Egon Rusina: differenze tra le versioni

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Dal 1980 al 1990 Rusina si presentò al pubblico con ''[[Performance art|performance]]'' e [[caricatura|caricature]] a sfondo social-politico. Da solo o insieme ad altri artisti di Ortisei, Merano, Bolzano, Bressanone. Si presentò nelle città di Bolzano, Merano, Bressanone, Vienna, Venezia, Milano, Cortina d'Ampezzo, Como, esponendo soprattutto se stesso vestito da [[satiro]] o diavolo, [[tirolo|tirolese]] soggiogato, artista ingabbiato, mendicante-vagabondo.
Dal 1980 al 1990 Rusina si presentò al pubblico con ''[[Performance art|performance]]'' e [[caricatura|caricature]] a sfondo social-politico. Da solo o insieme ad altri artisti di Ortisei, Merano, Bolzano, Bressanone. Si presentò nelle città di Bolzano, Merano, Bressanone, Vienna, Venezia, Milano, Cortina d'Ampezzo, Como, esponendo soprattutto se stesso vestito da [[satiro]] o diavolo, [[tirolo|tirolese]] soggiogato, artista ingabbiato, mendicante-vagabondo.


Sfondo comune delle illustrazioni satiriche di Rusina è la sua risata sarcastica. Iniziò un'intensa attività disegnando caricature per giornali e riviste di lingua italiana, tedesca, e ladina quali [[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]], „Usc di Ladins“, „FF Illustrierte“, „Skolast“, „Südtiroler Arbeiterzeitung“, „Alternative“, „Sturzflüge“, „Distel“ [[Neue Südtiroler Tageszeitung]]. Nel 1981 fondò il mensile satirico-culturale [[Val Gardena|gardenese]] „L Brunsin“. In una mostra collettiva nel 1983 nel [[castello di Presule]] a [[Fiè allo Sciliar]], venne distrutta una sua installazione sul tema della [[caccia alle streghe]]. Dimostrò troppa aggressione verso il tradizionalismo-conservatorismo tirolese. Le impietose caricature contro gli [[Schützen]] gli resero la vita pericolosa. Come caricaturista lavorò assiduamente col nuovo giornale di Bolzano „Il Mattino“. Lavorò come cartoonista al settimanale di lingua tedesca „Südtirol Profil” nel 1993.
Sfondo comune delle illustrazioni satiriche di Rusina è la sua risata sarcastica. Iniziò un'intensa attività disegnando caricature per giornali e riviste di lingua italiana, tedesca, e ladina quali ''[[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]'', ''Usc di Ladins'', ''FF Illustrierte'', ''Skolast'', ''Südtiroler Arbeiterzeitung'', ''Alternative'', ''Sturzflüge'', ''Distel'', ''[[Neue Südtiroler Tageszeitung]]''. Nel 1981 fondò il mensile satirico-culturale [[Val Gardena|gardenese]] ''L Brunsin''. In una mostra collettiva nel 1983 nel [[castello di Presule]] a [[Fiè allo Sciliar]], venne distrutta una sua installazione sul tema della [[caccia alle streghe]]. Dimostrò troppa aggressione verso il tradizionalismo-conservatorismo tirolese. Le impietose caricature contro gli [[Schützen]] gli resero la vita pericolosa. Come caricaturista lavorò assiduamente col nuovo giornale di Bolzano ''Il Mattino''. Lavorò come cartoonista al settimanale di lingua tedesca ''Südtirol Profil'' nel 1993.


[[File:Wattkarten des Egon Moroder Rusina.jpg|thumb|Le carte da gioco satiriche create da Rusina]]
[[File:Wattkarten des Egon Moroder Rusina.jpg|thumb|Le carte da gioco satiriche create da Rusina]]
La sua edizione satirica delle tradizionali [[Carta da gioco|carte da gioco]] tirolesi, dove rappresentava i personaggi dell'ambiente politico, sportivo e culturale dell'Alto Adige, suscitò grande interesse (vendette 30.000 esemplari) e molto scandalo. Nel 1997 il settimanale „FF“ pubblicò il libretto „Viecherei“ (bestialità), raccolta di caricature, pubblicate dal 1991-1997 in vari giornali e settimanali dell'Alto Adige. Nel 2002, nella nuova edizione di carte da gioco tirolesi, le figure tradizionali erano sostituite dalle donne VIP dell'Alto Adige. Nel [[Castelforte|Castello Trostburg]] a [[Ponte Gardena]] espose il tema: „Donna“ con caricature, satire e con le carte da gioco.
La sua edizione satirica delle tradizionali [[Carta da gioco|carte da gioco]] tirolesi, dove rappresentava i personaggi dell'ambiente politico, sportivo e culturale dell'Alto Adige, suscitò grande interesse (vendette 30.000 esemplari) e molto scandalo. Nel 1997 il settimanale ''FF'' pubblicò il libretto ''Viecherei'' (bestialità), raccolta di caricature, pubblicate dal 1991-1997 in vari giornali e settimanali dell'Alto Adige. Nel 2002, nella nuova edizione di carte da gioco tirolesi, le figure tradizionali erano sostituite dalle donne VIP dell'Alto Adige. Nel [[Castelforte|Castello Trostburg]] a [[Ponte Gardena]] espose il tema: ''Donna'' con caricature, satire e con le carte da gioco.
Una terza versione di carte da gioco tirolesi uscì nel nevembre 2009 con caricature di politici e personaggi prevalentemente sudtirolesi<ref>[http://altoadige.gelocal.it/multimedia/home/20403270 Carte da gioco 2009]</ref>.
Una terza versione di carte da gioco tirolesi uscì nel novembre 2009 con caricature di politici e personaggi prevalentemente sudtirolesi<ref>[http://altoadige.gelocal.it/multimedia/home/20403270 Carte da gioco 2009]</ref>.


===Ritorno alla montagna e alla pietra===
===Ritorno alla montagna e alla pietra===

Versione delle 11:45, 28 mar 2012

Egon Moroder Rusina (Bressanone, 15 luglio 1949) è un pittore e illustratore italiano.

Vive a Ortisei in Val Gardena (Alto Adige), pittore ed illustratore, membro della famiglia Moroder nella quale nacquero numerosi artisti e scultori nel legno in Val Gardena, nipote di Ludwig Moroder che formò come insegnante della Scuola d'Arte di Ortisei una intera generazione di scultori nel legno. Artista ladino, esprime con la sua arte e nelle sue illustrazioni in modo irriverente e dissacrante, talvolta feroce, la sua visione della realtà sociale e politica e soprattutto della conflittualità etnica dell'Alto Adige.

Quadro di Egon Rusina dal ciclo "Samsara Niflheim" - misto di tempera su carta.

Infanzia e scuola

Amava da bambino soprattutto, secondo parole sue, favole, leggende, boschi, montagne, ruscelli e il mare. Riflessioni, desideri, sogni e paure alimentavano la sua carica creativa. Dopo la scuola media ha frequentato come molti suoi coetanei gardenesi le tipiche botteghe e laboratori dove si intagliano nel legno le statue di santi. D'inverno studiava nell'Istituto d'Arte di Ortisei. Seguì i corsi di disegno di Markus Vallazza. Negli anni del Sessantotto frequentò il Magistero d'Arte a Firenze. Con i movimenti studenteschi nacque in lui una forte consapevolezza social-politica, ma gli rimaneva una nostalgia per le montagne ed i lunghi silenzi delle foreste della valle natia.

Prime attività e viaggi

Insegnò educazione artistica a Bressanone e nello stesso periodo fu attivo nel direttivo del Circolo Artistico di Ortisei. Organizzò le sue prime mostre sperimentali: nell'estate del 1970 ad Ortisei, con alcuni compagni gardenesi colleghi di studio a Firenze, espose oggetti "cibernetici", luci psichedeliche in movimento, musica elettronica autoconfezionata, diapositive e film. Suscitò molto scandalo e ammirazione fra gardenesi e turisti. Nel 1971, sempre nella sala del Circolo Artistico di Ortisei, costruì un'installazione "porcospino" di 15 metri di lunghezza e 2 d'altezza. Contemporaneamente s'interessò di politica comunale, con provocatorie vignette satiriche.

Alcuni viaggi all'estero, in Spagna, Afganistan, USA, Olanda, Germania, Portogallo, Norvegia, caratterizzarono anche i suoi anni settanta. L'insegnamento nella scuola lo annoiava e presto rinunciò alla professione di insegnante. Visse per un anno a Monaco di Baviera, dove disegnava moltissimo e la sua prima personale fu un successo: vendette fino all'ultimo tutti i suoi quadri. Welz, galleria di importanza europea di Salisburgo, gli propose importanti contratti che rifiutò. Disperato per la perdita dei quadri, rinunciò a tutto: Monaco era troppo piatta e ritornò fra le montagne.

Temi

Montagne e mattatoio

Per quattro anni (1975-1979), disegnò e dipinse tra le montagne e nel mattatoio di Ortisei. Viveva in un magazzino. Momenti intensi secondo Rusina “di carne, sangue e ossa. Vita e morte. Vedo soffrire e piangere gli animali”. Era un'esperienza esistenziale che ancora oggi condiziona la sua attività creativa. Dipingeva “la carne tremolante di animali con il loro sangue” e usava le dita e bastoncini al posto del pennello. Vedeva la carne e “sento le urla di dolore nella montagna, nel bosco, nella terra e nell'acqua”. Tutto, a suo dire, “si muove selvaggiamente nella mia mente e dalla mente al quadro”. Dal 1973 al 1991, per 18 anni non espose nulla della sua pittura.

Realismo fantastico

Dal ciclo "La bella addormentata"

Creò La Bella Addormentata, un ciclo di pitture erotiche. Il piacere è espresso con intensi campi di rosso scarlatto. Nello stesso tempo compose il ciclo della “Fortuna“ di Albrecht Dürer. Questa allegoria del grande maestro tedesco lo portò a disegnare centinaia di variazioni sul tema dell'eros. Nel 1987 tentò un nuovo esperimento col video: un film-installazione di 3 ore. Un anno di lavoro che finiva col sequestro da parte dei carabinieri di Ortisei della videocassetta, giunta davanti al PM in tribunale. L'accusa era vilipendio alla religione di stato e proiezione di atti osceni. Dopo mesi di battaglie, ore e ore di interrogatori presso i carabinieri, il giudice, infastidito per la pochezza della cosa, dissequestrò la videocassetta ed archiviò il caso. Nel 1993 venne inaugurata dalla scrittrice Inga Hosp, nel Museo Comunale di Chiusa (Italia), una parte del ciclo erotico „La Bella Addormentata“.

Copertina per il libro di racconti di Adele Moroder

Realismo politico e sociale

Dal 1980 al 1990 Rusina si presentò al pubblico con performance e caricature a sfondo social-politico. Da solo o insieme ad altri artisti di Ortisei, Merano, Bolzano, Bressanone. Si presentò nelle città di Bolzano, Merano, Bressanone, Vienna, Venezia, Milano, Cortina d'Ampezzo, Como, esponendo soprattutto se stesso vestito da satiro o diavolo, tirolese soggiogato, artista ingabbiato, mendicante-vagabondo.

Sfondo comune delle illustrazioni satiriche di Rusina è la sua risata sarcastica. Iniziò un'intensa attività disegnando caricature per giornali e riviste di lingua italiana, tedesca, e ladina quali Alto Adige, Usc di Ladins, FF Illustrierte, Skolast, Südtiroler Arbeiterzeitung, Alternative, Sturzflüge, Distel, Neue Südtiroler Tageszeitung. Nel 1981 fondò il mensile satirico-culturale gardenese L Brunsin. In una mostra collettiva nel 1983 nel castello di Presule a Fiè allo Sciliar, venne distrutta una sua installazione sul tema della caccia alle streghe. Dimostrò troppa aggressione verso il tradizionalismo-conservatorismo tirolese. Le impietose caricature contro gli Schützen gli resero la vita pericolosa. Come caricaturista lavorò assiduamente col nuovo giornale di Bolzano Il Mattino. Lavorò come cartoonista al settimanale di lingua tedesca Südtirol Profil nel 1993.

Le carte da gioco satiriche create da Rusina

La sua edizione satirica delle tradizionali carte da gioco tirolesi, dove rappresentava i personaggi dell'ambiente politico, sportivo e culturale dell'Alto Adige, suscitò grande interesse (vendette 30.000 esemplari) e molto scandalo. Nel 1997 il settimanale FF pubblicò il libretto Viecherei (bestialità), raccolta di caricature, pubblicate dal 1991-1997 in vari giornali e settimanali dell'Alto Adige. Nel 2002, nella nuova edizione di carte da gioco tirolesi, le figure tradizionali erano sostituite dalle donne VIP dell'Alto Adige. Nel Castello Trostburg a Ponte Gardena espose il tema: Donna con caricature, satire e con le carte da gioco. Una terza versione di carte da gioco tirolesi uscì nel novembre 2009 con caricature di politici e personaggi prevalentemente sudtirolesi[1].

Ritorno alla montagna e alla pietra

Dopo anni di assenza mostrò al pubblico i quadri di montagna, che non ha mai smesso di dipingere, in Val di Funes. L'assessore provinciale alla cultura della Provincia di Bolzano Bruno Hosp inaugurò la mostra. Il Circolo Artistico di Ortisei espose nel 1994 una nuova serie di quadri del Rusina, nominata "Mont de Dite". Questi avevano come oggetto numerose vedute del monte Rasciesa (in val Gardena) nella sua veste invernale. Rusina trascorre tuttora lunghi momenti di solitudine e di lavoro su quell'alpe. A Novacella (Bressanone), nel 1996 nel Castello dell'Angelo, sviluppò il tema „Cuore di pietra“: con ironia e drammaticità accostava in una mostra di coloratissimi pannelli di grandi dimensioni la morbidezza del nudo femminile all'asperità della roccia.

Attualmente a Rusina interessano poco le caricature politiche[2]. Si dedica esclusivamente alla pittura. Dipinge sempre nella aperta natura (en plein air). Da 15 anni vive tutta l'estate in solitudine, con due capre e due galline, nella foresta in alta montagna e dorme in una tenda[3]. Elaborò il progetto „dissoluzione“, concepito e sviluppato d'estate, in sessanta quadri dove la materialità della roccia si dissolve nella luce del bianco. Il ciclo venne esposto nel 2000 ad Ortisei come installazione in un vecchio tunnel della ferrovia della Val Gardena costruita da 6.000 prigionieri russi per l'esercito austriaco nella prima guerra mondiale.

Un secondo progetto ”neeve“ (la doppia "ee" dovrebbe esprimere sofficità, monotonia), serie di tenui paesaggi invernali abbinati ad un video, venne esposto al “Circolo” di Ortisei. I due progetti furono elaborati esclusivamente all'aperto, nei posti più inviolati della natura gardenese. Il “ritiro” nella natura stimola il Rusina ad un'intensa attività creativa e produttiva. Nel 2002 nel “Circolo” di Ortisei espose il tema figurativo: “Il monte Seceda”. Partecipò nel 2002, nell'edificio Cassa di Risparmio a Merano, organizzata da Merano Arte alla mostra: „Bella vista“ visioni della montagna da Segantini a Weinberger. Nella mostra collettiva con Giovanni Segantini, Alberto e Giovanni Giacometti, Kirchner, Richard Long, Vittorio Sella, Mario Sironi ed altri espose un “murales” di 5x5 metri con tessere raffiguranti una roccia.

Nacque nel 2000 lo studio di colore sulle scie di condensa degli aerei nei cieli delle Dolomiti (Alitalia[4]) che si realizzò progressivamente in un nuovo tema: "Samsara Niflheim"[5], forse “il più importante della mia vita”, dice Rusina. Espose al pubblico nell'Art Cafe di Dobbiaco: “scia di luce-Alitalia”; nell'agosto 2004 espose in una mostra collettiva sempre a Dobbiaco nel Grand Hotel un nuovo ciclo di cieli e sempre più eteree rocce: „Aura in Aere“. Con la mostra nell'Hotel Gardena di Ortisei nel 2004 iniziò la presentazione del ciclo „Samsara-Niflheim“[6]: tracce di luce spiccanti su monocromie che esplorano tutto lo spettro dei colori. „Samsara-Niflheim“[7]: ciclo di 150 quadri assieme ad un nuovo studio „Vuoto giallo“[8]vennero completati ed esposti nel Museo Ladino „Castel de Tor“ in Val Badia nel 2007.[9]

Pubblicazioni

  • Mec, Schenk Markus, e Rusina, Egon Moroder. Caricatures de Mec y Egon Rusina. Edizions L Brunsin. Ortisei 1986. (Illustrazioni)
  • Kunstschaffen in Ladinien, in Sturzflüge die kulturzeitschrift, anno 12 N. 40/41. Südtiroler Autorenverieinigung e Südtiroler Kulturzentrum 1994. (tedesco) (illustrazioni).
  • Viecherei. Eine Sammlung von Cartoons und Karikaturen. Egon Moroder Rusina. Südtiroler Wochenzeitschrift „FF“, Bolzano, 1997. (Tedesco) (Illustrazioni)

Filmografia

  • Traudi Messini: Purismus – der Maler Egon Rusina. durata: 20 minuti. RAI TV Bolzano 2000.
  • Hans-Dieter Hartl, Helmuth Lechthaler: Rund um die Sella. Televisione bavarese 2008.
  • Karl Prossliner: Egon Rusina - Die Ahnung vom unendlich leeren Raum. 22. Filmfestival internationale Graz, tedesco, 17 minuti[10].
  • Elia Romanelli: "Len. Pensieri e storie di tre artisti gardenesi" Studio Liz, Provincia Autonoma di Bolzano, Rai Bolzano. 50 minuti.

Bibliografia

  • Giorgio Di Genova, Le realtà del fantastico. L'arte fantastica in Italia dal dopoguerra ad oggi, Editori Riuniti. Roma 1975.
  • Renzo Francescotti (a cura di), Artisti e ambiente alpino. Prima biennale di pittura e scultura, Comune di Tenno 1997. pp. 75-78.
  • Franco Spaggiari, Museum in Motion. Opere di autori contemporanei per una collezione al Castel San Pietro, Mazzotta, Milano 2001. pp. 144 e 189.
  • Marco Obrist, Bella Vista. Visioni della montagna da Segantini a Weinberger, Folio Editore Vienna - Bolzano 2002. Testo in tedesco, italiano e inglese. pp. 73, 122, ISBN 978-3-85256-227-8
  • Scudiero Maurizio, La collezione di opere d'arte della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige. Bolzano 2005. pp. 11, 205, 319.
  • Margit Strobl, Dolomia. Le Dolomiti nell'arte figurativa. Electa Mondadori. Milano 2006. ISBN 88-370-4175-6

Voci correlate

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