Stepan Bandera: differenze tra le versioni

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come riportato in voce che cita il testo della fonte primaria, non vi fu un formale giuramento di fedeltà alla Germania o a Hitler, tanto meno di Bandera in persona; lo stesso sostegno all'espansionismo tedesco pare un'intepretazione originale, dove si parla enfaticamente di 'nuovo ordine'
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La sua figura è controversa<ref>{{Cita web|url=https://www.thestar.com/news/world/2014/04/06/ukraine_vs_russia_inside_the_divisive_myth_of_stepan_bandera.html|titolo=Ukraine vs. Russia: inside the divisive myth of Stepan Bandera|accesso=2022-05-06|lingua=en}}</ref>: è giudicato eroe nell'Ucraina occidentale e considerato criminale [[Fascismi nel mondo|fascista]] dalla componente russofona.<ref>{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/world/a-ghost-of-world-war-ii-history-haunts-ukraines-standoff-with-russia/2014/03/25/18d4b1e0-a503-4f73-aaa7-5dd5d6a1c665_story.html|titolo=A ghost of World War II history haunts Ukraine’s standoff with Russia|accesso=19 dicembre 2019|citazione=''But if Bandera is idolized by some in the capital and western Ukraine, he is reviled as a fascist in much of the heavily ethnic-Russian east and south as well as in Russia itself''}}></ref><ref name="Snyder"/> Fu [[terrorista]]<ref name="Snyder">{{Cita web|url=https://www.nybooks.com/daily/2010/02/24/a-fascist-hero-in-democratic-kiev/|titolo=A Fascist Hero in Democratic Kiev|sito=nybooks.com|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210225151907/https://www.nybooks.com/daily/2010/02/24/a-fascist-hero-in-democratic-kiev/}}</ref> e [[Collaborazionismo|collaborò]] con la [[Germania nazista]] durante la [[seconda guerra mondiale]] per combattere contro i [[Repubblica Socialista Sovietica Ucraina|sovietici in Ucraina]]. Quando le truppe [[sovietiche]] si ritirarono da [[Leopoli]], con l'[[atto di restaurazione dello Stato ucraino]] Bandera annunciò l'istituzione di uno Stato ucraino indipendente governato dall'[[Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini]] e dichiarò di voler sostenere i piani espansionistici nazisti, giurando fedeltà ad [[Adolf Hitler]].<ref>{{Cita web|url=http://www.archivelviv.gov.ua/materials/exhibitions/do-21-richchja-vidnovlennja-nezalezhnosti-ukrajini/1146/ |titolo=Державний архів Львівської області |accesso=19 dicembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170105084537/http://www.archivelviv.gov.ua/materials/exhibitions/do-21-richchja-vidnovlennja-nezalezhnosti-ukrajini/1146/ |urlmorto=sì}}</ref> La Germania nazista reagì negativamente alle richieste dei nazionalisti ucraini e invase la regione.
La sua figura è controversa<ref>{{Cita web|url=https://www.thestar.com/news/world/2014/04/06/ukraine_vs_russia_inside_the_divisive_myth_of_stepan_bandera.html|titolo=Ukraine vs. Russia: inside the divisive myth of Stepan Bandera|accesso=2022-05-06|lingua=en}}</ref>: è giudicato eroe nell'Ucraina occidentale e considerato criminale [[Fascismi nel mondo|fascista]] dalla componente russofona.<ref>{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/world/a-ghost-of-world-war-ii-history-haunts-ukraines-standoff-with-russia/2014/03/25/18d4b1e0-a503-4f73-aaa7-5dd5d6a1c665_story.html|titolo=A ghost of World War II history haunts Ukraine’s standoff with Russia|accesso=19 dicembre 2019|citazione=''But if Bandera is idolized by some in the capital and western Ukraine, he is reviled as a fascist in much of the heavily ethnic-Russian east and south as well as in Russia itself''}}></ref><ref name="Snyder"/> Fu [[terrorista]]<ref name="Snyder">{{Cita web|url=https://www.nybooks.com/daily/2010/02/24/a-fascist-hero-in-democratic-kiev/|titolo=A Fascist Hero in Democratic Kiev|sito=nybooks.com|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210225151907/https://www.nybooks.com/daily/2010/02/24/a-fascist-hero-in-democratic-kiev/}}</ref> e [[Collaborazionismo|collaborò]] con la [[Germania nazista]] durante la [[seconda guerra mondiale]] per combattere contro i [[Repubblica Socialista Sovietica Ucraina|sovietici in Ucraina]]. Quando le truppe [[sovietiche]] si ritirarono da [[Leopoli]], l'[[atto di restaurazione dello Stato ucraino]] da parte dell'OUN dichiarò l'indipendenza del paese e, nella speranza di un appoggio contro i russi, offrì sostegno alla [[Germania nazista]].<ref>{{Cita web|url=http://www.archivelviv.gov.ua/materials/exhibitions/do-21-richchja-vidnovlennja-nezalezhnosti-ukrajini/1146/|titolo=Державний архів Львівської області|accesso=19 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170105084537/http://www.archivelviv.gov.ua/materials/exhibitions/do-21-richchja-vidnovlennja-nezalezhnosti-ukrajini/1146/|urlmorto=sì}}</ref> La Germania, anziché accettare l'offerta, reagì con arresti e deportazioni.


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Versione delle 17:34, 20 mag 2022

Stepan Andrijovič Bandera
NascitaStaryj Uhryniv, 1 gennaio 1909
MorteMonaco di Baviera, 15 ottobre 1959
Cause della morteAvvelenamento
EtniaUcraino
ReligioneCattolico
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania nazista
Bandiera dell'Ucraina Governo Nazionale Ucraino
Forza armata Esercito Insurrezionale Ucraino
Anni di servizio1929-1959
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante di Esercito Insurrezionale Ucraino
DecorazioniEroe dell'Ucraina (revocata nel 2011)
Altre carichePolitico, militare
"fonti citate nel corpo del testo"
voci di militari presenti su Wikipedia
Stepan Andrijovič Bandera
Francobollo commemorativo ucraino per il centenario della nascita.

Leader dell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini

Dati generali
Partito politicoOrganizzazione dei Nazionalisti Ucraini
FirmaFirma di Stepan Andrijovič Bandera

Stepan Andrijovič Bandera (in ucraino Степан Андрійович Бандера?; Staryj Uhryniv, 1º gennaio 1909Monaco di Baviera, 15 ottobre 1959) è stato un politico ucraino, leader dell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) e fondatore dell'Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA).

La sua figura è controversa[1]: è giudicato eroe nell'Ucraina occidentale e considerato criminale fascista dalla componente russofona.[2][3] Fu terrorista[3] e collaborò con la Germania nazista durante la seconda guerra mondiale per combattere contro i sovietici in Ucraina. Quando le truppe sovietiche si ritirarono da Leopoli, l'atto di restaurazione dello Stato ucraino da parte dell'OUN dichiarò l'indipendenza del paese e, nella speranza di un appoggio contro i russi, offrì sostegno alla Germania nazista.[4] La Germania, anziché accettare l'offerta, reagì con arresti e deportazioni.

Bandera venne internato come prigioniero politico nel campo di concentramento di Sachsenhausen nel 1942, ma in seguito liberato nel 1944 perché dirigesse azioni di resistenza all'Armata Rossa.[5] Alla fine della guerra Bandera si rifugiò in Germania Ovest con la moglie e i figli, sotto la protezione degli alleati, ma fu assassinato a Monaco di Baviera da un agente del KGB nel 1959.

Nonostante sia ritenuto, insieme ai suoi seguaci, in gran parte responsabile del massacro di civili polacchi[6] e in parte dell'Olocausto in Ucraina,[7] tuttora si tratta di una figura centrale del nazionalismo ucraino. Successivamente alla Rivoluzione arancione è stato insignito dell'onorificenza di Eroe dell'Ucraina dal presidente Viktor Juščenko, poi revocata nel 2011 dalla Corte amministrativa distrettuale di Donec'k e con il supporto del presidente Viktor Janukovyč.[8] La sua famiglia subì pesanti ritorsioni dai sovietici e dai polacchi, oltre che dagli stessi tedeschi.

Biografia

Nacque il 1º gennaio 1909 a Staryi Uhryniv, un villaggio nell'allora provincia di Kaluš, nella Galizia (ora nell'oblast' di Ivano-Frankivs'k), che allora apparteneva all'Austria-Ungheria. Suo padre, Andrij Bandera, era un sacerdote di rito uniate cattolico nel villaggio, mentre sua madre, Myroslava Bandera, proveniva da un'antica famiglia di sacerdoti cattolici di rito bizantino ed era la figlia del sacerdote di Staryi Uhryniv.[senza fonte]

Il giovane Bandera nel 1923

Stepan trascorse la sua infanzia in questo villaggio, nella casa dei suoi genitori e dei nonni, che lo crebbero in un clima di patriottismo e cultura nazionale ucraina, ed ebbe un forte interesse personale per la politica sociale.

Nella primavera del 1922, sua madre morì di tubercolosi. Nel 1931 divenne vice-direttore delle guide regionali, amministratore delegato regionale e comandante dell'OUN/UVO.

Nel 1934 fu condannato a morte per aver organizzato con altre undici persone l'omicidio del ministro dell'interno polacco Bronisław Pieracki,[8] ma la sentenza fu commutata in ergastolo, e venne imprigionato nella prigione polacca di Wronki; fu liberato dal carcere nel settembre del 1939, sebbene non sia chiaro chi fu l'autore materiale della sua scarcerazione, se siano stati i suoi connazionali ucraini o i nazisti dopo l'invasione della Polonia.[9]

Il collaborazionismo con i nazisti

File:UNRA sl.jpg
"Gloria a Hitler! Gloria a Bandera! Lunga vita allo Stato Indipendente ucraino! Lunga vita al nostro leader S. Bandera", Castello Zhovkva nell'Ucraina occidentale luglio-agosto 1941.

Dopo la sua liberazione si spostò a Cracovia, sede del Governatorato Generale tedesco. Lì, entrò in contatto con il leader del movimento dell'OUN, Andriy Melnyk, ma la divergenza di idee e strategie portò i due ad un aperto conflitto, che ebbe come conseguenza la spaccatura all'interno del movimento indipendentista, con una fazione denominata OUN-M, di indirizzo più conservatore e capitanata da Melnyk, ed una più rivoluzionaria, capitanata da Bandera, e denominata OUN-B.[10]

Prima della proclamazione dell'indipendenza del 30 giugno 1941, Bandera organizzò e supervisionò i cosiddetti Gruppi Mobili (in ucraino мобільні групи), ovvero piccoli gruppi di 5-15 persone, che avrebbero avuto il compito di seguire l'avanzata tedesca verso l'Ucraina orientale in cerca di supporto per le attività dell'OUN-B e per fare in modo che le nuove autorità locali fossero composte da loro attivisti. Il numero complessivo di coloro che parteciparono a questi gruppi di propaganda fu di circa 7.000 persone, reclutate anche nei circoli intellettuali, e tra questi ultimi troviamo lo scrittore Ivan Bahrianyi ed il poeta Vasyl Barka. Il 30 giugno 1941 Bandera emanò l'Atto di restaurazione dello Stato ucraino, nel quale, oltre a proclamare la nascita di uno Stato Ucraino Indipendente, dichiarò che quest'ultimo avrebbe collaborato con la Germania nazionalsocialista, che stava creando un nuovo ordine europeo e collaborava alla liberazione degli ucraini dal giogo di Mosca.[senza fonte]

Bandera e i suoi seguaci, analogamente ai nazisti, sostenevano una riproduzione selettiva volta alla creazione di una razza ucraina "pura".[11]

Deportazione a Sachsenhausen

Tuttavia le relazioni tra il movimento di Bandera e le autorità naziste in Polonia divennero subito conflittuali, dal momento che i nazisti non avevano alcuna fiducia nella reale volontà di collaborazione dell'OUN. Temendo che Bandera e l'OUN avessero intenzione di autoproclamare un'Ucraina indipendente per mezzo di una rivolta armata, i responsabili del Reichskommissariat ne ordinarono l'arresto il 5 luglio 1941; Bandera venne condotto a Berlino, mentre il 12 luglio il presidente della nuova realtà ucraina, Jaroslav Stec'ko, collaboratore di Bandera, venne anch'egli arrestato e condotto in Germania. Dopo un breve periodo di interrogatori, il 14 luglio 1941, sia Bandera sia Stec'ko furono rilasciati, con l'obbligo di risiedere a Berlino. Nel gennaio 1942 Bandera fu nuovamente arrestato e condotto nel campo di concentramento di Sachsenhausen, per essere detenuto nella sezione speciale per detenuti politici[12] Zellenbau.

Resistenza all'Armata Rossa e nuova collaborazione con i nazisti

Nell'aprile 1944 Bandera e Stetsko furono contattati da un ufficiale della Reichssicherheitshauptamt per l'organizzazione di attività diversive e di sabotaggio ai danni dell'Armata Rossa[13]. Nel settembre di quello stesso anno, Bandera venne nuovamente rilasciato dalle autorità tedesche, le quali nutrivano la speranza di poter incitare le popolazioni locali ucraine a schierarsi con l'esercito tedesco contro l'avanzata sovietica. Per guidare e sovrintendere a queste nuove attività di propaganda e sabotaggio, Bandera ottenne il permesso di stabilire il suo quartier generale a Berlino. I tedeschi sovvenzionarono sia l'OUN-B di Bandera sia l'Esercito insurrezionale ucraino con armi e munizioni, inviando agenti addestrati ad azioni di sabotaggio per agire con l'OUN-B dietro le linee sovietiche.[senza fonte]

Bandera, a causa delle sue posizioni razziste e nettamente antisemite, è stato associato anche ai crimini compiuti dall'OUN-B e dall'UPA ai danni di polacchi ed ebrei, molti dei quali deportati o fucilati. Tuttavia la maggior parte di essi avvenne mentre Bandera era impossibilitato a partecipare e a dirigere i due gruppi, in quanto si trovava prigioniero a Berlino e a Sachsenhausen.[14]

Le ritorsioni tedesche e sovietiche sulla famiglia

Bandera aderiva a un'ideologia fascista[11], antisemita e anti-polacca, ed era sostenitore della superiorità della razza ucraina, ma si opponeva anche all'occupazione dell'Ucraina da parte della Germania nazista, collaborando però con i tedeschi per combattere i sovietici.[15]

Questo gli fruttò sia accuse di collaborazionismo da parte dei sovietici, sia di ambiguità da parte dei tedeschi. Oltre al suo arresto, la famiglia di Bandera subì diverse e pesanti ritorsioni da tedeschi, polacchi e sovietici, durante e dopo la guerra. Nel 1941, suo padre, il reverendo Andrij, è condannato a morte da un tribunale militare sovietico e fucilato; dei sei fratelli e sorelle, Marta-Maria e Oksana vengono arrestate e imprigionate in un gulag sempre nel 1941, per essersi rifiutate di fornire informazioni sul fratello e di cooperare con i sovietici (furono poi liberate nel 1960 ma non poterono ritornare, Marta morì in Siberia nel 1962, Oksana poté tornare in Ucraina solo nel 1989), Aleksandr e Vasilij muoiono invece nel lager di Auschwitz nel 1942, assassinati da prigionieri polacchi nel reparto dei prigionieri di guerra, mentre Bogdan muore al fronte combattendo contro i tedeschi; nel 1946, con l'annessione piena dell'Ucraina all'URSS, Volodymyra, altra sorella, e suo marito, il reverendo Volodymyr Davydjuk, sono arrestati dalle autorità sovietiche e imprigionati in un gulag (Volodymyra fu liberata nel 1956 e tornò nel suo Paese).[16] [17]

Stepan Bandera, che dal 1945 risiedette a Monaco di Baviera con la moglie ed il figlio, fu invece oggetto di una lunga serie di intimidazioni e attentati di matrice sovietica, fino a quello fatale del 1959.[senza fonte]

Morte

Il 15 ottobre 1959, all'ingresso della casa in Kreittmayrstraße n. 7 a Monaco di Baviera, fu trovato in una pozza di sangue, caduto dalle scale, ma ancora vivo; morì poco dopo. In seguito all'autopsia fu comunicato che la sua morte era dovuta ad avvelenamento, causato dal colpo di una pistola particolare (in dotazione ai servizi segreti sovietici), caricata con fiale di vetro contenenti cianuro di potassio, che gli venne abbondantemente spruzzato addosso. Bandera, che per prudenza aveva sei appartamenti a disposizione e li cambiava quasi ogni giorno, aveva una guardia del corpo che era appena andata via dopo la fine del turno ed era armato. Tuttavia l'assassino lo attese proprio sul pianerottolo e non ebbe tempo di estrarre la pistola per difendersi. Il 20 ottobre 1959 Stepan Bandera fu sepolto nel cimitero di Waldfriedhof a Monaco di Baviera.[senza fonte]

Due anni più tardi, il 17 novembre 1961, venne individuato, come assassino di Stepan Bandera, il sovietico di origine polacco-ucraina Bohdan Stachynskyi (conoscente di Bandera poiché ex membro dell'Esercito Insurrezionale), ex agente del KGB che confessò anche l'avvelenamento di un altro nazionalista ucraino, Lev Rebet, attuato con le stesse modalità. Avrebbe eseguito gli ordini del leader sovietico Nikita Chruščëv e di Aleksandr Šelepin, il direttore della polizia politica russa.[senza fonte]

Dopo un'indagine approfondita da parte delle autorità tedesco-occidentali, si svolse un processo tra l'8 e il 15 ottobre 1962. Il 19 ottobre Stachynskyi fu condannato a soli 8 anni di reclusione, in quanto rese piena confessione e rivelò i mandanti, per l'imputazione di omicidio colposo. La Corte suprema tedesca di Karlsruhe confermò anche che il governo di Mosca era il principale responsabile dell'omicidio di Bandera.[senza fonte] La moglie e i figli di Bandera poco dopo emigrarono in Canada, a Toronto, dove oggi vivono ancora i discendenti.

Manifestanti di Svoboda, partito che con Settore Destro si rifà all'ideologia del politico nazionalista, con immagine di Bandera (Kiev, 2009)
Sepoltura di Bandera a Monaco, aprile 2014

Ideologia

File:Stepan Bandera Dubno.jpg
Effigie di Stepan Bandera a Dubno

Bandera e l'OUN, analogamente ai nazisti, sostenevano pratiche di riproduzione selettiva volte alla creazione di una razza ucraina "pura"[11] e, tramite operazioni di pulizia etnica ai danni di ebrei, polacchi, russi e ungheresi,[18] volevano creare uno Stato monoetnico gestito da una dittatura dai leader dell'OUN.[19]

Secondo l'accademico Grzegorz Rossoliński-Liebe l'OUN sentiva un'affinità ideologica con il fascismo italiano e il nazionalsocialismo. La visione del mondo di Bandera sarebbe stata "plasmata da numerosi valori e concetti di estrema destra tra cui l'ultranazionalismo, il fascismo, il razzismo e l'antisemitismo; dal fascino per la violenza; dalla convinzione che solo la guerra potesse stabilire uno Stato ucraino; e dall'ostilità nei confronti democrazia, comunismo e socialismo. Come altri giovani nazionalisti ucraini, ha combinato l'estremismo con la religione e ha usato la religione per sacralizzare la politica e la violenza".[20]

Secondo l'accademico Per Anders Rudling "L'OUN condivideva gli attributi fascisti dell'antiliberalismo, dell'anticonservatorismo e dell'anticomunismo, del partito armato, il totalitarismo, l'antisemitismo, il Führerprinzip e l'adozione dei saluti fascisti. I suoi leader hanno sottolineato con entusiasmo a Hitler e Ribbentrop di condividere la Weltanschauung nazista e l'impegno per una Nuova Europa fascista."[21]

Eredità politica

Nel gennaio 2010 Stepan Bandera fu insignito, postumo, dell'onorificenza di Eroe dell'Ucraina dal presidente Viktor Juščenko,[8] alla presenza del nipote Stepan Bandera jr, con la condanna del Parlamento europeo,[22] e le proteste del governo russo, oltre che della comunità ebraica. Il Consiglio di Stato della Repubblica di Crimea ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale dell'Ucraina contro la decisione, ma tale ricorso è stato dichiarato inammisibile il 5 aprile 2010.[23]

Il 2 aprile 2010, la Corte amministrativa distrettuale di Donec'k ha dichiarato nullo il decreto d'intitolazione, in quanto Bandera non ebbe mai ufficialmente la cittadinanza ucraina poiché fu un cittadino dell'Impero Austro-Ungarico, della Seconda Repubblica Polacca e poi un apolide, ma non ebbe mai la cittadinanza della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, predecessore legale dell'attuale Stato Ucraino; un ricorso contro questa sentenza è stato respinto dal Tribunale Amministrativo Superiore dell'Ucraina nel gennaio 2011, rendendo la decisione definitiva.[24][25] La sentenza fu supportata dal presidente ucraino di allora Viktor Janukovyč.[26][8]

Numerose piazze e vie sono a lui intitolate in Ucraina, inoltre sono state innalzate anche delle statue che lo ritraggono. Oltre i monumenti nell'Ucraina occidentale, a Bandera è anche dedicato un piccolo museo a Londra.[15] Nonostante sia una figura rimasta controversa e la minoranza russo-polacca lo consideri un criminale di guerra, dopo l'indipendenza ucraina del 1991 e, in particolar modo, dopo la rivoluzione arancione del 2004 e la guerra dell'Ucraina orientale, conseguenza della crisi della Crimea del 2014, Bandera è assurto a livello di eroe nazionale, sulla spinta del movimento Euromaidan, dei movimenti di destra e anti-russi, che si oppongono all'influenza della Russia di Putin sull'Ucraina.[senza fonte]

Nel marzo 2019 il Presidente ucraino Petro Porošenko ha ufficialmente riconosciuto ai volontari dell'Esercito Insurrezionale Ucraino lo status di veterani di guerra, al pari dei veterani dell'Armata Rossa.[27]

In polemica con questi riconoscimenti, il Senato polacco nel 2016 ha definito “genocidio” i massacri dei polacchi di Volynija, sterminati dall'OUN-UPA, fondato da Bandera, nel 1943-1944 e ha invitato la Sejm, la camera bassa, a stabilire l'11 luglio quale ricorrenza nazionale in ricordo delle “vittime del genocidio”.[28]

Nell'agosto 2019 la Verchovna Rada ha respinto una mozione che chiedeva d'insignire nuovamente Bandera del titolo di Eroe dell'Ucraina.[29]

Onorificenze

Monumento a Stepan Bandera in Ternopil'
Eroe dell'Ucraina - Ordine della Stella d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria
«per aver difeso le idee nazionali e combattuto per uno stato ucraino indipendente; concessione postuma per iniziativa del presidente dell'Ucraina Viktor Juščenko[30]»
— Ucraina, 1939-1945, 2010 (annullata dalla Corte Amministrativa Distrettuale di Donetsk nello stesso anno)

Note

  1. ^ (EN) Ukraine vs. Russia: inside the divisive myth of Stepan Bandera, su thestar.com. URL consultato il 6 maggio 2022.
  2. ^ A ghost of World War II history haunts Ukraine’s standoff with Russia, su washingtonpost.com. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «But if Bandera is idolized by some in the capital and western Ukraine, he is reviled as a fascist in much of the heavily ethnic-Russian east and south as well as in Russia itself»
    >
  3. ^ a b A Fascist Hero in Democratic Kiev, su nybooks.com (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2021).
  4. ^ Державний архів Львівської області, su archivelviv.gov.ua. URL consultato il 19 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2017).
  5. ^ http://www.history.org.ua/?termin=Bandera_S
  6. ^ Grzegorz Motyka, Wołyń'43 Ludobójcza czystka - fakty, analogie, polityka historyczna, Cracovia, Wydawnictwo Literackie, 2016, p. 83, ISBN 978-83-08-06207-4.
  7. ^ Arad Yitzhak, Holocaust in the Soviet Union, University of Nebraska Press, 2009, p. 89, ISBN 978-0-8032-2270-0.
  8. ^ a b c d In Ukraine, Stepan Bandera’s legacy becomes a political football... again, su euronews.com.
  9. ^ The Lemberg Mosaic, Jakob Weiss, Alderbrook Press NY (2011)
  10. ^ Enciclopedia Britannica Online
  11. ^ a b c A ghost of World War II history haunts Ukraine’s standoff with Russia, su washingtonpost.com. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «An adherent of fascist ideology [...] “He and his followers, similarly to the Nazis, advocated selective breeding to create ‘pure’ Ukrainians.”»
  12. ^ Berkhoff, K.C. and M. Carynnyk 'The Organization of Ukrainian Nationalists and Its Attitude toward Germans and Jews: Iaroslav Stets'ko's 1941 Zhyttiepys' in: Harvard Ukrainian Studies, vol. 23 (1999), nr. 3/4, pp. 149—18
  13. ^ D.Vyedeneyev O.Lysenko OUN and foreign intelligence services 1920s-1950s Ukrainian Historical Magazine 3, 2009 p.137– Institute of History National Academy of Sciences of Ukraine
  14. ^ Ulderico Rinaldini, Julija Tymošenko, la conquista dell'Ucraina, pag. 43
  15. ^ a b Russia e Ucraina non potranno mai amarsi: lo insegna la storia di Bandera
  16. ^ The Frankfurt Auschwitz trial, 1963–1965: genocide, history, and the limits Devin Owen Pendas Cambridge University Press, p.190
  17. ^ Бандерштадт: місто Бандер №4 (231) 28 січня 2010р. http://www.gk-press.if.ua/node/512 Archiviato il 5 novembre 2011 in Internet Archive. http://www.gk-press.if.ua/node/512 Archiviato il 5 novembre 2011 in Internet Archive.
  18. ^ Ukraine celebrates nazi collaborator Stepan Bandera's birthday, su morningstaronline.co.uk.
    «Though Bandera demanded the “destruction” of Jews, Poles, “Moskali” — as he termed Russians in Ukraine — and Hungarians and the OUN’s programme pledged to “combat the Jews as the prop of the Muscovite-Bolshevik regime,” Kiev now states he was “an outstanding figure and theorist of the Ukrainian national liberation movement.”»
  19. ^ Ivan Katchanovski, Terrorists or National Heroes? Politics of the OUN and the UPA in Ukraine (PDF), su Cpsa-acsp.ca.
    «The Simon Wiesenthal Center, a leading US-based Jewish organization, expressed its “deepest revulsion at the recent honor awarded to Stepan Bandera, who collaborated with the Nazis in the early stages of World War II, and whose followers were linked to the murders of thousands of Jews and others.” [...] The OUN envisioned a creation of an independent Ukrainian state that was allied with Nazi Germany and run as a dictatorship by OUN leaders. This monoethnic state, similar in many ways to Ustashi Croatia, was supposed to include parts of modern day Russia, Poland, and Byelorussia. The OUN regarded such minorities in Ukraine as Jews, Poles, and Russians, as hostile»
  20. ^

    «The OUN especially in the 1930s and earlym 1940s, had felt an idelogical affinity with Italian Fascism, National Socialism [...] Bandera's worldview was shaped by numerous far-right values and concepts including ultranationalism, fascism, racism, and antisemitism; by fascination with violence; by the belief that only war could establish a Ukrainian state; and by hostility to democracy, communism, and socialism. Like other young Ukrainian nationalists he combined extremism with religion and used religion to sacralize politics and violence.»

  21. ^ The OUN, the UPA and the Holocaust: A Study in the Manufacturing of Historical Myths, su carlbeckpapers.pitt.edu.
    «The OUN shared the fascist attributes of antiliberalism, anticonservatism, and anticommunism, an armed party, totalitarianism, anti-Semitism, Führerprinzip, and an adoption of fascist greetings. Its leaders eagerly emphasized to Hitler and Ribbentrop that they shared the Nazi Weltanschauung and a commitment to a fascist New Europe.»
  22. ^ European Parliament resolution of 25 February 2010 on the situation in Ukraine, su europarl.europa.eu, 25 febbraio 2010.
  23. ^ Constitutional Court refuses to consider case on Bandera's title of Hero of Ukraine, su Kyiv Post, 12 aprile 2010.
  24. ^ Court: Ruling on Bandera legal, su Kyiv Post, 12 gennaio 2011.
  25. ^ Update: Stepan Bandera is no longer a Hero of Ukraine, su Kyiv Post, 12 gennaio 2011. URL consultato il 7 marzo 2022.
  26. ^ Yanukovych to strip nationalists of hero status, su Kyiv Post, 5 marzo 2010. URL consultato il 7 marzo 2022.
  27. ^ Former WWII nationalist guerrillas granted veteran status in Ukraine, su Kyiv Post, 26 marzo 2019.
  28. ^ Lo schiaffo dei nazionalisti polacchi ai neonazisti ucraini
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