Safad

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Safed
autorità locale
צְפַת
صفد
Safed – Stemma
Safed – Veduta
Safed – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera d'Israele Israele
DistrettoSettentrionale
SottodistrettoSafed
Amministrazione
SindacoShuki Ohana
Territorio
Coordinate32°57′57″N 35°29′54″E / 32.965833°N 35.498333°E32.965833; 35.498333 (Safed)
Altitudine900 m s.l.m.
Superficie29,25 km²
Abitanti28 500 (2007)
Densità974,43 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Israele
Safed
Safed
Sito istituzionale

Safad (in ebraico צפת?, Tzfat; in arabo صفد?, Ṣafad) è una città di Israele, situata nel distretto Settentrionale, in Galilea. Capoluogo dell'omonimo sottodistretto, è una delle quattro città sante ebraiche, insieme a Gerusalemme, Hebron e Tiberiade.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

È situata a un'altitudine di 900 metri s.l.m.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La città, od almeno il suo primo impianto, fu fondata secondo la tradizione biblica da Sem, uno dei tre figli di Noè, che vi studiava volentieri assieme al figlio Eber, ma Safad non si sviluppò a livello urbano fino al momento in cui fu occupata e governata dai romani.

È particolarmente importante per la storia dell'ebraismo, avendo ospitato numerosi eruditi trasferitisi in seguito all'espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492, immediatamente dopo la Reconquista, e per essere uno dei principali centri di elaborazione intellettuale legata alla Kabbalah, con personalità quali Moshé ben Yaakov Cordovero o Isaac Luria, come pure della Halakha; Yossef Karo vi fissò la propria residenza.

I Templari vi eressero una fortezza, caduta più tardi nelle mani del sultano mamelucco Baybars nel luglio del 1266.

La città godette di grande prosperità fino al XVI secolo, e in essa fu costruita la prima tipografia del Vicino Oriente nel 1578. Tuttavia una serie di epidemie, terremoti e conflitti con la componente araba ne decretarono il declino. La città fu praticamente spopolata della sua componente ebraica dopo i moti arabi del 1929.

Monumento dedicato ai soldati che hanno combattuto durante la guerra arabo-israeliana del 1948

Safad ha conosciuto una rinascita nel XX secolo, con la nascita dello Stato d'Israele, riprendendo il suo ruolo di centro di studi ebraici. È anche un interessante sito artistico, con le sue celebri strade lastricate.

Conflitto arabo-israeliano[modifica | modifica wikitesto]

Venti abitanti ebrei furono uccisi nel 1929 (massacro di Safad). Nel 1948 c'erano circa 12.000 abitanti arabi, mentre i 1.700 ebrei erano in maggior parte religiosi e anziani.[1] Durante la guerra arabo-israeliana del 1948-1949, gli arabi abbandarono la citta' in modo massiccio. La famiglia del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmūd Abbās faceva parte dei profughi.[2][3] La città fu conquistata dalle forze ebraiche l'11 maggio 1948.[1] Nel 1974, 102 adolescenti ebrei di Safad furono presi in ostaggio da elementi del Fronte Popolare Democratico per la Liberazione della Palestina (FPDLP) mentre dormivano in una scuola di Maalot e 21 di loro furono massacrati.[4] Nel luglio 2006, proiettili Katjuša lanciati da Hezbollah dal Libano del Sud hanno colpito Safad, uccidendo un uomo e ferendone altri. Il 14 luglio, altri missili hanno ucciso un fanciullo di cinque anni, come pure sua nonna.[2]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni 1950 e 1960 Safed era conosciuta come la capitale dell'arte israeliana. Una colonia di artisti fondata nell'ex quartiere arabo era un centro di creatività che attirava artisti da tutto il paese, tra cui Isaac Frenkel Frenel, Yosl Bergner, Moshe Castel, Menachem Shemi, Shimshon Holzman e Rolly Schaffer[5][6][7]. Oggi l'area contiene un gran numero di gallerie e laboratori gestiti da singoli artisti e mercanti d'arte. Ci sono diversi musei e gallerie che operano nelle dimore storiche di grandi artisti israeliani, come il Museo Frenkel Frenel e la galleria Beit Castel (na antiga casa de Moshe Castel)[8][9].

Alcune personalità originarie di Safad[modifica | modifica wikitesto]

  • Al-Safadi, autore e storico turco mamelucco
  • Esther Ofarim, attrice e cantante israeliana
  • Mosche Schamir, scrittore israeliano
  • Bernhard Sopher, scultore statunitense
  • Moi Ver, fotografo e pittore
  • Ruth Shany, pittore
  • Mahmūd Abbās, Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Guide to Israel, Zeev Vilnay
  2. ^ a b Greg Myre, 2 More Israelis Are Killed as Rain of Rockets From Lebanon Pushes Thousands South. New York Times, 15 luglio 2006.
  3. ^ Palestine Media Center - PMC [Official arm of PA]. "Full Israeli Withdrawal Not Enough -'Palestinians Would Never Give up 'Right of Return.'" 16 maggio 2005
  4. ^ Arafat the monster - The Boston Globe
  5. ^ artnet Galleries: A House in Safed by Yitzhak Frenkel-Frenel from Jordan-Delhaise Gallery, su web.archive.org, 3 dicembre 2013. URL consultato il 25 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  6. ^ (EN) Alexandre FRENEL, su Bureau d’art Ecole de Paris, 2 gennaio 2019. URL consultato il 25 agosto 2023.
  7. ^ (HE) home, su Hecht Museum. URL consultato il 25 agosto 2023.
  8. ^ (EN) Frenkel Frenel Museum, Safed, su Frenel Museum. URL consultato il 25 agosto 2023.
  9. ^ (EN) Spotlight - A Spiritual Journey of Safed | ITN - Israel Travel News, su itn.co.il. URL consultato il 25 agosto 2023.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN146077919 · LCCN (ENn80107319 · GND (DE4225222-2 · BNE (ESXX5747024 (data) · BNF (FRcb11962120g (data) · J9U (ENHE987007554967505171
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