Torri costiere della Repubblica di Siena

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Voce principale: Repubblica di Siena.
Torri costiere della Maremma Grossetana nel XVI secolo durante il dominio della Repubblica di Siena

Le torri costiere della Repubblica di Siena svolgevano un fondamentale ruolo difensivo a protezione del litorale della Maremma Senese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Repubblica di Siena nella sua progressiva crescita territoriale vide i suoi confini espandersi specialmente nei territori della Toscana meridionale dell’attuale provincia di Grosseto. Il possesso di uno “sbocco sul mare” da parte di Siena fu quindi una naturale continuazione della sua politica espansionistica e commerciale nella Maremma Grossetana con la conquista dei porti di Talamone nel 1303, Porto Ercole e Porto Santo Stefano nel 1412[1]. Per opporsi alle frequenti incursioni piratesche, Siena si volle dotare di un sistema di torri efficiente attraverso la costruzione di nuove strutture militari e potenziando le più antiche torri costruite dalla famiglia Aldobrandeschi (a capo dei territori della Contea di Sovana e della Contea di Santa Fiora), per svolgere funzioni difensive ed offensive, o semplici attività di avvistamento.

Il sistema difensivo Senese in Maremma raggiunse il suo apice verso la metà del XVI, quando furono realizzate molte opere militari per meglio difendere il Monte Argentario e Porto Ercole durante la Guerra di Siena[2].

Con la perdita dell'indipendenza da parte di Siena e la creazione del Granducato di Toscana, gran parte delle torri costiere che furono della Repubblica di Siena entrarono a far parte del nascente Stato dei Presidi nel 1557[3].

Elenco di fortificazioni e torri costiere[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito, è riportato l'elenco delle fortificazioni e delle torri costiere della Provincia di Grosseto suddivise per singolo Comune.

Fortificazioni e torri costiere scomparse[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I porti della Maremma Senese durante la Repubblica di Siena, su archive.org.
  2. ^ Presa di Porto Ercole - Guerra di Siena (PDF), su edizionecostadargento.it. URL consultato il 21 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2016).
  3. ^ Torri dell'Argentario, su monteargentario.net. URL consultato il 21 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Della Monaca, D. Roselli, G. Tosi. Fortezze e torri costiere dell'Argentario, Giglio e Giannutri. Pitigliano, Laurum Editrice, 1996.
  • Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere Firenze, 1997;
  • Giuseppe Guerrini (a cura di), Torri e Castelli della Provincia di Grosseto (Amministrazione Provinciale di Grosseto), Nuova Immagine Editrice Siena, 1999.
  • Luciano Banchi, I porti della Maremma senese durante la repubblica narrazione storica con documenti inediti di Luciano Banchi, Tipografia Galileiana di M. Cellini, 1871
  • Langton Douglas, Storia Politica e Sociale della Repubblica di Siena, Betti, 2000, ISBN 88-86417-51-9.
  • Ettore Pellegrini, La caduta della Repubblica di Siena, NIE, 2007, ISBN 88-7145-248-8.
  • Vincenzo Buonsignori, Storia della repubblica di Siena, Volume 1, Landi, 1856

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]