Chiese di Gaeta

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Mappa di Gaeta con l'indicazione della posizione delle chiese situate entro le mura.

Le chiese di Gaeta sono gli edifici di culto cristiani situati entro i confini dell'odierno comune di Gaeta, comprendendo quindi sia il centro abitato, sia il territorio circostante.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta esterna della ex chiesa di San Giovanni della Porta; la sua conformazione è quella tipica degli edifici di culto secondari di epoca medievale della città, con breve navata unica di due campate preceduta da un avancorpo e terminante con un'abside (nel presente caso non sporgente);[1] inoltre la volta a crociera estradossata, secondo l'uso campano, è un elemento che accomuna buona parte delle costruzioni religiose della città.[2]
Interno della ex chiesa di Santa Lucia in una fotografia degli anni 1890; fondata nell'XI secolo e completata nel XIII, come molte altre chiese della città tra il XVII e il XVIII secolo fu arricchita di una veste barocca, poi rimossa nella prima metà del XX secolo per riportare l'edificio ad un aspetto prossimo alla sua ipotetica conformazione originaria;[3] Santa Lucia fu una delle più antiche parrocchie di Gaeta (il cui parroco aveva il privilegio di indossare la mitria)[4] e cappella palatina durante la permanenza a Gaeta del re di Napoli Ladislao I (1387-1399).[5]
Veduta secentesca di Gaeta con l'indicazione delle principali chiese.
Interno verso la controfacciata della secentesca chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, nel Borgo: sopra il portale vi è lo stemma dell'ordine degli agostiniani scalzi che ne promosse la costruzione insieme all'annesso convento, e la officiò fino alla soppressione del 1809.[6]

Le prime comunità cristiane a Gaeta comparvero, al pari della vicina Formia, non prima della fine del III secolo[7]. In questo periodo si ebbe infatti la predicazione di Erasmo, primo vescovo di Formia. Questa dovette riflettersi anche su Gaeta, se in quegli stessi anni, secondo le agiografie, l'ex soldato convertitosi al cristianesimo Efisio vi ricevette il battesimo.[8]

Le dimensioni dell'abitato - e della comunità cristiana - erano all'epoca ancora modeste. Una svolta si ebbe nel VI secolo, con la guerra greco-gotica e la successiva invasione longobarda, quando i maggiori centri romani della zona furono saccheggiati o distrutti. In questo contesto ha inizio in ottica difensiva la migrazione da parte delle popolazioni delle vicine città romane nella parte terminale della penisola gaetana. Nel giro di due secoli e mezzo, con la crescita di quest'ultimo insediamento, avviene anche il trasferimento - prima de facto e poi anche de iure, della sede vescovile da Formia (che aveva già assorbito quella di Minturno) a Gaeta.

Al 604 risale la prima menzione di una chiesa a Gaeta: si tratta di San Giorgio, edificata non più di 20 anni prima nella parte alta del castrum.[9] San Giorgio rientrava tra le quattro parrocchie tradizionalmente ritenute le più antiche della città, assieme a Santa Maria in Pensulis, San Pietro e San Tommaso. I quattro parroci avevano almeno fino al '500 il diritto a indossare la mitra e a camminare vicino al vescovo nelle processioni. San Pietro conservava ancora il privilegio del priore mitrato alla fine del XVIII secolo.[10]

Altre chiese sorte probabilmente nel VII secolo sono San Lorenzo, Santa Scolastica e Santa Maria del Parco. La prima era una situata in un casale nella valle di Pontone, chiamato appunto Massa Laurenziana, di proprietà del Patrimonio di San Pietro; la seconda era un'antichissima grancia dell'Abbazia di Montecassino; la terza fu scelta intorno all'842 come rifugio dal vescovo di Formia, che vi nascose anche le reliquie dei santi formiani per paura di un saccheggio saraceno. Tra il 760 e il 780 l'area fu cinta da un nuovo circuito murario, da cui forse deriva l'appellativo "de parcu".[11]

Tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo sono databili le chiese di San Salvatore, in un primo momento lasciata fuori dalle mura, e Santi Cosma e Damiano, in un nascente borgo a oltre 2 km dalla città murata.

Nel corso del IX secolo vengono costruite le parrocchie di Santa Maria fuori Porta, San Silviniano, Santa Irene e i monasteri di San Teodoro e Sant'Angelo in Planciano. Nel X secolo nascono le parrocchie di Santi Giovanni e Paolo, San Nicola, San Giovanni a Mare, Santa Barbara, i monasteri femminili di Santa Maria e San Quirico (anche parrocchie) e le chiese di San Giacomo (poi degli Spagnoli), San Giovanni in Fonte e Santa Maria del Molo. Dopo il 1000 e per i quattro secoli successivi fu un continuo costruire di chiese, con fasi più intense corrispondenti a periodi di maggiore prosperità economica della città.

Durante i regni di Ladislao e sua sorella Giovanna Gaeta raggiunse forse il culmine del suo splendore, divenendo la seconda capitale del Regno di Napoli. Anche il numero di edifici religiosi funzionanti è ragguardevole: intorno al 1420 si hanno 21 parrocchie dentro le mura (in un'area di neanche 15 ettari) e 6 al di fuori, 3 monasteri benedettini femminili e 3 maschili con relative dipendenze, 1 abbazia cistercense, 2 conventi francescani, 1 domenicano e 1 agostiniano, 2 grange certosine e una ventina di altre chiese e cappelle.

Con l'avvento del periodo aragonese, la crescita economica si arrestò e la popolazione subì una lieve riduzione. Nel 1440 la parrocchia di San Ludovico, demolita la chiesa originaria per motivi militari, fu trasferita in Santa Maria di Porta. Nel 1481 alcune chiese furono soppresse e unite al Capitolo della Cattedrale dal vescovo Francesco Patrizi: Santi Cosma e Damiano dentro Gaeta, San Pantaleone, Santa Marina, Sant'Ambrogio del Monte e Santa Maria di Casaregola[12].

Il declino più drammatico, in tutti i sensi, si ebbe durante le guerre d'Italia del 1494-1504, vissute dai gaetani in prima persona. Il saccheggio operato dai soldati francesi nel giugno del 1495 colpì soprattutto le ricche chiese di Gaeta, devastate e private di preziosi ornamenti ed ex-voto accumulati nei secoli.

Nel XVI secolo ebbe inizio lo spopolamento di Gaeta in favore del suo Borgo, complice la costruzione dei bastioni e la conseguente forte riduzione nelle attività mercantili. La sovrabbondanza di parrocchie nella città murata divenne evidente alle stesse autorità ecclesiastiche, che decretarono l'accorpamento di numerose parrocchie nel corso del secolo. La prima parrocchia a essere abolita - non si sa con precisione quando - è quella di Santo Stefano. Nel 1519, su iniziativa dell'allora vescovo Cardinale De Vio, San Salvatore fu soppressa e annessa al Duomo con Bolla di Leone X. L'accorpamento è confermato da una Bolla di Clemente VII del 1530. Nel 1550 con Breve di Giulio II la parrocchia di San Geminiano o Santi Lucia e Geminiano fu incorporata a quella di Santa Barbara. Ben sei parrocchie propter earum vicinitatem quommodo superfluae furono soppresse nel 1569 con Bolla di Pio V: San Giorgio, Santa Irene, San Silviniano, Santi Giovanni e Paolo, San Vito, San Silvestro; la decisione fu confermata da una Bolla del 1575 di Gregorio XIII.[13] Se si rendeva necessario ogni volta un decreto papale per confermare l'abolizione non è azzardato ipotizzare un'opposizione più o meno tenace da parte dei parroci o dei fedeli.[14]

Tra la fine del '500 e gli inizi del '600 vengono però istituite tre nuove parrocchie nel Borgo: San Giacomo nel 1571, San Carlo nel 1620, San Sergio nel 1638.[14] La costruzione di chiese e cappelle, soprattutto mariane, ebbe un nuovo impulso nel periodo della Controriforma. Nuovi ordini religiosi si affacciarono su una scena ancora dominata da benedettini, cistercensi e francescani conventuali: camilliani, cappuccini, scolopi e agostiniani scalzi.

Nei primi anni del '700 il numero di chiese consacrate è di nuovo molto alto. Nella relazione della visita pastorale del 9 aprile 1725 il vescovo Carlo Pignatelli rilevava con un certo compiacimento che nella città racchiusa entro le mura, in cui vivevano 2996 persone esclusi soldati, regolari ed esposte, erano attive ben 35 chiese, tra cui 11 parrocchie e 6 monasteri. Il Borgo con i suoi 6814 abitanti annoverava invece 4 parrocchie, 3 monasteri e diverse altre chiese e cappelle rurali.[15]

Nella seconda metà del XVIII secolo si registra una flessione nel numero di sacerdoti, religiosi e chiese attive, che si accompagna a una certa stagnazione demografica ed economica. Il "colpo di grazia" alle attività religiose fu dato dal governo decennale francese, che abolì diverse parrocchie e quasi tutti i monasteri della città. Le chiese di Gaeta, ridotte in numero e quasi tutte versanti in cattive condizioni, videro un nuovo periodo positivo nei nove mesi di esilio di Pio IX in città e negli anni successivi, quando per ordine di Ferdinando II molte chiese furono restaurate o ricostruite e alcune cappelle edificate ex novo.

Con l'Unità d'Italia la situazione per le chiese, ed in particolare quelle pertinenti a ordini religiosi, peggiorò nuovamente con le leggi anticlericali. Nonostante ciò, la crescita demografica impedì una riduzione del numero di parrocchie, che per tutto il secolo rimasero in numero di 8.[16][17]

La parrocchia di San Giovanni a Mare fu accorpata alla Cattedrale nei primi decenni del '900. La parrocchia di San Biagio cessò di fatto di esistere intorno al 1955, quando ne fu abbattuta la chiesa; de iure non è mai stata soppressa[18]. La parrocchia di San Pietro nel 1895 era stata ufficialmente assegnata alla chiesa di San Giovanni della Porta, nel 1930 passò a San Domenico e fu infine soppressa alla fine degli anni '70. La parrocchia di Santa Lucia si trasferì in Santa Caterina e fu poi accorpata alla Cattedrale nel 1987.

Nel Borgo sussistono ancora le tradizionali tre parrocchie di San Giacomo, Santi Cosma e Damiano e San Carlo. Con il boom economico e la crescita demografica degli anni '60 furono erette due nuove parrocchie: San Nilo nel 1963 e San Paolo nel 1964. Nel 1986 fu infine eretta nominalmente la parrocchia di Santo Stefano, ma l'inaugurazione della chiesa avvenne solo nel 2014. Il numero delle parrocchie si attesta quindi su sette.

Con il recente abbandono del convento dell'Addolorata da parte delle suore crocifisse adoratrici dell'Eucarestia, rimangono solamente due complessi religiosi regolari: la Santissima Trinità (PIME) e N.S. della Misericordia (SMMP). Il numero delle chiese aperte al culto è evidentemente appiattito su queste e poche altre chiese. Nonostante l'incuria e i danni subiti durante la seconda guerra mondiale, rimangono però visibili e talvolta visitabili ancora numerosissime chiese sul territorio.

Legenda[modifica | modifica wikitesto]

Nel compilarne un elenco completo, gli edifici di culto cristiani della città sono stati sistematicamente suddivisi in due parti ("dentro le mura" e "fuori le mura") e in diverse categorie. Determinare una tassonomia delle chiese è alquanto problematico; a tal riguardo, in questa sede una più complessa classificazione posposta al nome tradizionale è stata preferita a un generico prefisso "ex". Le chiese sconsacrate (esistenti e non) sono state indicate in corsivo. Parimenti, l'intestazione "chiesa di" o "cappella di" è stata generalmente evitata, specificando per semplicità unicamente il titolare e sue eventuali modificazioni nel tempo. Apparenti ripetizioni sono dovute a riedificazioni in altro luogo od omonimia. Un ulteriore aspetto problematico è costituito dalla distinzione tra chiese e cappelle, che potrebbe indurre a considerare quest'ultime come chiese "improprie" ed estranee dello scopo dell'elenco. La distinzione è storicamente labile e non può essere facilmente ricondotta a criteri dimensionali o funzionali, come testimonia la frequente espressione chiesa seu cappella.[19]

Edifici di culto cattolici[modifica | modifica wikitesto]

Edifici di culto dentro le mura[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ubicazione Fondazione Ultimi interventi di rilievo Stile architettonico prevalente Stato attuale Note Immagine
Santissima Addolorata[20]
già San Raffaele
in origine San Gregorio
Via Annunziata
41°12′44.85″N 13°34′49″E / 41.212459°N 13.580279°E41.212459; 13.580279
XIV secolo 1855 neoclassico non officiata sede della confraternita di San Gregorio fino al 1771
poi annessa ad un convento delle Suore mantellate serve di Maria (fino al 1906) e successivamente delle Suore crocifisse adoratrici dell'Eucaristia (fino al 2015)
Sant'Agostino[21] Via Begani
41°12′46.45″N 13°34′37.32″E / 41.212902°N 13.577032°E41.212902; 13.577032
1421 ? ? scomparsa annessa ad convento di agostiniani e sede confraternita di Santa Monica fino al 1809
Sant'Angelo al Castello[22] Salita Castello
41°12′27.1″N 13°35′06.73″E / 41.207528°N 13.585204°E41.207528; 13.585204
1230 ? ? scomparsa annessa ad convento di domenicani fino al 1308
Sant'Angelo in Planciano[23] Via della Breccia
41°12′45.27″N 13°34′42.05″E / 41.212576°N 13.578349°E41.212576; 13.578349
prima dell'899 1851 neoclassico non officiata annessa ad un monastero benedettino maschile soppresso nel 1809
Santissima Annunziata[24] Via Annunziata
41°12′41.34″N 13°34′49.51″E / 41.211483°N 13.580418°E41.211483; 13.580418
1321 XVII secolo barocco officiata annessa allo Stabilimento della Santissima Annunziata, santuario dal 2009
Sant'Antonio Abate[25]
poi detta San Biagio
Lungomare Caboto
41°12′48.54″N 13°34′43.89″E / 41.213483°N 13.578858°E41.213483; 13.578858
1200 circa XVIII secolo barocco scomparsa, sopravvive la parete fondale dell'abside originariamente appartenende all'ordine di Sant'Antonio di Vienne, dal 1838 sede della parrocchia di San Biagio e della confraternita di Santa Monica
Santa Barbara[26] Salita Chiaromonte, I traversa sinistra
41°12′29.17″N 13°35′19.54″E / 41.208102°N 13.588762°E41.208102; 13.588762
prima del 1002 ? romanico inglobata in altri edifici già sede della parrocchia omonima
San Bartolomeo[27] Lungomare Caboto
41°12′48.98″N 13°34′42.4″E / 41.213605°N 13.578445°E41.213605; 13.578445
prima del 1409 ? ? scomparsa giuspatronato della famiglia Maltacea fino al 1409, poi della famiglia Gattola
sede della confraternita omonima
San Benedetto[28] Via Pio IX
41°12′32.73″N 13°35′22.37″E / 41.209091°N 13.589546°E41.209091; 13.589546
prima dell'887 XIV secolo romanico parzialmente crollata, in stato di abbandono parrocchia soppressa nel 1810
San Biagio Vecchio[29] Piazza Sebastiano Conca
41°12′37.56″N 13°34′55.35″E / 41.210435°N 13.582041°E41.210435; 13.582041
prima del 1028 1623 ? scomparsa parrocchia trasferita nella nuova chiesa di San Biagio nel 1695
San Biagio[29] Lungomare Caboto
41°12′48.62″N 13°34′41.45″E / 41.213505°N 13.57818°E41.213505; 13.57818
1695 ? ? scomparsa sede della parrocchia omonima e della confraternita di Santa Monica fino al 1838
San Biagio (provvisoria) Via Annunziata
41°12′45.52″N 13°34′48.61″E / 41.212643°N 13.580169°E41.212643; 13.580169
? ? ? locali al pianterreno del palazzo Reale di Ferdinando II sede provvisoria negli anni 1950 e agli inizi del secolo successivo della parrocchia di San Biagio
Santa Caterina d'Alessandria[30] Via Pio IX
41°12′29.6″N 13°35′22.32″E / 41.208221°N 13.589533°E41.208221; 13.589533
XIV secolo 1855 neoclassico non officiata annessa ad un monastero benedettino femminile fino al 1451, poi cistercense femminile soppresso nel 1809; sede della parrocchia di Santa Lucia dal 1972 al 1987
Cappella delle Cinque Croci Lungomare Caboto
41°12′46.28″N 13°34′31.16″E / 41.212854°N 13.575323°E41.212854; 13.575323
1850 circa ? neogotico scomparsa ai piedi del bastione Cappelletti
Cappella del Conservatorio[31] Via Annunziata
41°12′44.44″N 13°34′51.61″E / 41.212344°N 13.581002°E41.212344; 13.581002
1321 XVII secolo barocco sconsacrata all'interno dello Stabilimento della Santissima Annunziata
Cappella del Palazzo Reale di Carlo III[32] Via Faustina
41°12′35.59″N 13°34′59.46″E / 41.209885°N 13.583182°E41.209885; 13.583182
XVIII secolo scomparsa
Santi Cosma e Damiano[12] ? ? ? ? scomparsa parrocchia accorpata a Santa Marina prima del 1425
Santissimo Crocifisso[33] Via Santissima Trinità
41°12′21.1″N 13°34′15.91″E / 41.205862°N 13.571086°E41.205862; 13.571086
XVI secolo ? barocco non officiata all'interno del complesso della Santissima Trinità
San Curcio[34] ? prima del 1306 ? ? scomparsa
San Domenico Vecchio[35] Salita Castello
41°12′28.32″N 13°35′09.93″E / 41.207866°N 13.586092°E41.207866; 13.586092
1222 ? romanico scomparsa annessa ad un convento dei domenicani soppresso nel 1308
San Domenico[36] Via Aragonese
41°12′26.89″N 13°35′16.98″E / 41.20747°N 13.58805°E41.20747; 13.58805
1308 1449 gotica saltuariamente officiata annessa ad un convento dei domenicani e sede della parrocchia omonima e della confraternita del Rosario fino al 1809; sede della parrocchia di San Pietro dal 1930 fino alla soppressione della stessa fine degli anni 1970
Santi Erasmo e Marciano e Santa Maria Assunta[37]
già Santa Maria del Parco
Via Duomo
41°12′31.32″N 13°35′12.48″E / 41.2087°N 13.5868°E41.2087; 13.5868
VII-IX secolo 1788-1793 (interno)
1903-1950 (esterno)
romanico (campanile)
neogotico (facciata)
barocco-neoclassico (interno)
officiata cattedrale e basilica minore, sede delle parrocchie di Santa Maria Assunta e di San Biagio
San Filippo Neri[38]
già Santi Anna e Nicola
Via Santissima Trinità
41°12′21.1″N 13°34′15.91″E / 41.205862°N 13.571086°E41.205862; 13.571086
XVI secolo dopo il 1698 barocco sconsacrata all'interno del complesso della Santissima Trinità
San Francesco[39] Via San Giovanni Bosco
41°12′39.02″N 13°34′51.38″E / 41.21084°N 13.58094°E41.21084; 13.58094
1283 1870 neogotico officiata Ordine dei frati minori
poi Società Salesiana di San Giovanni Bosco fino al 1992
San Geminiano o Santi Lucia e Geminiano[40] tra la chiesa di San Benedetto e quella di Santa Caterina d'Alessandria
41°12′31.45″N 13°35′22.1″E / 41.208737°N 13.589473°E41.208737; 13.589473
prima del 1306 ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1550
San Giovanni a Mare[41] Via Bausan 41°12′32.54″N 13°35′18.28″E / 41.20904°N 13.58841°E41.20904; 13.58841 XI secolo XIII secolo romanico officiata sede dell'omonima parrocchia soppressa agli inizi del XX secolo, già sede dell'arciconfraternita di San Giuseppe dal 1628
San Giovanni de Folle[42] ? prima del 1393 ? ? scomparsa
San Giovanni della Porta[43] Via San Giovanni 41°12′29.84″N 13°35′05.35″E / 41.20829°N 13.58482°E41.20829; 13.58482 X secolo XIX secolo gotico sconsacrata affidata ai monaci benedettini fino al XIV secolo, dipendenza del monastero dei Santi Teodoro e Martino fino al 1436 e di quello di Sant'Angelo in Planciano fino al 1788; sede della parrocchia omonima dal 1436, e di quella di San Pietro dal 1805 al 1930, prima che quest'ultima fosse trasferita in San Domenico
San Giovanni di Malta[44] Via Faustina
41°12′36.81″N 13°34′57.02″E / 41.210226°N 13.582505°E41.210226; 13.582505
1225 ? ? scomparsa appartenente al Sovrano Militare Ordine di Malta (maschile)
Santi Giovanni e Paolo[45]
poi Santa Maria dell'Orazione e Morte
Via Regina Maria Sofia
41°12′30.35″N 13°35′07.65″E / 41.20843°N 13.585458°E41.20843; 13.585458
prima del 954 XVII-XVIII secolo barocco sconsacrata, ricostruita in forme contemporanee sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1569, e dal 1560 della confraternita dei Neri o di Santa Maria dell'Orazione e Morte
San Giovanni in Fonte[37] Piazza Papa Gelasio
41°12′32.57″N 13°35′13.13″E / 41.209048°N 13.586981°E41.209048; 13.586981
prima del 1003 ? romanico scomparsa battistero della cattedrale
San Giorgio[46] Salita Chiaromonte, I traversa sinistra
41°12′30.52″N 13°35′20.67″E / 41.208479°N 13.589076°E41.208479; 13.589076
prima del 604 ? romanico scomparsa sede dell'omonima parrocchia "mitrata" soppressa nel 1569
San Giuda Taddeo[47] Via Angioina
41°12′42.7″N 13°34′48.9″E / 41.21186°N 13.580249°E41.21186; 13.580249
1855 neogotico sconsacrata
San Giuliano[48] Via de Lieto
41°12′33.91″N 13°34′55.45″E / 41.209419°N 13.58207°E41.209419; 13.58207
? ? ? scomparsa
Immacolata Concezione o Cappella d'Oro[31] Via Annunziata
41°12′42.93″N 13°34′51.38″E / 41.211926°N 13.580939°E41.211926; 13.580939
1321 1513 rinascimentale sconsacrata all'interno dello Stabilimento della Santissima Annunziata
Sant'Irene[49] Salita della Colonna
41°12′29.92″N 13°35′14.03″E / 41.20831°N 13.58723°E41.20831; 13.58723
prima del 609 ? romanico scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1569
San Leonardo[50] Via Faustina
41°12′36.81″N 13°34′57.02″E / 41.210226°N 13.582505°E41.210226; 13.582505
1225 ? ? scomparsa appartenente al Sovrano Militare Ordine di Malta (femminile)
San Ludovico o San Luise[51] Via Angioina
41°12′28.77″N 13°35′01.63″E / 41.207991°N 13.583785°E41.207991; 13.583785
prima del 1390 ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia, trasferita nel 1440 nella chiesa di Santa Maria della Porta
Santa Lucia[52]
già Santa Maria in Pensulis
Via Ladislao 41°12′30.1″N 13°35′19.61″E / 41.20836°N 13.58878°E41.20836; 13.58878 XI secolo XIII secolo romanico sconsacrata sede dell'omonima parrocchia "mitrata" trasferrita nel 1972 in Santa Caterina d'Alessandria, e della confraternita di San Filippo Neri
Madonna della Solitudine o della Soledad[53] Lungomare Caboto
41°12′47.5″N 13°34′32.43″E / 41.213194°N 13.575675°E41.213194; 13.575675
1628 barocco saltuariamente officiata dentro porta Carlo V
Santa Maria dell'Arco[54] Via Angioina
41°12′35.16″N 13°34′55.81″E / 41.209766°N 13.582169°E41.209766; 13.582169
? ? ? scomparsa giuspatronato della famiglia Antoniani
Santa Maria del Castello[55] Salita Castello
41°12′26.72″N 13°35′04.88″E / 41.207423°N 13.584688°E41.207423; 13.584688
1820 circa ? neoclassico officiata sede di cappellania militare della Scuola nautica della Guardia di Finanza
Santa Maria della Maina[36] Via Aragonese
41°12′27.36″N 13°35′15.79″E / 41.2076°N 13.587718°E41.2076; 13.587718
? XII secolo romanico scomparsa, sopravvive il campanile che fu inglobato nel convento di San Domenico annessa ad un monastero benedettino femminile fino al 1438, sede dell'omonima parrocchia trasferita negli anni 1440 nella successiva chiesa di San Domenico
Santa Maria del Monte[56] Via Aragonese
41°12′29.46″N 13°35′10.14″E / 41.208182°N 13.58615°E41.208182; 13.58615
XIV secolo XX secolo barocco sconsacrata già eremo
Santa Maria della Porta o fuori Porta[57]
poi detta San Ludovico o San Luise
Piazza Commestibili
41°12′31.49″N 13°35′03.49″E / 41.208746°N 13.584303°E41.208746; 13.584303
prima dell'899 ? ? scomparsa già sede dell'omonima parrocchia, dal 1440 sede della parrocchia di San Ludovico, trasferita nel 1773 nella chiesa dello Spirito Santo
Santa Maria della Sanità o San Camillo[58] Via Faustina
41°12′40.5″N 13°34′54.01″E / 41.21125°N 13.581671°E41.21125; 13.581671
1617 1673 barocco scomparsa annessa al convento dei chierici regolari Ministri degli Infermi soppresso nel 1806
Santa Maria della Sorresca[59] Via Duomo
41°12′32.65″N 13°35′07.61″E / 41.20907°N 13.585447°E41.20907; 13.585447
1617 XIX secolo barocco non officiata
Santa Maria di Torre d'Oria e San Gaetano[60] Lungomare Caboto
41°12′47.32″N 13°34′26.94″E / 41.213144°N 13.574151°E41.213144; 13.574151
prima del 1600 ? barocco scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1707
Santa Marina o Santa Marinella[61] Via degli Albito
41°12′32.52″N 13°35′07.84″E / 41.209034°N 13.585511°E41.209034; 13.585511
? ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia esistente prima del 1443
San Martino[35] Via Santa Maria Ausiliatrice
41°12′32.24″N 13°34′54.58″E / 41.208954°N 13.581829°E41.208954; 13.581829
? ? gotico sconsacrata annessa al monastero dapprima dei monaci benedettini, poi dei monaci certosini; giuspatronato della famiglia Gaetani di Castelmola
San Matteo Vecchio[62] Via Bausan
41°12′33.48″N 13°35′18.49″E / 41.2093°N 13.588469°E41.2093; 13.588469
prima del 1100 ? ? scomparsa giuspatronato della famiglia Baraballo fino al 1528, poi della famiglia Gattola
San Matteo[62] Via Angioina
41°12′40.42″N 13°34′52.27″E / 41.211228°N 13.581186°E41.211228; 13.581186
dopo il 1536 ? ? scomparsa giuspatronato della famiglia Gattola
San Montano[63] Via Nazario Sauro
41°12′28.21″N 13°35′21″E / 41.207835°N 13.589166°E41.207835; 13.589166
1673 ? barocco scomparsa annessa al monastero delle terziarie regolari francescane fino al 1809
San Montano Vecchio[35] Piazza Cavallo
41°12′32.09″N 13°35′16.16″E / 41.208914°N 13.587821°E41.208914; 13.587821
? ? gotico scomparsa
Natività di Maria o dell'Ulivo[64]
già San Giacomo degli Spagnoli
Via Angioina
41°12′48.48″N 13°34′40.19″E / 41.213467°N 13.577829°E41.213467; 13.577829
prima del 1000 1854 barocco non officiata già sede dell'arciconfraternita dei Bianchi o dell'Ulivo
San Nicola di Bari[65] Salita degli Albito 41°12′30.1″N 13°35′19.61″E / 41.20836°N 13.58878°E41.20836; 13.58878 prima del 958 XIV secolo gotico parzialmente crollata, in stato di abbandono sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1809
San Nicola da Tolentino[66] Via Bausan
41°12′33.96″N 13°35′20.46″E / 41.209432°N 13.589016°E41.209432; 13.589016
1606 ? ? scomparsa giuspatronato della famiglia Oliva
già Sedile dei Nobili della Città
Sant'Onofrio[47] Via Angioina
41°12′42.7″N 13°34′48.9″E / 41.21186°N 13.580249°E41.21186; 13.580249
1489 ? ? scomparsa
Cappella del Palazzo Arcivescovile Via Docibile
41°12′33.39″N 13°35′13.1″E / 41.209274°N 13.586971°E41.209274; 13.586971
1723 2013 contemporaneo officiata nel palazzo Arcivescovile
Cappella di Palazzo De Vio[67] Piazza Cardinale De Vio
41°12′32.39″N 13°35′10.72″E / 41.208998°N 13.586312°E41.208998; 13.586312
anni 2010 contemporaneo non officiata nel Palazzo De Vio, già seminario diocesano dal 1771 agli anni 1960, in origine Palazzo Vescovile
San Pantaleone[68] Salita Beccheria
41°12′30.63″N 13°35′04.54″E / 41.208509°N 13.584596°E41.208509; 13.584596
? ? ? scomparsa
San Paolo[69] Salita Casa Tosti
41°12′34.36″N 13°34′59.44″E / 41.209545°N 13.583178°E41.209545; 13.583178
prima del 1357 ? ? scomparsa dipendenza di Sant'Angelo in Planciano, poi locata alla famiglia Antoniani per uso di oratorio privato
San Pietro Apostolo o del Porto[70] Via Pio IX
41°12′33.61″N 13°35′24.92″E / 41.209337°N 13.590257°E41.209337; 13.590257
prima del 954 ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia "mitrata", trasferita in San Giovanni della Porta nel 1805
Beato Pio IX[33] Via Santissima Trinità
41°12′21.1″N 13°34′15.91″E / 41.205862°N 13.571086°E41.205862; 13.571086
seconda metà del XIX secolo ? rococò non officiata all'interno del santuario della Santissima Trinità
Santi Quaranta Martiri[71] Via Annunziata
41°12′42.56″N 13°34′50.66″E / 41.211823°N 13.580739°E41.211823; 13.580739
? ? ? scomparsa
San Quirico[30] Via Nazario Sauro
41°12′28.03″N 13°35′19.15″E / 41.207785°N 13.588652°E41.207785; 13.588652
prima del 1024 ? ? scomparsa annessa ad un monastero di monache benedettine fino alla seconda metà del XV secolo, poi terziarie regolari francescane
già sede della parrocchia omonima
Cappella Reale del Castello Inferiore[72] Via Angioina
41°12′27.36″N 13°35′01.86″E / 41.207601°N 13.583849°E41.207601; 13.583849
1850 ? neoclassico sconsacrata nella torre ovest del Castello Inferiore
Cappella Reale del Castello Superiore[73] Salita Castello
41°12′26.34″N 13°35′10.18″E / 41.207317°N 13.58616°E41.207317; 13.58616
1445 circa ? gotico scomparsa nella cortina est del Castello Superiore
Santa Reparata[42] ? prima del 1393 ? ? scomparsa
San Salvatore[74]
poi San Giacomo degli Italiani
Vicolo Caetani 41°12′33.01″N 13°35′11.72″E / 41.20917°N 13.58659°E41.20917; 13.58659 inizi dell'XI secolo XVI secolo barocco parzialmente crollata, riconvertita in spazio polivalente sede dell'omonima parrocchia, soppressa nel 1519
Santa Scolastica[75] Via Faustina
41°12′41.51″N 13°34′52.95″E / 41.211531°N 13.581375°E41.211531; 13.581375
prima del 600 ? ? scomparsa dipendenza dell'Abbazia di Montecassino, già sede della confraternita di Santa Maria della Neve o di Santa Scolastica
Santi Sebastiano e Rocco[76] Via Angioina
41°12′43.68″N 13°34′48.07″E / 41.212134°N 13.58002°E41.212134; 13.58002
XIV secolo 1650 circa gotico sconsacrata già sede dell'omonima confraternita
San Silvestro[77] Via Aragonese, Vico I
41°12′28.15″N 13°35′13.87″E / 41.207819°N 13.587187°E41.207819; 13.587187
prima del 1186 ? romanico inglobata in altri edifici sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1569
San Silviniano[78] Salita degli Albito
41°12′32.12″N 13°35′06.48″E / 41.208923°N 13.585132°E41.208923; 13.585132
prima del 903 ? romanico inglobata in altri edifici sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1569
Spirito Santo[79] Piazza Livio Bonelli
41°12′39.21″N 13°34′56.22″E / 41.210892°N 13.582282°E41.210892; 13.582282
XIV secolo 1771 gotico scomparsa già sede della confraternita dello Spirito Santo e dal 1771 di quella di San Gregorio; dal 1773 sede della parrocchia di San Ludovico
Santo Stefano[80] Via San Giovanni
41°12′49.76″N 13°33′45.87″E / 41.213823°N 13.562741°E41.213823; 13.562741
prima del 1384 ? gotico inglobata in altri edifici già sede della parrocchia omonima
Santi Teodoro e Martino o San Teodoro[81] Via Angioina
41°12′28.41″N 13°35′04.09″E / 41.207891°N 13.584468°E41.207891; 13.584468
prima del 906 1445 circa gotico inglobata nel castello Angioino annessa ad un monastero benedettino maschile fino al 1436
San Tommaso Apostolo[82]
poi del Rosario
Via Aragonese
41°12′28.95″N 13°35′13.07″E / 41.208041°N 13.586963°E41.208041; 13.586963
prima del 1135 XVII-XVIII secolo barocco officiata sede dell'omonima parrocchia "mitrata" fino al 1809, dal 1809 sede della confraternita del Rosario
Santissima Trinità[33] Via Santissima Trinità
41°12′19.86″N 13°34′13.66″E / 41.205516°N 13.57046°E41.205516; 13.57046
prima del 1000 XVII secolo barocco officiata annessa al cenobio dapprima dei monaci benedettini, poi Ordine dei frati minori scalzi e ora del pontificio istituto missioni estere
San Vito[83] Salita degli Albito
41°12′31.15″N 13°35′09.5″E / 41.208652°N 13.585972°E41.208652; 13.585972
prima del 1262 ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1569

Edifici di culto fuori le mura[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ubicazione Fondazione Ultimi interventi di rilievo Stile architettonico prevalente Stato attuale Note Immagine
Santissima Addolorata al Colle Via del Colle
41°13′05.09″N 13°33′26.32″E / 41.21808°N 13.557312°E41.21808; 13.557312
1841 1941 ? non officiata di proprietà dapprima della famiglia Buongiovanni, poi della famiglia Di Fonzo
Sant'Agostino a Vivano[84] Piana di Sant'Agostino
41°13′43.06″N 13°30′22.85″E / 41.228627°N 13.506346°E41.228627; 13.506346
prima del 1061 ? ? scomparsa
Sant'Ambrogio[85] Via Conca
41°14′22.01″N 13°33′52.8″E / 41.239448°N 13.564666°E41.239448; 13.564666
XIII secolo XIV secolo gotico sconsacrata rettoria soppressa nel 1481
Sant'Andrea[86] già in vico 26 Corso Attico 41°13′33.91″N 13°33′58.55″E / 41.226086°N 13.566263°E41.226086; 13.566263 prima del 1459 ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1628
giuspatronato della famiglia Gattola
Sant'Angelo dei Marzi[87] Via Sant'Angelo
41°15′26.6″N 13°33′27.38″E / 41.257388°N 13.557605°E41.257388; 13.557605
prima del 1185 - gotico sconsacrata appartenente ai monaci benedettini
Sant'Antonio di Padova[88] Salita Cappuccini
41°13′16.43″N 13°34′01.51″E / 41.221229°N 13.567085°E41.221229; 13.567085
1715 circa XX secolo barocco sconsacrata annessa ad un convento dei frati minori cappuccini soppresso nel 1866
Santi Apostoli[89] Viale Battaglione Alpini Piemonte
41°12′53.28″N 13°34′13.76″E / 41.214799°N 13.570489°E41.214799; 13.570489
prima del 1711 ? barocco scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa nel 1815
Santi Carlo e Anna o San Carlo[90] Lungomare Giovanni Caboto
41°13′43.29″N 13°33′59.29″E / 41.228693°N 13.566468°E41.228693; 13.566468
1628 seconda metà del XX secolo barocco officiata sede della parrocchia di San Carlo Borromeo, già della confraternita dell'Angelo Custode
Cappella della Casa della Vita Via del Colle
41°13′02.68″N 13°33′07.56″E / 41.217411°N 13.5521°E41.217411; 13.5521
seconda metà del 1950 - contemporanea officiata all'interno della Casa della Vita
Santi Cosma e Damiano[91]
anche detta San Cosmo Vecchio
Via della Indipendenza
41°13′23.54″N 13°34′09.36″E / 41.223207°N 13.569267°E41.223207; 13.569267
800 circa metà del XX secolo gotico officiata sede dell'omonima parrocchia trasferita nel 1944 nella chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, già sede della confraternita del Rosario "di Elena"
Santa Fortunata[92] Serapo ? ? ? scomparsa
San Giacomo[93] Via San Giacomo-Collemare
41°15′31.48″N 13°32′43.4″E / 41.258746°N 13.545388°E41.258746; 13.545388
? ? ? scomparsa dipendenza del monastero di San Martino di Itri
San Giacomo Apostolo[94]
già San Giacomo di Terra Rossa
Via della Indipendenza
41°13′02.6″N 13°34′12.83″E / 41.21739°N 13.57023°E41.21739; 13.57023
primi del XVI secolo 1957 barocco
contemporaneo
officiata sede dell'omonima parrocchia e della confraternita di San Francesco
già sede della confraternita di San Gregorio
San Giacomo di Galizia[95] Via San Giacomo
41°13′47.27″N 13°34′00.21″E / 41.229796°N 13.566726°E41.229796; 13.566726
1357 ? ? scomparsa annessa ad un monastero di monaci certosini fino al 1851
San Lorenzo in Pontone[96] lungo il torrente Pontone prima dell'830 ? ? scomparsa
Santa Maria delle Grazie, San Francesco d'Assisi e San Silvestro o Madonna di Casalarga[97] Via Sant'Agostino
41°13′56.75″N 13°32′42.58″E / 41.23243°N 13.54516°E41.23243; 13.54516
prima del XVII secolo 1955 ? saltuariamente officiata
Madonna di Casaregola[98] Via Sant'Agostino
41°13′59.02″N 13°32′24.99″E / 41.233061°N 13.540275°E41.233061; 13.540275
prima del 1180 ? ? scomparsa rettoria soppressa nel 1481
Santissima Immacolata e Anime Sante del Purgatorio o Madonna della Catena[99] Via Catena
41°12′36.02″N 13°32′55.79″E / 41.210004°N 13.54883°E41.210004; 13.54883
1635 XX secolo barocco non officiata giuspatronato della famiglia Gattola, eremo e santuario; annessa ad un convento delle suore adoratrici del Sangue di Cristo fino agli inizi degli anni 2000
Madonna della Civita[100] Via Conca
41°14′21.46″N 13°34′08.83″E / 41.239294°N 13.569119°E41.239294; 13.569119
anni 1950 ? ? sconsacrata annessa ad un istituto dei servi della carità
Madonna del Colle[101] Via del Colle
41°13′56.75″N 13°32′42.58″E / 41.23243°N 13.54516°E41.23243; 13.54516
prima del XVII secolo 1882 ? saltuariamente officiata
Santa Maria Bambina o Madonna di Conca[102] Via Conca
41°13′56.75″N 13°32′42.58″E / 41.23243°N 13.54516°E41.23243; 13.54516
1639 ? ? saltuariamente officiata già dipendenza del monastero di Santa Caterina
Madonna delle Grazie ad Arcella[103] Lungomare Caboto
41°14′35.55″N 13°34′34.76″E / 41.243208°N 13.576322°E41.243208; 13.576322
? ? ? scomparsa
Madonna di Longato[104] Via Sant'Agostino
41°13′56.7″N 13°31′48.37″E / 41.232416°N 13.530104°E41.232416; 13.530104
1832 1882 - non officiata
Madonna della Treglia[105] Lungomare Caboto
41°13′53.35″N 13°34′02.44″E / 41.231486°N 13.567344°E41.231486; 13.567344
prima del 1829 ? ? scomparsa già dipendenza del monastero di San Giacomo di Galizia
Madonnella di Serapo[106] Via Torino
41°12′45.62″N 13°33′49.79″E / 41.212671°N 13.56383°E41.212671; 13.56383
? ? ? scomparsa
Santi Maria, Agata e Onofrio o Sant'Agata[107] Colle Sant'Agata
41°13′40.95″N 13°33′41.5″E / 41.228041°N 13.561528°E41.228041; 13.561528
1327 - gotico sconsacrata, in stato di rudere annessa ad un convento del terzo ordine regolare di San Francesco, poi dei frati minori soppresso nel 1809
Santa Maria del Buon Cammino[108] Montesecco
41°12′44.93″N 13°34′15.26″E / 41.212479°N 13.570905°E41.212479; 13.570905
? ? ? scomparsa
Santa Maria di Monte Ospedale o Madonna della Cappella[108] Via IV Novembre
41°12′54.23″N 13°34′03.45″E / 41.215064°N 13.567625°E41.215064; 13.567625
dopo il 1100 ? ? scomparsa appartenente al Sovrano Militare Ordine di Malta
Santa Maria della Pietà[108] Montesecco
41°12′42.98″N 13°34′16.22″E / 41.21194°N 13.571172°E41.21194; 13.571172
1580 circa ? ? scomparsa annessa ad un convento dei frati minori cappuccini soppresso nel 1707
Santa Maria Assunta al Pizzone[109] Lungomare Caboto
41°13′54.77″N 13°34′02.5″E / 41.231882°N 13.567361°E41.231882; 13.567361
XVII secolo ? ? scomparsa di proprietà della famiglia Chinappi
Santa Maria di Porto Salvo[110]
anche detta degli Scalzi
Salita degli Scalzi
41°13′07.93″N 13°34′07.46″E / 41.21887°N 13.56874°E41.21887; 13.56874
1624 - barocco officiata annessa ad un convento di agostiniani scalzi soppresso nel 1806, già sede della confraternita di San Maria di Porto Salvo, dal 1944 sede della parrocchia dei Santi Cosma e Damiano
Santa Maria del Suffragio[111] Via Giuseppe Garibaldi
41°12′56.74″N 13°33′40.21″E / 41.21576°N 13.56117°E41.21576; 13.56117
1850 - neoclassico non officiata nel cimitero comunale
Asceterio di San Nilo[35] Montesecco
41°12′49.75″N 13°34′05.23″E / 41.21382°N 13.568121°E41.21382; 13.568121
994 - ? scomparso eremo dell'ordine basiliano italiano di Grottaferrata
San Nilo Vecchio[112] Via San Nilo
41°12′46.5″N 13°33′41.86″E / 41.212915°N 13.561629°E41.212915; 13.561629
1938 - - scomparsa
San Nilo Abate[113] Via San Nilo
41°12′46.5″N 13°33′41.86″E / 41.212915°N 13.561629°E41.212915; 13.561629
1965 - contemporaneo officiata sede dell'omonima parrocchia, santuario dal 2014
Nostra Signora di Lourdes Via Monte Altino
41°13′51.68″N 13°33′16.6″E / 41.231021°N 13.55461°E41.231021; 13.55461
anni 1980 - contemporaneo officiata al primo piano di un edificio residenziale
Nostra Signora della Misericordia Via Atratina
41°13′04.57″N 13°33′58.19″E / 41.217937°N 13.566163°E41.217937; 13.566163
1926 no neoclassico officiata all'interno del convento delle suore di Santa Maria Maddalena Postel
Beato Oliver Plunkett e Santi Martiri Irlandesi[114] Lungomare Caboto
41°14′41″N 13°34′34.27″E / 41.244722°N 13.576187°E41.244722; 13.576187
anni 1930 - eclettico sconsacrata all'interno della ex residenza estiva del Pontificio Collegio Irlandese
Cappella dell'Ospedale Luigi Di Liegro Salita Cappuccini
41°13′17.43″N 13°34′00.34″E / 41.221507°N 13.566761°E41.221507; 13.566761
1980 - contemporanea non officiata all'interno dell'Ospedale Luigi Di Liegro
San Paolo Apostolo[115] Piazza Trieste
41°12′42.03″N 13°33′53.64″E / 41.211676°N 13.5649°E41.211676; 13.5649
1964 - contemporaneo officiata sede dell'omonima parrocchia
Santi Procolo, Stefano e Madonna della Civita o San Procolo[116] Via della Indipendenza
41°13′27.36″N 13°34′04.99″E / 41.224266°N 13.568054°E41.224266; 13.568054
? ? barocco scomparsa giuspatronato della famiglia Gattola, dal 1858 sede della confraternita di Santo Stefano
San Raffaele[117] Via Conca
41°14′22.28″N 13°34′07.71″E / 41.239521°N 13.568807°E41.239521; 13.568807
anni 1890 - contemporaneo non officiata già di proprietà della famiglia Chinappi, all'interno dell'ex seminario diocesano
San Sergio vecchio[118] Piazza della Libertà
41°12′54.24″N 13°34′12.61″E / 41.215066°N 13.570171°E41.215066; 13.570171
prima del 1375 ? ? scomparsa
San Sergio nuovo[118] Piazza della Libertà
41°12′54.93″N 13°34′16.07″E / 41.215258°N 13.571132°E41.215258; 13.571132
1638 ? ? scomparsa sede dell'omonima parrocchia soppressa prima del 1711
giuspatronato della famiglia Guastaferri
Santo Spirito del Borgo[119] Via della Indipendenza
41°13′15.61″N 13°34′08.76″E / 41.221003°N 13.569101°E41.221003; 13.569101
prima del 1390 ? ? sconsacrata appartenente agli ospedalieri di Santo Spirito fino al 1847, poi di proprietà della famiglia Vendittis (all'interno del cui palazzo è situata)
già sede della confraternita della Madonna degli Angeli dal 1600 circa, officiata fino agli anni 1950
Spirito Santo, Beata Vergine Maria e San Giovanni Evangelista o Santo Spirito di Zennone[120] Piana di Arzano
41°14′11.68″N 13°33′34.83″E / 41.236576°N 13.559676°E41.236576; 13.559676
1295 - gotico sconsacrata, in stato di rudere annessa all'omonima abbazia dei monaci cistercensi fino al 1750 circa
Santo Stefano Protomartire Via dei Frassini
41°13′02.79″N 13°33′13.73″E / 41.217442°N 13.553813°E41.217442; 13.553813
2009 - contemporaneo officiata sede dell'omonima parrocchia
Cappella di villa Mendoza[121] Via Gastone Maresca
41°13′00.7″N 13°33′38.42″E / 41.21686°N 13.560672°E41.21686; 13.560672
XIX secolo ? ? scomparsa
San Vitale[122] Via dell'Agricoltura
41°14′28.01″N 13°32′57.94″E / 41.241113°N 13.549427°E41.241113; 13.549427
XIV secolo ? gotico sconsacrata, in stato di rudere all'interno di una grancia dei monaci cistercensi

Edificio di culto non cattolici[modifica | modifica wikitesto]

Denominazione Ubicazione Immagine
Chiesa cristiana avventista del settimo giorno[123] Via dei Frassini
41°13′03.51″N 13°33′37.06″E / 41.217643°N 13.560294°E41.217643; 13.560294
Chiesa cristiana evangelica "Emmanuele" Via della Indipendenza
41°13′22.14″N 13°34′01.82″E / 41.222817°N 13.567174°E41.222817; 13.567174
Chiesa cristiana evangelica pentecostale "L'Oasi"[124] Vico Orticello
41°13′25.3″N 13°34′09.76″E / 41.223696°N 13.569378°E41.223696; 13.569378
Sala del Regno dei Testimoni di Geova Via San Giacomo
41°13′49.4″N 13°33′59.56″E / 41.230388°N 13.566544°E41.230388; 13.566544

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fronzuto 2001, p. 170.
  2. ^ Fiengo 1971, p. 48.
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  11. ^ Corbo 1985.
  12. ^ a b Capobianco 2000, p. 366.
  13. ^ Ferraro 103, p. 245.
  14. ^ a b Allaria 1970.
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  16. ^ Capobianco 2000, tav. 39.
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  32. ^ Blois 1854, pp. 30, 46, 197, 200, 206.
  33. ^ a b c Gaetani d'Aragona 1885, pp. 198-208; Ferraro 1903, pp. 253-277; Allaria 1970, pp. 60-61; Fronzuto 2001, pp. 104-108.
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  35. ^ a b c d CDC, III (I), Gaeta medievale e moderna.
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  37. ^ a b Gaetani d'Aragona 1885, pp. 163-176; Allaria 1970, pp. 22-25; Fiengo 1971, pp. 72-85; Fronzuto 2001, pp. 111-118; Tallini 2006, p. 422.
  38. ^ Gaetani d'Aragona 1885, pp. 203-204; Gaeta, Santuario della Trinità, Cappella di San Filippo alla Montagna Spaccata, su db.histantartsi.eu.; Gaeta, Santuario della Trinità o della Montagna Spaccata, su db.histantartsi.eu..
  39. ^ Gaetani d'Aragona 1885, pp. 190-194; Allaria 1970, pp. 44-47; Fiengo 1971, pp. 90-91; Fronzuto 2001, pp. 79-83; Tallini 2006, p. 424.
  40. ^ Gaetani d'Aragona 1885, pp. 177-178; Tallini 2006, p. 424.
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  42. ^ a b CDC, III (II), p. 98.
  43. ^ Gaetani d'Aragona 1885, pp. 223-224; Allaria 1970, pp. 17-20; Fronzuto 2001, p. 170; Avallone 2006; Tallini 2006, p. 423; .
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  45. ^ Gaetani d'Aragona 1885, pp. 222-223; Allaria 1970, pp. 16-17; Fronzuto 2001, pp. 169-170; Tallini 2006, p. 422.
  46. ^ Allaria 1970, pp. 8-9; Tallini 2006, p. 422.
  47. ^ a b Gaetani d'Aragona 1885, pp. 193-194; Allaria 1970, pp. 50-51; Fronzuto 2001, p. 171; Tallini 2006, p. 424.
  48. ^ Leccese 1958, p. 45.
  49. ^ CDC, III (I), Gaeta medievale e moderna; Tallini 2006, p. 422.
  50. ^ CDC, III (I), Gaeta medievale e moderna; Leccese 1958, p. 45; Tallini 2006, p. 423; Cesarale, Magliozzi, Di Ciaccio, I, p. 270.
  51. ^ CDC, III (I), Gaeta medievale e moderna; Leccese 1958, p. 60, Allaria 1970, pp. 39-40.
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  89. ^ Allaria 1970, p. 62; Tallini 2006, p. 425.
  90. ^ Allaria 1970, p. 68; Fronzuto 2001, pp. 157, 199; Tallini 2006, p. 245.
  91. ^ Gaetani d'Aragona 1885, pp. 370-373; Ferraro 1903, pp. 248-249; Allaria 1970, pp. 65-67; Fronzuto 2001, pp. 152-153; Tallini 2006, p. 422.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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