Giuliano Taccola

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Giuliano Taccola
Taccola alla Roma nella stagione 1967-1968
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 179 cm
Peso 76 kg
Calcio
Ruolo Attaccante
Carriera
Giovanili
1957-1959 Uliveto
1959-1962Genoa
Squadre di club1
1962-1963Alessandria22 (2)
1963-1964Varese2 (0)
1964-1965Entella27 (7)
1965-1966Savona32 (13)
1966-1967Genoa32 (4)
1967-1969Roma41 (17)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Giuliano Taccola (Uliveto Terme, 28 giugno 1943Cagliari, 16 marzo 1969) è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il giovane Taccola iniziò la carriera sportiva con la squadra della sua cittadina natale, la Uliveto. Con la maglia dei termali si distinse nel Campionato Provinciale Ragazzi di Pisa nelle stagioni 1957-1958 e 1958-1959, mettendosi in luce presso gli osservatori del Genoa, da cui venne prelevato e nel cui vivaio crebbe prima di iniziare la carriera professionistica tra Serie B e Serie C con le maglie di Alessandria, Varese, Entella e Savona; nel 1966 fu tra i protagonisti della promozione del Savona in Serie B.

Durante la fortunata stagione in biancoblù fu notato da Fulvio Bernardini, che lo consigliò alla Roma: dopo un anno con il Genoa in serie B avvenne l'esordio in Serie A il 24 settembre 1967 a Milano, incontro di apertura del campionato 1967-68, nel quale Taccola realizzò anche un goal contro l'Inter, nella gara che la Roma chiuse con un pareggio per 1-1[1].

La morte e l'inchiesta sulle cause[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della stagione 1968-69 il rendimento di Taccola calò improvvisamente a causa di febbre alta e continui malesseri. I medici della società capitolina gli diagnosticarono un vizio cardiaco, ma l'allenatore Helenio Herrera scelse comunque di schierarlo regolarmente in prima squadra.

Dopo una visita da due otorinolaringoiatri, il 5 febbraio Taccola fu sottoposto ad un intervento per l'asportazione delle tonsille a Villa Bianca. L'operazione non risultò semplice, Taccola ebbe numerose emorragie durante l'intervento, e appena fu dimesso gli venne prescritto un mese di assoluto riposo. Ma prima del tempo stabilito la squadra ricominciò a farlo allenare, per evitare che rimanesse troppo tempo lontano dal campo. Spesso, alla fine degli allenamenti, a Taccola si alzava la febbre, il suo peso corporeo era diminuito di cinque chili ed era fortemente debilitato dagli antibiotici che assumeva.

Il 26 febbraio Taccola giocò una partita di allenamento con la formazione De Martino e svenne in campo.

Il 2 marzo s'infortunò al malleolo durante un incontro al Ferraris di Genova contro la Sampdoria, cinque giorni dopo seguì la Roma in ritiro. Durante il soggiorno in albergo svenne nuovamente, e poco dopo tornò a casa in taxi, perdendo la cerimonia per l'assegnazione dei premi partita. Arrivò a casa molto tardi, con la febbre a 39 °C.

L'11 marzo ripresero gli allenamenti con la formazione capitolina, ma le sue condizioni di salute si facevano sempre più critiche. Fu convocato comunque per la gara contro il Cagliari, ma dopo un ennesimo svenimento e la febbre che si faceva più insistente fu escluso dalla gara, e la seguì dalla tribuna. Poco prima dell'incontro aveva comunicato al medico sociale di sentirsi fortemente debilitato, il sanitario rilevò la temperatura corporea, che si rivelò essere di 37,4 °C e a seguito della quale somministrò al calciatore due compresse di antipiretico;[2] negli spogliatoi, a fine incontro (terminato 0-0), Taccola svenne per un malore e subì un arresto cardiaco, tanto da indurre il medico sociale della Roma, aiutato da quello del Cagliari, a praticargli massaggio cardiaco in attesa dell'ambulanza che lo trasportò all'Ospedale Civile del capoluogo sardo dove, tuttavia, giunse ormai privo di vita poco prima delle 18.[2]

I funerali di Taccola nel 1969

Giuliano Taccola morì il 16 marzo 1969 all'età di 25 anni.

Il corpo di Taccola, dichiarato deceduto per insufficienza acuta cardio-respiratoria[3], fu sottoposto ad autopsia presso l'Istituto di Medicina Legale di Cagliari[3] e la relativa cartella clinica fu posta sotto sequestro dalla Procura della stessa città, competente per territorio[4]; sorsero quasi subito interrogativi sui media per risalire alle responsabilità della morte del giocatore, anche se tra le cause ipotizzate all'epoca figurava al più la noncuranza: a parte la fatalità e l'imprevedibilità di un malore cardiaco[3] si pensò infatti a una reazione allergica a una somministrazione di penicillina[3] o, nella meno benevola delle ipotesi, la colpevole forzatura dei tempi di recupero dai vari infortuni, con logorìo del fisico di Taccola[3]; gli stessi giocatori della Roma denunciarono la fretta messa da Herrera al giocatore affinché potesse tornare in campo quanto prima[5].

L'autopsia non determinò mai in maniera definitiva le cause che avevano portato alla crisi cardiaco-respiratoria, ciononostante la vedova di Taccola, Marzia Nannipieri, a più riprese tentò di tenere viva l'attenzione sul fatto, accusando di incuria le autorità sportive e denunciando sia l'Associazione Sportiva Roma che la Federazione Italiana Giuoco Calcio per responsabilità dirette od omessi controlli sanitari[6] nonché presentando petizioni a due presidenti della Repubblica per non fare dimenticare la vicenda di suo marito[7][8].

All'alba del nuovo millennio, con il ritorno alla ribalta di alcune morti dalla causa non chiarita relative a ex giocatori ancora giovani, a partire da Bruno Beatrice, deceduto nel 1987 a 39 anni, fece scalpore un'intervista rilasciata all'Espresso da Ferruccio Mazzola (a sua volta scomparso nel 2013), fratello minore del più famoso Sandro, in cui egli ritenne verosimile che Taccola, allenato a Roma da Helenio Herrera, potesse essere rimasto vittima degli esperimenti farmacologici che l'allenatore sudamericano usava praticare all'Inter su diversi giocatori, fratelli Mazzola compresi[9] al fine di aumentarne la resistenza fisica e la velocità in campo[9]; per tali accuse l'ex giocatore fu denunciato per diffamazione dall'Inter nella persona dell'allora direttore generale Giacinto Facchetti (anch'egli, nel frattempo, a sua volta deceduto), ma fu assolto[10].

Al nome di Giuliano Taccola è intitolato un club di tifosi del Genoa a Nervi, quartiere del capoluogo ligure[11], lo stadio di Uliveto Terme e una strada della Capitale, in zona Trigoria, alle spalle della sede della Roma[12].

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1967-1968 Bandiera dell'Italia Roma A 29 10 CI 0 0 CM 1 0 CdA 5 4 35 18
1968-1969 A 12 7 CI 3 0 - - - - - - 15 7
Totale Roma 41 17 3 0 1 0 5 4 50 21

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Savona: 1965-1966
Varese: 1963-1964
Roma: 1968-1969

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Taccola, tragedia in campo, su cinquantamila.corriere.it, Corriere della Sera. URL consultato il 5 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
  2. ^ a b Giulio Accatino, Cagliari: Taccola muore a 25 anni, in Stampa Sera, 17 marzo 1969, p. 9. URL consultato il 5 novembre 2013.
  3. ^ a b c d e (EN) Guido Guidi, Chi è responsabile della morte di Taccola?, in La Stampa, 19 marzo 1969, p. 16. URL consultato il 5 novembre 2013.
  4. ^ Sequestrate le cartelle cliniche di Giuliano Taccola, in La Stampa, 23 marzo 1969, p. 18. URL consultato il 5 novembre 2013.
  5. ^ Giulio Accatino, Taccola era un "malato irrecuperabile" ma continuava lo stesso ad allenarsi, in La Stampa, 18 marzo 1969, p. 15. URL consultato il 5 novembre 2013.
  6. ^ Roma denunciata, in la Repubblica, 13 giugno 1996. URL consultato il 5 novembre 2013.
  7. ^ La vedova Taccola scrive a Scalfaro: "Voglio la verità", in la Repubblica, 12 maggio 1995. URL consultato il 5 novembre 2013.
  8. ^ Gianni Mura, La famiglia Taccola e quei 32 anni di attesa, in la Repubblica, 18 marzo 2001. URL consultato il 5 novembre 2013.
  9. ^ a b Alessandro Gilioli, Quelle pillole che ci dava Herrera, in l'Espresso, 16 maggio 2005. URL consultato il 5 novembre 2013.
  10. ^ Aldo Grasso, Un libro troppo pesante per Mazzola, in Sette, 15 maggio 2013. URL consultato il 5 novembre 2013.
  11. ^ Marco Lignana, Cari cugini, il derby s' avvicina, in la Repubblica, 23 luglio 2003. URL consultato il 5 novembre 2013.
  12. ^ Da Martellini ad Ameri e Beppe Viola. A Trigoria, vie dedicate al mondo del calcio, in la Repubblica, 4 agosto 2011. URL consultato il 5 novembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Roberto Morassut: Numero 9. Giuliano Taccola la punta spezzata. Roma e la Roma negli anni 60. Roma, Palombi editore - 2016

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]