Turcico
Col termine turcico ci si riferisce a qualsiasi persona di cultura linguistica turca, non necessariamente quindi solo selgiuchide, ottomana o turca contemporanea.
Le aree caspiche in cui s'insediarono i Cazari, le steppe euro-asiatiche da cui provennero in un primo tempo i Mamelucchi, quelle centro-asiatiche (attuale Uzbekistan, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan) sono la patria, o i luoghi d'insediamento (vedi il caso dell'Azerbaigian), di genti che parlano lingue turciche, agglutinanti, simili ma non identiche alla lingua turca conosciuta grazie ai Selgiuchidi (che preferivano di gran lunga esprimersi a livello colto e ufficiale in persiano) e agli Ottomani.
Da qui l'opportunità di distinguere il turco selgiuchide, ottomano o della moderna Turchia, da quanti a quelle specifiche esperienze restarono quasi del tutto estranei.
La parola deriva dal latino turcicus, in diverse occasioni usato in letteratura (ad. es. Bernardino Leo scrisse nel 1573 il De bello turcico[1]), senza dimenticare un'apprezzata rivista turca che, per parlare dei fenomeni del vasto panorama storico-culturale delle varie genti turche, ha scelto, per l'appunto, di chiamarsi Turcica (significando "argomenti relativi alla cultura turca" in senso lato).[2]