Libertarismo deontologico

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Libertarianismo deontologico)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il libertarismo (o libertarianismo) dei diritti naturali, noto anche come liberalismo deontologico, libertarismo (o libertarianismo) deontologico, moralismo libertario[1], libertarismo filosofico[2] o libertarismo teorico dei diritti, è la teoria secondo cui tutti gli individui possiedono determinati diritti naturali o morali, principalmente diritti di sovranità individuale, e che quindi gli atti di aggressione e di frode sono violazioni dei suddetti diritti e questo è un motivo sufficiente per opporsi a tali atti. Il libertarismo deontologico è uno dei due punti di vista etici all'interno del libertarismo di destra, l'altro è il libertarismo consequenzialista, che sostiene il libero mercato e forti diritti di proprietà privata solo sulla base del fatto che porterebbero a conseguenze favorevoli come prosperità ed efficienza[3].

Il libertarismo deontologico si basa sul principio di non aggressione (NAP), istanza morale che ritiene intrinsecamente illegittima l'aggressione, definita come la minaccia o l'uso di violenza, contro una persona o contro l'altrui legittima proprietà. I libertari deontologici ritengono che questo principio sia la base di tutta la moralità e quindi credono che qualsiasi violazione di questo principio sia immorale, indipendentemente da altri argomenti che potrebbero essere invocati per giustificare le violazioni.

Alcuni libertari deontologici come Ayn Rand sostengono un governo minimo per proteggere le persone da qualsiasi violazione dei loro diritti e perseguire coloro che aggrediscono altri, venendo meno al NAP. Altri, come Murray Rothbard sostengono l'abolizione dello Stato (anarco-capitalismo) in quanto vedono lo Stato come un'iniziazione istituzionalizzata della forza (e quindi violazione del NAP) a causa della tassazione. La loro visione dei diritti naturali deriva, direttamente o indirettamente, dagli scritti di San Tommaso d'Aquino e di John Locke. Hans-Hermann Hoppe, invece, sostiene l'abolizione dello stato sulla base dell'etica dell'argomentazione.[1]

Sostegno politico

[modifica | modifica wikitesto]

Il libertarismo deontologico è la forma di libertarismo ufficialmente sostenuta dal Partito Libertario negli Stati Uniti. Per diventare un membro tesserato, è necessario firmare un giuramento in cui ci si oppone all'aggressione per raggiungere obiettivi politici o sociali.[4]

Alcuni libertari sostengono che una riduzione del principio di non aggressione può portare la massima libertà al maggior numero di persone. Murray Rothbard ha risposto a questa critica affermando che i mezzi non dovrebbero mai contraddire i fini[5]. I libertari consequenzialisti chiedono "Quale forza autorevole ha dotato me e tutti gli altri esseri umani vivi del diritto e della responsabilità della proprietà? Come si può provare, comprovare o giustificare la sua esistenza?", a ciò Rothbard ha risposto facendo appello a un processo dell'eliminazione che ha concluso affermando che il controllo di sé stessi è l'unica posizione etica difendibile[5].

Il filosofo Jonathan Wolff critica il libertarismo deontologico come incoerente, scrivendo che non sarebbe in grado di spiegare perché i danni subiti dai perdenti nella concorrenza economica non violino il principio del controllo di sé stessi e che i suoi sostenitori dovrebbero "contrabbandare disonestamente" gli argomenti consequenzialisti nel loro ragionamento per giustificare l'istituzione del libero mercato[3].

  1. ^ a b Bradford. R. W. (1998). "The Two Libertarianisms". Liberty.
  2. ^ Miron, Jeffrey A. (2010). Libertarianism: From A to Z. Basic Books. p. 38.
  3. ^ a b Wolff, Jonathan. "Libertarianism, Utility, and Economic Competition" (PDF). Virginia Law Review. (PDF), su virginialawreview.org. URL consultato il 1º maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2013).
  4. ^ Yeager, Leland B. (2001). Ethics As Social Science: The Moral Philosophy of Social Cooperation. Edward Elgar Publishing. p. 283.
  5. ^ a b Rothbard, Murray (1982). The Ethics of Liberty. Humanities Press.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]