Luigi Pintor (1882-1925)

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Luigi Pintor

Governatore della Cirenaica
Durata mandato23 novembre 1921 –
ottobre 1922
PredecessoreGiacomo De Martino
SuccessoreEduardo Baccari

Dati generali
Titolo di studiolaurea in legge
Professionefunzionario ministeriale

Luigi Pintor (Cagliari, 21 giugno 1882Chamonix, 3 settembre 1925) è stato un giurista e politico italiano, che ricoprì la carica di Governatore della Cirenaica tra il 23 novembre 1921 e l'ottobre 1922. Era fratello del bibliotecario del Senato Fortunato Pintor e del generale designato d'armata Pietro Pintor e zio dei giornalisti Giaime Pintor e Luigi Pintor.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cagliari il 21 giugno 1882, figlio di Giacomo, medico primario dell'ospedale civile, e della signora Antonietta Leo.[1] Conseguì la laurea in legge presso l'università di Pisa nel 1903.[1] A partire dal 1904, e sino al 1911, lavorò presso l'amministrazione dei Lavori Pubblici, e in quest'ufficio pubblicò un apprezzato volume di Ricerche preliminari per la riforma della legge sulle espropriazioni edito a Roma nel 1912.[1] Dopo la fine della guerra italo-turca che portò alla conquista della Libia passò in servizio presso il Ministero delle colonie, lavorando subito su ordine del Ministro Pietro Bertolini alla legislazione del nuovo possedimento.[1] Nel dicembre 1915 partì per la Tripolitania nelle vesti di capo dell'Ufficio affari civili e di collaboratore e del segretario generale Niccoli.[2] Trasferito in Cirenaica nell'aprile 1917 fu tra i negoziatori del modus vivendi di Ácroma[3] con il Gran Senusso Mohammed Idris che portò a una apparente pacificazione della regione.[4] Ritornato a Roma, tra il 1919 e il 1920 fu Capo di gabinetto dei Ministri Gaspare Colosimo e Luigi Rossi, e nel 1921 ritornò in Cirenaica in qualità di segretario generale.[5] Poco prima di partire aveva sposato a Montelupo la signorina Gismonda Uguccioni, discendente da una nobile famiglia fiorentina.[1] Poco tempo dopo il suo arrivo, il 23 novembre, il governatore conte Giacomo De Martino si spense a causa delle febbri ed egli assunse subito la reggenza del governo della Cirenaica, in gravi circostanze, nel pieno di una trattativa con i senussi che non si dimostravano affatto collaborativi nella loro smobilitazione militare.[6] Apparentemente a causa di motivi di salute, soffriva di febbri come il suo predecessore, nell'ottobre 1922 lasciò volontariamente l'incarico di vicegovernatore della Cirenaica e ritornò in Italia.[7] Dalla corrispondenza riservata con il ministro Giovanni Amendola emerge un forte disaccordo sulla politica da tenere in Cirenaica. Il Ministro voleva che si arrivasse a tutti i costi ad un accordo con i Senussi al fine che in Tripolitania il governatore Giuseppe Volpi potesse intraprendere in sicurezza le operazioni militari per riportare sotto il pieno controllo italiano la regione.[7] Dal canto suo egli disse ad Amendola che non ci si poteva fidare dei senussi, considerati poco affidabili, e che era impossibile raggiungere un accordo, o un reale equilibrio, che salvaguardasse gli interessi italiani.[7]

Nel 1923 fu nominato direttore generale delle colonie dell'Africa settentrionale presso il Ministero delle colonie, allora guidato da Luigi Federzoni, ma declinò subito l'incarico.[8] Fu quindi nominato professore di Diritto coloniale presso l'università di Firenze e si stabilì in quella città.[1] Di ritorno dall'Africa andò in vacanza a Chamonix, in Francia, dove morì a causa di una meningite fulminante il 3 settembre 1925.[1] Fu socio e consigliere della Reale Società Geografica Italiana e presidente dell'Istituto coloniale.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regi Decreti del 18, 22 e 25 febbraio 1913.[9]
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Monica Pacini, Da casa Pintor: Un’eccezionale normalità borghese: lettere familiari, 1908-1968, Viella s.r.l., Roma, 2014.
  2. ^ A. Gandin, Luigi Pintor in Bollettino della Reale Società Geografica Italiana, n.10-12, 1925.
  3. ^ Gazzini 1971, p. 314.
  4. ^ Del Boca 1986, pp. 318-357.
  5. ^ G.L. Olmi, Benvenuto, in Corriere della Cirenaica, 21 agosto 1921.
  6. ^ Del Boca 1986, pp. 415-418.
  7. ^ a b c Del Boca 1986, pp. 423-424.
  8. ^ Luigi Pintor ricordato dalla stampa romana in Corriere della Cirenaica dell'8 ottobre 1925, pag.1.
  9. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.121 del 26 maggio 1913, pag.3052.
  10. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.94 del 23 aprile 1926, pag.1703.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922, Bari, Laterza, 1986.
  • Carlo Giglio (a cura di) e Mario Gazzini, Gli archivi storici del soppresso Ministero dell'Africa Italiana e del Ministero degli Affari Esteri dalle origini al 1922, Città di Castello, Arti Grafiche Città di Castello, 1971.
  • Monica Pacini, Da casa Pintor: Un’eccezionale normalità borghese: lettere familiari, 1908-1968, Roma, Viella s.r.l., 2014.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Governatore della Cirenaica Successore
Giacomo De Martino 23 novembre 1921-ottobre 1922 Eduardo Baccari
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