La putta onorata
«Bettina: Tanti se marida per quela poca de dota, i la magna in quatro zorni, e la mugier, in vece de pan, tonfi maledeti.»
La putta onorata | |
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Commedia in tre atti | |
La putta onorata | |
Autore | Carlo Goldoni |
Lingua originale | |
Composto nel | 1748 |
Prima assoluta | 1749 Teatro Sant'Angelo di Venezia |
Personaggi | |
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La putta onorata è un'opera teatrale in tre atti di Carlo Goldoni in dialetto veneziano scritta nel 1748, l'anno della riforma goldoniana. Fu rappresentata per la prima volta dalla compagnia Medebach al Teatro Sant'Angelo per il Carnevale del 1749. Le intenzioni riformatrici sono evidenti nella sostanza psicologica tutta nuova dei caratteri.
La commedia ebbe una continuazione ne La buona moglie, del 1749[1].
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Nella città di Venezia la bella Bettina s'innamora di Pasqualino, un giovane ritenuto dalla ragazza il figlio di un gondoliere, Messer Menego. Anche il giovane crede di esserlo, ma non sa che da piccolo è stato adottato e che il suo vero padre è il mercante Pantalone. Anche Pantalone è inconsapevole di avere come figlio il pargolo del gondoliere: Lelio. A questo intreccio di equivoci, che verrà risolto solo alla fine della commedia, si aggiunge anche il marchese Ottavio, follemente innamorato di Bettina, il quale la fa rapire e condurre nel suo palazzo ove ci sarà la resa dei conti fra gli innamorati, i gondolieri e Pantalone.
Poetica
[modifica | modifica wikitesto]La commedia vuole rivendicare l'onore delle giovani popolane veneziane, spesso oltraggiate sulle scene[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Goldoni Carlo, La putta onorata, su Zanichelli Dizionari Più, 16 novembre 2017. URL consultato il 21 luglio 2021.
- ^ G. Ortolani, Tutte le opere di C. Goldoni, Mondadori Editore, Milano 1936
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