Storie di Montalbano

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Storie di Montalbano
AutoreAndrea Camilleri
1ª ed. originale2002
Genereromanzi e racconti
Sottogenerepoliziesco
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneVigata
ProtagonistiSalvo Montalbano
Seguito daAltre storie di Montalbano, 2003-2019

Storie di Montalbano è una raccolta di romanzi e racconti di Andrea Camilleri avente come protagonista il commissario Salvo Montalbano, pubblicata nel 2002 dall'editore Mondadori nella collana I Meridiani.

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Il libro contiene sei romanzi:

e una serie di racconti tratti da:

Nella stessa edizione compaiono:

  • Camilleri gran tragediatore, introduzione del critico letterario Nino Borsellino[1]
  • L'isola delle voci, saggio di Mauro Novelli;
  • Cronologia. Uno scrittore italiano nato in Sicilia, di Antonio Franchini;
  • Nota all'edizione, di Mauro Novelli:
  • Notizie sui testi, a cura di Mauro Novelli;
  • Bibliografia, a cura di Mauro Novelli.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Storie di Montalbano, a cura di Mauro Novelli, saggio introduttivo di Nino Borsellino, cronologia di Antonio Franchini, Collezione I Meridiani, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, pp. CLXXII-1682, ISBN 978-88-04-58272-4.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nino Borsellino racconta nell'introduzione a quest'opera come avesse conosciuto Camilleri per aver lavorato insieme a lui nella redazione dell'Enciclopedia dello spettacolo. Aggiunge che aveva assistito ad alcune regie teatrali dell'autore siciliano e che insieme a lui avesse frequentato convegni pirandelliani ad Agrigento, dove in una di queste occasioni, Camilleri gli aveva amichevolmente donato il suo primo romanzo del 1978 Il corso delle cose con una dedica affettuosa. Tuttavia Borsellino confessa di non aver dato molta importanza all'opera di Camilleri convinto che l'autore, impegnato in regie televisive, costituisse un fenomeno letterario secondario e transitorio. Adesso in questa introduzione si scusa dell'errore e della trascuratezza per non aver messo in rilievo come meritava l'opera letteraria di Camilleri. A sua giustificazione Borsellino ricorda il caso simile di Pirandello, che già autore di opere notevoli, veniva classificato, da un critico importante come Renato Serra, come autore di opere di consumo.
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