Virus dell'epatite G

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GB virus C
Immagine di Virus dell'epatite G mancante
Classificazione scientifica
Dominio Riboviria
Regno Orthornavirae
Classe Flasuviricetes
Ordine Amarillovirales
Famiglia Flaviviridae
Genere Pegivirus
Specie Pegivirus C
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Il GB virus C (sigla: GBV-C, anche denominato "Hepatitis G Virus" HGV) è un membro della specie Pegivirus C,[1] della famiglia Flaviviridae[2], un virus a RNA a catena singola, a cui è stato attribuito un ruolo eziologico in un'epatite virale, denominata per questo "epatite G". Questo ruolo però a oggi è controverso nella comunità scientifica, e l'opinione predominante è che questo virus sia innocuo per gli esseri umani.

Uno studio ha dimostrato che pazienti con infezione da HIV e co-infezione da HGV hanno una carica virale inferiore una conta maggiore di linfociti CD4+, suggerendo che HGV possa avere un effetto regolatore sulla replicazione di HIV.[3][4]

Il virus[modifica | modifica wikitesto]

Esistono 3 tipologie di virus GB:

  • GBV-A
  • GBV-B
  • GBV-C (isolato per la prima volta da Simons e i suoi colleghi[5])

Le prime due forme possono essere diffusi negli animali, il terzo all'uomo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo accenno di epatite G fu durante la seconda metà del XX secolo, quando un chirurgo, le cui iniziali erano G.B., affetto da una forma di epatite acuta che non era una di quelle conosciute all'epoca (non-AE), riuscì a trasmetterla in una cavia (un tamarino).

Diagnosi correlate[modifica | modifica wikitesto]

La trasmissione sessuale e parenterale del GBV-C è stato documentata e per via di tali modalità di trasmissione è stata studiata una correlazione fra i soggetti affetti dall'una e dell'altra patologia. La percentuale in questione varia dal 14 al 43%.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Genus: Pegivirus - Flaviviridae - Positive-sense RNA Viruses, su International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV). URL consultato il 6 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2020).
  2. ^ GB virus C
  3. ^ (EN) Yeo AE, Matsumoto A, Hisada M, Shih JW, Alter HJ e Goedert JJ, Effect of hepatitis G virus infection on progression of HIV infection in patients with hemophilia. Multicenter Hemophilia Cohort Study. Ann Intern Med., vol. 132, n. 12, 20 giugno 2000, pp. 959-63, DOI:10.7326/0003-4819-132-12-200006200-00006, PMID 10858179.
  4. ^ (EN) de Miranda BKB, de Sá KSG, da Silva ANR, Feitosa RNM, Cayres-Vallinoto IMV, Ishak R e Vallinoto ACR, GBV-C/HIV-1 coinfection is associated with low HIV-1 viral load and high CD4 + T lymphocyte count, in Arch Virol, vol. 162, n. 11, novembre 2017, pp. 3431-3438, DOI:10.1007/s00705-017-3514-y, PMID 28780631.
  5. ^ (EN) Simons JN, Leary TP, Dawson GJ, Pilot-Matias TJ, Muerhoff AS, Schlauder GG, Desai SM, Mushahwar IK., Isolation of novel virus-like sequences associated with human hepatitis., in Indian J Pathol Microbiol, vol. 1, n. 6, giugno 1995, pp. 564-9, DOI:10.1038/nm0695-564, PMID 7585124.
  6. ^ (EN) George SL, Varmaz D e Stapleton JT, GB virus C replicates in primary T and B lymphocytes, in J. Infect. Dis., vol. 193, n. 3, 2006, pp. 451–4, DOI:10.1086/499435, PMID 16388494.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Joseph C. Sengen, Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, ISBN 978-88-386-3917-3.
  • Gaetano Filice, Malattie infettive, 2ª edizione, Milano, McGraw-Hill, 1998, ISBN 88-386-2362-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Sito sull'epatite G, su chclibrary.org. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2004).
  • (EN) Sito sull'epatite, su cpmcnet.columbia.edu. URL consultato il 18 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2006).
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