Tranvia Saluzzo-Cuneo

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Tranvia Saluzzo-Cuneo
Verzuolo, corso Re Umberto
InizioSaluzzo
FineCuneo
Inaugurazione1880
Chiusura1948
GestoreSATIP
Vecchi gestoriS.A. Tramway Cuneo-Busca-Saluzzo (1880-1882)
CGTP (1882-1936)
Lunghezza30,200 km
Tipotranvia extraurbana
Mezzi utilizzatilocomotive tranviarie a vapore e rimorchi;
motrici ad accumulatori (1930-1948)
Scartamento1.100 mm
Trasporto pubblico

La tranvia Saluzzo-Cuneo era una linea tranviaria interurbana che collegava le città di Saluzzo e Cuneo dal 1880 al 1948.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cuneo, piazza Vittorio Emanuele II nel 1905

I primi passi verso la costruzione di una rete di tranvie nel Saluzzese furono compiuti nel luglio 1877, quando un'assemblea di Comuni interessati, deputati e consiglieri provinciali deliberò di promuovere la costruzione di una ferrovia tra Airasca, Saluzzo, Cuneo e Mondovì con diramazione Busca-Dronero[1]. Poco dopo il banchiere francese Alfonso Raoul Berrier-Delaleu presentò domanda per la concessione delle linee tranviarie Cuneo-Dronero, Cuneo-Busca-Saluzzo, Cuneo-Mondovì e Saluzzo-Moretta-Pancalieri (quest'ultima prolungabile sino a Torino): il 29 ottobre 1877 il consiglio provinciale di Cuneo accettò la domanda, accordando il successivo 4 novembre la costruzione e l'esercizio delle tranvie Cuneo-Dronero e Cuneo-Busca-Saluzzo[2]. La Cuneo-Dronero aprì il 23 novembre 1879[3].

In quello stesso 1879 i delegati dei comuni interessati riuniti a Busca votarono un sussidio di 80.000 lire a Berrier-Delaleu a condizione che avesse ultimato la Saluzzo-Cuneo entro il 1880; i lavori iniziarono lunedì 14 giugno 1880 e il 24 ottobre 1880 la linea fu solennemente inaugurata[4] con grandi festeggiamenti[5]. Per la costruzione e la gestione della linea si era nel frattanto (2 agosto 1880) costituita a Savigliano la Società Anonima Tramway Cuneo-Busca-Saluzzo, con sede a Saluzzo, autorizzata con Regio Decreto l'anno successivo[6].

Nel 1882 il banchiere belga Rodolfo Coumond, concessionario della tranvia Torino-Saluzzo, rilevò da Berrier-Delaleu, in difficoltà economiche per la costruzione delle tranvie Asti-Cortanze e Asti-Canale, le concessioni delle linee Cuneo-Saluzzo, Cuneo-Dronero, Pinerolo-Cavour e Saluzzo-Revello[7]. Con l'assorbimento delle linee di Berrier-Delaleu si costituì la Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi (CGTP), con sede a Bruxelles, che sino alla prima guerra mondiale espanse la propria rete fino a raggiungere una lunghezza totale di 189,965 km[8]; tra il 1903 e il 1907 la società dichiarava un utile pari al 32% del prodotto l'esercizio, il maggiore tra tutte le tranvie piemontesi[9].

Saluzzo, stazione tranviaria

Passata la prima guerra mondiale la CGTP, per ridurre i costi d'esercizio (manodopera, combustibili, manutenzione) e incrementare le velocità nella seconda metà degli anni venti sperimentò un'automotrice a benzolo[10], per poi orientarsi sull'impiego di elettromotrici ad accumulatori su spinta del direttore generale dottor Pietro Lo Balbo[11]. La trazione ad accumulatori, impiegata in quegli anni anche su varie tranvie e ferrovie italiane (San Bonifacio-Lonigo-Cologna Veneta, Verona-Caprino-Garda, Udine-San Daniele, le tranvie interurbane parmensi e mantovane)[12] è favorita anche dal Governo: l'articolo 35 del Regio decreto legge nº 2150 del 2 agosto 1929[13] accorda sovvenzioni chilometriche fino a 10.000 lire per 35 anni[14].

Dopo sperimentazioni iniziate nel dicembre 1925 e coronate da successo[15] la CGTP acquistò motrici più capienti a carrelli per la Torino-Saluzzo-Cuneo, entrate in servizio domenica 2 novembre 1930[16].

Con le elettromotrici il servizio migliorò, ma non fu sufficiente a contrastare l'avanzata delle autolinee: il 1º maggio 1935 parte della rete, con scarso traffico o con profili accidentati, fu trasformata in autolinee affidate alla Società Anonima Autolinee Piemontesi, consociata della CGTP[17]. L'anno successivo il capitale della CGTP passò in mani italiane; la società cambiò denominazione in Società Anonima Tramvie Interprovinciali Piemontesi (SATIP) con sede a Torino e direzione d'esercizio a Saluzzo[18].

Stazione tranviaria di Busca

Durante la seconda guerra mondiale furono gravemente danneggiati una motrice a carrelli, sei rimorchiate a due assi, tredici carri a sponde alte e venti carri chiusi[19] e fu danneggiato il ponte sulla Stura, ricostruito nel 1945[20]. Il conflitto impegnò notevolmente la SATIP, specie per quanto riguarda il trasporto degli sfollati[21].

Nonostante svariati progetti di ricostruzione della rete SATIP proposti da vari soggetti pubblici e privati, alcuni dei quali prevedevano varianti di percorso in sede propria, elettrificazione (o dieselizzazione) e trasformazione a scartamento normale[22], il 30 novembre 1948 la Saluzzo-Cuneo, insieme alle tratte Pilone Virle-Carmagnola, Cuneo-Dronero e Costigliole-Venasca furono chiuse e sostituite da autobus[23]; della rete SATIP, dopo proteste da parte dell'utenza[24] rimase attiva solo la Torino-Saluzzo, che chiuse il 10 aprile 1950 sostituita da autobus della Nuova SATIP[25], nuova denominazione della SATIP[26].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Percorso[27]
Unused urban continuation backward
Linee per Torino, Pinerolo e Revello-Paesana
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0 Saluzzo Porta Cuneo
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3 Cascina Nuova
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4 Manta
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5 Peso Manta
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6 Verzuolo
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8 Villanovetta
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Torrente Varaita
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10 Costigliole
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Linea per Venasca
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13 Ceretto
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15 Busca
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ferrovia Busca-Dronero (* 1912 † 1982)
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18 San Rocco
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21 San Chiaffredo
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22 Via Monea
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23 San Pietro al Gallo
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25 San Benigno
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25 Roata Rossi
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27 Corrano
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Celdit
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29 Madonna dell'Olmo
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Linea per Dronero
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fiume Stura di Demonte
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32 Cuneo
Unused urban continuation forward
Linee per Boves e Borgo San Dalmazzo-Demonte

La linea tranviaria era a scartamento ridotto di 1100 mm, e si sviluppava per 30,200 km; il raggio minimo di curva era di 50 metri, la pendenza massima del 27 per mille. La velocità massima ammessa era di 27 km/h[28].

Percorso[modifica | modifica wikitesto]

Orario del 1901

La linea partiva dalla stazione tranviaria di Saluzzo, situata in piazza XX Settembre e raccordata con la ferrovia[29]. Dopo la chiusura della tranvia l'edificio fu utilizzato come autostazione per le autolinee SATIP; parzialmente modificato negli anni successivi, chiuse nel 1977 sostituito dalla nuova autostazione di via Circonvallazione[30], e successivamente fu demolito: al suo posto furono costruiti alcuni condomini[31].

Busca, viale Stazione

Uscita da Saluzzo la tranvia imboccava la strada statale 589 dei Laghi di Avigliana, attraversando Manta e Verzuolo, prima di raggiungere Costigliole Saluzzo, località nella quale la tranvia era raccordata alla ferrovia[29] e da cui si diramava la linea per Venasca; dopo essere transitata per Busca la linea raggiungeva Cuneo, la cui stazione tranviaria si trovava poco dopo il ponte sulla Stura di Demonte[29], nei pressi della stazione di Cuneo Gesso, in località Basse di San Sebastiano[32].

La linea aveva diversi raccordi merci[29]:

  • a Saluzzo con la ditta di laterizi Pellini Albonico;
  • a Verzuolo con il molino Fissore & Sandri e con le cartiere Burgo.

Materiale rotabile[modifica | modifica wikitesto]

Motrici[modifica | modifica wikitesto]

Sulla tranvia prestarono inizialmente servizio tre locotender a vapore a due assi costruite dalla SLM di Winterthur, analoghe a quelle in servizio sulla Cuneo-Dronero[33]. Con il subentro nella gestione della linea della CGTP le locotender entrarono a far parte del parco rotabili di quest'ultima società, finendo radiate entro il 1920. Del parco rotabili faceva parte anche una locomotiva di costruzione Hagans a due assi[33].

Ad esse seguirono altre locomotive tranviarie, costruite da Krauss e Henschel, consegnate sino al 1909: il parco CGTP ne contava complessivamente 40; ad esse si aggiunsero due Breda e due Borsig provenienti dalla tranvia Pinerolo-Perosa Argentina[33].

Nel 1925 la CGTP ordinò un'automotrice DWK Tipo IV alla Romeo per la propria rete sociale, sulla quale prestò servizio per circa un decennio[34] con scarsi risultati[35].

Poco dopo si sperimentò la trazione ad accumulatori, già provata su altre linee tranviarie italiane: le Officine di Savigliano costruirono due automotrici sui telai di carrozze a due assi Grondona, spinti da due motori da 13 CV l'uno: tali elettromotrici diedero buoni risultati, riducendo i tempi di percorrenza del 30%[15]. Fu successivamente allestita un'ulteriore serie di quattro automotrici, due costruite dalle officine di Savigliano e due dalle officine CGTP sulla base di carrozze, mosse da due motori per complessivi 40 CV[36].

La sperimentazione ebbe successo, tanto che la CGTP ordinò nel 1929 tre automotrici a carrelli[37], costruite dalla Carminati&Toselli con parte elettrica TIBB, in servizio dal 1930; nel 1933 ne furono consegnate altre tre[38].

Carrozze e carri merce[modifica | modifica wikitesto]

Le prime carrozze furono fornite dalla Locati di Torino (non più di 12 unità, a due assi e terrazzini); successivamente la Grondona fornì una sessantina di carrozze, sempre a due assi e terrazzini ma più comode. Le carrozze Locati furono radiate tra il 1910 e il 1920; in quegli anni le Officine Meccaniche di Pinerolofornirono 28 carrozze a vestiboli chiusi (quattro miste di I e II classe, le altre di II classe), più lunghe delle precedenti e impiegate principalmente sulle linee Torino-Carmagnola, Torino-Saluzzo-Cuneo e Cuneo-Dronero[39], inoltre parte delle vetture Grondona furono trasformate a terrazzini chiusi[40]. Nei primi anni trenta arrivarono due carrozze a due assi e terrazzini provenienti dalla tranvia Messina-Barcellona Pozzo di Gotto, i cui soci erano gli stessi della CGTP, ma non prestarono mai servizio[41].

Nel 1930 risultavano in servizio circa 400 carri merce, di cui 60 chiusi e 45 a sponde basse[42].

Materiale motore - prospetto di sintesi[modifica | modifica wikitesto]

Unità Anno di costruzione Costruttore Tipo Note
1÷5 1879-1880 SLM Locotender a 2 assi ex Berrier-Delaleu per la Cuneo-Dronero
1÷3 1879-1880 SLM Locotender a 2 assi ex Berrier-Delaleu per la Saluzzo-Cuneo
4 1881 Hagans ex Berrier-Delaleu
5÷7 1881 Krauss A 2 assi costruite per la Pinerolo-Cavour
10÷17 1881 Henschel A 2 assi
18 1909 Henschel A 2 assi
19÷27 1882 Henschel A 2 assi
28÷35 1888 Henschel A 2 assi
36÷38 1907 Henschel A 2 assi
1÷2 Breda
1÷2 Borsig ex Pinerolo-Perosa Argentina
51, 57 1925 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per la Torino-Carmagnola
3÷4 1927 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
5÷6 1927 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
101÷106 1929-1932 C&T-TIBB Automotrici ad accumulatori a carrelli costruite per Torino-Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero, Cuneo-Boves

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 114
  2. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, pp. 114-115
  3. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 115
  4. ^ Molino, op. cit., p. 11
  5. ^ La tranvia Cuneo-Saluzzo, in Gazzetta Piemontese, 26 ottobre 1880, p. 1
  6. ^ Regio Decreto n° 105 del 3 marzo 1881, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 92 del 20 aprile 1881 Archiviato il 31 ottobre 2016 in Internet Archive.
  7. ^ Molino, op. cit., p. 12
  8. ^ Molino, op. cit., p. 13
  9. ^ Brogiato, op. cit., p. 59
  10. ^ Molino, op. cit., p. 56
  11. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 486
  12. ^ Molino, op. cit., p. 58
  13. ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 304 del 31 dicembre 1929 Archiviato il 31 ottobre 2016 in Internet Archive.
  14. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 489
  15. ^ a b Molino, op. cit., pp. 58-59
  16. ^ Il primo convoglio elettrico Torino-Saluzzo, in La Stampa, 3 novembre 1930, p. 6
  17. ^ Molino, op. cit., p. 93
  18. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 493
  19. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 624
  20. ^ Molino, op. cit., p. 124
  21. ^ Molino, op. cit., p. 104
  22. ^ Molino, op. cit., pp. 106-118
  23. ^ Necessita d'una generale sistemazione nel servizio delle tranvie interurbane, in La Nuova Stampa, 17 gennaio 1950, p. 2
  24. ^ Sospesa la soppressione della Torino-Saluzzo, in La Nuova Stampa, 1º dicembre 1948, p. 2
  25. ^ Giuseppe Grosso, Quel trenino che a Saluzzo da trent'anni non arriva più, in La Stampa - Cuneo e Provincia, 2 agosto 1981, p. 1
  26. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 660
  27. ^ Orario generale Ferrovie dello Stato e secondarie - Tranvie - Servizi lacuali ed automobilistici - Navigazione marittima - Linee aeree, quadro 791, Fratelli Pozzo Editori, Torino, luglio 1939, p. 363
  28. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 766
  29. ^ a b c d Molino, op. cit., p. 15
  30. ^ Saluzzo: nuova stazione pullman in La Stampa - Cronache di Alessandria Asti e Cuneo, 16 aprile 1977, p. 11
  31. ^ Saluzzo, la vecchia stazione del tramway, in La Stampa - Cuneo e provincia, 29 novembre 1991, p. 38
  32. ^ Molino, op. cit., p. 120
  33. ^ a b c Molino, op. cit., p. 28
  34. ^ Domenico Molino, Le prime automotrici FS, in Italmodel Ferrovie, n. 231, Modeltecnica, Verona, ottobre 1979, p. 21
  35. ^ Molino, op. cit., p. 56, riporta che dopo sei-sette mesi di prove insoddisfacenti fu ritirata dal servizio
  36. ^ Molino, op. cit., p. 59
  37. ^ Molino, op. cit., p. 63
  38. ^ Molino, op. cit., p. 70
  39. ^ Molino, op. cit., pp. 34-35
  40. ^ Molino, op. cit., p. 42
  41. ^ Molino, op. cit., p. 43
  42. ^ Molino, op. cit., p. 39

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]