Utente:Foghe/A-H

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Flagge Österreich-Ungarns
Ausztria-Magyarország zászlaja
Flagge Österreich-Ungarns Ausztria-Magyarország zászlaja
Proporzioni2:3
Simbolo FIAVBandiera nazionale e bandiera navale civile
ColoriRGB

     (R:216 G:30 B:5)

     (R:255 G:255 B:255)

     (R:0 G:141 B:70)

     (R:234 G:193 B:2)

Usocivile e di stato
Tipologianazionale
Adozione1º agosto 1869
Cessazione3 aprile 1919
NazioneImpero austro-ungarico
Navale
(1867-1915)
Navale (1867-1915)
Navale
(1915-1919)
Navale (1915-1919)

La bandiera dell'Impero austro-ungarico, o Austria-Ungheria, era la bandiera nazionale dell'Impero austro-ungarico. Era composta da tre bande orizzontali di eguali dimensioni: la prima rossa, la seconda bianca e l'ultima divisa verticalmente in due parti: la sinistra rossa e la destra verde, colori rappresentativi dei due regni componenti l'impero: l'Austria (Cisleitania) e l'Ungheria (Transleitania).[1] Al centro delle due porzioni erano inoltre disegnati gli emblemi delle due entità storiche del paese, muniti delle rispettive corone arciducale e regia.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera austro-ungarica su un manifesto della triplice alleanza
Il vessillo navale sulla corazzata Erzherzog Ferdinand Max, durante la battaglia di Lissa
La bandiera navale ritratta su alcune imbarcazioni imperiali

Le premesse[modifica | modifica wikitesto]

Al termine della guerra austro-prussiana e della terza guerra d'indipendenza italiana, nel 1866, il ruolo internazionale dell'Austria aveva subito un netto ridimensionamento, sfruttando il quale la parte magiara delle terre asburgiche richiese un maggiore stato di autonomia. L'unità dei domini raggiunta nel 1804 era quindi ormai divenuta evidentemente inadeguata a soddisfare la ampissima multietnicità dei possedimenti asburgici, e urgeva al più presto una radicale riforma del sistema di amministrazione dei territori.

Per raggiungere una soluzione e mettere d'accordo le diverse posizioni delle parti in campo, nel 1867 il Kaiser Francesco Giuseppe varò un documento, definito Ausgleich (ossia letteralmente "compromesso"), che ridefiniva le competenze burocratiche di Vienna e costituiva due nazioni separate, l'arciducato d'Austria (ufficialmente Cisleitania) e il regno d'Ungheria (Transleitania), ciascuna dotata di un proprio parlamento, di un proprio governo e di una propria costituzione. Tali entità amministrative erano comunque tuttavia accomunate dallo stesso sovrano, dotato ancora di ampi poteri, fuse in un unione personale, e dalla coesistenza di tre ministeri unificati (quelli degli esteri, della guerra e delle finanze).

Come bandiera imperiale[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera deriva dall'unione delle due bandiere storiche dell'impero: quella austriaca, composta di un tricolore orizzontale rosso, bianco e rosso (Rot-Weiß-Rot), e quella ungherese, anch'essa un drappo a tre bande orizzontali, dall'alto, rossa, bianca e verde.[3]

La bandiera venne adottata il 1º agosto 1869 dall'imperatore Francesco Giuseppe, come conseguenza dell'assimilazione dei due domini asburgici, evento noto come Ausgleich, avvenuto due anni prima in seguito alla sconfitta nella guerra austro-prussiana del 1866.

Nel vessillo sono anche presenti due stemmi differenti, ciascuno referente per ognuna delle due nazioni dell'impero; a sinistra quello austriaco, munito della corona arciducale asburgica, a destra quello ungherese, sormontato dalla corona regia di santo Stefano.[4]

La bandiera restò in uso fino al termine della prima guerra mondiale, nel 1918, quando l'impero venne smembrato e diviso in innumerevoli repubbliche indipendenti, ciascuna con un proprio governo e una propria bandiera. I colori del drappo imperiale sopravvissero tuttavia in molte bandiere, tra cui quelle dell'Austria e dell'Ungheria, principali eredi delle culture e delle tradizioni della secolare duplice monarchia danubiana.

Possibili evoluzioni[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante il tentativo dell'imperatore, tramite l'Ausgleich, di appianare i sentimenti nazionalistici e indipendentistici all'interno dei territori a lui soggetti, era chiaro ai più sin dai primi anni successivi al compromesso che la soluzione individuata non poteva dirsi stabile e duratura, e che la duplice monarchia sarebbe stata presto messa in crisi dalla evidente e palese inadeguatezza del sistema amministravo e di governo austro-ungarico. Nell'ottica di un maggiore riconoscimento delle autonomie presenti nell'impero, si impose quindi agli inizi del XX secolo la politica del cosiddetto trialismo, quel procedimento che avrebbe portato all'istituzione di una terza nazione serbo-croata all'interno dei confini asburgici,[5] e che avrebbe comportato anche la variazione della bandiera imperiale. Tale emendazione sarebbe stata operata con l'aggiunta di una terza porzione sulla destra del drappo, con la terza banda orizzontale di colore blu, e con al centro lo stemma croato a scacchiera.[6][7]

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Al termine della Grande guerra, nel 1918, l'impero venne smembrato in diverse parti, e tutte le nazionalità vennero a trovarsi divise in differenti stati di nuova o precedente creazione. La bandiera, essendo venuta a mancare l'imprescindibile condivisione di valori tra i popoli precedentemente uniti, perse qualsiasi valenza, sia sotto l'aspetto politico che sotto quello ideale e morale, continuando comunque a rappresentare inconfondibilmente la comunità e la comunione che i cittadini dell'impero avevano costruito nei decenni addietro.[8]

I successivi tre stati nati dalla capitolazione della monarchia danubiana (Austria, Ungheria e Cecoslovacchia) adottarono delle varianti della bandiera imperiale, oppure dei modelli completamente nuovi, non condividendo, come nel caso dell'ultima, le finalità e i principi che erano alla base del compromesso storico che diede vita all'impero nel 1867.

Origini dei colori[modifica | modifica wikitesto]

I colori austriaci
Il tricolore ungherese
Le tinte serbo-croate

Austria[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una leggenda l'origine dei colori austriaci, presenti nella parte sinistra della bandiera, risale alle crociate e precisamente all'assedio di San Giovanni d'Acri del 1190. Il duca Leopoldo V di Babenberg, durante la battaglia, indossò una tunica bianca; la battaglia fu così sanguinosa che la tunica diventò tutta rossa e rimase bianca solo nella parte coperta dalla cintura. La bandiera venne adottata da Federico II di Babenberg, duca d’Austria, nel XIII secolo; nella ricerca di maggiore indipendenza dall'imperatore del Sacro Romano Impero decise di adottare i tradizionali colori della casata: una striscia d’argento su di un campo rosso.[9]

Ungheria[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera ungherese deve le proprie origini ai moti del 1848, quando i rivoluzionari magiari disegnarono un nuovo tricolore ispirato alla bandiera francese, simbolo di libertà e giustizia; vennero preferite le strisce orizzontali alle verticali per evitare qualsiasi confusione con la bandiera italiana. Dopo la soppressione delle rivolte e il fallimento delle rivoluzioni, il nuovo vessillo venne bandito per quasi 20 anni; con l'Ausgleich, il compromesso tra austriaci e ungheresi che nel 1867 diede vita alla duplice monarchia, il tricolore non solo cessò di essere vietato, ma divenne addirittura la nuova bandiera del Regno d'Ungheria e fonte della metà destra del nuovo vessillo imperiale.[10]

Croazia[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera del Regno di Croazia, Slavonia e Dalmazia si ispira ai colori panslavi, ed è costituita da tre bande orizzontali di colori, dall'alto, rosso, bianco e blu. I colori derivano dalla bandiera russa adottata da Pietro il Grande, che a sua volta deriva da quella olandese; i colori, in comune con i vessilli di diversi altri paesi, simboleggiano il sangue (rosso), la pace e l'innocenza (bianco) e il cielo e il mare (blu).[11]

Gli stessi colori, ma a disposizione invertita, andranno poi a costituire, nel 1918, la bandiera del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi evolutosi in Regno di Jugoslavia.

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera tricolore era utilizzata come bandiera civile e mercantile, ad uso sia civile che istituzionale. Tale versione era destinata all'esposizione a terra e sulle imbarcazioni di privati cittadini.

Sulle navi istituzionali e militari era invece utilizzata la variante bicolore (Rot-Weiß-Rot), dotata nella parte sinistra dello stemma e della corona arciducali austriaci. Nel 1915, durante la prima guerra mondiale, il vessillo navale venne emendato per rispecchiare la coesistenza nella marina di unità arciducali e reali (non a caso la forza armata era denominata «imperale e regia»), e al quale venne aggiunto, ferma restando la permanenza dello stemma austriaco sulla sinistra, l'antica versione dell'emblema ungherese, uno scudo con otto bande rosse e bianche, disposte orizzontalmente, a colori alternati.

Galleria di immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere civili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere di stato[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere successive[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]