Grotte di Frasassi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Grotte di Frasassi
La Sala delle Candeline
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Marche
Province  Ancona
ComuniGenga
Altitudine300 m s.l.m.
Profondità400 m
Coordinate43°25′50″N 12°56′09″E / 43.430556°N 12.935833°E43.430556; 12.935833
Mappa di localizzazione: Italia
Grotte di Frasassi
Grotte di Frasassi

Le grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi nel comune di Genga nella provincia di Ancona.

Storia

La scoperta delle grotte di Frasassi risale al 25 settembre 1971 ad opera del gruppo speleologico del CAI di Ancona guidato da Giancarlo Cappanera. Altre scoperte si susseguono negli anni 1950 e 1960 ad opere dei gruppi del CAI (Club Alpino Italiano) di Jesi e Fabriano tra cui nel 1966 una diramazione lunga più di 1 km che parte dalla Grotta del Fiume.

Nel luglio 1971 una corrente d'aria che sbocca da una piccola apertura cattura l'attenzione di 7 jesini che dopo aver ampliato la dimensione del passaggio poi chiamato "Strettoia del Tarlo" per renderlo praticabile, si inoltrano in una fitta rete di gallerie, cunicoli, pozzi e grotte per una lunghezza di circa 5 km.

La prima traccia della scoperta più rilevante, quella della Grotta Grande del Vento, si avrà nel giugno 1971, quando Rolando Silvestri [ Urbania (PU), 10 maggio 1953] e Umberto di Santo [ Camposampiero (PD), 26 luglio 1953], scalando la pendice nord del monte Valmontagnana, scoprirono uno stretto imbocco. Il 25 settembre 1971, Rolando Silvestri in compagnia degli amici del Gruppo Speleologico Marchigiano C.A.I. di Ancona, ritrovò quell'apertura nella montagna che spalancò la porta d'ingresso della grotta che fu subito battezzata Grotta Grande del Vento.

Inizialmente gli scopritori si trovarono in questa grande grotta al buio e le attrezzature non permisero loro di scendere fino alla base della cavità sottostante, quindi si stimò l'altezza della grotta lanciando un sasso e misurando il tempo di caduta. Un primo approssimativo calcolo portava all'inaspettata altezza di oltre 100 m. Successivamente si dotarono di attrezzature adeguate e esplorarono l'immenso spazio che venne chiamato "Abisso Ancona" in onore della città degli scopritori. La notizia della scoperta fu diffusa tramite stampa ed è da questo momento che inizia la notorietà al grande pubblico delle Grotte di Frasassi.

L'8 dicembre 1971 venne scoperto un collegamento tra la Grotta del Fiume e la Grotta del Grande Vento, che venne ribattezzato "Condotta dei fabrianesi".

Le scoperte si susseguirono negli anni e numerosi altri ambienti più o meno accessibili furono scoperti ed esplorati dagli speleologi. Al momento il complesso delle grotte di Frasassi ha una lunghezza di oltre 13 km. Oltre all'Abisso Ancona, sono note la "Sala 200", così chiamata perché è un corridoio di 200 m, la "Sala delle Candeline" per le numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni, la "Sala Bianca" il cui colore è dovuto a strati di calcite pura, la "Sala dell'Orsa" per il masso che grazie all'erosione millenaria dell'acqua ha assunto la forma di un'orsa e la "Sala dell'Infinito", così chiamata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi persero l'orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un'uscita, come se fossero in un percorso infinito.

Le "Canne d'Organo"
Uno dei pozzi naturali profondi 25 m


Consorzio Frasassi

Nel 1972 viene costituito dal comune di Genga e dalla Provincia di Ancona il Consorzio Frasassi con l'obiettivo di salvaguardia e valorizzazione scientifica e turistica del complesso delle Grotte di Frasassi.

Il 1 settembre 1974 parte delle grotte vengono aperte al pubblico e sono una delle maggiori attrazioni turistiche delle Marche, si è stimato che da allora oltre 12 milioni di persone le abbiano visitate.

Stalattiti e stalagmiti

All'interno delle cavità carsiche si possono ammirare delle sculture naturali formatesi ad opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni grazie all'opera dell'acqua e della roccia. L'acqua scorrendo sul calcare discioglie piccole quantità di calcare e cadendo a terra, nel corso di uno stillicidio che dura dei millenni, le deposita e forma delle concrezioni di notevoli dimensioni e di forme a volte anche curiose. Queste si dividono in stalagmiti (colonne che crescono progredendo dal basso verso l'alto) e stalattiti (che invece scendono dal soffitto delle cavità).

Le forme e le dimensioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli speleologi, i quali dopo averle scoperte le hanno "battezzate" denominandole in maniera curiosa, tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ricordiamo: i "Giganti", il "Cammello" e il "Dromedario", l'"Orsa", la "Madonnina", la "Spada di Damocle" (stalattite di 7,40 m di altezza e 150 cm di diametro), "Cascate del Niagara", la "Fetta di pancetta" e la "Fetta di lardo", l'"Obelisco" (stalagmite alta 15m al centro della Sala 200), le "Canne d'Organo" (concrezioni conico-lamellari che se colpite risuonano), il "Castello delle Streghe".

All'interno delle grotte sono presenti anche dei laghetti in cui ristagna l'acqua dello stillicidio e dei "pozzi", cavità cilindriche profonde fino a 25 m che possono raccogliere l'acqua o convogliarla verso piani carsici inferiori.


Esperimenti scientifici

All'interno delle grotte di Frasassi si svolgono esperimenti scientifici sulla cronobiologia. Tra gli speleologi che hanno trascorso più tempo all'interno della grotta si ricorda Maurizio Montalbini.

Curiosità

  • All'interno delle grotte di Frasassi c'è una temperatura costante di 14 °C e un'umidità relativa prossima al 100%.
  • L'"Abisso Ancona" ha un'estensione di 180x120m e di 200m in altezza [1] ed è talmente ampio (oltre 2 milioni di m3) che al suo interno potrebbe essere contenuto tutto il Duomo di Milano.
  • All'interno delle Grotte non penetra in alcun punto la luce naturale, infatti tutte le luci visibili dal percorso turistico sono frutto di illuminazione artificiale, illuminazione che è composta da luci "fredde" cioè che non danno calore alle concrezioni. Le uniche luci non di questo tipo sono le luci azzurre utilizzate per mettere in evidenza i punti di interesse.

Note

  1. ^ Fonte: [1]

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni