Tailleur rosa Chanel di Jacqueline Bouvier Kennedy

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Tailleur rosa Chanel di Jacqueline Bouvier Kennedy
Tipo di abitoTailleur
MaterialiLana
Colore    Rosa    Blu navy
StilistaCoco Chanel
Presentazione
Anno1961

Il tailleur rosa Chanel di Jacqueline Bouvier Kennedy era l'abito che la first lady, moglie del presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy, indossava il giorno dell'assassinio del marito a Dallas, Texas, il 22 novembre 1963.[1][2] Ad accompagnare il tailleur di colore rosa e blu c'era il caratteristico cappellino a tamburello dello stesso colore rosa dell'abito.[3] Il tailleur rosa di Jacqueline Kennedy è diventato uno dei simboli dell'assassinio del marito, oltre che una delle icone della moda degli anni sessanta.

È stato descritto come "un famoso abito rosa che sarà per sempre nella coscienza storica dell'America", come "una di quelle immagini indelebili che gli americani hanno immagazzinato: Jackie nel tailleur Chanel rosa, macchiato di sangue"[4][5][6], come "il capo d'abbigliamento più leggendario della storia americana",[7] e come "emblematico per la fine della sua innocenza".[8] La stessa Jacqueline Kennedy era considerata un'icona della moda, e questo abito è intuibilmente il più referenziato e rivisitato di tutti i suoi abiti, ed il suo segno di riconoscimento.[9][10]

Dopo che il presidente Kennedy fu assassinato, Jacqueline Kennedy continuò ad indossare l'abito, macchiato di sangue, durante il giuramento di Lyndon B. Johnson e durante il volo di ritorno a Washington con la salma del presidente. Attualmente l'abito non è esposto al pubblico[4][7] e viene conservato presso l'Archivio nazionale in una teca sottovuoto, protetto da eventuali effetti sfavorevoli del clima. Per volere degli eredi l'abito dal 2003 non è più visibile e non verrà esposto al pubblico per i prossimi cent'anni.[senza fonte]

Il tailleur[modifica | modifica wikitesto]

I Kennedy arrivano presso il Love Field, a Dallas.

Fra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta, i tailleur di Chanel erano uno dei più forti simboli delle donne della borghesia chic che potevano essere trovate in tutto il mondo occidentale, ed evocavano la forte immagine di una donna di classe, intelligente, indipendente e moderna.[7] Durante questo periodo, il tailleur diventò "un oggetto indispensabile nel guardaroba di ogni americana, in quanto si adattava ad ogni momento della giornata."[7] Anche se le donne che vestono di colore rosa nel ventunesimo secolo sono piuttosto comuni, negli anni cinquanta quel colore era una novità nella moda, ed era stato reso popolare ed amato nella cultura americana da Mamie Eisenhower, che aveva lanciato un colore che la storica statunitense Karal Ann Marling avrebbe chiamato "Rosa Mamie".[7] Dato che il tailleur Chanel era una forte dichiarazione di indipendenza femminile, e dato che il colore rosa era invece un elemento di femminilità tradizionale, forse l'abbinamento cercava di evitare l'associazione con gli attributi femministi dettati dall'abito Chanel nella società tradizionalista e conservatrice americana.[7]

Prima che John F. Kennedy partisse per Dallas, aveva chiesto alla moglie cosa intendesse vestire. In un'intervista con William Manchester dopo l'evento, Jacqueline Kennedy disse che suo marito le aveva detto:

«Ci saranno tutte quelle ricche donne repubblicane a quel pranzo... che indossano pellicce di visone e bracciali di diamanti. E tu devi apparire meravigliosa come ognuna di loro. Sii semplice – mostra a quelle texane cosa è davvero il buon gusto. Quindi [Jaqueline Kennedy] entrò e uscì dalla stanza del presidente, tenendosi dei vestiti davanti. Gli abiti scelti – tempo permettendo – erano tutti "veterani" nel suo guardaroba: vestiti beige e bianchi, blu e gialli, e, per Dallas, un abito rosa con colletto blu ed un cappellino a tamburello coordinato.[8]»

Il tailleur rosa, che, come detto, era uno dei preferiti del marito,[8] era stato presentato da Coco Chanel durante la sua collezioni autunno/inverno del 1961.[8] Esistono fotografie che mostrano la first lady indossare quel tailleur, o uno molto simile ad esso, a Washington nel novembre 1961, in una chiesa il 12 novembre dello stesso anno, a Londra il 26 marzo 1962, a Washington nel settembre 1962, presso la Lafayette Square il 26 settembre 1962, durante una visita al re dell'Algeria il 15 ottobre 1962 e durante una visita al Maharaja del Jaipur il 13 ottobre 1962.[4] Dopo l'ultima di queste apparizioni, apparentemente Jacqueline Kennedy non fu più fotografata in quella mise sino al giorno dell'omicidio del marito, quando fu fotografata prima mentre scendeva dall'Air Force One, in seguito a Fort Worth e dopo a Dallas negli attimi prima dell'assassinio.

Il tailleur era un doppio petto, con tre bottoni dorati e due tasche con bordo blu. Lo spesso colletto, e l'orlo sulle maniche e sulle tasche erano blu marino. Abbinato all'abito c'era il caratteristico cappellino a tamburello in rosa coordinato. Jacqueline Kennedy completava la mise con una borsa elegante blu, coordinata con il colletto, con orlo dorato. Va notato che la maggior parte del pubblico americano che vide le fotografie della coppia presidenziale in televisione e sui giornali fra il 1961 ed il 1963 non ebbe modo di capire di che colore fosse l'abito della first lady, dato che all'epoca sia le trasmissioni televisive, che le pubblicazioni cartacee erano esclusivamente in bianco e nero.[7] Il colore rosa acceso dell'abito della Kennedy divenne celebre, soltanto dopo la pubblicazione delle indagini della Commissione Warren in una rivista a colori nell'ottobre 1964.[7]

Il sistema Chez Ninon "linea per linea"[modifica | modifica wikitesto]

C'è stato un considerevole dibattito fra gli storici della moda e gli esperti relativamente al fatto che il tailleur fosse uno Chanel originale o una copia di qualità acquistati dalle collezioni semiannuali di Karl Lagerfeld o di Chez Ninon.[4][11] Un numero di fonti dichiarano che è più che probabile che si tratti di una copia di uno Chanel; alcuni affermano che è stato realizzato da Chez Ninon durante un salone della moda di New York del 1961, copiando un abito rosa in lana di Chanel decorato con un colletto di color blu marino.[4] Tuttavia nella biografia autorizzata di Coco Chanel, pubblicata nel 2010, Justine Picardie ha dichiarato che il tessuto, i bottoni ed i ricami della giacca provenivano dalla sede parigina di Chanel, e che il vestito era stato adattato per Jacqueline Kennedy presso Chez Ninon, usando il sistema che sarebbe stato chiamato "linea per linea" messo a punto da Chanel. Picardie insiste che tale sistema non aveva nulla a che fare con contraffazione o pirateria, dato che era ovvio il fatto che Chanel forniva i materiali a Chez Ninon. Lo scopo di comprare quell'abito da Chez Ninon non era per una questione di risparmio – il prezzo era lo stesso – ma appariva maggiormente patriottico all'elettorato americano comprare abiti in America anziché in Francia.[8] Si è stimato che l'abito nel 1963 costasse fra gli 800 ed 1.000 dollari.[4]

L'assassinio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Assassinio di John Fitzgerald Kennedy.
Jacqueline Kennedy, con indosso il tailleur sporco di sangue, assiste al giuramento di Johnson che prende il posto del marito.

Jacqueline Kennedy era seduta al posto posteriore della Lincoln Continental scoperta al fianco del marito mentre l'auto viaggiava a Dallas. Immediatamente dopo che Kennedy fu colpito da uno sparo in testa, l'abito fu schizzato del suo sangue[12]; quando Lady Bird Johnson vide l'auto all'ospedale in seguito all'assassinio, disse:

«Gettai un ultimo sguardo oltre le mie spalle e vidi nell'auto del Presidente un fagotto rosa, come se si trattasse di un mucchio di fiori, sdraiati sul sedile posteriore. Era Mrs. Kennedy distesa sopra il corpo del presidente.[8]»

Dopo l'assassinio, Jaqueline Kennedy rifiutò di togliersi il tailleur, dicendo a Lady Bird, che le aveva chiesto se voleva qualcuno per aiutarla a cambiarsi:

«Oh, no... Voglio che vedano cosa hanno fatto a John.[8][13][14]»

Nonostante i consigli del medico di John F. Kennedy, l'ammiraglio George Burkley, che "gentilmente aveva cercato di convincerla a togliere l'abito rosa Chanel sporco di sangue"[15], la first lady continuò ad indossare l'abito al fianco di Lyndon B. Johnson durante il suo giuramento come trentaseiesimo presidente degli Stati Uniti d'America.[13] Lady Bird ricorda che durante il giuramento sull'Air Force One:

«I capelli le cadevano sul viso ma era molto composta... Io la guardavo. L'abito di Mrs. Kennedy era imbrattato di sangue. Una gamba era quasi completamente coperta dal sangue ed il suo guanto destro era incrostato, incrostato di sangue – il sangue di suo marito. In qualche modo è stato uno spettacolo toccante – quella donna immacolata, vestita in modo squisito e sporca di sangue.[8]»

Jaqueline non ebbe alcun rimorso nel rifiutare di togliere il suo tailleur sporco di sangue; il suo unico rimpianto fu quello di lavarsi via il sangue dal viso prima del giuramento di Johnson.[13] Quando finalmente il mattino seguente la Kennedy tolse il tailleur, una cameriera lo piegò e lo mise in una scatola. Alcuni giorni dopo l'assassinio questa scatola fu spedita alla madre di Jacqueline Kennedy, che scrisse "22 novembre 1963" sulla parte superiore della scatola e la conservò nel suo appartamento.[8] Successivamente la scatola fu consegnata agli archivi nazionali, dove viene tenuta fuori dalla vista del pubblico, mentre il vestito non è mai stato lavato.[8]

Riferimenti culturali[modifica | modifica wikitesto]

Il tailleur rosa di Jacqueline Kennedy è stato ampiamente citato e replicato in varie produzioni cinematografiche e teatrali:[16][17]

  • nel 2011 Katie Holmes ha indossato una copia di quel tailleur nel suo ritratto di Jacqueline Kennedy nella miniserie televisiva The Kennedys. In ogni caso la copia del tailleur Chanel è stata effettuata da Giorgio Armani;[9]
  • un abito simile al tailleur Chanel è indossato da Martha Quimby, uno dei personaggi minori della serie animata I Simpson. Il personaggio stesso rappresenta una parodia di Jacqueline Kennedy. Il tailleur rosa è citato anche nell'episodio Scene di lotta di classe a Springfield della settima stagione, nel quale Marge compra un tailleur rosa di Chanel e con quello viene ammessa ad un prestigioso club.
  • un abito simile, viene inoltre indossato da Emma Roberts, nella serie Scream Queens.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sarah Bradford, America's queen: the life of Jacqueline Kennedy Onassis, Viking, ottobre 26, 2000. URL consultato il 1º maggio 2011.
  2. ^ Sparks, Fred, The $20,000,000 Honeymoon Jackie And Ari's First Year, 1970. URL consultato il 1º maggio 2011.
  3. ^ Charles Lawliss, Jacqueline Kennedy Onassis 1929-1994, World Pubns, dicembre 1995, ISBN 978-1-57215-040-9. URL consultato il 1º maggio 2011.
  4. ^ a b c d e f Brawley, Steve, Historic in Pink, su pinkpillbox.com, Pink Pillbox. URL consultato il 1º maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2014).
  5. ^ Kathleen Craughwell-Varda, Looking for Jackie: American fashion icons, Hearst Books, ottobre 14, 1999, ISBN 978-0-688-16726-4. URL consultato il 1º maggio 2011.
  6. ^ Elizabeth Ford e Deborah C. Mitchell, The makeover in movies: before and after in Hollywood films, 1941-2002, McFarland, marzo 2004, p. 149, ISBN 978-0-7864-1721-6. URL consultato il 1º maggio 2011.
  7. ^ a b c d e f g h Lubin, David, Jackie's blood-stained pink suit is a sacred relic of a nightmare, su seattlepi.com, Seattle PI, novembre 22, 2003. URL consultato il 1º maggio 2011.
  8. ^ a b c d e f g h i j Picardie, Justine, Coco Chanel: The Legend and the Life, London: HarperCollins, 2010, pp. 304–7.
  9. ^ a b Giorgio Armani made a Chanel suit for Katie Holmes, su fashion.telegraph.co.uk, The Telegraph Fashion. URL consultato il 1º aprile 2011.
  10. ^ Lauren Spencer, The Assassination of John F. Kennedy, The Rosen Publishing Group, gennaio 2002, p. 8, ISBN 978-0-8239-3541-3. URL consultato il 1º maggio 2011.
  11. ^ Karen Karbo e Chesley McLaren, The Gospel According to Coco Chanel: Life Lessons from the World's Most Elegant Woman, Globe Pequot, settembre 2009, p. 5, ISBN 978-1-59921-523-5. URL consultato il 1º maggio 2011.
  12. ^ Fran Vitello Murphy, I Can't Help It... I'm Italian!, Xulon Press, novembre 30, 2006, p. 295, ISBN 978-1-60034-490-9. URL consultato il 1º maggio 2011.
  13. ^ a b c Heritage Auctions e Inc., Vintage & contemporary photography, Heritage Capital Corporation, 2008, p. 44, ISBN 978-1-59967-311-0. URL consultato il 1º maggio 2011.
  14. ^ Simone Werle, Fashionista: A Century of Style Icons, Prestel, May 2009, p. 14. URL consultato il 1º maggio 2011.
  15. ^ David Talbot, Brothers: the hidden history of the Kennedy years, Free Press, 2007, ISBN 978-0-7432-6918-6. URL consultato il 1º maggio 2011.
  16. ^ Roger Bechtel, Past performance: American theatre and the historical imagination, Bucknell University Press, agosto 2007, p. 72, ISBN 978-0-8387-5649-2. URL consultato il 1º maggio 2011.
  17. ^ Plays international, Chancery Publications Ltd., 1993, p. 40. URL consultato il 1º maggio 2011.

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