Ondino Viera

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ondino Viera
Nazionalità Bandiera dell'Uruguay Uruguay
Calcio
Ruolo Allenatore (ex calciatore)
Termine carriera 1930 - giocatore
1972 - allenatore
Carriera
Carriera da allenatore
1928 Cerro Largo
1930-1933Nacional
1938-1941Fluminense
1942-1945Vasco da Gama
1947Botafogo
1950-1952Bangu
1953Palmeiras
1955Atlético Mineiro
1955-1959Nacional
1963Bandiera del Paraguay Paraguay
1963-1964Guaraní
1965Cerro
1965-1967Bandiera dell'Uruguay Uruguay
1967N.Y. Skyliners
1969Colón
1970-1971Liverpool (M)
1972Peñarol
Palmarès
 Campeonato Sudamericano
Argento Bolivia 1963
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Ondino Viera (Montevideo, 10 settembre 1901Montevideo, 28 giugno 1997) è stato un allenatore di calcio e calciatore uruguaiano. La sua carriera in panchina abbracciò più di quarant'anni e lo portò ad allenare in cinque paesi dell'America (Argentina, Brasile, Paraguay, Stati Uniti d'America e Uruguay).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1901, fin dalla giovinezza si appassionò al calcio,[1] in un periodo in cui la sua nazione stava vivendo un grande interessamento per questa disciplina.[2] Fu tra gli organizzatori del primo Mondiale, Uruguay 1930, in quanto seguì da vicino gli ultimi accorgimenti per completare i lavori di costruzione dello Stadio del Centenario in tempo per la finale del torneo.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò a giocare ai sei anni d'età,[1] rimanendo nell'interno dell'Uruguay, ritirandosi però prima dei trent'anni per seguire un corso di studi all'Escuela Nacional de Educación Física di Montevideo e potere così ottenere l'abilitazione ad allenare.[2]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Aveva già iniziato l'attività di tecnico nel 1928, quando aveva guidato una selezione del Dipartimento di Cerro Largo nel campionato nazionale, che ancora non era divenuto professionistico.[3] Una volta ottenuta la possibilità di allenare, prese le redini del Nacional di Montevideo, partecipando al primo campionato ufficiale; nel 1933 fu sostituito dall'ungherese Américo Szigeti, che poi portò la squadra alla vittoria del titolo nazionale.[4] Lasciò dunque la patria per andare in Brasile. In questa nazione ottenne svariati successi come allenatore, imponendosi come uno dei principali tecnici del paese.[5] Nel 1938 venne contattato dal Fluminense di Rio de Janeiro, con cui vinse per tre volte il Campionato Carioca,[5] per poi passare al Vasco da Gama nel 1942. Con questa società raggiunse ancora una volta il titolo statale, e inaugurò uno dei periodi più floridi per essa, costruendo le fondamenta del cosiddetto Expresso da Vitória, la formazione del Vasco che dominò a livello nazionale per diversi anni;[5] Pablo Forlán disse che fu tra i principali fautori del 4-2-4, introducendolo per la prima volta in Brasile proprio quando guidava il Vasco da Gama.[3] Nacque anche una sorta di leggenda metropolitana riguardante Viera al Vasco, ovvero che fosse stato lui a suggerire l'uso della banda orizzontale nella divisa di gioco, ispirandosi a quella del River Plate,[5] ma questa voce si è rivelata falsa, dato che già nel 1938, prima dell'arrivo dell'uruguaiano, la squadra aveva adottato tale fascia.[6] Lasciata la società, si trasferì al Botafogo e poi al Bangu, dove rimase per un triennio, rimpiazzando Aymoré Moreira nel 1950 e allenando fino al termine del Campionato Carioca 1952, quando venne sostituito da Tim.[7] Così fu chiamato dal Palmeiras, con cui debuttò in panchina l'8 marzo 1953 in casa del Corinthians; le prestazioni del club sotto la sua guida non furono però positive: l'ottavo posto al Torneio Rio-São Paulo, su dieci partecipanti, e una sconfitta per 3-1 contro il San Paolo causarono le sue dimissioni, che ebbero luogo sei mesi dopo il suo arrivo.[8] Dopo aver allenato l'Atlético Mineiro tornò in Uruguay nel 1955, sempre al Nacional, vincendo subito il campionato e in seguito ripetendo l'impresa altre due volte, per un totale di tre titoli consecutivi (1955, 1956, 1957).[3] Nel 1963 cambiò nuovamente paese, trasferendosi così in Paraguay, dove i dirigenti del Guaraní gli assegnarono la panchina della squadra; nell'occasione, anche la Federazione gli offrì il posto di commissario tecnico della Nazionale, che lui accettò, guidando la selezione al Campeonato Sudamericano de Football 1963.[9] Con il club, invece, vinse il titolo nazionale nel 1964 e inaugurò un periodo di successi che durò fino al 1970.[9] Nel 1965, però, fu la Federazione calcistica uruguaiana a richiedere i suoi servigi in vista del campionato del mondo 1966. Fu il primo tecnico a convocare suo figlio, in quanto incluse Milton nella lista dei convocati per la rassegna mondiale.[10] Durante la competizione adottò uno scherma particolare, l'1-4-4-1, che aveva generato polemiche anni prima, ma che funzionò discretamente.[3] L'Uruguay centrò la qualificazione alla fase successiva, ricevendo però una sconfitta per 4-0 dalla Germania Ovest che ne sancì l'eliminazione. Nel 1967 Viera lasciò la panchina della Nazionale a Enrique Fernández ed andò ad allenare gli statunitensi del New York Skyliners, franchigia che aveva ingaggiato il club uruguaiano del Cerro per rappresentarla nel neonato campionato USA.[11] Gli Skyliners chiusero la stagione al quinto posto della Eastern Division.

Nel 1969 allenò il Colón[12], il Liverpool nel 1971 e, da ultimo, il Peñarol nel 1972.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Fluminense: 1938, 1940, 1941
Vasco da Gama: 1945
Nacional: 1955, 1956, 1957
Guaraní: 1964

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Interview with Ondido (sic) Viera, Uruguayan Football Player, su pbs.org. URL consultato l'8 giugno 2010.
  2. ^ a b (ES) Vicente Esquiroz, “Uruguay tiene que superar el “fútbol de culto y mito...”, in El Mundo Deportivo, 25 giugno 1958, p. 4. URL consultato il 9 giugno 2010.
  3. ^ a b c d (ES) El Ondino Viera del siglo XXI, ovaciondigital.com.uy. URL consultato l'8 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2010).
  4. ^ (ES) Uruguay - Winning Coaches Professional Era, su rsssf.com, RSSSF. URL consultato l'8 maggio 2010.
  5. ^ a b c d (PT) Que Fim Levou? - Ondino Viera [collegamento interrotto], su terceirotempo.ig.com.br. URL consultato l'8-6--2010.
  6. ^ (PT) Camisa, su crvascodagama.com. URL consultato l'8 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2010).
  7. ^ (PT) Tecnicos, su bangu.net. URL consultato l'11 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  8. ^ (PT) Ondino Viera [collegamento interrotto], su pontoverde.com.br, pontoverde.com. URL consultato l'11 giugno 2010.
  9. ^ a b (ES) El Gran Guaraní [collegamento interrotto], su abctv.com.py, ABC Digital. URL consultato l'11 giugno 2010.
  10. ^ (EN) Kranjcar, reborn playmaker, awaits dramatic last act, The Independent, 21 novembre 2007. URL consultato il 9 giugno 2010.
  11. ^ New York Skyliners Rosters, su Nasljerseys.com. URL consultato il 6 luglio 2015.
  12. ^ (ES) Armando Luis Mareque: «Creo que mi equipo es el que más se ajusta al fútbol típicamente sudamericano», in El Mundo Deportivo, 22 agosto 1971, p. 10. URL consultato l'11 giugno 2010.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]