Roveredo
Roveredo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Grigioni |
Regione | Moesa |
Amministrazione | |
Sindaco | Claudio Lardi dal 18-3-2021[1] |
Lingue ufficiali | italiano |
Territorio | |
Coordinate | 46°14′02″N 9°07′12″E |
Altitudine | 298 m s.l.m. |
Superficie | 38,80[2] km² |
Abitanti | 2 597[3] (2020) |
Densità | 66,93 ab./km² |
Frazioni | vedi elenco |
Comuni confinanti | Arbedo-Castione (TI), Bellinzona (TI), Buseno, Castaneda, Dosso del Liro (IT-CO), Gravedona ed Uniti (IT-CO), Grono, Lumino (TI), San Vittore |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6535 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 3834 |
Targa | GR |
Nome abitanti | roveredani |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Roveredo (toponimo italiano; in tedesco Rofle, desueto[4], in lombardo Roré[1][5]) è un comune svizzero di 2 597 abitanti del Canton Grigioni, nella regione Moesa della quale è il capoluogo. Per distinguerlo dall'ex comune ticinese di Roveredo, incorporato nel 2001 nel comune di Capriasca, viene anche denominato, soprattutto a livello postale e amministrativo, "Roveredo Grigioni"[senza fonte].
Geografia fisica
Situato in Val Mesolcina, dista 13 km da Bellinzona e 105 km da Coira. Il punto più elevato del comune è la Cima dello Stagn (2 382 m s.l.m.), che segna il confine con Grono e Dosso del Liro; è il comune più meridionale del Canton Grigioni.
Storia
Roveredo iniziò a svolgere un ruolo di rilievo nel Moesano durante il periodo in cui faceva parte dei possedimenti della famiglia milanese dei Trivulzio, che avevano acquistato la regione e il castello dalla famiglia De Sacco nel 1480[4][6]. Gian Giacomo Trivulzio sviluppò il borgo[4] intraprendendo importanti lavori pubblici e abbellendo il paese[6], costruendo fontane marmoree, giardini e la torre dell'orologio[senza fonte]. Nel 1487, quando i Trivulzio ottennero la conferma della contea e il diritto di batter moneta[7], fu a Roveredo che venne stabilita la zecca[4].
La distruzione del castello di Mesocco nel 1526 da parte delle Tre Leghe confermò la posizione predominante di Roveredo nel Moesano rispetto al borgo di Mesocco[senza fonte] che durante la dominazione della famiglia De Sacco era stato la sede della contea. I locarnesi seguaci della Riforma protestante furono costretti dai confederati a lasciare la città e il baliaggio di Locarno nel 1555[8], trovando accoglienza a Roveredo; il 1º maggio 1555 ripresero l'esodo verso Zurigo, valicando il passo del San Bernardino ancora in parte innevato[9].
Personalità
- È nato qui Enrico Zuccalli architetto intorno 1642.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Chiesa parrocchiale cattolica di San Giulio nel quartiere San Giulio, attestata dal 1219[4][6];
- Chiesa di Sant'Antonio Abate nel quartiere Sant'Antonio, eretta nel XIV secolo e ampliata nel 1620 circa[4][6];
- Chiesa di San Rocco nel quartiere Carasole, attestata dal 1481[4][6];
- Chiesa della Madonna del Ponte chiuso o di Sant'Anna nel quartiere San Fedele[senza fonte], attestata dal 1524 e ampliata nel XVII secolo in stile barocco[4][6]: rappresenta il primo esempio dello schema basilicale a pilastri che verrà elaborato nel barocco tedesco-meridionale e dai maestri del Moesano[senza fonte].
Architetture civili
- Case borghesi edificate tra XVI e XVII secolo, in particolare nella Piazza del Mercato:
- Casa Zuccalli;
- Casa delle Grida;
- Casa di Mazio;
- Torre di Beffan[senza fonte].
Altro
- Diga della Roggiasca, diga ad arco che ha creato il lago artificiale di Roggiasca[10].
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[4]:
Abitanti censiti[11]
Cultura
Istruzione
Roveredo dispone di una scuola elementare e di una scuola secondaria SEC/SAP[4].
Eventi
Nel comune si tengono la "fiera di maggio" e la "festa di Sant'Anna", che comprende anche la fiera di Sant'Anna. Un'altra manifestazione di richiamo è quella del carnevale locale, la Lingera: in sei giorni attira oltre ventimila visitatori provenienti dai Grigioni, dal Ticino e dall'estero[senza fonte].
Geografia antropica
Il comune di Roveredo è composto da una ventina di antichi e diversi nuclei che sono sorti sulle rive opposte del fiume Moesa; un tempo alcuni di essi rappresentavano le degagne di Campagna, San Fedele, Toveda e Oltracqua[4][6].
Frazioni
Tra le frazioni di Roveredo figurano[4][6]:
- Beffan[senza fonte]
- Carasole[6]
- Piazza[6] o Piazzetta, centro del paese sia dal profilo geografico sia economico[senza fonte]
- San Giulio (anticamente Campagna)[4][6]
- San Fedele[4]
- Sant'Antonio[6]
- Vera[senza fonte]
Infrastrutture e trasporti
È servito a nord-est dall'omonima uscita dell'A13/E43 e a ovest dal semisvincolo di San Vittore. Fino al 2015 era attiva pure la stazione di Roveredo della ferrovia Bellinzona-Mesocco (linea Castione-Cama), non più in servizio dal 1972, ora del tutto dismessa.
Note
- ^ a b Autorità, su roveredo.ch, sito istituzionale del comune di Roveredo. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ (DE, FR) Generalisierte Grenzen 2020: Hilfsdatei, su bfs.admin.ch, Ufficio federale di statistica, 14 febbraio 2020. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ (DE, EN, FR, IT) Ständige Wohnbevölkerung nach Staatsangehörigkeitskategorie, Geschlecht und Gemeinde, definitive Jahresergebnisse, 2020, su bfs.admin.ch, Ufficio federale di statistica, 1º settembre 2021. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Cesare Santi, Roveredo, in Dizionario storico della Svizzera, 16 febbraio 2012. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ Roré: la ricucitura si scuce, su rsi.ch, RSI, 7 agosto 2017. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ a b c d e f g h i j k l Storia, su roveredo.ch, sito istituzionale del comune di Roveredo. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ Lucia Travaini (a cura di), Le Zecche italiane fino all'Unità, Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 2011
- ^ Caroline Schnyder, Riforma, in Dizionario storico della Svizzera, 29 gennaio 2013. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, Metà Luna, Giubiasco 1991, p. 41.
- ^ Diga della Roggiasca, su swissdams.ch. URL consultato il 4 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2007).
- ^ Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
- Arnoldo Marcelliano Zendralli, I Magistri Grigioni, architetti e costruttori, scultori, stuccatori e pittori dal XVI al XVIII secolo, Tipografia Menghini, Poschiavo 1958
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, pp. 391, 405-410
- Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991
- Max Pfister, Baumeister aus Graubünden. Wegbereiter des Barock, Verlag Bündner Monatsblatt, Coira 1993
- Kühlental Michael (a cura di), Graubündner Baumeister und Stukkateure. Beiträge zur Erforschung ihrer Tätigkeit im mitteleuropäischen Raum, Locarno 1997
- AA. VV., Storia dei Grigioni, 3 volumi, Collana «Storia dei Grigioni», Edizioni Casagrande, Bellinzona 2000
- AA. VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, pp. 492, 507-511, 514
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Roveredo
Collegamenti esterni
- Cesare Santi, Roveredo, in Dizionario storico della Svizzera, 16 febbraio 2012. URL consultato il 4 settembre 2022.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 135743187 · GND (DE) 4721679-7 · WorldCat Identities (EN) lccn-nb2006018199 |
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