Come la penso

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Come la penso
AutoreAndrea Camilleri
1ª ed. originale2013
Generesaggio
Lingua originaleitaliano

Come la penso è una raccolta di racconti, saggi ed articoli scritti da Andrea Camilleri in anni passati e ora riuniti in questo libro pubblicato nel 2013.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nella fluviale produzione libraria di Camilleri quest'opera si distingue, come dichiara l'autore, perché è un libro "un po' strano" nato da un'idea dell'editore che venne apprezzata dallo scrittore che si mise all'opera per descrivere con un'antologia di articoli, di conferenze e di quanto scritto ma non pubblicato e, soprattutto, con gli ormai lontani ricordi della sua vita trascorsa, come egli la pensi su vari argomenti letterari, politici e filosofici trattati in una forma familiare ed attraente per il lettore.

«Sono scritti all'ottantina, come direbbe Montalbano. Composti con uno sguardo appannato, distaccato. Di una vecchiaia noiosamente saggia».[1]

In questo lungo colorito racconto Camilleri racconta se stesso non solo attraverso i piccoli e grandi personaggi conosciuti ma anche con la descrizione nostalgica dei luoghi e con la rappresentazione satirica degli originali protagonisti delle "controstorie" della sua Sicilia come il barbiere don Nonò e la sua provvista di sanguisughe e come il professore del liceo di Empedocle che gli impedì di leggere i bigliettini d'amore nascosti nel vocabolario di latino dalla sua compagna di scuola Giuliana .

A questa autobiografia degli eventi si aggiunge anche quella letteraria che ci svela il suo faticoso cammino di romanziere:

«Da giovane non ero in grado di raccontare storie lunghe: non andavo oltre le tre cartelle di testo. Ci vollero molti anni per capire il perché: la ragione stava nel fatto che io pensavo in italiano. La scoperta della maturità è di pensare in dialetto siciliano. Così, sono diventato un traduttore simultaneo di me stesso.[2]»

Non mancano le sue considerazioni politiche sugli avvenimenti nazionali presenti e passati, analizzati con la consueta distaccata ironia.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucio Perotta, Camilleri racconta Camilleri, su RomaItaliaLab, 6 giugno 2013. URL consultato il 4 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2013).
  2. ^ ibidem
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