San Pietro martire tra i santi Nicola e Benedetto
San Pietro martire tra i santi Nicola e Benedetto | |
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Autore | Cima da Conegliano |
Data | 1505-1506 circa |
Tecnica | Olio su tavola |
Dimensioni | 330×216 cm |
Ubicazione | Pinacoteca di Brera, Milano |
San Pietro martire tra i santi Nicola da Bari e Benedetto con angelo musicante è un dipinto a olio su tavola (330x216 cm) di Cima da Conegliano, databile al 1505-1506 circa e conservato presso la Pinacoteca di Brera a Milano.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il dipinto fu commissionato da Benedetto Carlone, mercante di spezie, per l'altare di San Pietro Martire nella chiesa del Corpus Domini a Venezia, dove aveva disposto di venire sepolto. Arrivò a Brera nel 1811 con le soppressioni napoleoniche.
Descrizione e stile
[modifica | modifica wikitesto]Il modello di riferimento per la pala sono le sacre conversazioni di Giovanni Bellini, di toccante equilibrio, a cui Cima aggiunse la sua personale sensibilità per il paesaggio e per la resa della luce nitida e splendente, dimostrando una precoce adesione alle novità di Giorgione.
In una scenografia volta aperta sul paesaggio, san Pietro martire, riconoscibile per l'abito domenicano, il coltello in testa e la palma del martirio in mano, manda una benedizione dall'alto di un piediastallo, ai cui piedi sta un angioletto musicante, tema molto diffuso inventato dal Bellini.
Ai lati stanno i santi Nicola di Bari, riconoscibile per la veste vescovile e per le tre palle d'oro con cui salvò tre fanciulle povere dalla miseria, e san Benedetto, con la scura tonaca benedettina, il libro (che ricorda la Regola di ogni monaco) e il pastorale.
Benedetto era stato richiesto in quanto eponimo del committente, il mercante di spezie Benedetto Carlone, e Nicolò eponimo del padre già sepolto ai piedi dell'altare dedicato a Pietro martire, Il Carlone avrebbe desiderato anche una Madonna nel cielo ma l'artista scelse di non rappresentarla[1].
La lucerna che pende realisticamente dalla chiave di volta, perfettamente sull'asse del dipinto, rimanda a echi padovani, filtrati dal Bellini che a sua volta, in gioventù, li aveva appresi dal Mantegna.
Il paesaggio digrada dolcemente da destra verso sinistra, mostrando colli verdeggianti e montagne popolati da figurette fino al bordo di un lago (il Garda?). Con sensibilità viene riprodotto l'effetto di sbiadimento per gli oggetti più lontani, mentre il cielo presenta i bagliori dell'alba.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Errica Nardin, Le vicende artistiche della chiesa e del monastero del Corpus Domini di Venezia, in Saggi e Memorie di storia dell'arte, vol. 33, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 2009, p. 119.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano 2004. ISBN 978-88-370-2835-0
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sala VIII - Pinacoteca di Brera, su brera.beniculturali.it. URL consultato il 10 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2009).