa a ribadire la legittimazione del potere dopo l'esautorazione alla morte di Gian Galeazzo Sforza (1494), l'erede legittimo di Galeazzo Maria Sforza.
La pala era destinata alla chiesa di Sant'Ambrogio ad Nemus a Milano ed entrò nel museo con le soppressioni, nel 1808.
Documenti d'archivio ne hanno confermato la commissione al 1494, ma non hanno sciolto l'enigma del nome dell'autore (tra le ipotesi c'è quella di Francesco Napoletano).
Descrizione e stile
In una sfarzosa architettura ricca di elementi decorativi dorati si svolge una sacra conversazione, con la Madonna col Bambino in trono al centro, circondata dai Dottori della Chiesa: sant'Ambrogio, san Gregorio Magno, sant'Agostino e san Girolamo. Due angeli volano in alto per porgere la corona ducale sulla testa di Maria, la quale ha un aspetto leonardesco.
Assistono alla scena, inginocchiati in un rigido profilo, Ludovico il Moro e sua moglie Beatrice d'Este, oltre ai due figlioletti Massimiliano, a sinistra, e Francesco, a destra, appena in fasce, oppure, più probabilmente visto le età dei bambini e la data di realizzazione dell'Opera, il figlio naturale del duca, Cesare Sforza, avuto dall'amante Cecilia Gallerani.[1]
Nel dipinto domina l'opulenza, a ricordare l'altissimo rango di Ludovico, con un'insistenza sui numerosi elementi decorativi che dovette piacere molto alla committenza. Lo stesso Ambrogio, patrono di Milano, mette una mano su Ludovico come per presentarlo al gruppo divino al centro, e il Bambino lo appoggia indirizzandogli la sua benedizione.
Note
- ^ Mauro Colombo, I figli di Ludovico il Moro nella Pala sforzesca, su milanoneisecoli.blogspot.it.
Bibliografia
- Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004. ISBN 88-370-2315-4
- AA. VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano 2004 ISBN 978-88-370-2835-0
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pala Sforzesca
Collegamenti esterni
- (EN) Una scheda sul dipinto, su wga.hu.