Epatite E: differenze tra le versioni

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L''''epatite E'''' è un'[[infiammazione]] del [[fegato]] causata dall'[[infezione]] dal [[virus (biologia)|virus]] dell'epatite E.<ref>{{Cite web|title = Hepatitis E|url = https://www.niaid.nih.gov/topics/hepatitis/types/Pages/hepatitisE.aspx|website = www.niaid.nih.gov|access-date = 2016-02-23}}</ref> È una delle cinque [[epatite virale|epatiti virali]] che colpiscono l'uomo note: [[epatite A|A]], [[epatite B|B]], [[epatite C|C]], [[epatite D|D]] ed E. Il virus dell'epatite E ('''HEV''') è un virus icosaedrico dell'[[RNA]] a senso unico, a filamento singolo, non velivato; HEV è caratterizzato da ha una via di trasmissione fecale-orale.<ref>{{Cite web| url = http://www.who.int/features/qa/76/en/| title = WHO {{!}} What is hepatitis?| website = www.who.int| access-date = 2016-02-26}}</ref><ref name="hepe">{{Cite web| url = http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs280/en/| title = Hepatitis E| website = World Health Organization| language = en-GB| access-date = 2016-02-26}}</ref> L'infezione di questo virus è stata documentata per la prima volta nel 1955 durante un'[[epidemia]] avvenuta a [[Nuova Delhi]], in [[India]].<ref>{{Cite journal| last = Subrat| first = Kumar| date = 2013| title = Hepatitis E virus: the current scenario| url = http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1201971212013197| journal = International Journal of Infectious Diseases| doi = 10.1016/j.ijid.2012.11.026| pmid = | access-date = 27 February 2016| volume=17| issue = 4| pages=e228–e233}}</ref> Un [[vaccino]] preventivo (HEV 239) è stato approvato in [[Cina]].<ref>{{Cite journal| last = Li| first = Shao-Wei| last2 = Zhao| first2 = Qinjian| last3 = Wu| first3 = Ting| last4 = Chen| first4 = Shu| last5 = Zhang| first5 = Jun| last6 = Xia| first6 = Ning-Shao| date = 2015-02-25| title = The development of a recombinant hepatitis E vaccine HEV 239| journal = Human Vaccines & Immunotherapeutics| volume = 11| issue = 4| pages = 908–914| doi = 10.1080/21645515.2015.1008870| issn = 2164-5515| pmc = 4514148| pmid = 25714510}}</ref>
L''''epatite virale E''' è una forma di [[epatite virale]] autolimitante, che ha un [[periodo di incubazione]] di sei settimane.

Sebbene l'epatite E spesso causi un'infezione acuta e autolimitante (l'infezione virale è temporanea e l'individuo guarisce) con bassi tassi di mortalità nel mondo occidentale, presenta un alto rischio di sviluppare un'[[epatite]] cronica nelle persone con un [[immunodeficienza|sistema immunitario indebolito]] con più alti tassi di mortalità. Coloro che si sono sottoposti ad un [[trapianto d'organo]] e che quindi hanno assunto farmaci [[immunosoppressore|per indebolire il sistema immunitario]] e quindi prevenire il [[rigetto di trapianto|rigetto]] sono ritenuti gli individui principalmente a rischio di incorrere nell'epatite cronica E.<ref name="Zhou X, de Man RA, de Knegt RJ, Metselaar HJ, Peppelenbosch MP, Pan Q. 2013 295–304">{{cite journal |author=Zhou X, de Man RA, de Knegt RJ, Metselaar HJ, Peppelenbosch MP, Pan Q.|title=Epidemiology and management of chronic hepatitis E infection in solid organ transplantation: a comprehensive literature review |journal=Rev Med Virol. |volume=23 |issue=5 |pages=295–304 |year=2013|pmid=23813631 |doi=10.1002/rmv.1751|last2=De Man |last3=De Knegt |last4=Metselaar |last5=Peppelenbosch |last6=Pan }}</ref>.

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== Epidemiologia ==
== Epidemiologia ==

Versione delle 12:12, 24 nov 2018

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Epatite virale E
Il virus dell’Epatite E
Specialitàinfettivologia e ostetricia e ginecologia
EziologiaHepatitis E virus
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM070.4
ICD-10B17.2
MeSHD016751
eMedicine178140

L'epatite E' è un'infiammazione del fegato causata dall'infezione dal virus dell'epatite E.[1] È una delle cinque epatiti virali che colpiscono l'uomo note: A, B, C, D ed E. Il virus dell'epatite E (HEV) è un virus icosaedrico dell'RNA a senso unico, a filamento singolo, non velivato; HEV è caratterizzato da ha una via di trasmissione fecale-orale.[2][3] L'infezione di questo virus è stata documentata per la prima volta nel 1955 durante un'epidemia avvenuta a Nuova Delhi, in India.[4] Un vaccino preventivo (HEV 239) è stato approvato in Cina.[5]

Sebbene l'epatite E spesso causi un'infezione acuta e autolimitante (l'infezione virale è temporanea e l'individuo guarisce) con bassi tassi di mortalità nel mondo occidentale, presenta un alto rischio di sviluppare un'epatite cronica nelle persone con un sistema immunitario indebolito con più alti tassi di mortalità. Coloro che si sono sottoposti ad un trapianto d'organo e che quindi hanno assunto farmaci per indebolire il sistema immunitario e quindi prevenire il rigetto sono ritenuti gli individui principalmente a rischio di incorrere nell'epatite cronica E.[6].

Clinicamente la condizione è paragonabile all'epatite A, ma nelle donne in gravidanza assume una forma spesso più grave ed è talvolta associata ad una sindrome clinica chiamata insufficienza epatica fulminante. Le donne incinte, in particolare quelle al terzo trimestre, hanno un tasso di mortalità più elevato di circa il 20%.[7] Nel 2013 l'infezione da epatite E ha interessato circa 28 milioni di persone.[8]

Epidemiologia

È maggiormente diffusa nel Medio Oriente, nel Messico, in India e negli stati limitrofi e l'età di maggiore incidenza si attesta fra i 15 e i 34 anni.[9]

Mortalità

La mortalità incide molto sui soggetti che contraggono tale epatite, ad esempio è molto pericolosa nelle donne in gravidanza,[10] dove la percentuale si attesta su un 20% dei casi manifestati, soprattutto durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.[11] Comunque, in generale è più mortale dell'epatite A.

Eziopatogenesi

Il virione di HEV (dall'acronimo in inglese Hepatitis E Virus) è costituito da una particella sferica del diametro di 30-34 nanometri sprovvista di rivestimento esterno. Il genoma, costituito da una molecola di RNA a singola elica a polarità positiva (ssRNA (+), IV gruppo della classificazione di Batimore) di circa 7,6 kilobasi, è stato clonato e sequenziato soltanto nel 1990. Benché l'HEV non sia stato classificato con certezza, le sue caratteristiche morfologiche, fisico-chimiche e genomiche ne suggeriscono l'appartenenza alla famiglia Caliciviridae.

Ora però a seguito dell'analisi della sequenza genomica il virus dell'epatite E è stato collocato nel genere Hepevirus, e nella famiglia degli Hepeviridae.

Anticorpi anti-HEV sono stati riscontrati in topi, ratti, conigli e manguste. Principalmente maiali e cinghiali sono il serbatoio del virus. Fra le fonti di infezioni, la più comune è l'assunzione di acqua contaminata da feci, la trasmissione avviene per via oro-fecale.[12]

Come con altri virus epatitici, l'insuccesso della coltivazione dell'HEV in vitro e la suscettibilità dell'infezione limitata ad alcuni primati superiori tra cui l'uomo sono ostacoli allo studio delle sue caratteristiche biologiche. Per tali ragioni, anche le possibilità di diagnosi e quindi lo studio dell'epatite E sono ancora oggi strettamente limitate a pochissimi centri di ricerca. La recente caratterizzazione del genoma virale ha reso possibile, con l'ottenimento di antigeni ricombinanti, l'allestimento di un test immunoenzimatico.

Sulla base dei primi risultati, sembra che in corso di infezione acuta siano precocemente determinabili anticorpi di classe IgM e IgG. Gli anticorpi di classe IgM sono presenti solo all'inizio dell'infezione acuta o recente; mentre quelli di classe IgG sono dimostrabili più a lungo, ma forse non per tutta la vita del paziente. Non è chiaro, inoltre, se tali anticorpi siano neutralizzanti, e quindi protettivi.

Clinica

Fra i sintomi e i segni clinici si ritrovano anoressia, febbre, dolori addominali, vomito, nausea, rash, artralgia e diarrea.

Terapia

È principalmente di supporto in quanto nelle persone immunocompetenti l'infezione è autolimitante; in alcuni casi è stata utilizzata la ribavirina. Il trapianto del fegato può essere necessario per i casi più gravi.[13]

Prevenzione

Per quanto riguarda gli adulti l'esistenza di un vaccino ricombinante contro tale forma di epatite si è rivelata molto efficace.[9]

Sono attuabili i metodi di prevenzione generica, cioè vivere in ambienti igienici e non bere acqua contaminata.[14]

Note

  1. ^ Hepatitis E, su niaid.nih.gov.
  2. ^ WHO | What is hepatitis?, su who.int.
  3. ^ (EN) Hepatitis E, su who.int.
  4. ^ Kumar Subrat, Hepatitis E virus: the current scenario, in International Journal of Infectious Diseases, vol. 17, n. 4, 2013, pp. e228–e233, DOI:10.1016/j.ijid.2012.11.026.
  5. ^ Shao-Wei Li, The development of a recombinant hepatitis E vaccine HEV 239, in Human Vaccines & Immunotherapeutics, vol. 11, n. 4, 25 febbraio 2015, pp. 908–914, DOI:10.1080/21645515.2015.1008870.
  6. ^ Zhou X, de Man RA, de Knegt RJ, Metselaar HJ, Peppelenbosch MP, Pan Q., Epidemiology and management of chronic hepatitis E infection in solid organ transplantation: a comprehensive literature review, in Rev Med Virol., vol. 23, n. 5, 2013, pp. 295–304, DOI:10.1002/rmv.1751.
  7. ^ WHO, Global Alert and Response (GAR); Hepatitis E, su who.int. URL consultato il 26 January 2012.
  8. ^ Global, regional, and national incidence, prevalence, and years lived with disability for 301 acute and chronic diseases and injuries in 188 countries, 1990-2013: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2013., in Lancet, vol. 386, n. 9995, 22 August 2015, pp. 743–800, DOI:10.1016/s0140-6736(15)60692-4.
  9. ^ a b Robert M. Kliegman, Hal B. Jenson, Pediatria di Nelson, 18 edizione p. 1738, Torino, Elsevier-Masson, 2009, ISBN 978-88-214-3070-1.
  10. ^ Oncu S,, Oncu S, Okyay P, Ertug S, Sakarya S., Prevalence and risk factors for HEV infection in pregnant women., in Med Sci Monit., n. 12, gennaio 2006, pp. CR36-39.
  11. ^ Benait VS,, Sander V, Purikh F, Muragesh M, Ranka VS., Outcome of acute hepatic failure due to acute hepatitis E in pregnant women., in Indial J Gastroenterol, n. 26, 2007, pp. 6–10..
  12. ^ Eker A,, Tansel O, Kunduracilar H, Tokuç B, Yuluğkural Z, Yüksel P., Hepatitis e virus epidemiology in adult population in Edirne province, Turkey, in Mikrobiyol Bul., n. 43, aprile 2009, pp. 251-8.
  13. ^ Kamar N, Dalton HR, Abravanel F, Izopet J, Hepatitis E virus infection, in Clin. Microbiol. Rev., vol. 27, n. 1, January 2014, pp. 116–38, DOI:10.1128/CMR.00057-13.
  14. ^ Guida all'informazione sulla profilassi dell'infezioni da virus Epatitici maggiori[collegamento interrotto].

Bibliografia

  • Harrison, Principi di Medicina Interna (il manuale - 16ª edizione), New York - Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 88-386-2459-3.
  • Gaetano Filice, Malattie infettive, 2ª edizione, Milano, McGraw-Hill, 1998, ISBN 88-386-2362-7.

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