Nettuno (divinità): differenze tra le versioni

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'''Nettuno''' ({{latino|Neptūnus}}) è una divinità della [[religione romana]], dio delle acque e delle correnti e in seguito divenne, dopo il [[399 a.C.]], il dio del [[mare]] e dei [[Terremoto|maremoti]], trasformandosi nell'equivalente del dio greco [[Poseidone]], e già [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] nel suo trattato ''[[De natura deorum|Sulla natura degli dei]]'' così lo descrive: {{Citazione|…Il primo regno, cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno che la tradizione vuole fratello di Giove ed il cui nome è un ampliamento del verbo ''nare''…|[[Marco Tullio Cicerone]], ''[[De natura deorum]]'', II, 66}}
'''Nettuno''' ({{latino|Neptūnus}}) è una divinità della [[religione romana]], dio delle acque e delle correnti e in seguito divenne, dopo il [[399 a.C.]], il dio del [[mare]] e dei [[Terremoto|maremoti]], trasformandosi nell'equivalente del dio greco [[Poseidone]], e già [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] nel suo trattato ''[[De natura deorum|Sulla natura degli dei]]'' così lo descrive: {{Citazione|…Il primo regno, cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno che la tradizione vuole fratello di Giove ed il cui nome è un ampliamento del verbo ''nare''…|[[Marco Tullio Cicerone]], ''[[De natura deorum]]'', II, 66}}


Malgrado il fatto che il suo culto si sia sviluppato dopo il suo accostamento a Poseidone, Nettuno fu sempre meno popolare, fra i marinai, di quanto lo fosse Poseidone presso i greci.
Malgrado il fatto che il suo culto si sia sviluppato dopo il suo accostamento a Poseidone, Nettuno fu sempre meno popolare, fra i marinai, di quanto lo fosse Poseidone presso i greci. a nettuno piaceva molto mangiare sopratutto fare il sushi infatti e nato da li il sushi


== Storia ==
== Storia ==

Versione delle 18:06, 30 nov 2023

Mosaico di Nettuno (Museo archeologico regionale Antonio Salinas, Palermo)

Nettuno (in latino Neptūnus) è una divinità della religione romana, dio delle acque e delle correnti e in seguito divenne, dopo il 399 a.C., il dio del mare e dei maremoti, trasformandosi nell'equivalente del dio greco Poseidone, e già Cicerone nel suo trattato Sulla natura degli dei così lo descrive:

«…Il primo regno, cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno che la tradizione vuole fratello di Giove ed il cui nome è un ampliamento del verbo nare…»

Malgrado il fatto che il suo culto si sia sviluppato dopo il suo accostamento a Poseidone, Nettuno fu sempre meno popolare, fra i marinai, di quanto lo fosse Poseidone presso i greci. a nettuno piaceva molto mangiare sopratutto fare il sushi infatti e nato da li il sushi

Storia

Secondo la mitologia abitava in fondo al mare e comandava i mostri marini e le tempeste. Viene spesso rappresentato ritto su di un carro trainato da cavalli marini, e con un tridente nella mano destra come simbolo di comando.

Veniva onorato il 23 luglio, con le festività dei Neptunalia, a cui furono poi uniti i ludi Neptunialicii (dal III secolo a.C.) Il suo tempio si trovava al Circo Flaminio all'interno del Campo Marzio a Roma. Nella mitologia romana aveva una divinità associata (paredra) detta a volte Salacia a volte Venilia.

Il dio Conso era da molti identificato nel Neptunus Equestris, ovvero nel dio Nettuno protettore degli equini. [1] I Consualia furono istituiti da Romolo quando, con i giovani romani snobbati dalle genti vicine, organizzò il famoso Ratto delle sabine. [2]

Nettuno, signore del mare e delle acque, ha dato il nome al Nettunismo, una teoria proposta del geologo tedesco Abraham Gottlob Werner nel XVIII secolo, secondo la quale tutte le rocce avrebbero avuto origine marina.

Epiteto di Nettuno/Poseidone era Enosìctono o Enosigeo (lat. Ennosigaeum, gr. Ε(ν)νοσίγαιος, scuotitore di terre)[3].

A Nettuno è anche ispirato il nome dell'omonima città di mare in provincia di Roma, situata tra l'agro romano e l'agro pontino, dove è presente una fontana che lo raffigura nel centro della città.

Nella cultura di massa

Galleria d'immagini

  1. ^ Dionisio di Alicarnasso, Antichità romane, II, 31, 2-3.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 9.
  3. ^ enoṡigèo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 5 marzo 2019.

Bibliografia

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN8199845 · CERL cnp00558205 · LCCN (ENno2016090199 · GND (DE11952354X · BNF (FRcb144393617 (data) · J9U (ENHE987012427537505171 · WorldCat Identities (ENviaf-8199845
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