I'billin

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I'billin
autorità locale
I'billin – Stemma
I'billin – Veduta
I'billin – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera d'Israele Israele
DistrettoNord
SottodistrettoAcri
Territorio
Coordinate32°49′20″N 35°11′36″E / 32.822222°N 35.193333°E32.822222; 35.193333
Altitudine102 m s.l.m.
Superficie12,07 km²
Abitanti12 990 (2017)
Densità1 076,22 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Israele
I'billin
I'billin

I'billin (in arabo إعبلين?, in ebraico אִעְבְּלִין?) è una città araba nel nord di Israele. Situata in Galilea,[1] tra Shefaram, ha ricevuto lo status di consiglio locale nel 1960. Nel 2021 la sua popolazione era di 13.692 persone, tutte arabi israeliani con una miscela di musulmani e cristiani.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli scavi archeologici nel centro del villaggio hanno indicato un'occupazione continua dall'IX secolo a.C. durante l'età del ferro, fino al XIV secolo d.C. durante il periodo mamelucco.[3]

Periodo romano[modifica | modifica wikitesto]

Le prove archeologiche indicano che questo fosse un insediamento ebraico nell'antichità, e i ritrovamenti includono bagni rituali e complessi di nascondiglio utilizzati durante la prima guerra giudaica.[3] I'billin è stato identificato con la città ebraica di Evlayim o Abelim, menzionata in varie fonti talmudiche a partire dal III secolo d.C.[3][4]

Nel villaggio è stata fatta una scoperta notevole: una cornice di porta proveniente da una sinagoga risalente al IV-VI secolo d.C. Quest'artefatto, riutilizzato come gradino sulla strada che porta alla chiesa del villaggio, porta un testo che può essere tradotto così: "Ricordato per il bene è Baruch l'Alexandrino(?) o figlio di Nehorai(?) che qui ha sostenuto (contribuito) e ha fatto questa porta. Amen. Pace."[5]

Periodo fatimide[modifica | modifica wikitesto]

Nasir Khusraw visitò il luogo nel 1047 d.C.: "Da Damum passammo a sud in un altro villaggio, chiamato A'bilin, dove si trova la tomba di Hud - la pace sia su di lui! - che ho visitato. All'interno dell'area c'è un gelso, e c'è anche la tomba del profeta Uzair - la pace sia su di lui! - che ho anche visitato."[6]

Periodo ottomano[modifica | modifica wikitesto]

XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1760, un viaggiatore tra Acri e Nazareth notò "il castello di Abelin, su una bella altura; e una città vicina ad esso, governata da Joseph Omar, fratello del capo di Acri", con quest'ultimo intendendo Zahir al-Umar.[7] Il castello, ancora presente nella città, probabilmente risale al XVIII secolo.[8]

Nel 1799, I'billin fu segnato come Obellin sulla mappa di Jacotin, redatta durante l'invasione di Napoleone.[9]

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Disegno di Aqil Agha, tratto dal libro di William Francis Lynch "The Narrative of the United States Expedition of the River Jordan and the Dead Sea", pubblicato nel 1849.

Nel 1848, William F. Lynch, capo della spedizione americana sul fiume Giordano, incontrò Aqil Agha e lo scelse come loro guida. Aqil Agha costruì una fortezza a Ibillin. È sepolto nel villaggio, così come la famiglia di Zahir al-Umar.

La popolazione nel 1859 fu dichiarata dallconsole britannico Edward Thomas Rogers essere di 800 persone, con 50 faddan di terreno coltivato.[10]

Nel 1875, l'esploratore francese Victor Guérin visitò il villaggio. Stimò la popolazione a 600 persone, divise equamente tra musulmani e "Cristiani greci", questi ultimi suddivisi in melchiti e ortodossi greci. Notò che questi ultimi avevano una chiesa dedicata a San Giorgio.[11]

Comunità religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa Melchita della Predica sul Monte, completata nel 2006

Il villaggio è particolarmente importante per i cattolici in quanto luogo di nascita di Mariam Baouardy (1846-1878), beatificata da Papa Giovanni Paolo II nel 1983[12] e canonizzata da Papa Francesco nel 2015.[13] Santa Mariam Bawardi è considerata una delle prime due sante palestinesi nella Terra Santa, insieme a Marie-Alphonsine Danil Ghattas.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mokary, 2017, Er-Reina.
  2. ^ אעבלין 2014 (PDF).
  3. ^ a b c Abu Raya, 2012, ‘Ibillin Preliminary Report.
  4. ^ Avi-Yonah, Michael, Gazetteer of Roman Palestine, in Qedem, vol. 5, 1976, p. 25, ISSN 0333-5844 (WC · ACNP).
  5. ^ (EN) Volume 5/Part 1 Galilaea and Northern Regions: 5876-6924, in Volume 5/Part 1 Galilaea and Northern Regions: 5876-6924, De Gruyter, 20 marzo 2023, pp. 678, DOI:10.1515/9783110715774, ISBN 978-3-11-071577-4. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  6. ^ Nasir Khusraw quoted in Le Strange, 1890, p. 382.
  7. ^ Mariti, 1792, p. 343
  8. ^ Pringle, 1997, p. 51.
  9. ^ Karmon, 1960, p. 162 (PDF) (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2019).
  10. ^ Conder and Kitchener, 1881, SWP I, p. 269
  11. ^ Guérin, 1880, pp. 420-421, as translated by Conder and Kitchener, 1881, SWP I, p. 270
  12. ^ The Carmelite Web Site - O.Carm., su ocarm.org. URL consultato il 15 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2008).
  13. ^ St. Mary of Jesus Crucified (OCD), Virgin (mf), su ocarm.org. URL consultato il 21 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2018).

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