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Vetrina

L'Operazione Compass (in inglese Operation Compass) è stata un'offensiva sferrata l'8 dicembre 1940 dalle forze armate britanniche della Western Desert Force in Africa Settentrionale durante la seconda guerra mondiale, per ricacciare oltre il confine con la Libia le forze italiane che nel settembre 1940 erano lentamente penetrate in Egitto senza incontrare resistenza. La controffensiva vide contrapposti circa 31 000 soldati britannici, quasi completamente motorizzati e addestrati alla guerra di movimento, all'intera 10ª Armata del maresciallo Rodolfo Graziani forte di oltre 150 000 uomini, disposta tra Sidi Barrani, Bir Sofafi e Bardia.

La campagna, iniziata come un attacco locale della durata prevista di circa cinque giorni, a causa dell'abilità di manovra delle forze britanniche e della inefficace e disordinata difesa italiana si trasformò in un'offensiva generale che, dopo due mesi e quattro battaglie campali (Sidi Barrani, Bardia, Tobruch e Beda Fomm), si concluse con la totale disfatta delle forze del maresciallo Graziani e la vittoria delle moderne unità motocorazzate britanniche, che conquistarono interamente la Cirenaica, annientarono la 10ª Armata e catturarono circa 115 000 soldati italiani.

La pesante sconfitta ebbe forti contraccolpi in Italia; Benito Mussolini, già in difficoltà dopo i duri rovesci in Grecia e le gravi perdite navali subite in seguito alla cosiddetta notte di Taranto, fu costretto, per il rischio concreto di perdere anche la Tripolitania, a chiedere aiuto dell'alleato tedesco, decretando così la fine della «guerra parallela» fascista. Per non rischiare di vedere l'Italia prematuramente sconfitta nel teatro del Mediterraneo, Adolf Hitler decise per un rapido invio di reparti corazzati tedeschi in Nordafrica, che consentirono all'Asse di contrattaccare e mantenere aperto il fronte nordafricano fino alla primavera del 1943.

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Voci di qualità

La chiesa della Santissima Trinità in Monte Oliveto è un luogo di culto cattolico di Verona situato nei pressi di piazza Cittadella, in una zona centrale di Verona. L'edificio sorge su una collinetta di modeste dimensioni, ormai quasi nemmeno rilevabili, che si levava fuori dalle mura romane e comunali. La progressiva espansione dell'area urbanizzata di Verona ha fatto sì che l'edificio finisse per essere completamente inglobato tra diverse costruzioni più recenti, rendendolo seminascosto alla vista del passante, fatta eccezione per il suo alto campanile.

Sorta sul probabile luogo di una necropoli romana, l'edificazione ebbe inizio nel 1073 per opera della congregazione vallombrosana con l'intento di farne un monastero. La consacrazione avvenne il 12 gennaio 1117 ma a seguito del catastrofico terremoto dello stesso anno si dovette procedere a una seconda fabbrica. Oltre alla chiesa e alle residenze dei monaci, qui vi era anche un ricovero per pellegrini e uno scriptorium di notevole importanza. Nella seconda metà del XIV secolo venne commissionato a Turone di Maxio un polittico per l'altare maggiore, oggi conservato al Museo di Castelvecchio. Con il finire del Trecento ebbe inizio la parabola discendente del monastero che ebbe il suo culmine nel 1443 con il passaggio in commenda e l'allontanamento dei vallambrosiani. Nel 1529 il vescovo Gian Matteo Giberti trovò l'edificio in abbandono e circa quindici anni dopo ottenne da papa Paolo III che il complesso fosse adibito a ricovero per le "donne pentite o mal maritate"; contemporaneamente si procedette a manomissioni per adempiere ai dettami della controriforma. Nel 1797 le truppe napoleoniche decretarono la soppressione dell'abbazia e la trasformazione in ospedale militare. La stessa sorte avvenne in occasione delle guerre d'indipendenza italiane, durante l'epidemia di vaiolo del 1871-1873 e quando la città venne flagellata dall'inondazione del 1882. Sul finire della seconda guerra mondiale, il 6 aprile 1945, la chiesa fu danneggiata da un bombardamento alleato che causò, in particolare, la perdita dell'antico chiostro, quindi al termine della guerra si procedette immediatamente al restauro del monumento, tanto che già nel 1946 si riprese l'attività liturgica.

Il complesso è in stile romanico veronese, pur con alcuni rimaneggiamenti rinascimentali e neoclassici: la facciata a capanna, con protiro pensile e due trifore, dà accesso a un atrio, prolungamento della chiesa primitiva, una volta utilizzato come sagrato cimiteriale e in cui sono ancora conservate antiche tombe, come un pregevole sarcofago in marmo rosso di Verona. La tecnica costruttiva è tipica di Verona, a filari alternati di mattoni in laterizio e blocchi di tufo. Il campanile, di solido impianto quadrato, è simile a quelli quasi coevi di San Zeno e San Fermo; alla base sono incastonate alcune pietre di spoglio provenienti dall'antica necropoli mentre la cella campanaria è caratterizzata da quattro trifore. L'interno è quello che ha subito maggiori trasformazioni nel corso dei secoli perdendo quasi totalmente il suo aspetto romanico originario; si salvano alcuni affreschi che decorano le pareti di sinistra, il catino absidale e l'arco trionfale. Vi sono conservate, inoltre, numerose altre opere d'arte, in particolare dei pittori veronesi Domenico e Felice Brusasorzi.

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Lo sapevi che...

Musique pour Supermarché (titolo inglese Music for Supermarkets) è il quinto album in studio del musicista francese Jean-Michel Jarre, pubblicato nel 1983.

Dell'album ne venne pubblicata una sola copia e ne vennero distrutte deliberatamente tutte le registrazioni presso l'Hôtel Drouot di Parigi. Jarre trasmise una sola volta l'intero Musique pour Supermarché presso la sede parigina di Radio Luxembourg, incitando gli ascoltatori a piratarlo.

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Ricorrenze del 7 maggio

Evita Perón

Nati...

...e morti

In questo giorno accadde...

Ricorre oggi: la Chiesa cattolica celebra la memoria dei santi Benedetto II, Maurelio di Voghenza e Giovanni di Beverley.

 

Nelle altre lingue

Di seguito sono elencate le 10 versioni maggiori di Wikipedia (per numero di voci, non necessariamente per qualità o dimensioni totali) e una selezione casuale di altre edizioni con un numero minore di voci:

Le 10 maggiori (al 6 maggio 2024): English (inglese) (6 820 659) · Binisaya (cebuano) (6 118 457) · Deutsch (tedesco) (2 907 312) · Français (francese) (2 609 961) · Svenska (svedese) (2 584 209) · Nederlands (olandese) (2 157 775) · Русский (russo) (1 977 890) · Español (spagnolo) (1 950 969) · Italiano (1 862 483) · مصرى (Maṣrī, arabo d'Egitto) (1 623 265)

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Dagli altri progetti

Questa settimana la voce da tradurre è:

(versione in italiano: Heinrich Bünting)

L'esempio non è la cosa che influisce di più sugli altri: è l'unica cosa.
Albert Schweitzer

Il XV arrondissement di Parigi visto dal Pont de Bir-Hakeim, poco prima del tramonto.

Santa Fe (Nuovo Messico)

È la capitale del Nuovo Messico, Stato federato del sud-ovest degli Stati Uniti. La città di Santa Fe (che significa "santa fede" in spagnolo) fu fondata dai coloni spagnoli nel 1610, rendendola la più antica capitale statale degli Stati Uniti. Lo Stato ha anche la seconda più alta percentuale di nativi americani (dopo l'Alaska), oltre al quarto più alto numero totale degli stessi (dopo California, Oklahoma, Arizona), principalmente di etnia navajo, pueblo e apache, degli Stati Uniti d'America.