Lustro: differenze tra le versioni

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Un '''lustro''' è un periodo di [[Tempo#La misura del tempo|tempo]] equivalente a 5[[Anno|anni]].
Un '''lustro''' è un periodo di [[Tempo#La misura del tempo|tempo]] equivalente a cinque [[Anno|anni]].


L'etimologia del termine viene dal sostantivo [[Lingua latina|latino]] ''lustrum'' (a sua volta legato al verbo ''luere'', aspergere), altra denominazione del rito di purificazione della ''[[lustratio]]''. Tale rito era officiato in particolare ogni cinque anni dai [[Censore (storia romana)|censori]] quinquennali, al termine del censimento di cui erano incaricati. Il termine passò quindi ad indicare l'intervallo di tempo tra un ''lustrum'' e l'altro e quindi ogni intervallo di cinque anni.
L'etimologia del termine viene dal sostantivo [[Lingua latina|latino]] ''lustrum'' (a sua volta legato al verbo ''luere'', aspergere), altra denominazione del rito di purificazione della ''[[lustratio]]''. Tale rito era officiato in particolare ogni cinque anni dai [[Censore (storia romana)|censori]] quinquennali, al termine del censimento di cui erano incaricati. Il termine passò quindi ad indicare l'intervallo di tempo tra un ''lustrum'' e l'altro e quindi ogni intervallo di cinque anni.

Versione delle 20:29, 27 apr 2017

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Lustro (disambigua).

Un lustro è un periodo di tempo equivalente a cinque anni.

L'etimologia del termine viene dal sostantivo latino lustrum (a sua volta legato al verbo luere, aspergere), altra denominazione del rito di purificazione della lustratio. Tale rito era officiato in particolare ogni cinque anni dai censori quinquennali, al termine del censimento di cui erano incaricati. Il termine passò quindi ad indicare l'intervallo di tempo tra un lustrum e l'altro e quindi ogni intervallo di cinque anni.

È stato da prestissimo in voga nella letteratura, prima latina, e poi italiana di indicare la propria età in lustri. Si veda ad esempio Leopardi (Appressamento della morte, I, vv. 115-117) "Non ti dolga di tua poca dimora /in questa piaggia trista, e non ti caglia / ch'ancor del quarto lustro non se' fora" (ovvero che ancora non aveva venti anni). Quindi quando si legge, ad esempio in Landino (Xandra, I, 2, v.17) "Ternis addideram lustris vix quatuor annos" andrà inteso come: tre lustri + gli anni esplicati (5x3 15anni +4 = 19).

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