Prati (rione di Roma)

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R. XXII Prati
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
Il palazzo di Giustizia (Palazzaccio)
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
CittàFile:Roma-Stemma.png Roma
CircoscrizioneMunicipio Roma I
Data istituzione20 agosto 1921
Codice122
Superficie1,2743 km²
Abitanti15 628 ab.[1] (2013)
Densità12 263,99 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Coordinate: 41°54′29.08″N 12°27′56.54″E / 41.908078°N 12.465706°E41.908078; 12.465706
Piazza Cavour con il monumento a Cavour.
Piazza del Risorgimento.
Piazza Cola di Rienzo negli anni venti.
La chiesa valdese di piazza Cavour

Prati è il ventiduesimo rione di Roma, indicato con R. XXII[2].

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 17A del Municipio Roma I (ex Municipio Roma XVII). Popolazione della zona urbanistica: 18.906[3] abitanti.

A seguito della riorganizzazione dei municipi capitolini avvenuta nel 2013, i rioni Prati e Borgo sono stati inclusi nel I Municipio.

Geografia fisica

Territorio

Prati si trova sul lato destro del Tevere, ed insieme al rione Borgo ed a parte dei quartieri Della Vittoria e Trionfale fa parte del I municipio di Roma.

Il rione confina:

Storia

In epoca romana il territorio dell'odierno rione Prati consisteva in vigneti e canneti facenti parte delle proprietà di Domizia, moglie di Domiziano, da cui la zona prese il nome di Horti Domitii ("Orti Domiziani") e in seguito di Prata Neronis ("Prati di Nerone"). Durante il medioevo la zona prese il nome di Prata Sancti Petri ("Prati di San Pietro") in riferimento all'adiacente basilica vaticana.

Fino almeno al 1883 vi si estendeva una vastissima distesa di campi coltivati, prati naturali, pascoli e anche di paludi, punteggiata, soprattutto nella zona delle pendici di Monte Mario, da qualche casale agricolo e per il resto completamente deserta, conosciuta come Pianella di Prati o Pianella d'Oltretevere, o ancora Prati di Castello (in riferimento a Castel Sant'Angelo).

Dopo il 1883 si ebbero i primi interventi di edilizia e di urbanizzazione, in parte già immaginati anche sotto il governo pontificio. All'inizio l'area corrispondente all'attuale viale Mazzini fu utilizzata per le esercitazioni militari, da qui il toponimo di piazza d'Armi (poi quartiere delle Vittorie).

Sotto il lungo governo di Giolitti (1903-1921) e con l’amministrazione comunale di Roma, presieduta dal sindaco Ernesto Nathan dal 1907 al 1914, si ebbero gli interventi amministrativi e urbanistici volti ad affrontare i problemi che nascevano dall’eccezionale sviluppo di Roma. Nathan favorì una crescita delle città per quartieri, unità urbane autosufficienti, separate fra loro da zone verdi.

Nel 1873 su pressione del De Merode, proprietario di vaste aree della zona, il Comune forma la convenzione per l'edificazione del nuovo quartiere; esso tuttavia è fuori piano regolatore (1873, Viviani - Pianciani), e verrà inserito solo in quello del 1883. La zona, periferica, resta marginale anche per l'assenza di infrastrutture di collegamento: sarà De Merode stesso a far realizzare un ponte in ferro all'altezza del Porto di Ripetta, che resterà in funzione fino all'inaugurazione del Ponte Umberto (Palazzo di giustizia a piazza Cavour). Il 20 agosto 1921 è stato costituito il rione Prati, l'ultimo in ordine di tempo dei rioni di Roma, nato come quartiere che accogliesse le strutture amministrative del Regno d'Italia e zona residenziale per i funzionari dello stato.

L'impianto urbanistico stradale fu studiato in modo tale che nessuna delle nuove vie avesse come sfondo la cupola della basilica di San Pietro, a testimonianza dei rapporti tesi tra il nuovo stato italiano e la Santa Sede nell'epoca precedente la firma dei patti lateranensi. Per questo motivo i nomi delle vie del nuovo rione furono scelti tutti tra personaggi storici della Roma repubblicana e imperiale, condottieri e letterati della classicità latina e pagana, e tra gli eroi del Risorgimento, al quale fu dedicata la piazza principale. La strada principale del quartiere fu intitolata nel 1911 al tribuno e senatore romano Nicola Gabrini, figlio di Lorenzo, detto Cola di Rienzo, un nobile romano che nel XIV secolo tentò di ripristinare la repubblica a Roma in contrasto col potere papale.

Durante i lavori di costruzione del rione furono trasportate enormi quantità di materiale di riporto per creare un dislivello che proteggesse la zona dalle alluvioni del Tevere, che precedentemente erano assai comuni, tanto che i prati durante le inondazioni erano considerati una zona cuscinetto a protezione del resto della città. Proprio per la natura argillosa e di riporto del sottosuolo nella costruzione di molti edifici furono necessari intensi interventi di consolidamento, non ultimi quelli che più volte si resero necessari durante e dopo la costruzione del palazzo di Giustizia, per evitare che a causa della sua enorme mole franasse verso il letto del Tevere.

Tutti i primi isolati furono costruiti sul Lungotevere Mellini e a via Vittoria Colonna, ma subito dietro iniziava la campagna: su piazza Cavour si affacciavano solo cinque caseggiati lasciando il posto libero per altrettanti, nessuna casa era ancora costruita lungo via Cola di Rienzo, la principale strada della zona; nelle strade interne tra piazza Cavour e via Cola di Rienzo l'edilizia era ancora più rada, tanto che si annoveravano inizialmente tre case a via Cicerone, due a via Lucrezio Caro, tre a via Cesi, due a via Tacito, poche di più in via Plinio.

Nel 1898 fu inaugurato il Teatro Adriano su piazza Cavour, e tra il 1888 e il 1911 fu completato il maestoso Palazzo di Giustizia, progettato dall'architetto Calderini e ispirato all'architettura neobarocca, perciò subito ribattezzato il palazzaccio. Tra viale delle Milizie e viale Giulio Cesare vennero costruite, con i fondi della legge del 1881, le caserme dell'Esercito e dei carabinieri. Tra queste e via Cola di Rienzo sorsero inizialmente una decina di case a cinque piani e altrettanti villini. Le costruzioni divennero negli anni successivi più fitte in fondo ai Prati, nella zona Trionfale al di là di piazza Risorgimento.

Via Ottaviano, via Barletta, via Leone IV, via Candia, via Ostia e via Famagosta, furono completamente costruite in un secondo tempo; piazza del Risorgimento, via Vespasiano e via Otranto vennero completate ancora più tardi.

La costruzione del rione Prati si concluse per lo più nella prima metà del XX secolo, sebbene alcuni edifici più moderni siano stati costruiti successivamente, a scapito di villette preesistenti. Molti dei palazzi, inoltre, subirono nel corso del tempo ampliamenti e sopraelevazioni. Il rione Prati è oggi caratterizzato dalle strade ampie e regolari, nell'ottica di un impianto urbanistico geometricamente regolare, da palazzi eleganti in stile umbertino e da villini in stile liberty.

Per il trasporto dei materiali lapidei provenienti dalle cave di Grottarossa, sul finire dell'Ottocento fu costruita una breve ferrovia a scartamento ordinario, detta appunto "delle cave" che aveva capolinea Prati di Castello[11]; costruita sul tracciato di tale linea, fu inaugurata nel 1906 la tranvia Roma-Civita Castellana[12], soppressa nel 1932 in concomitanza con l'inaugurazione della ferrovia Roma-Civitacastellana-Viterbo.

Stemma

D'azzurro al mausoleo d'Adriano d'argento.[13]

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture civili

Architetture religiose

La cappella di Santa Maria Assunta, in viale Giulio Cesare 116

Altro

Cultura

Scuole

Musei

Geografia antropica

Urbanistica

Nel territorio di Prati si estende l'omonima zona urbanistica 17A.

Il rione Prati visto da Castello

Le strade principali del rione sono via Cola di Rienzo, una delle principali vie commerciali di Roma, ed il rettifilo che collega piazza Cavour a piazza Mazzini (quest'ultima nel quartiere Della Vittoria): esse si incrociano in piazza Cola di Rienzo.

La prima parte da piazza Risorgimento ed arriva al Tevere, una sua ideale continuazione porta a piazza del Popolo; essa concentra su di sé la vita commerciale del quartiere, insieme a via Ottaviano e a parte di via Pompeo Magno e viale Giulio Cesare. Tra quest'ultima e viale delle Milizie si trovano le tre caserme dell'Esercito e dei Carabinieri ed il Tribunale Civile di Roma sistemato in un'altra ex-caserma, mentre a piazza Cavour vi è il già citato palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione, ma noto da sempre ai Romani come Palazzaccio.

Via Crescenzio collega piazza Cavour a piazza del Risorgimento.

Sul Tevere corrono i lungoteveri Michelangelo e dei Mellini, ed il rione è collegato alla riva sinistra dai ponti Pietro Nenni, Regina Margherita (1891), Cavour e Umberto I (1895).

Odonomastica

Antichi romani
Piazze

Infrastrutture e trasporti

È raggiungibile dalle stazioni Lepanto e Ottaviano.

La linea A della metropolitana cittadina attraversa il rione Prati per un lungo tratto, fermando alle stazioni Lepanto (all'incrocio di viale Giulio Cesare con via Lepanto e via Colonna) e Ottaviano (all'incrocio di viale Giulio Cesare con via Ottaviano e via Barletta).

Note

  1. ^ Roma Capitale - Roma Statistica. Popolazione iscritta in anagrafe. Suddivisioni Territoriali Toponomastiche - 2013.
  2. ^ Rendina-Paradisi, 24.
  3. ^ Roma Capitale - Roma Statistica. Popolazione iscritta in anagrafe. Zone Urbanistiche 2013.
  4. ^ Separato dall'intero viale delle Milizie, da via Trionfale al ponte Giacomo Matteotti.
  5. ^ Separato dal fiume Tevere, al ponte Giacomo Matteotti all'altezza di via Luisa di Savoia.
  6. ^ Separato dal fiume Tevere, dall'altezza di via Luisa di Savoia a all'altezza di via Ulpiano.
  7. ^ Separato dal fiume Tevere, dall'altezza di via Ulpiano all'altezza di piazza Adriana.
  8. ^ Separato da piazza Adriana, via Alberico II, via Properzio, piazza Amerco Capponi, via Stefano Porcari e piazza del Risorgimento.
  9. ^ Separata dalle Mura Vaticane, da piazza del Risorgimento, viale dei Bastioni di Michelangelo e via Leone IV fino a viale Vaticano.
  10. ^ Separato da via Leone IV fino a viale delle Milizie.
  11. ^ Nino Fanti, L’epopea della Roma - Nord. URL consultato nel novembre 2014.
  12. ^ Vittorio Formigari, La ferro-tramvia Roma-Civitacastellana-Viterbo 1906-1929.. URL consultato nel novembre 2014.
  13. ^ Carlo Pietrangeli, p. 190.

Bibliografia

  • Giuseppe Cuccia, Roma. Prati di Castello. Dai Romani ai Barbari ai Piemontesi, Roma, Gangemi Editore, 2007, ISBN 978-88-492-1144-3.
  • Nicoletta Fattorosi Barnaba, Prati e Della Vittoria. Un rione e un quartiere da amare, Milano, Palombi Editori, 2010, ISBN 978-88-6060-317-3.
  • Alberto Manodori, RIONE XXII. PRATI, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 5, Roma, Newton Compton Editori, 1990.
  • Carlo Pietrangeli, Insegne e stemmi dei rioni di Roma, in Capitolium. Rassegna di attività municipali, anno XXVIII, n. 6, Roma, Tumminelli - Istituto Romano di Arti Grafiche, 1953.
  • Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3.
  • Riccardo Rosati, Nel quartiere, Brescia, Starrylink Editrice, 2004, ISBN 978-88-88847-66-5.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Coordinate: 41°54′29.08″N 12°27′56.54″E / 41.908078°N 12.465706°E41.908078; 12.465706

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