Domenico Siciliani

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Domenico Siciliani

Vicegovernatore della Cirenaica
Durata mandato1º gennaio 1929 –
marzo 1930
Predecessorecarica creata
SuccessoreRodolfo Graziani

Dati generali
Partito politicoPNF
ProfessioneMilitare
Domenico Siciliani
NascitaCirò, 1º maggio 1879
MorteRoma, 6 maggio 1938
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Anni di servizio1911 - 1936
GuerreGuerra italo-turca
Riconquista della Libia
Guerra d'Etiopia
BattaglieConquista italiana di Cufra
Comandante diTruppe coloniali della Cirenaica
16ª Divisione di Fanteria di Fossalta
1ª Divisione CC.NN. "23 marzo"
Corpo d'Armata di Roma
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Il conte Domenico Siciliani (Cirò, 1º maggio 1879Roma, 6 maggio 1938) è stato un generale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Cirò in Calabria da famiglia di origine napoletana[1], frequentò l'Accademia militare di Modena, terminandola nel 1898, e successivamente la scuola superiore di guerra di Torino. In qualità di capitano, partecipò alla guerra italo-turca; per le sue azioni nei combattimenti a Derna fu poi insignito della medaglia d'argento al valore militare. Partecipò ai soccorsi alla popolazione marchigiana colpita dal terremoto del 1913.[2]

Avanzò di grado durante i combattimenti della prima guerra mondiale: inizialmente dispiegato sul fronte italiano, nel 1916 fu capo di stato maggiore in Albania, partecipando all'azione di salvataggio dell'esercito serbo e del re Pietro dopo la sconfitta subita durante l'offensiva del Kosovo. Rientrò in Italia nel 1917 e, dopo la ritirata di Caporetto, fu incaricato della direzione dell'Ufficio stampa e propaganda del Regio Esercito. Incaricato di redigere i bollettini di guerra, fu l'autore materiale del Bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918[3].

Nel dopoguerra svolse vari incarichi nel Regio Esercito: collaborò con Pietro Badoglio nel 1920, fu addetto militare a Rio de Janeiro nel 1924, fu aiutante di campo del re Vittorio Emanuele III fino al 1926, quando fu incaricato del comando dei Cacciatori delle Alpi.[2]

Dal 1º gennaio 1929 al marzo 1930 fu governatore della Cirenaica e il 20 gennaio 1931 prese parte alla conquista italiana di Cufra, ultimo atto della riconquista della Libia contro i senussi e contro la resistenza di Omar al-Mukhtar. Dal 1930 al 1935 comandò il regio corpo truppe coloniali della Cirenaica e nel 1935-1936 comandò la 16ª Divisione di Fanteria di Fossalta.

Nel 1932 ottenne il titolo di conte da parte del re Vittorio Emanuele III[1].

Nel 1935 partecipò alla guerra d'Etiopia comandando la 16ª Divisione di Fanteria di Fossalta e, nell'Etiopia appena occupata, la 1ª Divisione CC.NN. "23 marzo" della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN). Richiamato in Italia nel 1936 comandò il Corpo d'Armata di Roma, dove morì nel 1938 a 59 anni da poco compiuti.[2]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi di Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa Guerra Italo-Turca - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Siciliani, su famiglienobilinapolitane.it, Famiglie Nobili delle Province Napolitane. URL consultato il 16 febbraio 2015.
  2. ^ a b c Domenico Siciliani. Biografia, su ciroaltra.it, l'altra Cirò. URL consultato il 16 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2015).
  3. ^ 4 novembre 1918. Il bollettino della Vittoria, su video-storia.it. URL consultato il 16 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2015).

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Controllo di autoritàVIAF (EN89427977 · ISNI (EN0000 0003 7616 5517 · SBN RMLV035035 · BAV 495/324117 · LCCN (ENno2016071533 · GND (DE1200356926 · WorldCat Identities (ENlccn-no2016071533