Utente:Facquis/Sandbox/Storia della Repubblica Italiana (1994-2011)

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Il sistema bipolare (1994-2001)[modifica | modifica wikitesto]

Berlusconi e il primo governo di destra[modifica | modifica wikitesto]

Silvio Berlusconi, Presidente del consiglio dal 1994 al 1995, durante una convention elettorale.

Il vero vincitore risultò Silvio Berlusconi, il quale formò il suo primo governo, che vedeva per la prima volta l'ingresso nella stanza dei bottoni dei missini di Fini. Il suo governo, tuttavia, incontrò subito numerose difficoltà che sfociarono in scontri giudiziari con la Procura di Milano, in scontri politici con la Lega di Bossi e in scontri sociali con i sindacati (sulla questione della riforma delle pensioni) tali da portare ad una rapida caduta del suo governo nel dicembre del '94, in particolare a seguito di un avviso di garanzia emesso a Napoli contro Berlusconi per un presunto reato dal quale sarà assolto con formula piena per non aver commesso il fatto.[1][2]

Si insediò allora il governo tecnico di Lamberto Dini (ex ministro del Tesoro del governo Berlusconi), appoggiato dall'esterno da centrosinistra e Lega Nord, che durò per tutto il 1995, dopo il quale la legislatura giunse prematuramente alla fine.

La prima volta della sinistra post-comunista[modifica | modifica wikitesto]

Romano Prodi, Lamberto Dini e Massimo D'Alema nel 1996.

Le nuove elezioni anticipate del 1996 videro contrapporsi il Polo delle Libertà di centro-destra (ma senza Lega Nord), guidato da Berlusconi, e la coalizione di centro-sinistra, l'Ulivo (Pds, Ppi e forze minori), guidate da Romano Prodi, economista di area cattolica.

L'Ulivo vinse di misura e alla Camera ebbe bisogno dei voti di Rifondazione comunista per formare la maggioranza ed il nuovo governo. Tra gli intenti della nuova legislatura ci fu il tentativo di riformare la Costituzione, esigenza che si avvertiva in maniera sempre più pressante sin dagli anni ottanta, e che si rendeva ormai necessaria per adeguare le istituzioni al nuovo modello politico della Seconda Repubblica, orientato rispetto alla Prima in senso decisamente bipolare. A tal proposito si diede vita ad una Commissione bicamerale presieduta da D'Alema, che tra varie difficoltà riuscì dapprima a trovare una fragile intesa per approvare un modello presidenzialista che prevedesse l'elezione diretta del Capo dello Stato, ma fu poi costretta a rinunciarvi per l'emergere di disaccordi tra le opposte parti politiche.

Diversi obiettivi, intanto, come la privatizzazione di importanti aziende statali, il risanamento dei conti pubblici e l'ingresso nell'euro, furono raggiunti dal governo attraverso un inasprimento della pressione fiscale. Alla fine del 1998 il governo Prodi cadde tuttavia a causa della scelta di Rifondazione comunista di ritirare la fiducia sulla legge finanziaria. Seguirono altri due governi di centro-sinistra, retti con l'apporto di alcuni parlamentari dal centro e di una parte di comunisti rimasti fedeli a Prodi, autori di una scissione da Rifondazione. Il primo dei due governi fu presieduto da Massimo D'Alema, segretario dei Democratici di Sinistra (la nuova denominazione del Pds), e il secondo da Giuliano Amato, ex socialista.

Il 13 maggio 1999 vide l'elezione di Carlo Azeglio Ciampi alla presidenza della Repubblica sin dalla prima votazione, con un'ampia maggioranza parlamentare. Pochi giorni dopo venne alla luce una recrudescenza del terrorismo quando un commando delle Nuove Brigate Rosse uccise Massimo D'Antona, giuslavorista e collaboratore del ministro del lavoro Antonio Bassolino. Tre anni dopo la stessa tragica sorte toccherà ad un altro giuslavorista, Marco Biagi, collaboratore del nuovo ministro del lavoro Roberto Maroni.

I primi anni duemila (2001-2008)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fatti del G8 di Genova e Crac Parmalat.
Un'auto bruciata in Via Montevideo, a Genova, in occasione del G8.

Nel 2001 si registra il primo caso di «mucca pazza» in Italia. Dopo la sconfitta dell'Ulivo nelle Regionali del 2000, intanto, alcuni partiti di centro come i Popolari, Rinnovamento Italiano, I Democratici e l'UDEUR crearono la federazione de La Margherita, presieduta da Francesco Rutelli, la quale, insieme ai Democratici di Sinistra, si presentò alle elezioni nell'aprile 2001 contro la Casa delle Libertà, la coalizione di centro-destra guidata dal ticket Silvio Berlusconi-Gianfranco Fini, di cui era tornata a far parte la Lega Nord di Umberto Bossi, con l'aggiunta del Nuovo PSI di Gianni De Michelis.

Silvio Berlusconi, di nuovo Presidente del consiglio dal 2001 al 2006.

Alle elezioni politiche del 12 maggio 2001 quest'ultima batté lo schieramento ulivista, e Forza Italia registrò un notevole successo, raccogliendo circa il 30 per cento dei consensi globali. Berlusconi tornò così al governo: tra le prime emergenze con cui si misurò vi fu la riunione del G8 a Genova in cui, nonostante fossero state prese eccezionali misure di sicurezza per prevenire incidenti, si verificarono violenti scontri tra i manifestanti e le forze dell'ordine.[3] Esplose poi il problema della prevenzione del terrorismo islamico a seguito degli attentati dell'11 settembre 2001 a New York.

Dal 1º gennaio 2002 la circolazione della lira italiana cominciò inoltre ad essere affiancata da quella dell'euro, la moneta adottata dall'Unione europea: l'euro sostituì definitivamente la lira il 28 febbraio 2002.

Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006. Tra i suoi atti vi fu la reintroduzione della parata delle forze armate nel cerimoniale della Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno.[4].

Le principali riforme del governo Berlusconi II furono: l'anticipazione della sospensione delle chiamate al servizio militare di leva in Italia, le pensioni portate alla soglia minima di 1 milione di lire mensili, la riforma del mercato del lavoro con l'emanazione della legge 30/2003, quella riguardante codice della strada - sempre nel 2003 - con l'istituzione della patente a punti, una legge antifumo, e il ritorno dei discendenti maschi di casa Savoia.

Un momento dei funerali di Stato per i caduti nell'attentato di Nassiriya (18 novembre 2003)

Dal luglio 2003 l'Italia partecipò all'Operazione Antica Babilonia volta al mantenimento della pace in Iraq a seguito della seconda guerra del Golfo. Il 12 novembre dello stesso anno avvenne il primo grave attentato di Nassiriya ai danni delle truppe italiane, con la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili.

Nel dicembre 2003 Gianfranco Fini in Israele in qualità di Ministro degli Esteri critica le leggi razziali promosse dal regime fascista,[5] provocando la scissione di Azione Sociale, guidata da Alessandra Mussolini.

Nelle elezioni regionali del 2005, che coinvolgono 14 regioni italiane, sono presenti due principali coalizioni: la già nota Casa delle Libertà, costituita da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani e di Centro e Lega Nord e la nascente in chiave anti-berlusconiana Unione, costituita da: Ulivo (che da coalizione si stava trasformando in federazione di Margherita, Democratici di Sinistra e Repubblicani Europei), Socialisti Democratici Italiani, Verdi, Udeur, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Italia dei Valori. Oltre a questi c'è Alternativa Sociale, una federazione di partiti di estrema destra nata un anno prima, costituita da: Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale e Forza Nuova. L'Unione ottiene già un successo conquistando 12 delle 14 regioni in questione. Queste elezioni risultano fatali per il governo e Berlusconi, il 27 aprile 2005, forma un nuovo governo di fine legislatura, il governo Berlusconi III. Il governo Berlusconi II risulta il più longevo della storia repubblicana, rimanendo in carica per quasi quattro anni, dal giugno 2001 all'aprile 2005.

Campagna elettorale 2006, piazza Maggiore, Bologna, febbraio 2006.

Il 10 aprile 2006 si svolgono nuove elezioni politiche tra la Casa delle Libertà e L'Unione. Queste elezioni si svolgono per la prima volta secondo la legge Calderoli del 2005 che ha modificato il precedente meccanismo misto maggioritario, in favore di un sistema proporzionale corretto, con premio di maggioranza per la coalizione e senza possibilità di indicare preferenze (la selezione dei parlamentari viene effettuata dai partiti). Alla Camera, l'Unione ottiene il 49,81% dei consensi, mentre la Casa delle Libertà il 49,74%; mentre, al Senato, la coalizione guidata da Prodi prevale per due seggi (determinanti i voti ottenuti nella circoscrizione Estero, per la prima volta al voto). Ciò decreta un'esigua vittoria dell'Unione. La limitata maggioranza e l'eterogeneità della coalizione, sostenuta dall'intera sinistra parlamentare, solleva ben presto dubbi sulla solidità del governo. Il 10 maggio 2006, al quarto scrutinio, Giorgio Napolitano viene eletto Presidente della Repubblica italiana.[6]

Romano Prodi al comizio di Bari, durante la campagna elettorale per le Politiche del 2006.

Alla fine di giugno 2006 si concludono le indagini che portarono allo scandalo di Calciopoli, scandalo che ha investito il calcio italiano coinvolgendo diverse società professionistiche fra le più importanti e numerosi dirigenti sia delle stesse società sia dei principali organi calcistici italiani (Federazione Italiana Giuoco Calcio, Lega Nazionale Professionisti, Associazione Italiana Arbitri), oltre ad alcuni arbitri ed assistenti. A stemperare il clima tetro del calcio italiano, giunge il 9 luglio 2006 la vittoria in Germania del quarto titolo mondiale da parte della nazionale italiana. Tra il febbraio ed il marzo 2006, si svolgono a Torino ed in altre 8 località piemontesi i XX Giochi olimpici invernali e i IX Giochi Paralimpici invernali.

Il 29 luglio 2006 il Parlamento ha approvato con un'ampia maggioranza trasversale[7][8] una legge sull'indulto. Il 2 dicembre 2006 viene portato a compimento il ritiro dei militari italiani dall'Iraq. Con l'aiuto di parte dell'opposizione verranno inoltre approvati diversi provvedimenti in materia di politica estera: il rifinanziamento delle missioni militari all'estero, il decreto sulla partecipazione italiana alla missione UNIFIL in Libano, il permesso di estensione della Caserma Ederle, base militare statunitense situata in territorio vicentino. Questi provvedimenti, ma non solo, aprono contrasti interni alla maggioranza parlamentare che nel frattempo regge in senato grazie al sostegno, spesso decisivo, dei senatori a vita.

Negli ultimi mesi del 2007 sono numerose le esternazioni, da parte di componenti della maggioranza di governo, di insoddisfazione per i provvedimenti fino ad allora prodotti (Fausto Bertinotti) e riguardo alla difficoltà di realizzare a causa del sostanziale equilibrio parlamentare (Lamberto Dini, Francesco Rutelli, Clemente Mastella[9]). Lo stesso presidente Napolitano giudica come "abnorme" il ricorso ad eccessivi voti di fiducia.

Le prime elezioni primarie del PD, il 14 ottobre 2007: (da sinistra) Jacopo Schettini Gherardini, Enrico Letta, Rosy Bindi, Romano Prodi, Walter Veltroni e Mario Adinolfi.

Nel 2007 i partiti maggiori dello schieramento di centro-sinistra, ossia i Democratici di Sinistra e La Margherita avviano un processo unificatore nel segno dell'Ulivo, proiettato alla costituzione di un unico grande partito che ricalchi il modello dell'americano "Partito Democratico". Il 14 ottobre 2007 vede la luce il Partito Democratico, del quale presidente è Romano Prodi e Segretario Nazionale Walter Veltroni, i quali vengono così eletti dopo aver partecipato a delle primarie con altri candidati.

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica dal 2006 al 2015, primo nella storia ad essere stato rieletto per un secondo mandato.

Il 16 gennaio 2008 viene arrestata la moglie del ministro di giustizia Clemente Mastella, seguita il giorno successivo dallo stesso ministro, entrambi per concussione. Mastella dà allora le dimissioni da ministro di giustizia, e pur affermando in un primo momento che l'UDEUR continuerà ad appoggiare il governo esternamente, avverte la mancanza di solidarietà politica da parte della maggioranza: per questo il 21 gennaio decide alla fine di farne uscire il suo partito, dando il via alla crisi di governo. Prodi, apprestandosi a chiedere la fiducia al Parlamento, spera ancora di poterla ottenere: il 23 gennaio alla Camera dei Deputati ottiene 326 sì e 275 no. Il giorno dopo però è la volta del Senato della Repubblica, dove ottiene 161 no e 156 sì: la sua maggioranza non c'è più. A seguito della sconfitta Prodi rassegna le proprie dimissioni, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti.[10]

Subito dopo la caduta del governo il Partito Democratico decide di candidare Presidente del Consiglio Walter Veltroni, il quale decide di proporre un'alleanza ai soli Italia dei Valori e Radicali Italiani in cambio di un futuro incorporamento, che accettano, chiudendo di fatto l'esperienza dell'Unione.

Emergenza dei rifiuti in Campania durante la campagna elettorale del 2008

La nascita del PD accelerò gli eventi anche all'interno del centro-destra, dove Silvio Berlusconi aveva già lanciato il 18 novembre 2007 una nuova formazione denominata Popolo della Libertà, prefigurando un allontanamento dai suoi alleati tradizionali. L'8 febbraio dell'anno seguente, tuttavia, Forza Italia e Alleanza Nazionale trovarono un accordo per fondersi insieme nel neonato progetto di unificazione del centro-destra, quello appunto del Popolo della Libertà, destinato a diventare un partito unitario. In esso confluiranno vari esponenti di movimenti minori, ad eccezione di Pier Ferdinando Casini il cui rapporto col centro-destra entrò in crisi. La Lega Nord rimase invece soltanto alleata della nuova formazione, non entrando a farne parte.

Nel corso del 2007 si verificò un riacuirsi della crisi dei rifiuti in Campania, con la saturazione delle discariche nella regione d'Italia. La gestione dell'emergenza fu uno dei maggiori temi trattati durante la campagna elettorale del 2008. Verso la fine della legislatura venne esposto dai media all'opinione pubblica il caso Alitalia. I tentativi di privatizzazione della compagnia in crisi di debito, cominciati nel 2006, incontravano l'opposizione dei sindacati agli esuberi previsti. La situazione verrà successivamente risolta dal governo Berlusconi IV con l'acquisizione di parte dell'azienda da parte di una cordata italiana senza placare però le polemiche sulle modalità della vendita e rimediando, da parte della Commissione Europea, la contestazione di aiuti illeciti dallo Stato italiano.

Il quarto governo di Berlusconi (2008-2011)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche in Italia del 2008.
Silvio Berlusconi, Presidente del consiglio dal 2008 al 2011.

Le elezioni politiche in Italia del 2008 - svoltesi il 13 e 14 aprile - furono vinte dalla coalizione composta da Il Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia, che, con il 47% delle preferenze, ottiene la maggioranza relativa dei voti e, in base alla vigente Legge Calderoli, il 55% dei deputati ed il 54% dei senatori. La nomina dei 21 ministri e dei 37 sottosegretari viene comunicata da Silvio Berlusconi il 7 maggio, contestualmente al conferimento dell'incarico da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Subito dopo le elezioni nazionali 2008, Romano Prodi abbandona la carica di presidente del Partito Democratico.

Walter Veltroni, il leader della nuova formazione partitica, sconfitta nelle elezioni del 2008.

La maggioranza assoluta in Parlamento (ridottasi tuttavia notevolmente a partire dal 2010 per la scissione di Futuro e Libertà) ha garantito una solidità tale da permettere al governo Berlusconi IV di essere il secondo governo più longevo della Repubblica Italiana e di varare numerose riforme. Nei mesi immediatamente successivi alle elezioni il governo legifera soprattutto riguardo ai temi trattati durante la campagna elettorale: vengono approvati i decreti per la privatizzazione di Alitalia, che viene ceduta alla CAI, una cordata di imprenditori italiani guidati da Roberto Colaninno;[11] viene gestita la crisi dei rifiuti in Campania stabilendo la costruzione di quattro nuovi inceneritori, dichiarando dieci nuove discariche come zone di interesse strategico nazionale e di competenza militare, prevedendo sanzioni per i Comuni che non dovessero portare a regime la raccolta differenziata, e nominando Guido Bertolaso sottosegretario all'emergenza rifiuti, già commissario durante il governo Prodi;[12] nel maggio 2008 l'ICI sulla prima casa, che già il governo Prodi aveva in parte ridotto, viene abolita del tutto, con l'esclusione delle abitazioni signorili, delle ville e dei castelli;[13] vengono poi detassati gli straordinari e i premi di produttività.[14] Nel 2009 viene approvato lo scudo fiscale per favorire il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali illegalmente detenute all'estero fino al 31 dicembre 2008. Divengono legge il decreto Salva Banche, con i cosiddetti Tremonti bond, e i decreti Anti Crisi volti a tentare di fronteggiare la crisi creditizia ed economica che nel solo 2009 portava il Pil italiano ad una contrazione del 5% a fronte di una crescita dell'indebitamento pari al 5,3% del Pil.[15] In materia di istruzione vengono approvati il decreto Gelmini su scuola primaria e secondaria[16] e quello sull'università.[17] Nel marzo 2009 viene approvato il decreto del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta mirante all'efficienza e alla trasparenza della produttività del lavoro pubblico per colpire fenomeni come gli assenteismi e le inefficienze nella Pubblica Amministrazione.[18] In campo giudiziario divengono legge: il lodo Alfano, riguardante l'immunità per le quattro più alte cariche dello Stato, tuttavia successivamente giudicato anticostituzionale dalla Corte costituzionale; il ddl sicurezza 2009, riguardante soprattutto disposizioni su immigrazione e lotta alla mafia; il DDL Intercettazioni, che restringe la possibilità per i pubblici ministeri di servirsi di intercettazioni telefoniche nelle indagini; la legge sul legittimo impedimento ed il decreto Svuota Carceri, che riduce la popolazione carceraria di 7 000 unità. Di anno in anno vengono prorogate le missioni internazionali e raggiungono l'approvazione il Trattato di Bengasi ed il Trattato di Lisbona.

All'inizio del 2009 si accende la discussione riguardo all'accanimento terapeutico e alle questioni di fine vita per via del caso Eluana Englaro. Il governo italiano, contrario alla sospensione di alimentazione ed idratazione della paziente, vara un decreto legge che non viene firmato dal Capo dello Stato in quanto giudicato incostituzionale.

Tra il 27 e il 29 marzo Il Popolo della Libertà, con la convocazione del suo primo congresso, si costituisce ufficialmente come partito. Silvio Berlusconi è eletto presidente del partito all'unanimità.

Giorgio Napolitano con Renato Schifani, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi.
Il presidente USA Barack Obama, accompagnato dall'allora commissario Guido Bertolaso e da Silvio Berlusconi nel centro storico dell'Aquila.

Il 6 aprile 2009 il grave terremoto dell'Aquila di magnitudo 5,9 della scala Richter, causa la morte di 308 persone, 1 500 feriti e 65 000 sfollati circa. Compagnie italiane, governi nazionali e soprattutto l'Unione Europea hanno contribuito al finanziamento della ricostruzione. A quasi otto mesi dal sisma viene realizzato il Progetto C.A.S.E. con costruzione di nuove abitazioni antisismiche[19] e chiusura ufficiale di tutte le tendopoli allestite.[20] Si sviluppa la polemica riguardo alla comunicazione del rischio reale cui era soggetta la popolazione e la trascuratezza delle norme antisismiche. Nell'ottobre 2012 vennero condannati per diversi reati tutti i membri della commissione «Grandi rischi»[21], in Appello vennero invece assolti e poi tranne un imputato scagionati tutti definitivamente dalla Cassazione.[22]

Il 13 dicembre 2009, dopo un comizio in piazza del Duomo a Milano, Silvio Berlusconi viene colpito al volto con una riproduzione in miniatura del duomo, lanciata da distanza ravvicinata da Massimo Tartaglia, che il 29 giugno 2010 verrà ritenuto incapace di intendere e di volere, e perciò assolto.

La crisi economica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Grande recessione e Crisi del debito sovrano europeo.

Alle elezioni regionali 2010 si conferma la solidità del governo Berlusconi e del centrodestra, a cui seguirà tuttavia uno scontro politico interno al PdL fra il vertice del partito ed il Presidente della Camera Gianfranco Fini, che il 30 luglio 2010, porterà 33 deputati e 10 senatori politicamente vicini a quest'ultimo a costituire nuovi gruppi parlamentari denominati "Futuro e Libertà. Per l'Italia", uscendo dal PdL, e passando dopo pochi mesi all'opposizione. Non ottiene successo tuttavia un tentativo, nel dicembre 2010, di sfiduciare il governo,[23] il quale mantiene una maggioranza in Parlamento, anche se fortemente ridimensionata a soli tre voti in più.[24]

Il 21 dicembre 2010 Silvio Berlusconi viene indagato dalla procura di Milano, in seguito allo scandalo denominato "Rubygate", con le accuse di sfruttamento della prostituzione minorile con l'ipotesi di aver fatto sesso dietro retribuzione con la ballerina di night club minorenne, Karima El Mahroug, e di presunta concussione per aver indotto i funzionari della Questura di Milano ad affidare indebitamente la ragazza, scappata da una comunità per minori, alla consigliera regionale lombarda Nicole Minetti.[25] La stampa nazionale ed estera danno molta enfasi all'avvenimento.

Roma, 12 novembre 2011. In piazza del Quirinale si aspetta che Berlusconi venga a presentare le dimissioni.

Dal mese di marzo 2011 l'Italia prende parte all'intervento militare in Libia nel contesto della guerra civile libica che vide la fine del regime quarantennale di Muʿammar Gheddafi.[26] Tra l'ottobre e il novembre 2011 lo Spezzino, la Lunigiana e il Genovese vengono colpiti da forti alluvioni che causano la morte di 19 persone e svariati danni materiali.[27][28]

Alle elezioni amministrative 2011 si registra un calo di consenso nella maggioranza e una vittoria sostanziale delle liste di centro-sinistra.[29] Nei successivi referendum del 12 e 13 giugno 2011 viene raggiunto per la prima volta dal 1995 il quorum in un referendum nazionale: vengono abrogate 4 norme riguardanti l'energia nucleare (che il governo stava valutando se reintrodurre), la privatizzazione della gestione dei servizi idrici e il legittimo impedimento (quest'ultima già pesantemente mutilata a seguito di una sentenza della Corte costituzionale).

Durante l'estate 2011 la "Crisi del debito sovrano europeo" raggiunge elevati livelli di criticità in Italia, ed il governo Berlusconi viene accusato dalle opposizioni di inadeguatezza a fronteggiare l'emergenza. In seguito all'acuirsi della crisi, riguardante in particolare l'aumento dello spread o differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi, e dopo che il governo perse la maggioranza l'8 novembre, nel voto sul rendiconto generale dello Stato,[30] il 12 novembre 2011 Berlusconi rassegna le dimissioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affida a Mario Monti l'incarico di formare un governo tecnico.

Il 16 novembre 2011, dopo un rapido giro di consultazioni, Mario Monti e i ministri designati hanno prestato giuramento davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dando così inizio al governo Monti, il secondo esecutivo tecnico della storia repubblicana. Gli obiettivi dichiarati del governo sono di affrontare le riforme più importanti per il paese al fine di superare la crisi finanziaria e di rispettare gli impegni presi con i partner europei.[31] Quasi tutti i partiti, ad esclusione della Lega Nord e dell'Italia dei Valori, hanno garantito il loro appoggio al nuovo esecutivo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Ferrarella, Tangenti alla Finanza, Berlusconi assolto, su Corriere della Sera, 20 ottobre 2001, p. 18. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2015).
  2. ^ Berlusconi assolto, su La Gazzetta di Sondrio, 21 ottobre 2001. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2013).
  3. ^ Nel corso di tali accesi contrasti furono commessi numerosi eccessi che portarono in seguito, il 7 aprile 2015 la Corte europea dei diritti dell'uomo a dichiarare all'unanimità che era stato violato l'articolo 3 sul "divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti" durante l'irruzione della scuola Diaz, cfr. (FR) AFFAIRE CESTARO c. ITALIE, su European Court of Human Rights, 7 aprile 2015. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2022).
  4. ^ Festa della Repubblica: le foto della parata a Roma, su Panorama, 2 giugno 2015. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato il 19 gennaio 2016).
    «Dopo 11 anni, il 4 giugno 2000, per volontà del Presidente Carlo Azelio Ciampi, la sfilata militare tornò a far parte delle celebrazioni della Festa della Repubblica.»
  5. ^ Fini in Israele: «Le leggi razziali furono infami», in Corriere della Sera, 24 novembre 2003. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato il 27 settembre 2022).
  6. ^ Con 543 voti passa Napolitano, è il nuovo Capo dello Stato, su la Repubblica.it, 10 maggio 2006. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2022).
  7. ^ I gruppi parlamentari che hanno votato contro l'indulto sono stati l'Italia dei Valori nelle file della maggioranza e Lega Nord e Alleanza Nazionale in quelle dell'opposizione.
  8. ^ Per tutti i voti espressi dalla Camera dei deputati nella votazione finale della Seduta n. 28 del 19 luglio 2006 si veda: Votazioni Finali seduta n.28 del 19/07/2006, su camera.it, Camera dei Deputati, XV Legislatura. URL consultato il 16 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2009).
  9. ^ (EN) Rift threatens Italian coalition, su BBC News, 2 febbraio 2007. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2021).
  10. ^ Resoconto stenografico della seduta del Senato del 24 gennaio 2008, su senato.it. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato il 16 luglio 2017).
  11. ^ Alitalia, firmato l'accordo con Cai, articolo su LASTAMPA.it (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2008).
  12. ^ Siti segreti e pene più severe il decreto rifiuti punto per punto, su La Repubblica del 21 maggio 2008, 21 maggio 2008. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato il 14 marzo 2021).
  13. ^ Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2013).
  14. ^ Mario Sensini, Addio Ici, per i mutui la rata torna al 2006 - Via alla detassazione degli straordinari. Intesa governo-banche. L’Abi: risparmio di 850 euro l’anno, su Corriere della Sera, 22 maggio 2008. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2022).
  15. ^ Industria, crollano gli ordinativi ad agosto -27,5%, peggio dal 2000, su la Repubblica.it, 20 ottobre 2009. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2022).
  16. ^ Nicoletta Cottone, L'abc della legge Gelmini, su Il Sole 24 Ore, 29 ottobre 2008. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  17. ^ Università, il decreto Gelmini è legge: ecco tutte le novità, su Il Messaggero.it, 8 gennaio 2009. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  18. ^ L. 4 marzo 2009, n. 15, in materia di "Delega al governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti", su camera.it, 4 marzo 2009. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2021).
  19. ^ Numeri del Progetto C.A.S.E. - Protezione Civile Italiana (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2014).
  20. ^ L'Aquila, chiuse ufficialmente tutte le tendopoli, su Sky TG24, 1º dicembre 2009. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  21. ^ Processo l'Aquila, condannati tutti i membri della commissione «Grandi rischi», su Corriere della Sera.it, 22 ottobre 2012. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2022).
  22. ^ Sisma l'Aquila, la Cassazione conferma l'assoluzione della Commissione Grandi rischi, su la Repubblica, 20 novembre 2015. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2022).
  23. ^ Paola Di Caro e Gianna Fregonara, Il diario della Crisi, su Corriere della Sera.it, 13 dicembre 2010. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2022).
  24. ^ Camera, Berlusconi ce la fa, fiducia per tre voti in più, su la Repubblica, 14 dicembre 2010. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato il 15 aprile 2021).
  25. ^ Luigi Ferrarella, Caso Ruby, Berlusconi indagato, su Corriere della Sera.it, 14 gennaio 2011. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2021).
  26. ^ Sì a bombardamenti mirati sulla Libia, su Corriere della Sera, 26 aprile 2011. URL consultato il 27 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2021).
  27. ^ Fonte dal sito del quotidiano ligure de Il Secolo XIX, su ilsecoloxix.it. URL consultato il 26 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2011).
  28. ^ DWD-prognose di Deutscher Wetterdienst: 2011-11-03 (GIF)., 11-04 (GIF)., 11-05 (GIF)., 11-06 (GIF)., 11-07 (GIF)., 11-08 (GIF)., 11-09 (GIF)., 11-10 (GIF). (met.fu-berlin.de)
  29. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni Regionali - Regione Molise.
  30. ^ B. Arg. e C. Arg., Berlusconi, passo indietro al Colle «Lascio, non ho più la maggioranza», su Corriere della Sera.it, 9 novembre 2011. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2022).
  31. ^ Monti accetta l'incarico: "Crescita ed equità" Ok dal Pdl, ma con mandato limitato Videomessaggio premier: "Io mai sfiduciato", su la Repubblica, 14 novembre 2011. URL consultato il 28 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Trionfini e Giorgio Vecchio, Storia dell'Italia repubblicana (1946-2014), Monduzzi Editoriale, 2014, ISBN 978-88-6521-074-1.