Via Margutta
Via Margutta | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Città | Roma |
Circoscrizione | Municipio I |
Quartiere | Rione Campo Marzio |
Informazioni generali | |
Tipo | Via |
Mappa | |
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Coordinate: 41°54′32.04″N 12°28′45.12″E / 41.9089°N 12.4792°E
Via Margutta è una piccola via del centro di Roma, nel rione Campo Marzio, zona nota come il quartiere degli stranieri, alle pendici del monte Pincio, luogo di gallerie d'arte e di ristoranti alla moda, che anticamente ospitava botteghe artigiane e stalle. Si tratta di una parallela di via del Babuino, la strada che va da piazza del Popolo a piazza di Spagna.
Negli anni cinquanta, dopo il film Vacanze romane, diventa una strada esclusiva, residenza di personaggi famosi, tra cui il regista Federico Fellini, le attrici Giulietta Masina ed Anna Magnani, il pittore Giorgio de Chirico e la pittrice Novella Parigini. Agli inizi del Novecento fu dimora dei pittori Augusto Mussini e Gregorio Maltzeff. Altri pittori che abitarono nelle vicinanze di via Margutta nei secoli passati furono Pieter Paul Rubens, Nicolas Poussin, Jusepe de Ribera, Gaspar van Wittel, Pier Leone Ghezzi, Pablo Picasso, Pieter van Laer e i due fratelli van Bloemen detti L'Orizzonte e Lo Stendardo.[1] In Via Margutta, ebbe un atelier anche lo scultore veneto Antonio Canova.
Etimologia e storia[modifica | modifica wikitesto]
L'etimologia è incerta, forse proviene da "Marisgutta", cioè Goccia di Mare, eufemismo per un ruscello che scendeva dalla villa dei Pincii, adoperato come cloaca naturale. Via Margutta, in origine, era un viottolo sul retro dei palazzi di Via del Babuino, dove si trovavano magazzini e scuderie. Alle falde della collina del Pincio, vi erano case di stallieri, muratori, marmisti, cocchieri e nel viottolo l'attività degli operai aveva grande spazio. Nel medioevo un ignoto artista istituì la prima bottega dove si facevano ritratti, fontane e ringhiere, dando il la ad una fiorente industria che attirò la migrazione di artisti (per lo più stranieri, fiamminghi, tedeschi, ed anche italiani non romani) che lentamente costruirono case, botteghe e giardini sostituendo baracche, stalle ed orti.
Monsignor de Mérode, negli anni di papa Pio IX, intuì il cambiamento: comperò i territori delle pendici, impiantò le fogne e trasformò il vicolo in una strada nel piano regolatore. Via Margutta fino al 1600 si chiamava via dei Nari dall'omonimo casato di una famiglia che aveva in quella zona case e terreni. Secondo alcuni l'attuale nome dovrebbe derivare dal soprannome "Margutte" di un barbiere, di nome Giovanni, che aveva la bottega in quella strada. Dal soprannome, vagamente dispregiativo, sembrerebbe che il Giovanni fosse di grossa corporatura, di notevole bruttezza ed anche di limitata intelligenza, caratteristiche queste che, tuttavia non impedirono di tramandare ai posteri il suo nome. Secondo altri, invece, sembrerebbe che il cognome di Giovanni fosse Margut: in effetti a Roma nel XV secolo era registrato un casato con un tale nome. Da qualche tempo è in corso una campagna (denominata I love via Margutta) per promuovere tale ambiente.
Monumenti[modifica | modifica wikitesto]
Percorrendo la via da nord a sud si incontrano i seguenti monumenti di interesse storico:
- Palazzo Patrizi Nari (XIX secolo)
- Fontana delle Arti (1927) - Lungo la via è situata anche la Fontana delle Arti, in marmo, a base triangolare, è sormontata da un secchio di pennelli (in relazione alla presenza degli artisti prevalente in questa via sin dal XVII secolo). Realizzata nel 1927 su progetto dell'architetto Pietro Lombardi, che realizzò altre fontanelle allusive agli stemmi dei rioni o alle attività dei luoghi di Roma. I due mascheroni centrali, uno triste ed uno lieto simboleggiano l'alterno stato d'animo degli artisti, e poggiano su mensole applicate su cavalletti da pittore, zampillano il loro debole getto d'acqua in due piccole vasche sottostanti.
- Collegio Torlonia (XIX secolo)
Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]
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È raggiungibile dalle stazioni Flaminio e Spagna. |
È raggiungibile dalla stazione Piazzale Flaminio. |
- Tram
È raggiungibile dalla fermata Flaminio | del tram 2 |
È raggiungibile dalla fermata Flaminio | del tram 19 |
Libri, canzoni e film sulla vita a Via Margutta[modifica | modifica wikitesto]
- Le modelle di via Margutta, film di Giuseppe Maria Scotese (1946)
- Vacanze romane, film di William Wyler (1953), con Audrey Hepburn e Gregory Peck
- Un americano a Roma, film di Steno (1954), in cui Alberto Sordi si reca nella via a casa di una pittrice americana.
- Via Margutta, film di Mario Camerini (1960).
- I miei primi quarant'anni, film con Carol Alt ed Elliott Gould.
- Che belle le ragazze di Via Margutta. (I registi, i pittori e gli scrittori che fecero della Roma degli anni Cinquanta la capitale del mondo), 2004. Libro di Giampiero Mughini.
- Via Margutta canzone di Luca Barbarossa presentata al Festival di Sanremo 1986.
- Le lettere da Capri, romanzo di Mario Soldati (1954) La via è nei primi capitoli, e alla fine dell'opera.
- Viene citata nella canzone Arrivederci, Roma cantata da Renato Rascel.
- Il segno del comando, 1971. Sceneggiato di Daniele D'Anza in cui Ugo Pagliai incontra il fantasma di Lucia.
- Viene citata sul libro Dolce vita scritto da Stephen Gundle
- "Via Margutta è una strada tranquilla. Ci passa solo chi ci deve andare." È l'inizio del libro Vita d'artista di Carlo Cassola. Il protagonista è uno scultore che agli esordi acquista uno studio nella via romana.
- Il luogo ricorre frequentemente nel romanzo La noia di Alberto Moravia.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Lo specchio romano: A via Margutta l'arte è di casa.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Francesca Di Castro, Via Margutta, cinquecento anni di storia e d'arte, Roma, Edizioni Kappa, 2006, ISBN 978-8878907041.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su via Margutta
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Via Margutta in "Roma segreta", su romasegreta.it.
- La fontana "degli artisti", su romeguide.it.
- Premio Margutta, su premiomargutta.com.