Intrepido (brigantino)

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Intrepido
L'Intrepido alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo bacino di raddobbo di Napoli, il 15 agosto 1852, in un olio su tela di Salvatore Fergola. In secondo piano, sulla destra, è visibile il similare Generoso.
Descrizione generale
Tipobrigantino (1840-1861)
brigantino di II rango (1861-1869)
Classeunità singola
ProprietàReal Marina del Regno delle Due Sicilie (1840-1860)
Regia Marina (1861-1869)
CostruttoriRegio Cantiere, Castellammare di Stabia
Impostazione3 luglio 1838
Varo19 dicembre 1839
Entrata in servizioagosto 1840 (Marina borbonica)
17 marzo 1861 (Marina italiana)
Radiazione9 maggio 1869
Destino finaledemolito
Caratteristiche generali
Dislocamento590[1]
Lunghezzatra le perpendicolari 43,6[1] m
Larghezza10,1 m[1] m
Pescaggio5,3 m[1] m
Propulsionearmamento velico a brigantino a palo
Equipaggio14 ufficiali, 121 tra sottufficiali e marinai[2]
Armamento
Armamento[1]
  • 18 carronate F.L. da 30 libbre
  • 2 cannoni-obici Paixhans F.L. da 30 libbre
dati presi da Navi a vela e navi miste italiane
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L'Intrepido è stato un brigantino della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, successivamente acquisito dalla Regia Marina.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Costruito sugli stessi piani sui quali sarebbe poi stato costruito anche il quasi gemello Generoso, l'Intrepido, un grosso brigantino a palo (alberi di trinchetto e maestra a vele quadre e mezzana a vele auriche), era sostanzialmente una piccola corvetta benché fosse classificato come brigantino sia dalla Marina del regno delle Due Sicilie sia da quella italiana[3]. Scafo in legno con carena ricoperta di rame, la nave aveva due ponti, con coperta priva d'ingombri[3].

L'armamento dell'Intrepido si componeva di diciotto carronate di medio calibro (30 libbre), in ferro e a canna liscia, disposte in barbetta nove per lato – atte solo al combattimento da breve distanza – e di due cannoni-obici Paixhans da 30 libbre anch'essi in ferro e a canna liscia (in sostanza le due uniche armi della nave dotate di capacità offensiva)[3].

La nave differiva leggermente dal similare Generoso per alcune differenze nelle dimensioni e nell'armamento velico, che sul Generoso era a nave (tre alberi a vele quadre)[3]. Benché quasi gemelle (e infatti spesso trattate come un'unica classe[4]), le due navi non composero mai, almeno sul piano ufficiale, una vera e propria classe[3]. L'Intrepido si rivelò un'unità dalle scarse prestazioni, che indussero a destinarla principalmente a ruoli di secondaria importanza e compiti da nave scuola[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Impostato nei cantieri di Castellammare di Stabia per la Marina del Regno delle Due Sicilie nel luglio 1838, l'Intrepido venne varato nel dicembre 1839 e completato nell'agosto 1840[3].

Nel corso della sua vita operativa sotto bandiera borbonica la nave ebbe un impiego secondario, soprattutto in ruoli di nave scuola, svolgendo attività priva di eventi di rilievo[3]. Dal 1840, per un decennio, l'Intrepido venne utilizzato in compiti di addestramento nel Mar Tirreno[3].

Il 7 luglio 1846 l'Intrepido, insieme con altre dieci unità (pirofregate Ruggiero, Roberto, Ercole, Archimede, fregata a vela Regina Isabella, brigantini Valoroso, Principe Carlo, Zeffiro e Generoso, avviso Delfino), salpò da Napoli in formazione con la corvetta Cristina, che aveva a bordo i sovrani delle Due Sicilie, il duca di Calabria, il conte di Trapani, le principesse Carolina Ferdinanda e Maria Amalia con il marito di quest'ultima Sebastiano, e quattro giorni più tardi, alle sette del mattino, giunse a Messina[5].

A partire dal maggio 1850, per qualche anno, il brigantino fu adibito a campagne d'istruzione per gli Alunni Marinai e Grumetti e per gli Allievi del Collegio di Marina[3].

Inattiva durante le vicende della primavera-estate del 1860, che avrebbero portato alla caduta del Regno delle Due Sicilie e all'unità d'Italia, la nave, nel settembre 1860, quando Francesco II lasciò Napoli prossima alla caduta per rifugiarsi a Gaeta, era allo «sverno» – in disarmo e con l'equipaggio a ranghi ridotti – e venne aggregata alla squadra sarda del viceammiraglio Carlo Pellion di Persano, seguitando però, di fatto, a restare in disarmo anche nei mesi successivi[3][6].

Il 17 marzo 1861 l'Intrepido venne iscritto nel Quadro del Naviglio della neocostituita Regia Marina, classificato come brigantino di II rango[3][7]. Benché in condizioni non ottimali, che destavano incertezze sulla sua futura longevità e quindi sulle sue reali possibilità di impiego, il brigantino venne portato in bacino di carenaggio e sottoposto a lavori di revisione dello scafo, lasciando il bacino il 17 ottobre 1861 e tornando a essere disarmato nella darsena di Napoli[3].

Riarmato, nel marzo 1862 l'Intrepido venne assegnato alla flottiglia navi scuola, ma in novembre, a causa del suo scafo che versava in cattive condizioni, dovette essere rimpiazzato dal brigantino Daino e quindi posto in disarmo a Genova in dicembre[3].

Rimorchiato a Napoli nel febbraio 1863, il brigantino restò in disarmo nel porto partenopeo per i successivi quattro anni[3]. Nuovamente armata nel luglio 1867, la nave fu stazionaria a Napoli sino al marzo 1868, quando venne nuovamente posta in disarmo[3].

Radiato con Regio Decreto n. 5067 del 9 maggio 1869[3], l'anziano Intrepido venne avviato alla demolizione[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Altra fonte riporta dati molto differenti e pressoché certamente erronei: dislocamento a carico normale 474 t (anche secondo altra fonte Archiviato il 4 gennaio 2011 in Internet Archive.), lunghezza tra le perpendicolari 58,4 m e 68,7 m, larghezza 15,5 m, pescaggio 7,1 m, armamento venti cannoni da 80 mm.
  2. ^ 6 ufficiali, 3 guardiamarina, un cappellano, un chirurgo, 3 piloti, due nostromi, 5 guardiani, 2 timonieri, 61 marinai, 3 contabili, 4 caporali, un pratico di chirurgia, 25 cannonieri, un mastro razione, un dispensiere, un mastro d’ascia, un mastro calafato, un mastro velaio, un mastro armarolo, due cuochi e dieci domestici ( Copia archiviata (PDF), su marinai.it. URL consultato il 5 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2011).).
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Franco Bargoni, Franco Gay, Valerio Manlio Gay, Navi a vela e navi miste italiane, pp. 329-330-331
  4. ^ http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/EFGHI/intrepido.aspx e http://navyworld.narod.ru/Goletti.htm#Intrepido
  5. ^ http://www.storiamediterranea.it/public/md1_dir/b1435.pdf
  6. ^ la quasi totalità della flotta borbonica, infatti, restò a Napoli e non seguì Francesco II a Gaeta, consegnandosi invece alle navi sarde, ma gli equipaggi, a differenza degli Stati Maggiori, rimasero in larga parte fedeli a Francesco II e pertanto, alla consegna delle navi alla flotta sarda, disertarono in massa, rendendole di fatto inimpiegabili: fu possibile raccogliere personale sufficiente a rimettere in servizio una sola unità, l'avviso a ruote Sirena. Bargoni-Gay, op. cit., p. 253
  7. ^ Altra fonte dà la nave come entrata in servizio il 1º aprile 1861.
  8. ^ Шхуны и бригантины Италии