Società del Drago Nero

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Società del Drago Nero
Stemma
Attiva1901–1946
NazioneBandiera del Giappone Impero giapponese
IdeologiaNazionalismo giapponese
Panasiatismo
Componenti
FondatoriRyōhei Uchida
Attività
Azioni principaliAssassinio
Sabotaggio
Spionaggio

La Società del Drago Nero (Kyūjitai; 黑龍會; Shinjitai: 黒龍会?, kokuryūkai), anche nota come Società del Fiume Amur, è stata un'organizzazione segreta paramilitare di ispirazione ultranazionalista, attiva nell'Impero giapponese dal 1901 al 1946.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La società venne fondata nel 1901 dal nazionalista nipponico Ryōhei Uchida ed era strettamente correlata alla Genyōsha, un'organizzazione imperiale sorta sulle ceneri di un precedente gruppo di samurai. La Società del Drago Nero si ritiene essere una delle prime entità segrete nate dopo la Restaurazione Meiji ed è considerata fautrice di politiche reazionarie e imperialiste. I suoi membri appoggiarono l'Esercito imperiale nella Guerra russo-giapponese.[1] Infatti Uchida era conosciuto per le sue posizioni antirusse e il nome alternativo dell'organizzazione deriva proprio dal fatto che fosse suo preciso proposito tenere i russi zaristi fuori dall'Estremo oriente, cioè oltre il Fiume Amur. La presenza russa nell'area veniva di fatto considerata una minaccia all'espansionismo giapponese, che non molto tempo dopo sfociò nel progetto della Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale. La società del Drago Nero intratteneva buoni rapporti con diversi movimenti religiosi dell'Asia orientale, come ad esempio l'ōmoto; inoltre era in stretto contatto con alcuni gruppi della yakuza, la criminalità organizzata nipponica.[2] L'organizzazione pubblicava un suo giornale, il Kokuryū Kaiho e gestiva una scuola di addestramento e spionaggio. L'esercito e la Marina imperiale giapponese spesso si avvalevano di spie formate in tale scuola, per raccogliere informazioni sulle attività russe in Cina, Corea, Mongolia e Siberia. L'esercito giapponese infatti non aveva le risorse per sostenere un'efficace rete di spionaggio, così spesso faceva affidamento sull'organizzazione per intercettare informazioni sul nemico.

Ryōhei Uchida, fondatore e capo della Società del Drago Nero.

A un decennio dalla sua fondazione, la società contava già oltre mille aderenti e collaborava con politici, diplomatici, imprenditori e altre società segrete, come la Sakurakai con cui compartiva parte della propria ideologia. Diversi uomini d'affari e compagnie industriali erogavano finanziamenti al Drago Nero, affinché difendessero i loro interessi. Durante gli anni '20 le operazioni della società si concentrarono sulla politica interna. Il governo Taisho era infatti simpatizzante della democrazia e del liberalismo, politiche che infastidivano gli ultranazionalisti giapponesi, convinti che il loro Paese dovesse praticare una politica estera più aggressiva e imperialista, sostenendo l'idea che il Giappone fosse il baluardo in grado di porre fine al controllo della Civiltà occidentale sull'Estremo oriente. Quando la legislazione statunitense nel 1924 vietò l’immigrazione giapponese e cinese in America, ci furono numerose contestazioni da parte delle autorità del Sol Levante e il Drago Nero sollevò la questione del "problema americano". L'anno seguente la società fu coinvolta in un complotto per assassinare il primo ministro Katō Takaaki, "colpevole" di voler istituire il suffragio universale.[3] Con la morte di Ryōhei Uchida nel 1937 ebbe inizio il declino dell'organizzazione. Durante la Seconda guerra mondiale in California l'FBI arrestò alcuni membri della Società del Drago Nero intenti a commettere atti di spionaggio e sabotaggio. Il gruppo paramilitare fu poi sciolto coercitivamente dopo il conflitto, durante l'Occupazione del Giappone da parte dell'US Army.

Un tentativo di ripristinare il gruppo armato si ebbe nel 1961, con Sōgen Ōmori, esponente della scuola di buddhismo zen Rinzai-shū. Il monaco fondò un'organizzazione chiamata Club del Drago Nero (kokuryūkai Kurubu), con lo scopo di emulare le gesta della vecchia Società del Fiume Amur e realizzare la Restaurazione Shōwa. Tuttavia il numero di aderenti al nuovo gruppo non furono in nessun caso superiori alle 150 unità e dunque non ebbe mai modo di poter esercitare una significativa influenza.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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