Utente:Vegetable/Sandbox6

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Crescenzago
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Milano
Città Milano
CircoscrizioneZona 2
Altitudine129 m s.l.m.
PatronoSanta Maria Rossa
Mappa di localizzazione: Milano
Crescenzago
Crescenzago
Crescenzago (Milano)
Coordinate: 45°30′34.06″N 9°14′50.94″E / 45.50946°N 9.247484°E45.50946; 9.247484

Crescenzago (Crescenzagh in dialetto locale) è un quartiere di Milano, posto nella periferia nord-orientale della città, appartenente alla Zona 2.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del quartiere deriva dal latino Crescentii ager, ovvero campo di Crescenzio. Tuttavia, il suffisso "-ago" trae molto probabilmente origine da quello celtico "-akos", con quale si indicava un'area costituente una proprietà terriera[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Casa Berra nell'omonima via fin dal 1400
Decreto di annessione del comune di Crescenzago a Milano, 1923

La zona di Crescenzago è abitata sin dalla preistoria: lo testimoniano dei reperti ritrovati nel 1869 nell'attuale area di Quartiere Adriano risalenti all'età del bronzo (circa 3000 a.C.) i quali, probabilmente, rappresentano della antiche tombe in terracotta e di forma tronco-conica contenenti alcuni oggetti (coltelli spezzati e spilloni per capelli) e le ceneri dei defunti[2].

In età romana il borgo rappresentava un importante punto di passaggio per coloro che erano entravano o uscivano dall'antica Mediolanum, per tale motivo Crescenzago veniva citato in numerosi documenti: tra questi, la testimonianza più significativa riguarda quella di un anonimo pellegrino che nel 333 d.C. scrisse un racconto del suo viaggio da Burdigala a Gerusalemme chiamato Itinerarium Burdigalense, in cui citava, tra i vari luoghi visitati, le città di Cimilianum (oggi Cimiano) e Crescentiacum.

A partire dal XII secolo il paese si sviluppò intorno alla chiesa di Santa Maria Rossa, una chiesa in stile romanico del 1140, sita nell'attuale via Berra, un tempo sede di un trittico del Bergognone, in seguito trasferito presso il Museo Diocesano di Milano. Nella medesima via, di fronte alla chiesa si erge un palazzo, detto Casa Berra, risalente al 1400 e un tempo munito di un giardino barocco, oggi andato perso. Crescenzago costituì per molto tempo la strada di ingresso alla città per chi proveniva da Venezia. La prima esperienza di unione con Milano risale al 1808 in conseguenza di un decreto di Napoleone, con cui vennero annessi alla città altri 36 comuni allo scopo di aumentare le entrate comunali derivanti dalle tasse[3] , ma il provvedimento fu annullato dagli austriaci nel 1816, con cui venne nuovamente riconosciuta autonomia amministrativa a Crescenzago. Il processo di annessione definitivo, verificatosi sotto l'amministrazione Caldara, venne avviato nel 1917 e comprese l'inglobamento di venticinque comuni e frazioni in totale[4] portò Crescenzago, comune autonomo, ad essere annesso a Milano nel 1923 insieme ad altri dieci comuni.[5]

Il quartiere, caratterizzato dalla presenza di numerose cascine, si trova lungo il Naviglio della Martesana, dove nel Settecento vennero costruite varie residenze di villeggiatura per i milanesi benestanti: un classico esempio sono le ville De Ponti (risalente al secolo XIX, e con una filanda all'interno del giardino), Lecchi (secolo XVIII), Brasca, Pallavicini, Petrovic (secolo XIX). All'epoca quest'area, conosciuta come Riviera di Milano era considerata di qualità, con i terreni coltivati a cereali e gelsi. La zona è infatti descritta come un'importante luogo di vacanza in una guida turistica del XIX secolo:

«[...] usciti dalla sontuosa barriera di Porta Orientale ci inoltriamo sull’ampio stradone che va diritto a Crescenzago (Crescentii Ager ), ed ivi troviamo sulla sinistra il Naviglio della Martesana, che verso Milano discende, sull’opposta sponda del quale sorgono varj begli edifici e giardini ai quali il frequente cammino e la vicinanza della città raddoppia il pregio»

A sole poche centinaia di metri si ritrova il panorama composto da palazzi e industrie tipicamente metropolitane. Il quartiere è delimitato anche dal fiume Lambro. È un'area ampiamente verde, specialmente per via del parco Lambro, ma anche della Pista Ciclabile Martesana e del Bosco di Crescenzago.

Ville della Riviera[modifica | modifica wikitesto]

Villa Pino[modifica | modifica wikitesto]

Villa in stile neoclassico e costruita dal generale napoleonico Domenico Pino[6].

Villa Petrovic[modifica | modifica wikitesto]

Villa Petrovic agli inizi del '900

Villa settecentesca caratterizzata da una torretta in stile neogotico[7].

Villa Lecchi[modifica | modifica wikitesto]

Costruita dal matematico Giovanni Antonio Lecchi, ha ospitato la sua famiglia dalla costruzione (1750 circa) fino a che, nel XIX secolo non è stata acquistata dall'industriale tessile Enrico Mangili destinando l'immobile a fabbrica.

La zona della villa viene così descritta dallo stesso Lecchi:

«Fa maraviglia il vedere le barche a decorrere quasi sul ciglio de’ colli, tirate da cavalli su per quelle altissime arginature e sostegni, i quali separano il canale dal fiume primario non navigabile in quel tratto. L’opera è delle più azzardate che si veggano in ogni altro paese o delle Fiandre o della Francia»

Villa De Ponti[modifica | modifica wikitesto]

Villa in stile Barocco, è una delle più antiche della riviera. Venne eretta come residenza di villeggiatura per la curia ambrosiana. A partire dal XVII secolo subì una serie di passaggi di proprietà che si concluse con l'acquisto da parte della famiglia De Ponti nel 1865[9].

Villa Albrighi[modifica | modifica wikitesto]

In stile neogotico, costruita verso la fine del '700 e acquistata dalla famiglia Albrighi nei primi del Novecento. E' stata oggetto di restauro nel 2006.

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[10]

A metà del Settecento fece registrare 270 abitanti in paese e 250 nella frazione di Cimiano, nel 1805 si contavano 681 residenti in tutto il comune. Al 1858 il borgo registrava una popolazione di 1534 abitanti su una superficie di 538 ettari. La rivoluzione industriale comportò poi un rapido incremento demografico, passando dai 1753 residenti del 1871 ai 2881 del 1901, e dai 6553 del 1911 ai 7125 del 1921.

Dal 1923 il comune è stato accorpato a Milano: non sono quindi disponibili i dati demografici successivi al 1921.

Personalità legate a Crescenzago[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]

Galleria[modifica | modifica wikitesto]

Trasporti e Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Mappa che raffigura il territorio dell'antico paese

Cimiano
Crescenzago
Cascina Gobba
Il territorio dell'antico comune crescenzaghese è oggi servito da tre fermate della metropolitana, di cui una ha la stessa denominazione del quartiere. La Tranvia Milano-Vimercate attraversava invece la zona fino al 1981.

L'arteria principale del quartiere è via Padova (precedentemente via Milano,[11] prima ancora strada Postale Veneta).

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

La prima patente di guida della provincia di Milano conferita ad una donna venne assegnata a Giuseppina De Ponti, personalità crescenzaghese e figlia dell'industriale locale Domenico De Ponti, nel 1909[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) Cesare Cantù, Illustrazione del Lombardo-Veneto, I, Milano, Corona e Caimi Ed., 1858, p. 457.
  2. ^ (IT) Pompeo Castelfranco, Tombe della Cattabrega presso Crescenzago (provincia di Milano), 12ª ed., Milano, Tip. L. Battei, 1886, pp. 57-63.
  3. ^ Decreto-legge 9 febbraio 1808, n. , in materia di "Composizione del circondario esterno del comune di Milano"
  4. ^ Sindaci di Milano
  5. ^ Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1912, art. 1
  6. ^ (IT) AA.VV., Ville dei navigli lombardi, Milano, Ed. Sisar, 1967.
  7. ^ (IT) Fernando Ornaghi, Le ville di Crescenzago lungo il naviglio della Martesana (2^ parte), su vecchiamilano.wordpress.com, 29 novembre 2012.
  8. ^ (IT) Antonio Lecchi, Trattato de' canali navigabili, Milano, Stamperia Giuseppe Marelli, 1776.
  9. ^ (IT) Villa de Ponti, su La Gobba, 2011.
  10. ^ Lombardia Beni Culturali -;  URL consultato in data 20-05-2014.
  11. ^ La denominazione dovette essere ovviamente cambiata al momento dell'annessione al capoluogo meneghino.
  12. ^ (IT) Giuseppina De Ponti, la prima donna patentata del Milanese, su lagobba.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Cantù, Illustrazione del Lombardo-Veneto, Milano, Corona e Caimi Ed., 1858.
  • Pompeo Castelfranco, Tombe della Cattabrega presso Crescenzago (provincia di Milano), 12ª ed., Milano, Tip. L. Battei, 1886, pp. 57-63.
  • AA.VV., Ville dei navigli lombardi, Milano, Ed. Sisar, 1967.
  • Antonio Lecchi, Trattato de' canali navigabili, Milano, Stamperia Giuseppe Marelli, 1776.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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