Gens Pomponia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Urna etrusca contenente le ceneri di Pomponio Noto

La gens Pomponia era una famiglia plebea dell'antica Roma durante il periodo Repubblicano e imperiale. Il primo individuo della gens ad avere un ruolo chiave fu Marco Pomponio, tribuno della plebe nel 449 a.C.; il primo che ottenne invece il consolato fu Manio Pomponio Matone nel 233 a.C..[1]

Origine della gens[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine della Repubblica, i Pomponii sostenevano di discendere da Pomponio, uno dei figli di Numa Pompilio, il secondo re di Roma, la cui immagine appariva su alcune delle loro monete. Almeno quattro altre gentes sostenevano ciò; gli Aemilii che sostenevano di discendere da Mamerco; il Calpurnii da Calpo, e i Pinarii da Pino, tutti figli di Numa; i Marcii, inoltre, sostenevano di discendere dalla figlia di Numa, madre di Anco Marzio, il quarto re di Roma.[1][2]

Di ciò possiamo ricordare che Mamerco era infatti un antico prenome, forse di origine sabina, come sostenevano gli stessi Aemilii. E benché la loro discendenza fosse antica, c'erano numerose variazioni a ciò. Alcuni dei Pinarii originariamente portavano il praenomen di Mamercus, sebbene questa gens avesse affermato in precedenza di essere anche più antica, a prima della nascita di Roma, e Pinus non è attestato altrimenti come praenomen. Neppure Calpus risulta essere un praenomen. La tradizione afferma che Anco Marzio fu nipote il di Numa più vecchio. Ironia della sorte, la gens Pompilia rivendicò una discendenza similare, non sembra però averlo mai fatto.[3]

Pompo, conosciuto come il capostipite della famiglia dei Pompilii, non sembra essere stato un antico praenomen di origine sabina. Era l'equivalente sabino di Quintus, un nome estremamente comune. Il padre di Numa si dice che si chiamasse Pompo Pompilius, ed è evidente che il nome Pompilius in sé era un cognome patronimico di Pompo. Pomponius sembra sia derivato da una forma aggettivale di quel nome, e l'equivalente del nome latino di Quinctilius. E così sembra probabile che l'antenato del Pomponii si chiamasse effettivamente Pompo, anche se l'affermazione che era il figlio di Numa può essere una aggiunta successiva.[1][4]

Una spiegazione alternativa, databile almeno al XIX secolo, è che il nome potrebbe derivare o essere connessa con una radice etrusca, e che la sua forma originale sia stata Pumpu o Pumpili. Nella sua History of Etruria, Mrs. Hamilton Gray suppone che Pumpu fosse il nome della madre di Numa, adottato come cognome secondo una comune tradizione della cultura etrusca e sabina.[5]

Praenomina usate dalle gentes[modifica | modifica wikitesto]

I Pomponii utilizzarono un'ampia varietà di praenomina. I principali nomi erano Marcus, Lucius e Titus. Alcuni dei Pomponii utilizzarono i praenomina Quintus, Publius e Sextus. La famiglia illustre dei Pomponii Mathones favorì Manius, e ci sono anche esempi di Gaius e Gnaeus.[1]

Rami e cognomi della gens[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi tempi, i Pomponii non erano caratterizzati da un cognome, e l'unica famiglia che aumentò di importanza nel tempo della Repubblica portava il cognome di Màtho . Sulle monete troviamo anche i cognomina, Molo, Musa e Rufus, ma nessuno di questi lo troviamo negli scrittori antichi. Gli altri cognomi presenti durante la Repubblica, come ad esempio Atticus, costituivano dei cognomina personali. Numerosi cognomi compaiono in età imperiale.[1]

Membri della gens[modifica | modifica wikitesto]

Questa lista include i praenomina abbreviati (vedi la filiazione).

Pomponii Rufi[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucius Pomponius Rufus, nonno del tribuno consolare del 399 a.C.
  • Lucius Pomponius L. f. Rufus, padre del tribuno consolare.
  • Marcus Pomponius L. f. L. n. Rufus, tribunus militum consulari potestate nel 399 a.C.[6]
  • Quintus Pomponius (L. f. L. n. Rufus), tribuno della plebe nel 395 a.C., che si oppose al fatto di stabilire una colonia a Veio; per questa ragione venne accusato e multato due anni dopo.[7]

Pomponii Mathones[modifica | modifica wikitesto]

Altri Pomponii del periodo repubblicano[modifica | modifica wikitesto]

Pomponii di epoca imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Editore William Smith.
  2. ^ Livio, I, 20; PlutarcoVita di Numa, 21; Herbert A. Grueber, Catalogue of Roman Coins in the British Museum (Republic) (1910), II, p. 311, n. 733; p. 361, no. 62.
  3. ^ George Davis Chase, The Origin of Roman Praenomina, in Harvard Studies in Classical Philology, vol. VIII (1897); Livio, I, 7, 20 e 32.
  4. ^ Michael Grant, Roman Myths (1971), pp. 123 e 139.
  5. ^ Karl Otfried Müller, Etrüsker Hypogeum; Mrs. Hamilton Gray, History of Etruria, Part II (1844).
  6. ^ Livio, V, 13; Fasti Capitolini; T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic (1952).
  7. ^ Livio, V, 29.
  8. ^ Livio, III, 54.
  9. ^ Livio, VII, 4.5; Cicerone, De Officiis, III, 30; Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, V, 4. § 3; Appiano, Storia delle guerre sannitiche, 2.
  10. ^ Livio, XXI, 15.
  11. ^ Livio, XXV, 1.3.
  12. ^ Livio, XLV, 21; SvetonioDe Claris Rhetoribus, 1; Aulo GellioNoctes Atticae, XV, 11.
  13. ^ PlutarcoGaio Gracco 16 e 17; Velleio PatercoloStoria di Roma, II, 6; Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, IV, 7 § 2; Aurelio Vittore, De viris illustribus, 65.
  14. ^ Plinio il VecchioHistoria Naturalis, VII, 48-49.
  15. ^ Cicerone, Brutus, 57, 62, 89, 90; De Oratore, III, 13.
  16. ^ Plutarco, Vita di Lucullo, 15.
  17. ^ Appiano di Alessandria, Bella Mithridatica, 95.
  18. ^ Cicerone, Epistulae ad Atticum, VI, 15.
  19. ^ Asconio Pediano, in Cic. Mil., p. 33, ed. Johann Caspar von Orelli.
  20. ^ CesareCommentarii de bello civili, III, 101.
  21. ^ Appiano di Alessandria, Bellum Civile, IV, 45.
  22. ^ Stele di Pomponio Secondo, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it.
  23. ^ Publio Cornelio Tacito, Annales, II, 32, 41; VI, 27.
  24. ^ SvetonioDe Illustribus Grammaticis, 22; Dione, LVII, 17.
  25. ^ TacitoAnnales, IV, 47; VI, 29; Dione, LVIII, 24.
  26. ^ TacitoAnnales, XIII, 52.
  27. ^ Dione, LXXVII, 16.
  28. ^ Dione, LXXIX, 5; Erodiano, V, 6.5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Antica Roma: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Antica Roma