Museo Hendrik Christian Andersen

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Museo Hendrik Christian Andersen
Ingresso del Museo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma Capitale
IndirizzoVia Mancini, 20
Coordinate41°54′50.52″N 12°28′21.54″E / 41.914032°N 12.472649°E41.914032; 12.472649
Caratteristiche
TipoArte (Sculture)
Istituzione19 dicembre 1999
FondatoriGalleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Apertura19 dicembre 1999[1]
GestioneMinistero per i beni e le attività culturali - Direzione Musei statali di Roma
DirettoreMaria Giuseppina Di Monte
Visitatori10 803 (2018)[2]
Sito web

Il Museo Hendrik Christian Andersen è sito in Via Pasquale Stanislao Mancini 20 nel quartiere Flaminio a Roma.

Di proprietà statale, dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo ha gestito tramite il Polo museale del Lazio, e dal dicembre 2019 attraverso la Direzione Musei statali di Roma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Hendrik Christian Andersen, alla sua morte, avvenuta nel 1940, lasciò allo stato, la sua collezione di statue con il suo studio-abitazione del quartiere Flaminio. Tuttavia, solo dopo la morte di Lucia Andersen, avvenuta nel 1978 incomincia la vita pubblica dell'edificio. Dapprima l'edificio fu del Genio Civile, indi della Soprintendenza ai Monumenti. In seguito la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea ne ha in affido la tutela delle raccolte e anche dello stabile composto da un seminterrato-deposito, il piano terra con i due saloni-atelier in cui sono esposti le sculture dell'artista, il primo piano con terrazzo più altri due piani di abitazione.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Orario d'apertura[modifica | modifica wikitesto]

9.30 - 19:30 (ingresso fino alle 18:45). Biglietti € 6 INTERO € 2 RIDOTTO (cittadini dell'Unione Europea 18-25 anni) GRATUITO (under 18, prima domenica del mese e altre gratuità di legge ai sensi del DM 507/1997 https://www.beniculturali.it/agevolazioni). Chiuso tutti i lunedì, il 1º gennaio, il 1º maggio ed il 25 dicembre.[4]

Il palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo fu costruito tra il 1922 ed il 1925 mediante un progetto disegnato dallo stesso Andersen. Il tipo dell'edificio è dello stile "palazzina con annesso studio di scultura". I prospetti sono in stile neorinascimentale con motivi richiamanti gli affetti legati ad Andersen tra cui delle figure a forma di teste che ritraggono i familiari sui prospetti su Via Mancini e Via Pisanelli.[5]

Il piano terra[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

È una vasta sala con il pavimento alla veneziana, soffitto a cassettoni realizzati in stucco. La sala consta di grandi finestre che danno su Via Mancini e Via Pisanelli. La sala, anticamente, era la sala di rappresentanza ove Andersen mostrava le opere ultimate o illustrare il suo progetto di Città Mondiale[6] con dei disegni in cornice di noce tuttora conservati lungo le pareti. Una foto d'epoca mostra Rabindranath Tagore insieme al figlio in visita ad Andersen nel 1926. La sala consta di alcuni arredi di casa Andersen tra cui delle poltrone in legno, paglia e velluto rosso ed una scrivania in noce con la relativa poltrona di raso color cremisi. Su di un tavolo vi è una copia del libro "Creation of a World Centre of Communication"[7] (In italiano "Creazione del Centro Mondiale della comunicazione")[6].

Le opere esposte in questa sala sono:

Ingresso del museo Hendrik Ch. Andersen
L'abbraccio della madre
Uomo con bambina sulle spalle
Nome opera[8] Data realizzazione[8] Materiale usato[8] Descrizione, storia ed eventuali cenni sui personaggi raffigurati[8]
Nudo femminile con sfera 1910 circa    
La Fama che incorona Venere 1917 Olio su tela con cornice in stucco policromo È stato realizzato a Capri
Uomo e donna abbracciati (Il bacio) 1910-1911 Gesso  
Busto di Henry James 1907 Gesso James incontrò Andersen a Roma nella casa degli Howe-Elliott nel Palazzo Rusticucci nel rione Borgo. Da lì nacque una profonda amicizia che sfociò in una lunga corrispondenza. James fu ritratto da Andersen nel suo breve soggiorno romano nel 1907
Olivia Cushing 1910 Marmo colorato Olivia è la cognata di Andersen
Il conte Alberto Bevilacqua Lazise Nocarola 1896 circa Terracotta Trattasi di giovane che frequentava lo studio Andersen di Via Margutta. Fu ritratto in un disegno ed in un busto di terracotta
Trionfo di Washington e La Fayette 1905, Bronzo Fu presentato all'Esposizione nazionale del 1911
Il Giorno 1904-1908 Bronzo La statua faceva parte della "Fontana della Vita" che domina il Centro Artistico del Centro Mondiale della Vita. Fu esposto all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911.
Amore (o Il Bacio) 1906 Bronzo Faceva parte della "Fontana della Vita". Del risultato della fusione Andersen rimase insoddisfatto
Gruppo allegorico (Uomo con due bambine poste su dei globi) 1916 Gesso  
La Preghiera 1916 Bronzo Anch'essa fu realizzata per la "Fontana della Vita"
Maternità 1915 Gesso  
La gioia di vivere (La famiglia) 1907 Bronzo Anch'essa faceva parte della "Fontana della Vita"
Il Passo (o Fratellanza) 1900 circa Bronzo Anch'esso faceva parte della "Fontana della Vita". Fu esposto all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911
Giacobbe e l'Angelo 1910 Bronzo Fu esposto all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911. È una versione ridotta del gruppo in gesso che non fu fuso in bronzo
La Guerra 1916 Gesso  
L'Onda 1911-12 Gesso  
Nudo femminile danzante con putto 1912 Gesso  
Julia Ward Howe 1898 circa Terracotta Andersen ritrasse la Ward Howe in tarda età quando era ospite della figlia Maud Howe
Mart (La figlia della Portiera) 1896 Terracotta policroma  
San Giorgio e il drago 1900 circa Terracotta  
Flora Whitney 1900 circa Terracotta Andersen diede lezioni di scultura quando lui stesso permase a New York nel 1900
La Gioia di Vivere 1910 Gesso Anche quest'opera faceva parte della "Fontana della Vita"
Fontana dei putti danzanti (o Primavera) 1917 Gesso  
Uomo con bambina sulle spalle 1916-1917 Gesso  
Umberto Nobile 1928 Gesso Fra Nobile ed Andersen vi fu una fitta corrispondenza
Ritratto di Lily 1913 Terracotta Lily era la figlia di Howard Cushing ed Ethel Cochrane. Anderson ritrasse la bambina durante un soggiorno a Roma della famiglia Cushing nel biennio 1912-1913
Maria Teresa Malvezzi 1916 Terracotta policroma La ragazzina fu ritratta da Andersen durante uno dei suoi soggiorni estivi a Saltino-Vallombrona
Beatrice (La modella Ada) 1899 Terracotta policroma  
Il Concordato 1929 Gesso Fu realizzato per il Concordato tra Stato italiano e Chiesa del medesimo anno tra Mussolini e Pio XI
Plastico di Palazzo Amministrativo per il Centro Scientifico del "Centro Mondiale di Comunicazione" 1912 Gesso  
Andreas M. Andersen 1900 Bronzo e lapislazzuli Andreas era il fratello maggiore di Hendrik, i suoi quadri vengono presentati periodicamente nelle sale del museo
L'Angelo della Vita (o Vita Eterna) 1907 Bronzo È una versione rimpicciolita del bronzo dedicato al fratello Andreas per la tomba del Cimitero acattolico di Roma.

Una versione in gesso fu esposta nell'atrio del Palazzo delle Belle Arti all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911.

Helene Momsen 1910 Marmo colorato Helene è la madre di Andersen
Andreas M. Andersen 1911 Bronzo e marmo  
La Sacra Famiglia e La Pietà 1933 Entrambe sono in gesso I due gruppi erano posti nella Fontana di Dio insieme ad altro quattro gruppi di Cristo siti nello Studio
Il Calvario 1920 circa Gesso Ai lati dell'altare e delle nicchie vi sono delle figure rappresentanti santi e profeti. È dedicato alla cognata ed alla madre
Amore 1926 Gesso, conglomerato cementizio policromo con mosaico e lamina d'oro Trattasi di due bassorilievi raffiguranti la madre, la sorella adottiva, Hendrik e la cognata
La Sirenetta 1920 Gesso policromo  
La Maternità 1916 Gesso  
Atleta con putti nelle mani 1916 Gesso  
Amore e Psiche 1920 Gesso policromo  
Nudo maschile con putti nelle mani 1915 Gesso  

Nella mensola tutto intorno alle pareti sono posti questi bozzetti e piccole sculture in bronzo:

Nome opera[8] Data realizzazione[8] Materiale usato[8]
Nudo di donna che sorregge un putto 1910 circa Gesso
Il giocatore di pallone 1910 circa Gesso patinato
Atleta 1910 circa Gesso
2 statue raffiguranti Colossi all'ingresso del "Centro Internazionale Mondiale" 1912 Una in bronzo e l'altra in gesso e lamina d'oro
Nudo femminile con due putti sulle braccia 1917 Gesso
La Vittoria 1910-1911 Gesso patinato verde e oro
La Maddalena (Furia) 1910 Gesso patinato policromo
La Gioia di Vivere 1907 Gesso patinato
La Vittoria 1910 circa Gesso patinato verde
Il giocatore di pallone 1910 Bronzo
La Gioia di Vivere 1907 Bronzo
Nudo di donna danzante con putto sulla spalla 1915 circa Gesso
Nudo di donna danzante con putti nelle mani 1915 circa Gesso
Atleta con putto 1910 circa Gesso
La vittoria 1910 circa Gesso
Cavallo al passo 1905 circa Gesso
Cavallo rampante 1905 circa Gesso
La Vittoria 1910 circa Gesso
Allegoria 1918 circa Gesso

Di fronte alla porta della galleria vi è un'opera di Ynka Shonibare dal titolo Henry James ed Hendrik C. Andersen consistente in due manichini acefali con vestiti in tessuto stampato realizzato per il museo nella sua prima personale italiana ed in seguito acquistato dal museo. Sulle pareti inoltre vi sono 34 progetti di Andersen e di Ernest Hébrard per il Centro Mondiale di Comunicazione.[7]

Lo Studio[modifica | modifica wikitesto]

Questa sala era il laboratorio per la realizzazione delle opere di Andersen. Il soffitto consta di grande lucernario. Sulla parete di sinistra vi è un armadio con gli strumenti di lavoro dello scultore.[7] Le opere in questa sala sono:

Sala grande del Museo Andersen
Sala grande del Museo Andersen
Nome opera[8] Data realizzazione[8] Materiale usato[8] Descrizione, storia ed eventuali cenni sui personaggi raffigurati[8]
Tre atleti cantori 1914 Gesso Il gruppo comprende, oltre alle figure degli atleti cantori anche delle figure femminili danzanti con le mani intrecciate
L'Angelo della vita (o Vita Eterna) 1912 Bronzo È dedicato al fratello Andreas. Il bronzo venne fuso a Geislingen in Germania ed esposto al Salon di Parigi nel 1914 prima di giungere a Roma. Inizialmente era destinato al cimitero di Mount Auburn di Cambridge ma fu poi collocato al cimitero acattolico della Piramide Cestia di Roma. Nel 1933 fu rimosso dalla tomba per gravi lesioni e mai più ricollocato nella sua sede funeraria. Rimase per anni in uno stato di abbandono per essere portato a Villa Helene nel 1947
Il Giocatore di Pallone 1910-1911 Gesso Per la statua fu utilizzato Giulio Mazzoni come modello
Nudo femminile e nudo maschile su cavalli impennati, nell'atto di sollevare un bambino 1915-1916 Gesso  
La Protezione 1915 Gesso  
La Notte 1904-1911 Gesso Fu utilizzata per la "Fontana della Vita"
Amore 1911 Gesso Fu utilizzata per la "Fontana della Vita"
Il progresso dell'Umanità 1911-1918 Gesso Fu utilizzata per la "Fontana della Vita"
Le Nozze dei Centauri 1928 Gesso  
La Sera 1907-1909 Gesso Fu utilizzata per la "Fontana della Vita"
3 nudi femminili danzanti 1911, 1916 Gesso Per le tre statue aveva posato la sorella adottiva di Andersen
Donna ed uomo su cavalli con sulle spalle due bambini 1905-1907 Gesso Le due statue furono utilizzate per la "Fontana della Vita"
Il Mattino 1907-1910 Gesso Fu utilizzata per la "Fontana della Vita"
Il Bacio 1910 circa Gesso  
Giacobbe e l'Angelo 1909-1911 Gesso  
Ingresso di Cristo in Gerusalemme", "Battesimo di Cristo", "Bacio di Giuda" e "Cristo e la Samaritana" 1933 Gesso Trattasi di quattro dei sei gruppi per la "Fontana di Dio". Le altre due statue sono nella Galleria
Modello per la tomba della famiglia Andersen al cimitero acattolico presso la Piramide Cestia 1918-1919 Gesso La tomba, realizzata subito dopo la morte della cognata, oltre alle spoglie della cognata stessa accoglie la madre ed il fratello. La tomba è stata recentemente restaurata. Al suo interno vi sono delle decorazioni policrome ed in bronzo dorato. La cupola consta di mosaico
"Tre atleti cantori" e "Tre nudi di donna danzanti" 1914 Bozzetti in gesso Questi ultimi due bozzetti sono posti sul tavolo da lavoro dello scultore

Inoltre vi è un ritratto di Hendrik realizzato dal fratello Andreas.[7]

Passaggio per l'ascensore e scala[modifica | modifica wikitesto]

Passaggio verso l'ascensore[modifica | modifica wikitesto]

Vi è l'acquarello La Fontana della Vita, 1910 circa, realizzato su cartone.[7]

La scala e l'ascensore[modifica | modifica wikitesto]

Accanto all'ascensore vi è una scultura in bronzo chiamata Amore. In realtà si tratta di una copia che sostituisce l'originale perso che raffigura una danzatrice. Delle decorazioni di stucco rappresentanti delle ghirlande di fiori e frutta in colori tenui sono posti sulla scala che porta al primo piano. Una finestra con i vetri dipinti con il motivo di farfalle immette lo sguardo sullo studio sottostante con le statue.[9]

Il primo piano[modifica | modifica wikitesto]

Nel primo piano vi era l'abitazione di Andersen. Nella cornice della porta realizzata con stucco vi è la scritta "World Conscience", nome dato da Andersen per un centro di scopi umanitari. Degli stucchi sono diversi da stanza a stanza con motivi a ghirlande, conchiglie e delfini intrecciati. La zona dei servizi è stata trasformata in Caffè del museo su progetto di Laura Gallucci. Con alcune sale di sosta e di ristoro in cui vi è esposta una mostra fotografica sulla vita di Andersen e di sue conoscenze. Una sala immette nel terrazzo ove si immette il lucernario dello studio di Andersen. La banderuola del terrazzo è a forma di nave sita verso il Tevere con stile tra la caravella di Cristoforo Colombo e un'imbarcazione vichinga.[9]

Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]

È raggiungibile dalla stazione Flaminio.
 È raggiungibile dalla stazione Piazzale Flaminio.
Tram
È raggiungibile dalla fermata Flaminio del tram 2
È raggiungibile dalla fermata Flaminio del tram 19

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Autori Vari, Cronologia, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 44-57, ISBN 978-88-370-6595-9.
  2. ^ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Visitatori e introiti dei musei Archiviato il 21 giugno 2019 in Internet Archive.. Aggiornato al 15 febbraio 2019.
  3. ^ Autori Vari, Il Museo Hendrik Christian Andersen, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, pp. 5-9, ISBN 978-88-370-6595-9.
  4. ^ Orario d'apertura Archiviato il 28 novembre 2007 in Internet Archive.
  5. ^ Il palazzo Archiviato il 6 ottobre 2014 in Internet Archive.
  6. ^ a b

    «Our dream of a city for all nations, dedicated to the creative spirit of God in man, was our hope and prayer in life. Here the dreamers sleep*»

    Nel 1913 Andersen pubblica un libro nelle due versioni in inglese ed in francese dal titolo "Creation of a World Centre of Communications" che narra di un progetto di una città mondiale. I due autori del libro sono Ernest Hébrard e Gabriel Leroux. Questa città era nata da Andersen da una prima grande fontana monumentale che rappresentava lo sgorgare perenne delle acque che fornisce la continuità della vita umana. Andersen affermava: "Vorrei fondare una grande e nuova città internazionale ove i più grandi eventi della civiltà umana si concentrino radunati da ogni luogo del mondo per riversarle, coordinate e diretti, in torrenti apportatori di progresso nel mondo intero". Delle copie di questo volume vennero inviate ai capi di stato, istituti culturali è personalità di tutto il mondo note per il loro impegno di globalizzazione. La planimetria di questa città era a scacchiera e di forma anulare. Lungo un asse vi sono dei luoghi monumentali: il "Centro Olimpico", il "Centro Artistico" ed il "Centro Internazionale" ovverosia le tre più alte manifestazioni simboliche della possanza fisica, dello spirito creativo e della mente. Inoltre, il "Centro Olimpico" è sito inoltre l'Anfiteatro Nautico, Il centro olimpico è affiancato dalle scuole di cultura fisica o Ginnasi. Sul mare è posto il Natatorium al cui ingresso vi sono due statue raffiguranti dei nudi. Successivamente è posto "il Centro Artistico" composto dai seguenti edifici: Palazzo delle Belle Arti, sito nell'omonima piazza, l'Auditorium, delle aule per le esposizioni temporanee, le Gallerie per l'arte antica e moderna, il conservatorio per la musica e di Arte drammatica, la scuola di Belle Arti, la Biblioteca d'Arte, il museo dei Modelli il Teatro Floreale, la Scuola di Pittura all'aperto, il Museo di Storia Naturale, il Giardino Botanico ed il Giardino Zoologico. Di fronte al Palazzo delle Belle Arti è posta la Fontana della Vita composta da una complessa platea di terrazze, emicicli, scalee e bacini con monumentali sculture che rappresentano le varie fasi del giorno ed i temi dell'Amore, della Fratellanza, della Gioia di Vivere e del Progresso. Successivamente vi è il Viale delle Nazioni con i Palazzi delle Nazioni. Il viale finisce nel "Centro Scientifico" con la Piazza dei Congressi. Nel "Centro Scientifico" vi è la Torre del Progresso alta oltre trecento metri, nei cui scantinati vi è la Stamperia universale, inoltre nel "Centro Scientifico" vi sono questi edifici: il Tempio delle Religioni, la Corte di Giustizia, la Biblioteca, la Banca Internazionale, il Palazzo Amministrativo, il Palazzo delle Poste e la Stazione Centrale. Al momento della progettazione doveva rimanere segreta la locazione, anche se le topografie richiamavano alcune località del Belgio, della Francia, della Svizzera e della zona sud di Roma presso Fiumicino. Al di fuori della progettazione attualmente non ne rimane nulla. Tuttavia nel 1926 Mussolini assicurò la disponibilità dei luoghi di Fiumicino, ma nel 1938 con la progettazione dell'EUR Andersen voleva rivendicare la creazione di una città satellite che da Roma si sarebbe dovuta espandere verso il mare, tuttavia la progettazione aveva preso altre strade.* (*Fonti: Autori Vari, Il "Centro Mondiale di Comunicazione", in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 14-17, ISBN 978-88-370-6595-9.)
  7. ^ a b c d e Autori Vari, Il piano terra, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 37-39, ISBN 978-88-370-6595-9.
  8. ^ a b c d e f g h i j k Dati delle tabelle da: Autori Vari, Il piano terra, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 37-39, ISBN 978-88-370-6595-9.
  9. ^ a b Autori Vari, Il primo piano, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 40, ISBN 978-88-370-6595-9.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Riccardo Rosati, Il Museo Andersen e il sogno di una capitale mondiale, Nuova Museologia, 2007, 17, 18-20

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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