Ghaznavidi
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I Ghaznavidi furono una dinastia turca che governò il Khorasan, l'Afghanistan, parte dell'Azerbaigian e il Punjab tra X e XII secolo.
Indice
Origini[modifica | modifica wikitesto]
Una delle più influenti famiglie alla corte dei Samanidi era quella del generale della guardia turca Alp Tigin che, diventato governatore della provincia di Ghazna (l'odierna Ghazni in Afghanistan), si ritagliò un ruolo sempre più indipendente a cominciare dal 962, ed è perciò ritenuto l'eponimo della dinastia. Gli succedette il genero Sebuktigin che consolidò il regno e lo espanse a est fino all'India.
Mahmud di Ghazna[modifica | modifica wikitesto]
Sebuktign morì nel 997 e l'anno seguente gli succedette il figlio Mahmud il quale assunse il titolo di emiro, come segno di sottomissione al califfo di Baghdad, ma anche quello di sultano per marcare la propria indipendenza dai Samanidi. Si accordò con i Qarakhanidi per spartirsi il territorio samanide e stabilire un confine lungo il fiume Oxus. Nel 999, mentre i Qarakhanidi prendevano Bukhara, i Ghaznavidi sconfissero i Samanidi e conquistarono il Khorasan.
Mahmud era un fervido musulmano e, a partire dal 1001, si propose di condurre una campagna militare all'anno nell'India settentrionale per diffondervi l'Islam. Nei primi anni si concentrò soprattutto contro il Punjab, che fu definitivamente sconfitto e annesso nel 1008, ma entro il 1026 Mahmud condusse un totale di diciassette campagne in India, dove creò diversi regni vassalli. Con il bottino e i tributi derivanti dalle sue campagne, Mahmud rese Ghazni una città tra le più ricche e magnifiche dell'Asia centrale. Costruì giardini, moschee, palazzi e caravanserragli, finanziò generosamente studiosi e letterati.
Con le ultime spedizioni militari Mahmud si spinse a sud fino a Somnath, dove distrusse il famoso tempio indù dedicato a Śiva, e a ovest fino a ai domini buwayhidi ai quali sottrasse Rey e Hamadan.
Il declino[modifica | modifica wikitesto]
Mas'ud succedette al padre nel 1031 e si trovò a fronteggiare la minaccia delle tribù turche Oghuz, riunite da Seljuq sotto il suo comando. I Selgiuchidi sconfissero i Ghaznavidi alla battaglia di Dandanqan (1040), costringendoli ad abbandonare il Khorasan e Ghazni e a rifugiarsi a Lahore, nel Punjab. Qui la dinastia continuò fino al 1186 quando i Ghuridi conquistarono Lahore.
Dello splendore di Ghazni non rimangono che poche vestigia tra cui la tomba di Mahmud, ma alcuni archeologi italiani, guidati dal prof. Umberto Scerrato, hanno riportato alla luce notevoli testimonianze di quel periodo di gloria.
[modifica | modifica wikitesto]
- Alp Tigin 962-977
- Sebuktigin 977-997
- Isma'il 997-998
- Mahmud 998-1030
- Mehmed (Muhammad) 1030-1031
- Ma'sud I 1031–1041
- Mehmed (Muhammad) 1041 (seconda volta)
- Mawdud 1041-1050
- Mas'ud II 1050
- Ali 1050
- Abd ul-Rashid 1053
- Toğrül (Tughril) 1053
- Farrukhzad 1053-1059
- Ibrahim 1059-1099
- Mas'ud III 1099-1115
- Shirzad 1115
- Arslan Shah 1115-1118
- Bahram Shah 1118-1152
- Khusraw Shah 1152-1160
- Khusraw Malik 1160-1186
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Clifford Edmund Bosworth, The Ghaznavids: Their Empire in Afghanistan and Eastern Iran 994–1040, Nuova Delhi, Munshiram Manoharlal Publishers, 2015 [Edimburgo, EUP, 1963], ISBN 81-215-0573-9.
- Clifford Edmund Bosworth, The Later Ghaznavids: Splendour and Decay, The Dynasty in Afghanistan and Northern India 1040–1186, New York, Columbia University Press, 1977, ISBN 0-231-04428-3.
- Julie Scott Meisami, Persian Historiography to the End of the Twelfth Century, Edimburgo, Edinburgh University Press, 1999, ISBN 0-7486-1276-9.
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